Cantami O Diva, della mitica alba
sorta a nord est, tra gli Hyperborei fiumi.
Ricordami O Mnemosyne dell’eroe RajYama
patriarca dei Vyria, nostri antenati
illuminami sull’ardito dai capelli rossi, che
a cavallo spingeva, come onde le genti.
O grande Zalmoxis
signore del cielo e padre di Dei
Eroi e Muse, ti invoco
tu che hai seguito i passi del nostro Re per la pianura
come tu facesti con lui
ora ti chiedo di indirizzare il mio sguardo e la mia mente
al solco che lasciò il suo cammino
Proteggi la mia mente in questo viaggio
a ritroso nel tempo
per ritornare con la mia anima
alla patria primigenia
che fu vasta
ricca e maestosa.
Dipingi
con le tue dita auree, davanti
ai miei occhi
le nove, virtù fondamentali
della nostra genia.
Rammentami le gloriose vittorie che portarono
lustro ai nostri antenati,
come la luce del sole che illumina, perenne
le vallate floride
ti chiedo di fare lo stesso con la mia mente
e di far rifiorire
l’edere dei ricordi.
Ma la natura ha le sue leggi
prima dell’alba io ti chiedo
di cantarmi della notte frenetica
infestata da spiriti
Demoni e Larve
che s’annidarono nelle buie menti degli avi,corrotti
dalla cupidigia animalesca di Ahriman, il signore oscuro.
Cantami, O Diva
affinché io possa ricordare a tutti
la resistenza di coloro, che umilmente e con coraggio
si opposero al buio dell’ignoranza e dell’egoismo.
Fa riaffiorare
dall’oceano del tempo, O Mnemosyne
la memoria dei sei Mahavir, che governando
con giustizia
le loro regioni, insieme al RajYama
placarono le orde di Turani, irretite anche loro
dal male più profondo e nero.
Come un rapace
prendimi con gli artigli, O Zalmoxis e
portami alla capitale che fu dei Vyr, guidami fino a Yamhpur
oltre al Dnepr, dinnanzi alle sue alte mura
permettimi di poter pregare davanti
ai tumuli incorrotti di Ohrmazd, di Jorwyr
e di Savitri.
Concedimi, la visione di quel trono, un ceppo umile
con due lance ai lati
posto davanti a dove fu eretto il tempio
sacro sede del focolare, per
poter essere ravvivato dalla sola presenza Regale.
Indirizza, il mio sguardo verso la terra
divisa dai due fiumi
fammi, cavalcare vicino alle mandrie
d’equini più indomite e veloci
concedimi, di spiare i percorsi dei cervi
tra i boschi sacri
nascondimi agli occhi dei Bisonti lanosi
e maestosi.
Permettimi, di rammentare ogni cosa
per poterla raccontare.
Portami a ovest, fammi toccare con la mano
l’erba alta
lungo le praterie di Kuhburg.
Permettimi
di seguire le mandrie di bovini scuri e
possenti, simbolo di ricchezza e virtù
per i saggi antenati.
Permettimi di osservare il lungo cerchio che posero sul terreno
davanti alle palizzate, con un unico solco
barriera del villaggio contro l’oscurità e l’ignoranza.
Cala i miei occhi a sud, ovest verso Ecsapils
che sovrasta i boschi e le praterie vicine
passa la mia mano sopra il tronco abbattuto
tra i boschi, altare del dio del cielo
cela la mia ombra ed il mio tanfo mortale al mostruoso
orso che infesta le lussureggianti selve vicine al fiume Donepr,
concedimi di poter diventare ebro per l’ottimo idromele fermentato nella città dalle sei torri.
Indicami la strada
verso Kwetupur, a sud est
verso le distese fiorite di vari colori, dipinte di rosso e
di viola, nate su manti erbosi rigogliosi e ricchi di vita
solcate dal ruscello Tevr noto tra tutti gli uomini della pianura
per le sue temperature glaciali.
Seguendo, poi i radiosi raggi del Sole,
porta la mia anima attratta dalla purezza, ad est, a Levca
la città tempio dell’altissimo padre degli Dei
permettimi di sostare danti al recinto sacro
presidiato dai grandi Bhagavadi, fa o Mnemosyne
che io rammenti i percorsi diretti a queste città ancestrali
detentrici dell’ordine cosmico.
Autorizzami, O Diva
a calcare con i miei piedi le praterie di Ekwhburg
verso nord fino ai confini delle lande di Yamhpur
lasciami mirare i destrieri più possenti e veloci dell’intera pianura
spalanca a me le porte delle stalle, lunghe e maestose
casa degli equini più resistenti e fedeli.
Come in un sogno, O Diva dell’intelletto
prendimi in un volo e conducimi sopra la grande pianura
e con la virtù dei poeti lascia che io racconti
questa storia immortale.