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Autore: Prue786    12/08/2015    0 recensioni
“Io…” il giovane aumentò la stretta alla testa, respirando un po’ a fatica “Non…” scosse piano il capo, reprimendo un’imprecazione “È assurdo, ma non ricordo.” [...] “...non ricordo il mio nome...”
Genere: Generale, Mistero | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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10. Me la caverò?

 

“Sarah?” Matthias strinse la cornetta e l’avvicinò ancora di più all’orecchio “Sono Matthias!” Morse un labbro, in attesa di una risposta, prima di inspirare “Quanti Matthias conosci?”

Andrew sentì le urla della bambina anche a  distanza e cominciò a sghignazzare mentre l’altro allontanava il ricevitore dall’orecchio, con una smorfia divertita.

Wilson continuò ad osservarlo mentre parlava e gesticolava “E tu saresti il duro che fuma erba?” Si domandò alzando un sopracciglio “Vallo a raccontare ad un altro!”

“Sarah, la mamma è a casa?” Chiese Matthias, facendosi serio.

Ci fu qualche istante di silenzio, prima che il giovane mormorasse un “Ciao.”

La sua espressione diventò ancora più tesa “Sì, sì, lo so… tranquilla, va tutto bene.” Matthias continuò ad annuire, come se avesse di fronte a sé l’interlocutore “Sto bene… scusa… mi dispiace…” mormorò muovendo la mano sul copriletto, come a voler togliere tutte le pieghe che lo increspavano.

“Scusa…” disse ancora “Fra qualche giorno sarò a casa.”

Lanciò una rapida occhiata ad Andrew prima di tornare a fissare un punto sul letto. Annuì ancora un paio di volte “Certo, tranquilla… ciao!”

Chiuse la conversazione e restituì il cordless a Wilson.

“Tutto bene?” chiese Andrew fissando il volto scuro di Matthias.

“Sì, tutto ok…” disse il giovane distendendosi.

“Sei sicuro che sia tutto a posto? È successo qualcosa?”

Matthias non rispose, girandosi dall’altro lato e coprendosi con il lenzuolo fin sopra ai capelli.

“Ehi…” mormorò Andrew.

“Va’ via, voglio dormire!”

Il giovane Wilson rimase qualche istante a guardare il fagotto immobile; socchiuse le labbra e prese fiato, ma alla fine non disse nulla, limitandosi ad annuire e ad uscire dalla stanza, chiudendosi la porta alle spalle.

Matthias avvertì i passi del ragazzo farsi sempre più flebili nel corridoio e, con uno sbuffo, tolse il lenzuolo dalla testa, rimanendo a fissare il vuoto.

“E ora?” Si domandò con una nota di panico “Cosa succederà?”

Inspirò e si agitò sul letto, mettendosi supino.

“Merda!” Mormorò ridacchiando “Merda Matt! Che domande del cazzo ti fai? Neanche fossi un adolescente in piena crisi puberale!” Con un braccio si coprì gli occhi, l’addome ancora scosso dalle risate.

“Non succederà nulla.” Borbottò ancora “Ritornerò a casa, subirò qualche fottuta tirata d’orecchie, prometterò di fare il bravo bambino… e poi ricomincerò tutto come prima.”

Matthias strinse le labbra, irrigidendosi “Andrò a beccare quegli stronzi che mi hanno fatto aspettare come un idiota e li obbligherò ad offrirmi da bere per un mese… come minino.” Pensò accennando un mezzo sorriso “Se lo meritano.” Sussurrò togliendo il braccio; la luce improvvisa lo costrinse a socchiudere gli occhi.

“Sì che se lo meritano… forse era meglio se fossi rimasto senza memoria ancora un po’.” Sbuffò “Che idiota che sono… forse dovrei calmarmi un po’… forse non è così male aiutare Sarah con i suoi stupidi compiti, forse…”

Il giovane si mise a sedere “Matt, ma ti stai sentendo? Parli come una ragazzina! Che ti prende? Si può sapere che cazzo…” Con una mano massaggiò una tempia; la testa aveva ricominciato a fargli male “Merda… ho avuto paura! È successo giorni fa ma ricordarlo… una fottuta paura; potevo ammazzarmi quella dannata sera!” Matthias portò le mani in grembo e rimase a fissarle, mentre la consapevolezza di quello che sarebbe potuto succede si faceva sempre più forte.

Il giovane strinse i pugni nel tentativo di fermare il tremore improvviso e si guardò intorno, come in cerca di qualcosa, ritornando ad abbassare gli occhi.

“Non era la prima volta che guidavo ubriaco, no?” Si disse “È stata una fottuta coincidenza, forse… forse ero più sbronzo del solito, forse… dannazione!” Con un gesto improvviso scese dal letto.

Raggiunse velocemente la porta e strinse con forza la maniglia.

“Ora chiamo Andrew così la faccio finita con questa storia… è durata fin troppo!” Pensò guardando la sua mano; le nocche stavano diventando bianche. Inspirò profondamente ed uscì dalla stanza.

 

“Sei sicuro? Non vuoi che venga anche il paparino?”

“Sta’ zitto!” Sbottò Andrew chiudendo con forza la portiera dell’auto.

I due erano seduti nell’auto del padre di Andrew, di fronte casa Wilson.

Matthias continuò a ridacchiare con gli occhi incollati al cellulare “Wow, ho giusto un paio di chiamate perse, qui.” Borbottò “Ma tu sei sicuro di riuscire a riportarmi a casa senza incidenti?”

“Fottiti!” Sbottò Andrew mettendo in moto.

“Su, Andrew, cosa vuoi di più; non ho riportato danni permanenti, non ti denuncerò per sequestro di persona e per liberarti di me ti basta offrirmi un passaggio.” Matthias mise il telefono in tasca e fissò l’altro con un sorriso ironico.

“Sì, certo, ho capito, grazie per la tua immensa bontà!” Wilson scosse la testa con una smorfia “Senti…” disse poi, tornando serio “Sei sicuro che sia tutto ok?”

“Sono arrivato alla macchina con le mie gambe, direi che sto bene. E poi l’ha detto anche il tuo medico, no? Ora sei tu che hai perso la memoria?”

“No… non…” Andrew sospirò “Intendo dire a casa tua. Dopo la chiamata, ieri sera, ho avuto l’im…”

“Non c’è nessun problema, avevo solo bisogno di riflettere da solo.” Mormorò velocemente Matthias prima di aggiungere “E poi non sono cazzi tuoi!”

“Ok, non ti agitare… e con i tre tizi che ti hanno pestato?”

“Non mi hanno… uff… loro non cercavano me, e comunque non ritornerò in quel locale, non voglio rischiare di essere investito di nuovo.”

Andrew gli lanciò un’occhiata torva, ma l’espressione divertita di Matthias non lo infastidì. “Sei sicuro di riuscire a star fuori dai guai al meno per una settimana?”

Il moro fece spallucce “Posso provarci… sì, forse posso sopravvivere una settimana senza vita notturna.” Mormorò mentre l’auto si fermava davanti ad una casa color mattone.

“Ho capito, fra qualche giorno ti ritroverò a vagare per la strada, in stato confusionale.”

Matthias scosse la testa, scendendo dal veicolo “Nel caso, però, chiama l’ambulanza!”

Andrew scoppiò a ridere “Ci puoi giurare!”

Il moro si lasciò sfuggire un sorriso, alzando una mano in segno di saluto, prima di voltare le spalle al giovane Wilson. Guardò per qualche secondo il portone “Ok… me la caverò, giusto?” Si chiese con un po’ di apprensione prima di suonare il citofono, con un sospiro di sollievo.

 

 

 

Fine

 

 

Grazie a tutti quelli che hanno avuto la pazienza e la costanza di seguire la mia storia fino alla fine.

Baci Prue

 

 

 

   
 
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