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Autore: Chloe R Pendragon    12/08/2015    1 recensioni
Questa breve storia parla di Merlino e del sentimento nefasto che nutre per Viviana, la fanciulla che lo porterà alla rovina...
Dal testo: "Quella era stata la sua unica priorità, lo scopo ultimo della sua esistenza, finché non aveva incontrato lei, l’unica creatura al mondo capace di trasformare il più grande mago della storia in un comune mortale."
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Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Merlin’s bane
 
 
Viviana camminava leggiadra tra i letti della stanza, i lunghi capelli biondi che frustavano lo spazio circostante dolcemente. Merlino non poté fare a meno di ammirare la sua grazia, sembrava l’incarnazione della bellezza eterea, una divinità giunta tra i mortali per allietare le loro sofferenze. I colori attorno alla fanciulla apparivano più sgargianti, come se bastasse la sua presenza per ravvivare ogni cosa: il bianco delle lenzuola e delle garze era divenuto luminoso, il marmo del pavimento pareva fremere sotto ogni suo passo e i malati, stesi nelle brande in un groviglio di stoffa e bende, sembravano meno sofferenti, come se i loro sogni fossero diventati più dolci.
Era davvero così o il desiderio del mago aveva raggiunto un livello tale da plasmare la realtà che si palesava ai suoi occhi? In cuor suo, il saggio stregone conosceva la risposta, tuttavia non poteva ammetterlo: sarebbe stato come rassegnarsi all’ineluttabile destino che, suo malgrado, aveva appreso molti anni prima, quello stesso destino che per anni aveva cercato di cambiare. Quella era stata la sua unica priorità, lo scopo ultimo della sua esistenza, finché non aveva incontrato lei, l’unica creatura al mondo capace di trasformare il più grande mago della storia in un comune mortale.
Come aveva fatto quella semplice fanciulla a stregare un uomo così freddo e calcolatore come lui? La sua bellezza era impressionante, con quei lunghi capelli biondi simili a fili d’oro, quegli occhi azzurri come il cielo estivo e quella pelle candida come neve baciata dal sole, eppure non era stata quella a conquistarlo. Ciò che realmente aveva fatto breccia nel suo cuore era stata la sua vista: Viviana era riuscita a scorgere la vera natura di Merlino, aveva percepito l’incommensurabile potere che si nascondeva dentro di sé senza farsi ingannare dalle apparenze; con un solo sguardo, lei era andata più in profondità di tutti gli altri. Nessuno era stato in grado di superare quella facciata di fittizia normalità, neanche Uther o Artù, proprio per questo il grande stregone era rimasto totalmente affascinato da quella graziosa ragazza, così giovane e già così arguta.
Lei incarnava la perfezione della natura, il tripudio dei quattro elementi: era forte come la terra, limpida come l’acqua, passionale come il fuoco e sfuggente come l’aria. Persino in quel momento, chiusi nella stanza dei malati, a pochi passi l’uno dall’altra, lei sembrava essere dappertutto e contemporaneamente da nessuna parte: lei era tutto e nulla, un enigma vivente, ed era questa sua peculiarità ad averlo conquistarlo. Lui, mago potentissimo e saggio, capace di ogni prodezza e abile conoscitore di persone, non era ancora riuscito a far luce su quel mistero. Per questo doveva averla, anche se ciò avrebbe compromesso tutto ciò per cui aveva lottato, anche se quel desiderio lo avrebbe condotto alla fine. Merlino sapeva che si trattava di un gioco pericoloso, sapeva che Viviana mirava esclusivamente ai suoi poteri, sapeva che quella fanciulla avrebbe segnato la sua fine, ma non se ne curava: bramava quel corpo e quell’anima più di ogni altra cosa al mondo, perciò non vi avrebbe mai rinunciato.
Persino in quel momento, quando la giovane si volse verso di lui dopo aver studiato ogni angolo della camera, si accorse della mano crudele del destino che si protese indolente verso di lui. Tuttavia, nell’attimo in cui Viviana gli sorrise, ogni inquietudine fu spazzata e Merlino ne ebbe la conferma: quella fanciulla sarebbe stata la sua rovina.
  
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