Film > Pocahontas
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Autore: Shahida    13/08/2015    1 recensioni
Tutto è finito tra Pocahontas, la bella principessa indiana e John Smith, ma ciò non preclude che sia finita la loro vita, le loro avventure e i loro silenzi. C'è un nuovo amore per Pocahontas, un amore potente e presente, un amore che le fa ballare il sangue. Ma Smith? Per Smith c'è ancora qualcosa che valga la pena vedere, amare, assaporare? Forse, da qualche parte del mondo, si...
Genere: Introspettivo, Malinconico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: John Rolfe, John Smith, Nuovo personaggio, Pocahontas
Note: Movieverse | Avvertimenti: Triangolo
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“La sto guardando, la sto guardando andare via.
Partire, allontanarsi.
Perdersi, la sua pelle si accende nella luce di questo sole londinese.
Sento il profumo della sua pelle, il suo odore nonostante questo vento.
Nonostante sia ormai solo un puntino all’orizzonte.
La vedo, nettamente, coi suoi abiti di pelle e cuoio.
È straordinaria, è sempre la più bella, vorrei correre, afferrarla, stringerla a me e strapparla da quel damerino imbustato.
Vorrei non dover rinunciare a lei.
Vorrei che non fosse mai partita.
La vorrei per me, per me e basta.
Ma lei è partita.
E presto me ne andrò anche io.
Se esistesse un Dio, questi, non avrebbe permesso questo.”
 
                                                                     
 
Mentre Pocahontas stava seduta in riva al fiume John Rolfe le dedicava il suo migliore sguardo da innamorato.
Era buffo, tentando di mantenere le sue radici eppure abbandonandosi completamente al suo mondo.
Il sole picchiava con delicatezza, una delicatezza inaspettata e lei, beh lei non aveva più pensato a Smith.
Bugia.
Le piaceva intavolare discussioni divertenti con Rolfe, farlo sentire così immensamente al centro della sua attenzione, brillando sempre come una stella al centro della sua vita.
Suo padre l’aveva accettato a braccia aperte, aveva benedetto il loro matrimonio.
Dovevano sposarsi appena possibile, non sarebbe arrivata vergine al matrimonio, ovviamente.
Non aveva poi così importanza, il suo primo amore, Smith, l’aveva privata anche di quel piccolo regalo.
Non era importante, ogni cosa stava andando al suo posto.
Si sentiva perfettamente in sintonia con Rolfe, e nonostante ogni dubbio che talvolta si presentava, e che lei prontamente negava, non avrebbe cambiato idea per nulla al mondo.
Lo guardò avvicinarsi ed immergere i piedi ormai senza stivali nell’acqua fresca del ruscello, non era ancora arrivata la vera primavera, e scoppiò a ridere per la sua espressione indecorosa di fronte a quel freddo.
-Sei proprio un damerino!-
-Oh, faccio del mio meglio.-
-Fai sempre del tuo meglio, John.-
Si chinò verso di lui quasi perdendo l’equilibrio, d’istinto Rolfe l’afferrò per la vita e avvicinò la bocca corrucciata alla sua.
Gli slegò i capelli, così ostinatamente rinchiusi in quel laccio e premette con forza le sue labbra alle sue, senza alcuna parvenza di delicatezza, solo con una passione forte e felice.
Sentì la sua mano scorrerle nei capelli lunghi, sempre più lunghi, lo sentì affogare contro il suo collo, che ora era sceso a baciare.
Gli slacciò il gilet, per poi aprirgli la camicia, John le accarezzò le guance con ambedue le mani, ne avevano bisogno.
Era così tanto che aspettavano.
-Sei sicura?- gli domandò lui a voce tenue.
Pocahontas annuì e tra le carezze e i respiri si sedette a cavalcioni su di lui, lo sentì irrigidirsi e cercare la sua bocca.
E la bocca che baciava non era quella di un avventuriero, ma quella di un amante.
Ecco, si disse spogliandosi, cosa le era mancato da Smith.
Ecco per quale motivo l’aveva persa.
 
Quella nave, così famigliare, ormai, sua e completamente sua che ora lo portava fino a toccare quasi il cielo.
Avrebbe navigato per così tanto tempo da perdere il respiro.
Non si sarebbe mai stancato di esplorare, di vivere, di ottenere ogni briciolo di passione da quel mondo.
Ogni mondo, a sé così speciale, come gli aveva insegnato l’unica donna che avesse mai amato, racchiudeva in sé un segreto prezioso.
La luce del pomeriggio era calda, o meglio, tiepida, non c’èra più traccia della bufera di qualche ora prima.
Si era diretto ad est, voleva incontrare cose nuove, raccogliere informazioni, non per forza per civilizzare.
Aveva perso quella smania, voleva semplicemente raggiungere un centro di orgoglio, una risposta, che in molti gli avevano negato.
Voleva un mondo che rispecchiasse il suo cuore ferito.
Desiderava solo, e solamente una risposta dal destino.
Voleva sapere se esistesse un Dio, uno qualsiasi, ne aveva incontrati così tanto durante il suo cammino.
Nessuno l’aveva mai voluto ascoltare.
Se ce ne fosse stato uno, l’avrebbe ascoltato per forza.
Stava per mettersi a gridare.
La sua vita avrebbe prodotto così tanto baccano, così tanto scandalo da far vergognare le stelle.
E, sinceramente, da far impallidire il damerino. 
  
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