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Autore: Ossidiana_    13/08/2015    2 recensioni
Un anno, dodici mesi, cinquantaquattro settimane, trecentosessantacinque giorni: può accadere di tutto in questo arco di tempo e Luke lo sa bene, lo sa bene perché ha sempre lottato contro di esso e puntalmente ha sempre perso. Ed ora si ritrova a guardare la vita come se fosse un semplice spettatore, il suo sogno non sembra renderlo felice quanto vorrebbe, lo stare sul palco a volte gli pesa, lo stare in mezzo alla gente gli dà fastidio.
Luke non vuole più amare, ha chiuso il suo cuore, convinto che lui e Jazzy fossero anime gemelle: come la teoria di Platone secondo cui ognuno di noi all'inizio avesse due metà successivamente separate per volere degli dèi, così Luke sa che nessuno potrà mai prendere il suo posto.
Ma il destino gli ha giocato tanti scherzi in passato potrebbe restituirgli tutto ciò che gli ha tolto. Ma lui riuscirà a cogliere il fiore prima che appassisca?
((seguito di It's too cold outside for angels to fly, per capire la storia passate da lì xx))
Genere: Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Ashton Irwin, Calum Hood, Luke Hemmings, Michael Clifford
Note: nessuna | Avvertimenti: Violenza
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Robs
Sbuffo bloccando per l’ennesima volta l’iPhone, sono quasi le nove e mezza e Luke è ancora nel mondo dei sogni. Quando, mezz’ora fa, lui non era ancora arrivato, ero andata a prenderlo io, ma Calum mi aveva gentilmente detto che stava dormendo, probabilmente cercava di smaltire il fuso orario, e mi aveva invitato a rimanere lì. In poco tempo però sia lui che Ashton erano usciti ed io ero rimasta con Michael che giocava avidamente con un videogioco e il bello addormento che non ne voleva sapere di ridestarsi.
-Scusalo, non ha un appuntamento da troppo tempo-
-Allora siamo in due-
-Vuoi farmi compagnia?- mi porge uno dei due joystick sorridendo.
-Ma sì dai, tanto credo che qui andrà per lunghe- prendo posto accanto a lui, è diverso da come me lo immaginavo, è gentile, sempre sorridente.
-Se avessi conosciuto Luke due anni fa te ne saresti innamorata, era solare, casinista e, soprattutto, amava suonare. Ora non so se tu sei mai stata ad un nostro concerto ma…-
-Sì ho sentito, qualche volta è un po’ freddo e dice sempre che odia la band-
-Pensa sempre che, se non fosse stato impegnato con noi, nulla di quello che è successo sarebbe accaduto- batto Mike lasciandolo a bocca aperta, i suoi capelli rossi sono arruffati.
-Cioè?-
-E’ una storia che non posso raccontarti io, è troppo personale e troppo dolorosa per Luke, ci vorrebbe un miracolo perché la superasse- in quel momento sentiamo un rumore e la voce del biondo imprecare, infatti ecco che un secondo dopo lo vediamo scendere le scale mentre cerca di mettersi le scarpe. Il risultato, però, è disastroso in quanto cade rovinosamente lungo le scale scatenando le risate mie e di Michael.
-Oddio scusami Robs, ti giuro sono crollato sul letto, so che può sembrare una scusa ma…-
-Tranquillo- taglio corto io per evitare ulteriori situazioni imbarazzanti. –E’ stata tua madre a farmi venire qui, io pensavo che avessi cambiato idea-
-No, no affatto- si passa una mano sul viso assonnato e tra i capelli arruffati. –E’ da tanto che aspetti?-
-Un’ora a casa e un’ora qui- butta un’occhiata veloce all’orologio imprecando per l’ennesima volta.
-Forse ce la facciamo ancora, hai mangiato?- scuoto la testa portando una mano sullo stomaco che brontola.
-Luke non sei obbligato…-
-Robin Anne, stiamo perdendo ulteriormente tempo, posso sentire la tua pancia da qua sotto-
-L’ho detto io che non ci sa più fare- se gli sguardi potessero uccidere Michael sarebbe cenere.
-Ti prego Robs ho davvero bisogno di parlare con qualcuno che non sia uno di loro, conoscono troppo bene la storia-
-Va bene- indosso la giacca di pelle cacciando le mani in tasca per prendere le chiavi della Vespa. –Andiamo su- un sorriso luminoso si apre sul suo volto mentre ci congediamo da Michael.
-Non hai la macchina?- prende posto dietro di me indossando il mio casco, se mia madre sapesse che io sono senza probabilmente darebbe di matto.
-Sì ma me l’ha regalata mio padre, quindi cerco di usarla il meno possibile-
-Perché?-
-Se ne è andato di casa quando avevo quattro anni per poi ricomparire dieci anni dopo, credo di poter comprare il tempo perso e il mio affetto con i suoi costosi regali- stringo le mani intorno al manubrio, il freddo vento di questa serata di primavera mi sferza il viso arrossandolo, non mi piace parlare di questa storia. –Non ho avuto affatto fortuna col genere maschile-
-Jazzy, si chiamava Jazzy la mia ex ragazza. Il suo patrigno l’ha picchiata per anni, ed io ne ero all’oscuro perché lei voleva soltanto proteggermi- il suo capo si posa sulla mia spalla, io mi mordo il labbro costatando, con mia grande sorpresa, che anche Luke Hemmings ha avuto un passato difficile. –Comunque domani mi compro un casco, è inaccettabile che tu rischi la vita ogni volta che andiamo con la Vespa-
-Quindi stai cercando di dirmi che ci saranno anche altre volte?-
-Ferma qui- faccio come dice parcheggiando davanti ad un ristorante che sembra pullulare di gente. –Beh mi pare ovvio, siamo amici noi due- posa una mano sulla mia schiena conducendomi dentro, improvvisamente metà della sala comincia a mormorare scattando foto qua e là. –Dimenticavo, la tua privacy potrebbe essere un pochino compromessa da oggi in poi-
-Spero solo che non scavino troppo a fondo, ci sono cose che preferirei non diventassero di dominio pubblico- prendiamo posto ad un tavolino più appartato e Luke ordina per entrambi dicendo di fidarmi di lui.
-Del tipo?- sospiro torturandomi le mani per il nervosismo. –Va bene, inizio io. Dopo aver scoperto la doppia vita di Jazzy grazie al tentato suicidio di sua madre lei ha fatto di tutto per proteggermi, anche da un nostro compagno di scuola invischiato con quel pessimo giro…comunque, poi l’hanno messo in prigione e, superata qualche altra piccola vicissitudine, noi ci siamo messi insieme, eravamo innamoratissimi, avrei fatto di tutto per lei, ma poi arrivò la proposta degli One Direction-
-Un sogno che si avvera-
-Già all’inizio era così…ma poi cominciarono gli impegni, le chiamate si fecero più sporadiche e i gossip pullulavano come i funghi…noi non riuscimmo ad andare al suo sedicesimo compleanno e lei al nostro anniversario, che poi era anche il giorno in cui compivo diciassette anni…e lei a quel punto mi lasciò sostenendo che fosse meglio così- i suoi occhioni azzurri si velano di uno strato di lacrime, non avrei mai immaginato che un ragazzo potesse piangere. –Un mese, ho impiegato un intero mese quando sono tornato per farmi perdonare, e sai poi come è finita? Lei stava cercando il killer di suo padre, ma alla fine lui ha trovato lei, e le ha sparato un colpo- mi si mozza il respiro notando le incredibili somiglianze tra le nostre due storie.
-Quando io e Julian ci siamo messi insieme io non avevo ancora quindici anni, ma sai cosa si prova a quell’età, ti sembra di avere il mondo in mano…i problemi sono iniziati a distanza di un anno, era arrivata una nuova ragazza da New York, si chiamava Emma e da quel giorno sono iniziati i miei casini…ha portato tutti, soprattutto Julian, verso una cattiva strada, prima che lei irrompesse nelle nostre vite lui non si sarebbe mai sognato di toccarmi nemmeno con un dito…senza che me ne rendessi conto dovevo aiutarli a nascondere gli alcolici, la marijuana, dovevo passarli i compiti, e se, per puro caso, mi azzardavo ad alzare la testa loro riuscivano a rimettermi al mio posto- le mie mani cominciano a tremare, alcuni sintomi di paura non si sono ancora del tutto acquietati. Luke lo nota e le afferra prontamente, sento il calore divamparsi per tutto il mio corpo e le mie guance tingersi di un rosso acceso. –Il culmine lo abbiamo toccato il dieci marzo, ricordo di essere quasi svenuta per le botte quella sera ma Aria, la mia migliore amica, era riuscita a portarmi a casa in tempo. L’indomani mattina mia madre, posandomi le mani sulle spalle, mi ha detto che il suo corpo era stato trovato in uno strapiombo completamente senza vestiti, non mi hanno detto nient’altro- la voce mi muore in gola bloccata da un nodo stretto. In quel momento arrivano le nostre ordinazioni, gli occhi di Luke mi perforano la pelle.
-Ti ha mai toccata più del voluto?-
-Intendi dire se mi hanno stuprata? No, non credo che Julian ne avrebbe mai avuto il coraggio-
-La storia di Jazzy mi ha reso molto sensibile su questo argomento, non sopporto che si torca anche un solo capello alle ragazze- sorrido notando come la vena del suo collo si ingrossi notevolmente quando aumenta il tono di voce.
-E’ per questo che ti senti in colpa vero? Pensi di non essere riuscito a proteggerla abbastanza?-
-Hai parlato con Michael scommetto- faccio un lieve cenno di sì con la testa e lui sorride addentando un boccone di pane. –Non posso fare a meno di pensare che, se fossi stato con lei quella sera, se non fossi mancato nove mesi forse non ci saremmo mai lasciati e lei sarebbe stata ancora qui con me-
-Dovevi amarla tanto-
-Era la mia migliore amica, sarei morto per lei, ed in un certo senso è quello che è successo, il Lukey che più di un anno e mezzo fa è partito con la chitarra in spalla e tanti sogni nel taschino è scomparso quel diciannove dicembre con lei, lasciando spazio al Luke Hemmings di cui tutti parlano-
-Secondo me Luke Hemmings non è tanto male- riduce gli occhi a due fessure mordendosi il labbro, l’imbarazzo comincia a crescere dentro di me. –Voglio dire, qualche volta fai ridere, anche se tratti male Ashton-
-Cosa?-
-Oh mi ricordo benissimo quel video, Ash era tutto allegro e contento che diceva ‘Where we’re going today?’ e tu, come se ti avesse appena svegliato con la batteria, hai risposto ‘Texas’. Un po’ di enfasi Hemmings, per dio!- scoppia a ridere mentre io gesticolo imitando la sua faccia, ricordo di aver perso ora intere su quel filmato postato su Instagram.
-Jazzy mi chiamava sempre così, era da tanto che non me lo sentivo dire- mi blocco biascicando delle scuse che lo fanno sorridere ancora di più. –Tranquilla, anzi mi fa piacere…e parlando di piacere, devo dire che non sei affatto fissata con Ashton- sgrano gli occhi di fronte al suo sguardo malizioso lanciandogli molliche di pane.
-Se ti azzardi a dirgli qualcosa…-
-Perché sprecar fiato quando posso scriverglielo?-
-LUKE!- la sua risata si diffonde per tutto il ristorante, credo che mia madre e Liz non avessero tutti i torti quando dicevano che io e lui ci saremmo trovati bene insieme, condividiamo gli stessi dolore e quindi sappiamo quali tasti toccare per non rovinare ogni cosa.
-Oh sì Robin Anne, ora assomigli davvero ad una nostra fan- incrocio le braccia sotto il seno lasciandomi andare con la schiena sulla sedia. –Sai, questo potrebbero essere l’inizio di un’amicizia interessante-
 
-Robin Anne scendi giù dal lettoooooo- spalanco gli occhi sentendo un peso non indifferente sul mio corpo, Luke Hemmings sta liberamente saltando su di me per farmi svegliare.
-Cristo Hemmings- mi giro facendolo cadere per terra, il tonfo allerta mia madre che urla il mio nome di battesimo dal piano di sotto. –Per il futuro, sappi che odio essere svegliata-
-Tua madre poteva anche avvertirmi- si alza scrocchiandosi la schiena e guardandosi intorno tristemente. –Va tutto bene?-
-Era casa di Jazzy questa, si era trasferita dopo che Bruce era finito in carcere…l’ultima volta che sono entrato qui era parecchio diversa- mi metto seduta incrociando le gambe, posso vedere Luke piegarsi come un giunco sotto il vento dei ricordi, deve essere davvero dura per lui.
-Luke se ti fa male puoi anche scendere giù-
-Credo sia meglio…comunque mettiti il costume, oggi io e Calum ti svezziamo, quindi preparati al tuo battesimo dell’acqua- mi strizza l’occhio richiudendosi la porta alle proprie spalle, io gemo frustrata gettando la testa all’indietro.
L’idea di imparare a nuotare non mi alletta tanto, ho sempre avuto una paura folle, soprattutto quando l’acqua è profonda e sotto di te vedi solo il blu del fondale.
-Questa tua pensata non mi alletta molto a dir la verità-
-Fidati di noi- un sorriso sornione si apre sul volto del biondo, deglutisco a fatica poco rassicurata.
-Mamma tu non ti opponi minimamente?-
-No- butto gli occhi al cielo esasperata, probabilmente non metterò mai più piede in questa casa, e quei due mi avranno sulla coscienza.
–Fammi capire, guidi tu che non hai ancora la patente?-
-Sto facendo pratica- Luke sfodera un sorriso a trentadue denti che mi fa accapponare la pelle mentre prende posto nel lato del guidatore. –E tu starai accanto a me-
-Oggi muoio sicuro- i due ridacchiano accendendo lo stereo, alla radio passano una loro canzone.
-You look so perfect standing here, in my American Apparel underwear, and I know now that I’m so down- Luke mi guarda negli occhi mentre canta quella parte, io sorrido voltando lo sguardo dall’altra parte, sicuramente con le guance rosse.
-Ed ecco dimostrato come Luke Hemmings riesce ad avere tante ragazze-
-Nah, con lei non funziona Cal, il suo preferito è Ashton-
-Non ti va proprio giù questa cosa vero?- mi tira un buffetto sul naso prima di tornare con entrambi le mani sul volante. Il resto del tragitto lo passo ascoltando quei due cantare a squarciagola le canzoni passata da quella stazione, conoscono tutte le parole.
-E’ troppo tardi per tirarsi indietro?- osservo il mare di fronte a noi, il respiro mi si blocca per un attimo.
-Andiamo Robs, un po’ di coraggio- Luke afferra il mio polso trascinandomi verso la spiaggia totalmente deserta. –Ecco a te Santa Cruz, l’unico luogo in cui possiamo ancora stare in pace-
-Making our plans on the Santa Cruz sand that night- i due mi guardano sorridendo mentre si tolgono le magliette, oggi muoio sicuro.
-Vieni dai-
-Non ci penso minimamente Hemmings- incrocio le braccia al petto e lui si avvicina a grandi falcate verso di me, ed io che pensavo che fosse un ragazzo magrolino e senza muscoli.
-Ascolta Robin Anne, molto probabilmente tu non vuoi rimanere in costume per tutta la storia che non ti piace il tuo fisico e bla bla bla, ed io ti dovrei dire ‘Oh no, sei bellissima così come sei’ quindi evitiamo tutti questi discorsi inutili, su-
-E’ diventato l’anti-romanticismo, che ti posso dire- Calum solleva le braccia per poi farle ricadere lungo i fianchi.
-Lasciamo stare- mi passo le mani tra i capelli prima di rimanere in costume da bagno, Luke si limita a mettere su la tipica espressione soddisfatta di qualcuno che ha appena vinto. –Se affogo…-
-Stai tranquilla- taglio corto lui tuffandosi nell’acqua cristallina del mare.
-Ehi, se ti dovesse succedere qualcosa ci sono io- Calum sorride, gli si formano delle adorabili rughe di espressione.
-Romeo e Giulietta datevi una mossa- il moro raggiunge Luke ed io prendo un respiro profondo immergendo i piedi, rabbrividisco. –Ettie…-
-Ho paura dell’acqua, devi darmi il tempo- abbassa lo sguardo mordendosi il labbro e si avvicina a me prendendomi le mani.
-So che è difficile superare certe paure, ma bisogna affrontarle per andare avanti- i suoi occhioni azzurri si incastrano nei miei verdi, sono lo stesso colore del mare.
-Belle parole, dovresti applicarle anche alla tua vita- Calum gli batte una mano sulla spalla beccandosi un’occhiataccia da parte di Luke.
-Va bene, se Robs supererà la paura dell’acqua io cercherò di andare oltre Jazzy-
-Accetta Robs-
-Luke non devi…- la presa sulle mie mani si intensifica, il sole lo colpisce delineando il suo profilo.
-Invece sì Robs, prima o poi dovrò affrontare questa situazione, non posso continuare ad andare avanti così-
-E allora se tu riesci a superare tutto ciò io posso riuscire ad entrare in acqua- chiudo gli occhi avanzando lentamente, Luke non mi molla e l’acqua comincia ad arrivarmi fino allo stomaco.
-Fai il morto ora- spalanco le palpebre guardandolo titubante. –Ti terrò io-
-Morirò oggi me lo sento- faccio come dice, sento l’acqua solleticarmi le orecchie, il cielo sopra di me è di un azzurro stupendo e il silenzio che ci avvolge e sovrumano.
-Rilassante vero?-
-Sì-
-E non ti sei nemmeno accorta che ti ho lasciato-
-Cosa?!- a quelle parole il mio corpo diventa improvvisamente pesante e cade verso il basso, mi ritrovo sott’acqua, con gli occhi spalancati ed i pesciolini che mi nuotano intorno.
-Oh per dio!- sento due mani afferrarmi i polsi e tirarmi su, Luke mi osserva con le braccia incrociate e lo sguardo imbronciato. –Stavi andando bene, cosa ti è preso?-
-Non mi dovevi dire che mi avevi mollato, hai fatto finire l’effetto placebo-
-Effetto cosa?- Calum ci guarda confusi piegando la testa di lato. –Ho lasciato la scuola per far parte della band, non fissatemi in quel modo-
-L’effetto placebo è un meccanismo psicologico in cui tu credi di aver superato un ostacolo grazie ad un qualcosa, come me che prima pensavo di stare a galla grazie a Luke, invece era tutto merito mio-
-Oh- il moro si gratta la testa cercando di venire a capo della discussione.
-Non hai capito niente, fidati-
-Ehi!- Calum si getta sul biondo facendolo cadere dentro l’acqua e ingaggiando così una lotta all’ultimo respiro.
-Perfetto, le lezioni di nuoto sono finite- prendo posto sulla tovaglia osservando quei due animaletti cercare di affogarsi a vicenda e subito la mia mente va a ritroso nel tempo, quando ancora avevo un gruppo di amici e tutto andava bene.
Luke
-Grazie a te ho tutta la barriera corallina nell’orecchio- lancio l’asciugamano bagnata su Calum che se ne sta sul divano col cellulare spiaccicato sul volto. –Con chi stai parlando?-
-Con Robs-
-Ahia- getta un’occhiata a Michael, che ancora non si è staccato da quel dannato videogioco, prima di prendere a mordermi il labbro.
-Che intenzioni hai Cal?-
-E’ carina- alza le spalle con noncuranza, sento un campanellino d’allarme suonarmi in testa.
-E’ il tipo di ragazza che descriviamo in ogni canzone!-
-E’ la frase che ho sentito più frequentemente nell’ultima settimana- Ashton scende le scale lasciandosi andare sul divano, il suo volto è pallido e madido di sudore.
-Sì okay come volete voi, ma Calum toglici mano-
-Perché? Credevo che non ti interessasse più nessuna-
-Non sto dicendo che mi piace, solo non credo che tu voglia una relazione seria, e lei non ha bisogno di qualcun altro che la faccia soffrire- lui è sicuramente pronto a ribattere in qualche altro modo, ma Ashton cade a terra con le mani portate sul ventre. –Ehi, ehi, ehi che succede?-
-Mi fa malissimo il fianco-
-Cristo…Mike aiutami a sollevarlo, Calum prendi le chiavi della macchina- io e la testa rossa ci portiamo le braccia del batterista intorno alle spalle e cerchiamo di portarlo fino all’autovettura, dove lo lasciamo andare sui sedili posteriori, con la testa appoggiata sulle gambe del malato di videogame. –Vai all’ospedale, io avverto i suoi genitori- e mentre faccio il giro di telefonate ricevo un messaggio di Robs, sorrido.
Robs Greyson
Sai, credo che, nonostante tutto, tu mi abbia aiutato a quasi superare una mia paura😁
Ne sono contentissimo Robin Anne , ma ora non posso proprio parlare
Oh scusami se ti ho disturbato, non volevo…

Mi do dello stupido per essere stato così freddo e per averla sicuramente ferita, ha ragione mia madre quando dice che sono diventato un orso delle caverne.
No scusami tu, è che stiamo portando Ash all’ospedale perché ci è praticamente svenuto davanti, sono preoccupatissimo
Se hai bisogno, io ci sono
Vieni qui appena puoi.

Mi lascio andare sul sedile socchiudendo gli occhi, non so per quale motivo le ho detto quelle cose, o per quale assurdo caso del destino io stia provando queste sensazioni. Forse sto semplicemente crollando e ho bisogno di qualcuno altrettanto forte a cui appoggiarmi.
Quando finalmente arriviamo a destinazione Ashton ci viene strappato di mano e portato via, il suo corpo forte, che ho sempre guardato con un occhio di invidia, cedeva ad ogni passo di più.
-Secondo voi che cosa avrà?-
-Appendicite- ci voltiamo tutti sentendo il suono della voce di Robs, i suoi capelli arruffati assomigliano molto ad una criniera. –O almeno, da quel che mi hanno detto Calum e Luke-
-Cosa ci fai qui?- il moro la guarda con un’espressione corrucciata, non deve averlo avvertito. La vedo annaspare nella speranza di trovare una risposta adeguata che non concerna il mio piccolo momento di debolezza.
-L’ho chiamata io- Calum e Michael si voltano verso di me a rallentatore, Robs prende a mordersi il labbro.
-Ora sì che ne vedremo delle belle- testa colorata si siede con un sorriso sornione e con le braccia dietro il capo.

Sbam!

I wanna a little bit of Californiaaaaa, with a little bit of London skyyyyyy.
Svegliarsi e trovare l'annuncio del nuovo album dei 5sos non ha prezzo. Per tutto il resto c'è MasterCard, in particolare per comprarl su iTunes ahahaha.
Allora come state gente? Come ogni anno, di questo periodo, pubblico una ff e nessuno se la caga, la sfiga mi sta incollata al culo as always (this is for you Ella, you know what I mean).
Anyway, come potete vedere in questo capitolo Luke tentenna e comincia a scioglersi un pochino mentre Calum ci prova con Ettie e lei si trova da due cuori ahaahah, quanto la capisco (sì, infatti io sono divisa tra il gelato e la granita, gne invidiatemi).
Okay sto dando di matto, ma per ora non esco tanto con i miei amici e sono praticamente tutto il giorno con mia nonna, mia zia e i miei due cugini più piccoli....SO SMASH SAVE MEEEE FROM WHO I'M SUPPOSED TO BEEEEEEEE.
Dopo ciò mi dileguo, un bacio, Ossidiana xx.
PS WE'RE THE KINGS AND THE QUEENS OF THE NEW BROKEN SCENE
 
 
   
 
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