Makoto affonda il naso nella pelle tesa del
collo di Rin e lo bacia piano, mentre questi continua a dormirgli tra le
braccia senza avere fretta di rivestirsi ed andarsene.
Sono nudi entrambi, le lenzuola
stropicciate accolgono le loro gambe intrecciate e Makoto non riesce a smettere
di pensare che, dopotutto, vorrebbe stare così ogni volta che vuole, perché Rin
è caldo, contro il proprio torace, gli trasmette una sensazione di calma che lo
fa rilassare al punto da addormentarsi.
Sa che presto Rin sbufferà, scacciandolo
con la mano per alzarsi e rivestirsi, lanciandogli occhiate colpevoli e nemmeno
troppo dispiaciute, ma Makoto non ha nessuna intenzione di pensare già al
momento in cui non gli rimarrà altro da fare che affondare il viso nel cuscino
dove l’altro ha riposato e respirare tutto il suo odore, perché Rin è ancora
tra le sue braccia, la schiena pressata contro il suo petto e una mano stretta
intorno alla sua.
Inevitabilmente pensa a quando si sono
baciati la prima volta, schiacciati senza nessuna grazia contro un muro della
doccia negli spogliatoi dell’Iwatobi, alle labbra di Rin, ai suoi morsi che
facevano un male cane, perché non li dosava mai, era un po’ come un cucciolo,
mordeva, mordeva, mordeva e non si accorgeva di farlo sempre più forte, ma a
Makoto piaceva e non si lamentava, nemmeno quando rischiava di ritrovarsi i
segni.
Rin era come un tornado, lo travolgeva, lo
sballottava tra tutti i sentimenti contrastanti che provava, lo spingeva a
fargli resistenza e poi lo lasciava privo di forze, lì dove si erano visti. Non
fugava nessun dubbio, non lo rassicurava in nessun modo, e a Makoto stava bene
così, perché c’erano già gli occhi di Haruka a vegliare su di lui, a tenerlo
d’occhio e al sicuro.
Da Rin non voleva questo, e Rin non glielo
dava, semplicemente.
L’unica cosa che voleva da Rin era un
rapporto alla pari, un rapporto dove non doveva per forza essere sempre il caro
buon Makoto, dove poteva mordere, e spingere senza grazia, e stringere fino a
fare male, senza dover pensare di star sbagliando.
Lo bacia ancora, stavolta su una guancia, e
Rin si muove tra le coperte e gli poggia il viso sul petto, sbadigliando. Non è
ancora sveglio, e Makoto non vuole che lo sia, vuole restare così ancora un
po’, vuole continuare a perdersi nelle ombreggiature che il sole produce
illuminando la pelle di Rin, i suoi muscoli, l’incastro perfetto di ognuno di
loro.
Rin è bellissimo, e in soffio pensa che
anche Haruka lo sia, ma in modo diverso. Li ama entrambi, lo sa con una
consapevolezza dolorosa, ma Rin ha qualcosa di diverso, qualcosa che lo attrae.
Se lo stringe contro all’improvviso,
poggiando il viso nell’incavo del suo collo e baciandolo ancora. Rin apre un
occhio e Makoto aspetta con ansia la mano che lo allontanerà, perché Rin
gliel’ha detto espressamente la prima volta che sono finiti a letto insieme che
non aveva intenzione di impegnarsi, che era solo sesso, che se voleva l’amore
allora era meglio se correva da Haruka, perché lui non sapeva nemmeno come era
fatto.
Ma stranamente il gesto stizzito non arriva
e Makoto si sorprende quando la mano che avrebbe dovuto mandarlo via gli cinge
timidamente la vita, accarezzandolo in punta di dita e facendogli increspare la
pelle di brividi piacevoli.
Per non interrompere il contatto né
stizzire Rin, che era così facile da far alterare, soprattutto appena sveglio,
soprattutto quando stava facendo qualcosa che per lui era imbarazzante, Makoto
rimane fermo dov’è, con il volto ancora sul suo collo e il sorriso più grande
ed emozionato del proprio repertorio.
Sente Rin sospirare e l’aria che espira è
fredda contro la sua pelle. Gli si avvicina di più, frusciando tra le coperte
che si aprono senza resistenze al suo passaggio, tentando di aderire il più
possibile al suo corpo.
«Smettila di sorridere come un idiota»
sbuffa Rin, alzando il viso per guardarlo negli occhi.
Makoto si accorge che nel suo sguardo c’è
qualcosa di diverso e non sa se averne paura. Tiene stretti i suoi fianchi tra
le mani, prega che non se ne vada, non ora, resta, resta, ma Rin sbuffa ancora e si allontana, alzandosi dal letto e
stiracchiandosi.
Makoto guarda stordito il succhiotto che
appare e scompare tra le sue gambe mentre cammina per raccattare tutti i suoi
indumenti e continua a pregare che non se ne vada, perché non è più solo il
sesso quello che vuole da lui, vuole un sacco di altre cose, vuole conoscerlo
meglio, sapere quali sono i suoi gusti di gelato preferiti, sapere se usa il
balsamo per avere i capelli così morbidi, se ha portato l’apparecchio da
piccolo, se ha pianto fino a farsi dolere la gola, se in Australia si sta
meglio che in Giappone, se lo ama, ma
Rin si è rimesso le scarpe e si è riavviato i capelli, lanciandogli lo stesso
sguardo particolare di prima.
Makoto ricambia l’occhiata rimanendo nel
letto stropicciato; non gli importa di essere nudo, di avere negli occhi tutte
quelle domande, per una volta non ha la forza di ricacciarle indietro, di far
finta che va bene così.
Ma Rin sembra non leggerle e quando si
chiude la porta alle spalle non si volta a guardare indietro. Makoto aspetta
che il clic di chiusura gli faccia sapere che Rin è andato e poi si lascia
cadere tra le coperte sfatte, afferrando il suo cuscino e premendoselo sul
viso.
Esattamente due giorni dopo Rin è di nuovo
alla sua porta e Makoto vorrebbe davvero chiudergliela sulla faccia e mandarlo
via, perché da quando se n’è andato non ha fatto altro che ripetersi che
dovevano smetterla, che non poteva più andare, che fare solo sesso non era più
una scusa che teneva, ma invece lo fa entrare e si lascia baciare come se non
avesse aspettato altro per tutto quel tempo- ed è vero, non aveva fatto altro
che guardare il cellulare ogni volta che gli era possibile, in attesa di un suo
messaggio o di una sua chiamata, perché gli mancava.
Finiscono a letto, come ogni volta, e fanno
sesso, anche se rispetto alle altre volte Rin non sembra avere fretta, lo tocca
con calma e si lascia toccare secondo le preferenze di Makoto, assecondandolo
nei gesti e nei movimenti. Per una volta sembrano fare l’amore e Makoto ha così
paura di starsi ad illudere che cerca di non pensarci, di non pensare al modo
in cui Rin gli si stringe contro mentre lo penetra, ai suoi gemiti che non
sembrano ringhi, alle loro mani intrecciate sopra la sua testa.
Cerca di estraniarsi il più possibile e
quando vengono ha quasi paura a toccarlo, perché sente che se lo facesse
scomparirebbe come un sogno. Ma Rin continua ad ansimargli vicino, sente il suo
respiro, il suo odore, se si sposta un po’ può sentire i suoi capelli
solleticargli una spalla, e alla fine cede e lo cinge con le braccia.
Rin si lascia abbracciare con un sospiro di
stanchezza, e gli mette una mano in vita, aggrappandosi con le unghie ai suoi
fianchi. E’ doloroso, ma Makoto non protesta, lascia che le sue dita lascino il
segno e si addormentano esattamente così.
Il mattino dopo Makoto apre gli occhi di
scatto, come dopo un brutto sogno e si accorge che la parte di letto dove
qualche ora prima c’era Rin ora è vuota. La guarda come se non la vedesse
davvero, e non riesce a pensare a niente se non al fatto che è stato usato e
che è finita. Se Rin non è rimasto nemmeno per fargli pesare quella notte
insieme vuol dire che non ha più nessun motivo per voler stare con lui e questo
gli provoca una sensazione di inspiegabile vuoto, un buco nero che gli
risucchia qualsiasi sentimento.
Fa per buttarsi a peso morto sul cuscino
quando la porta della sua stanza si apre lentamente e dietro di essa c’è un Rin
assonnato che si stropiccia un occhio. Lo guarda come se lo vedesse per la
prima volta davvero e nota che ha indosso la sua maglietta. Lo trova
bellissimo, più bello del solito, più bello di quanto sia umanamente possibile.
Il suo cuore esplode al pensiero che non possa farglielo sapere perché tanto
non lo ricambierà.
«Cos’è quella faccia, sono andato in bagno»
borbotta, la voce impastata di sonno, mentre si butta di nuovo tra le coperte e
gli si accoccola contro il petto.
Makoto lo cinge senza dire una parola,
aggrappandosi alla sua pelle per non permettergli di andarsene mai più e Rin
sospira, strofinando il naso contro di lui.
«Va bene» dice poco dopo il rosso,
allungando le gambe e infilandogliene una tra le sue, senza nemmeno guardarlo o
spiegarsi.
Makoto alza appena la testa dal cuscino,
non capendo e Rin nasconde il viso nella conca tra braccio e petto, per non
farsi vedere.
«Va bene… stare insieme» soffia come un gatto infastidito e Makoto per un
momento si irrigidisce come un morto. Poi lo stringe forte, fortissimo, nascondendo
il viso sulla sua spalla per non fargli vedere quanto questo lo renda felice,
perché tutte le ansie e i dubbi se ne sono finalmente andati, spazzati via da
quelle semplici parole.
Rin arrossisce fino alla punta dei capelli,
prova a forzare la presa per liberarsi e smetterla con tutto quello perché lo
mette in imbarazzo, ma poi Makoto ride e la sua risata è così spensierata e
così allegra e il suo sguardo, quando alza il viso, è così gioioso che finisce
per sorridere anche lui e baciarlo.
«Non abituarti a tutte queste smancerie» lo
avverte però, e Makoto annuisce, senza lasciarlo andare. Rin non gli fa
lasciare la presa e per tutto il tempo restano così, uno tra le braccia dell’altro,
le gambe intrecciate, a godersi semplicemente uno il calore dell’altro.
Makoto è così felice che sente il cuore
esplodergli perché ama Rin, lo ama,
lo ama più di quanto sente di aver amato Haruka ed anche se una parte di sé ancora
non vuole illudersi, un'altra parte gli sussurra che anche Rin lo ama e per
adesso, abbracciati come se niente al mondo potesse dividerli, gli sta bene
illudersi un po’.
Domani è un altro giorno, ed è ancora
troppo lontano.
Note dell’autrice: torno dopo secoli
con una cosa a random che avevo iniziato a scrivere alla fine della s1 di Free!
e che ho concluso soltanto ora, quando anche la s2 è bella che andata. Viva me.
Non so nemmeno come interpretarla, né dove collocarla, è semplicemente una cosa
uscita di getto su una coppia che non mi dispiace ma che, nel mio cuoricino, è
completa solo se c’è Haruka nel mezzo. Spero però che il tentativo sia di
vostro gradimento e spero che me lo facciate sapere con un commento <3