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Autore: Padme Mercury    14/08/2015    0 recensioni
Avrò l'anima di una principessa, ma il mio è un cuore pirata.
In un mondo in cui le anime sono contenute da gioielli, il capitano Rubina la Bella deve trovare la sua strada.
Si troverà davanti a scelte difficili, in mezzo alla sua famiglia di sangue e gli uomini che l'hanno cresciuta.
L'anima vincerà il cuore?
Genere: Avventura, Azione, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: AU | Avvertimenti: Incompiuta
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Rubina



Il Cigno Dorato approdò al porto con un gran scrosciare di acqua e schiuma del mare. La Jolly Roger svettava fiero sulla punta dell'albero maestro, appena sopra la vedetta da cui uno dei miei pirati stava scendendo velocemente. Mi sistemai il cappello marrone con la grande piuma baldanzosa e ondeggiante di un bianco candido mentre guardavo i ragazzi adunarsi davanti a me. Stavano aspettando gli ordini e esultarono saltando sul ponte. Non vedevano l'ora di divertirsi e scorrazzare per la città. Corremmo tutti giù dalla nave, per le strade. Non avevo detto cosa fare o non fare, volevo solo che si divertissero.
Creammo un po' di scompiglio. Ok, forse più che un po'. Le persone correvano gridando spaventate e noi rubavamo tutto quello su cui riuscivamo a mettere mano.
Mangiammo e bevemmo, tornando solo dopo molte ore sul Cigno.
Avevamo un bel bottino di monete d'oro e d'argento e anche molte armi. Ma prima di tornare sulla nave, mi fermai. Avevo sentito il pianto di un bambino in una viuzza del porto poco raccomandabile. Dissi ai ragazzi di aspettarmi e non partire mentre io andavo alla ricerca di questo bambino.
Lo trovai subito. Anzi, la. Una bella bambina, avvolta stretta stretta in una coperta rosa. Agitava i pugnetti in aria, come se volesse ingaggiare una lotta con le nuvole sopra di lei. Era sola e abbandonata sulla strada, allora mi avvicinai e la presi in braccio. Aveva un grosso medaglione di rubino al collo, troppo grosso per un frugoletto così. Ma smise di piangere appena fu comoda tra le mie braccia. La portai con me sulla nave e...



-E adesso le stai raccontando la storia di come l'hai trovata!- rise la bambina, sdraiata nel piccolo letto sotto un mobiletto. Il movimento della nave la cullava, aiutando il capitano a farla addormentare. L'uomo le passò una mano tra i lunghi ricci di ebano, sorridendo sotto la barba scura.

-Esattamente. E quella bambina ora dovrebbe dormire!- la ammonì, guardandola torvo.


-Ma papà, devo chiederti un'altra cosa!- lo implorò Rubina, girandosi il ciondolo tra le corte dita. Non le ci era voluto molto a capire che quello che considerava un padre l'aveva chiamata in quel modo grazie alla particolare pietra della collana.

-Dimmi, bocciolo-

-Perché non vuoi mai che mi tolga la collana?- chiese, guardandolo negli occhi neri come la pece. Kavor ricambiò lo sguardo. Quei grandi occhi blu come l'oceano più calmo lo scioglievano, erano la sua unica debolezza.

-Perché vedi, dentro queste pietre- indicò il suo rubino sul petto e poi il proprio zaffiro incastonato nell'orecchio d'oro, -c'è la nostra anima. Dobbiamo sempre tenerli con noi altrimenti le persone cattive possono rubarcele-

-E perché io ce l'ho diversa da te e gli altri?-

-Perché tu non sei nata in mare, Rubina. Sei nata sulla terraferma- concluse sfiorandole la punta del naso con l'indice. La bambina si mise a ridere, spostandosi e rivelando una catenina d'oro nuova a tenere il ciondolo. -E quella?!-

-L'ho rubata al porto l'altra volta!- annunciò tutta felice, portando il petto in fuori. Kavor si mise a ridere e le scompigliò i capelli.

-Questa è la mia bambina!-

-Ho già sette anni, non sono una bambina!- lo guardò male, gonfiando le guance in un modo che le fece apparire l'occhio destro più piccolo. Era buffissima, tanto che il capitano dovette sforzarsi di non ridere nuovamente.

-Scusami, donna vissuta!- si alzò dalla sedia e si chinò a darle un bacio ruvido e ispido sulla fronte. -Dormi ora. E dammi quel libro. Se ti scoprono... Sai che sono i beni più preziosi-

Rubina sbuffò, prendendo il libro da sotto il cuscino. Lo diede riluttante all'uomo e poi si sistemò sotto le coperte. Gli diede la buonanotte e chiuse gli occhi.
Kavor aspettò che si fosse addormentata, nascondendo il libro nel frattempo. Quando sentì il suo respiro farsi regolare, uscì dalla cabina. Sospirò nel sentire l'aria fresca piena di salsedine colpirgli il viso.

-Quando hai intenzione di dirglielo?- Percy sputò in acqua lo stuzzicadenti che aveva in bocca. Si avvicinò al capitano, andando con lui verso la poppa.

-È piccola per ora-

-Sai che non puoi nasconderglielo per sempre?-

-Lo so. Quando sarà grande, deciderà lei- rispose asciutto, stringendo un pugno lungo il fianco. Guardò le stelle nel cielo, sospirando appena. Già, un giorno... Un giorno avrebbe dovuto dirle chi era davvero.
   
 
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