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Autore: gateship    14/08/2015    1 recensioni
All'inizio è metodico, liscio, pulito.
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Il metallo freddo dell'ago che buca la pelle, una piccola puntura, simile a quella di un insetto.
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È Mycroft il primo ad accorgersene.
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Sherlock Holmes
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Cocaine


 

All'inizio è metodico, liscio, pulito.

Riempire la fialetta con un liquido bianco, trovare la vena, laccio emostatico, spingere tutto in circolo.

Riempire la fialetta con un liquido bianco, trovare la vena, laccio emostatico, spingere tutto in circolo.

Riempire la fialetta con un liquido bianco, trovare la vena, laccio emostatico, spingere tutto in circolo.

Ripetitivo, ciclico.

Non importa quale, morfina, cocaina, a volte persino eroina. La Dama Bianca, ecco come viene chiamata.

Solo tra un caso e l'altro, per alleviare la noia.

Il metallo freddo dell'ago che buca la pelle, una piccola puntura, simile a quella di un insetto.

Poi il giubilo, due minuti prima che la droga entri in circolo.

Dieci, venti minuti nei quali è Dio. Ma non gli importa: dieci, venti minuti nel quale il suo cervello lavora freneticamente, collega, separa, capisce, ascolta, controlla. Deduce.

La materia grigia sale ad un livello più alto, non c'è più bisogno dello stimolo dell'adrenalina dell'attimo, dell'inseguire un criminale, di capire cosa succede, è tutto lì.

 

Metodico, liscio, pulito.

Niente fino al prossimo caso.

 

Nessuno se ne accorge, perché dovrebbe?

Non è nervoso, è uguale, sempre lui, metodico ed infallibile.

 

Mano a mano è conosciuto a Scotland Yard, mano a mano gli arriva voce che uno dei più brillanti Detective di Scotland Yard, Lestrade, è alle prese con un caso difficile.

 

Il sacchetto di cocaina rimane in un astuccio di marocchino sotto il letto del 345 di Montague Street per settimane, mentre Sherlock collabora con l'ispettore su un serial killer chiamato M.

 

Quando M. viene imprigionato, Gregory Lestrade gli offre un lavoro come detective a New Scotland Yard, che Holmes prontamente rifiuta.

 

Quando, dopo due mesi, l'astuccio viene tirato fuori, è coperto da un sottile velo di polvere.

Si accorge che non era mai successo prima, era sempre spolverato, preso ogni settimana con una soluzione diluita al sette per cento.

Ottima per avere freddezza mentale e cellule cerebrali funzionanti.

Forse non ne avrà più bisogno.

 

Tre mesi dopo l'inizio delle collaborazioni con Lestrade c'è il suo primo errore.

Tira fuori la siringa e si inietta la cocaina per endovena.

Ha sbagliato.

Sbaglia una deduzione, parte tutto da lì.

Ha sbagliato, forse con quella polverina bianca non lo farà più.

Si droga durante un caso, non viene notato, ovviamente, ma... ma qualcosa cambia.

La polvere su quell'astuccio non si deposita più.

 

Inizia ad assuefarsi.

Non è per la noia, ora.

È un rituale, ogni due settimane, di venerdì alle 7:34 del mattino precise.

Un numero curioso del quale non riesce a cogliere il significato.

 

Stranamente, è Mycroft il primo ad accorgersene, sette mesi dopo la prima dose.

Un fazzoletto sporco di sangue nel cestino, i riflessi rallentati, lo sguardo vacuo, le occhiaie.

 

È una dipendenza, gli dice, gli intima di andare in una clinica, ma Sherlock rifiuta: non ha bisogno di aiuto.

 

Qualche giorno dopo Lestrade smette di chiamarlo, lui non chiede: sa qual è il motivo.

Niente tossici a Scotland Yard.

 

Il naso pizzicava, all'inizio.

Ora fa male, non riesce a dormire, solo un sordo dolore nelle orecchie, fa male.

Basta, smettila, smettila non sei tu.

Starnutisce in un fazzoletto e si ritrova sangue tra le dita.

Il suo sangue.

Ne sei tu, non sei tu. Tu deduci, non ti droghi.

E lo sapeva, prima di iniziare, ovviamente sapeva i rischi.

Sapeva di poterli controllare, perché lui è Sherlock Holmes. Non è assuefatto, è metodico, è preciso.

Quando vorrà smettere smetterà.

Eppure la mano, ora sporca di sangue incrostato, vola di nuovo sotto il letto, afferra l'astuccio foderato.

Non puoi, Sherlock. Reagisci, non sei tu.

Non è più metodico ora, è frettoloso, in cerca di qualcosa che possa permettergli di dormire, di far smettere al naso di sanguinare.

Questa volta usa l'interno coscia. Il braccio sinistro inutilizzabile, troppo tremante per non impedirgli di centrare la vena.

Non sei tu. Continua a ripetergli quella voce nel cervello. Non sei tu, sei diventato dipendente.

Ma dopo cinque minuti il dolore si calma e lui entra in uno stato di dormiveglia, troppo annebbiato per ricordarsi di quelle parole.

 

 

 

Note:

1. La via dove Sherlock abita esiste davvero, e nel suo blog, La Scienza della Deduzione, è indicato come suo precedente indirizzo.

2. M. viene da Elementary, è un serial killer, ma per evitare spoiler non dico di più.


Con questa fanfiction non voglio urtare la sensibilità di nessuno, essendo la droga una tematica molto delicata.

Non mi sono mai drogata, non ho la minima idea di come si faccia, quel poco che so l'ho visto in TV e letto in rete. Non prendete per medico/buono quello che ho scritto.

La perdita di sangue dal naso, e soprattutto il dolore provato, purtroppo non me lo sono inventata, è una classico segno di chi fa uso di cocaina.
Spero che vi sia piaciuta, qualsiasi commento è sempre bene accetto e fa davvero tanto, tanto felici!
Buon fine settimana/ferragosto! :)

  
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