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Autore: Undead    15/08/2015    5 recensioni
3 giorni in montagna, 3 giorni con Gaia.
Fa parte delle serie "La storia di Alex"
Genere: Introspettivo, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash, FemSlash, Crack Pairing
Note: Raccolta | Avvertimenti: Gender Bender
- Questa storia fa parte della serie 'La storia di Alex'
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È arrivato il momento. Prendo la valigia e la carico in macchina, insieme a quelle di Liz e Giusy. Saliamo in macchina e deviamo verso casa di Gaia che ci sta aspettando. 
È il momento di partire, destinazione montagna. 
Il viaggio procede tranquillo tra musica e risate. Arrivati a metà strada facciamo una pausa caffè. Ed essendoci svegliati alle 5, ora che sono le 8:30 sta iniziando ad uscir fuori la nostra pazzia e avendo trovato dei fiammiferi in borsa di Giusy ci siamo messi ad accenderli così a caso. 
Dopo un'oretta ripartiamo e per le 11 eravamo giunti a destinazione. 
Non era proprio una bellissima giornata, pioveva e in certi momenti c'era anche freddo. Dopo aver portato Giusy nella sua casa, io Gaia e Liz siamo andati a casa di quest'ultima insiemr ai suoi genitori. 
Ed è da qui che iniziano le giornate intense, emozionanti, piene di momenti strani e fantastici. 

Se dovessi star qui a scrivere tutto quello che è successo impiegherei più giorni di quelli di cui dovrei scrivere, per cui concentreró i miei ricordi e pensieri su quello che è “successo” tra me e Gaia. 

Dopo esserci sistemati e aver appoggiato le valigie siamo andati a fare un giro e una volta tornati ci siamo messi a tavola e, una volta finito, con la stanchezza che riaffiorava io e Gaia ci siamo seduti sul divano e dopo aver sfogliato un magazine un po' strano, dal momento che lei aveva un po' freddo, si appoggiava con la testa sulla mia spalla. 
Nella mia testa c'erano posizioni contrasti, una parte mi diceva di spostare il braccio e cingerle le spalle in modo che potesse mettersi più comoda, l'altra parte invece pensava che se avessi spostato il braccio mentre lei era appoggiata potesse sembrare che mi desse fastidio. 
Il cuore peró aveva iniziato a battere più forte del solito e non potevo immaginare inizio migliore per questa vacanza. 
Il pomeriggio passa tra partite a Uno, che comprendo passo continui, e a canzoni cantante/non cantate che facevano da accompagnamento alla chitarra. 
La sera sembra che il tempo sia migliorato e che non piova più, così andiamo a fare un giro in un paesino li vicino e ci fermiamo ad un bar, scegliamo dei divanetti e ci mettiamo comodi, dopo qualche tempo, non mi ricordo esattamente con quale scusa -mi sembra per una foto o un messaggio- mi sposto nel divanetto doppio insieme a Gaia e -per starle più vicino- allungo il mio braccio dietro di le, appoggiandolo sullo schienale del divanetto. 
Non accade nulla di particolare, mentre Liz è in bagno noi parliamo un po' del suo attuale impezzo e siceramente non so cosa pensare, in fin dei conti è solo meglio non pensarci e far finta di nulla. Insomma, nemmeno lei sa come definire il loro rapporto e, almeno a parole, non ha intenzione di iniziare qualcosa di serio ma prendere tutto come viene. 
Torniamo a casa e riprendiamo le nostre partite ad Uno, dove per colpa di +4 e +2 mi sono aggiudicato minacce di morte da parte di Gaia. 

È mattina, inizia una nuova giornata. Non so cosa mi aspetta e sono carico, sperando in un'altra giornata un po' fredda. 
Di mattina andiamo giù a fare spesa e passiamo tre quarti del tempo dentro un negozio a guardare pietre che dovrebbero essere delle specie di portafortuna. Sia Liz che Gaia ne prendono una e si fanno fare la collana. Torniamo a casa e pranziamo, poi ricominciamo con le nostre solite partite ad Uno. 
Nel pomeriggio, passiamo a prendere Giusy e andiamo a visitare un posto, nel quale, io e Giusy, abbiamo “provato” delle “giostre”, mentre Liz e Gaia fissavano una tipa, prima da lontano poi, quando si sono accorte che noi le eravamo di fianco, ci hanno raggiunto e così l'avevano vicina.
La sera decidiamo di uscire e tutti e 4, scendiamo e dopo aver fatto un giretto ci piazziamo su un tavolino e iniziamo a delirare (i nostri deliri sono visibili su FB), tra canzoni, hashtag, fumo e fuoco. 
Mentre tornavamo a casa, il freddo iniziava a farsi sentire e mentre Liz si era fermata a riempire una bottiglietta d'acqua, Gaia viene da me e mi abbraccia, io contraccambio sapendo che aveva freddo e che io potevo scaldarla, almeno un po'. 
Sulla via del ritorno ci siamo fermati a guardare le stelle, prima a metà strada in uni spiazzo appoggiati alla macchina e, successivamente, dopo aver portato Giusy a casa, io, Gaia e Liz ci siamo messi nel “retro casa” stesi sull'asfalto. 
Mentre ammiravano il cielo pieno di stelle Gaia chiede: “Qualcuno mi regala una stella?” allora io serio rispondo: “Guarda, così si prendono le stelle” e mentre dicevo ciò ho allungato la mano verso il cielo, puntando ad una stella e mettendo il pollice e l'indice alle sue estremità, poi stringo un po' e riavvicino il braccio. Gaia e Liz non fanno in tempo a dire che era una cosa dolce, che rovino il mio sprazzo di romanticismo dicendo: “Lo faceva un matto in un film”
Restiamo così per un po', non so quanto di preciso, potrebbe essere stata una mezz'ora come un ora, Gaia aveva freddo e così le ho dato la mia felpa da usare come coperta, lei non ci credeva che io non avessi freddo, in realtà io stavo letteralmente morendo dal caldo. D’altronde come sarebbe potuto essere diversamente dal momento che eravamo stesi fianco a fianco e mi tenevi a “braccetto” per provare a scaldarti un po'. Cosa che dal tuo tremolio quasi continuo non funzionava granché. 
Sotto la felpa tenevi le braccia quasi incrociate, almeno così mi è sembrato, so che stavi tenendo per mano Liz, lei è una stufa vivente se è fredda c'è qualcosa che non va, comunque ad un certo punto ho “provato” a prenderti per mano, ma non so se la mano che sfioravo era la tua o quella di Liz, forse entrambe non lo so...
Avrei voluto poterti scaldare di più, mi dispiaceva un sacco vederti e sentirti tremare, mentre non curante del freddo che provavi ti preoccupavi di asteroidi ed aerei che potevano cadervi in testa o serial killer che ci avrebbero ammazzato e poi spavendandoti alla notizia che sarebbe stato più plausibile che arrivasse un serpente dalla boscaglia che ci circondava.

Quando ci siamo accorti che ormai era tardi, siamo entrati in casa e, una volta essere andati a letto, hai provato a mettere in atto il tuo piano per uccidermi, ma senza gran successo. Hai provato a buttarmi giù dal letto a castello, prima spingendomi da sotto, probabilmente tirando pugni o magnate, e poi, dopo avermi chiamato, ha provato a tirarmi per un braccio ma senza farlo veramente. Fatto sta che sono ancora vivo ed anche questa giornata ha avuto i suoi momenti indimenticabili. 


Siamo alla mattina del terzo ed ultimo giorno, partiremo prima di cena ed oggi è una giornata veramente calda. Così calda che Gaia decide di uscire in canotta e, come ho detto la volta precedente, è impossibile non guardarle il seno. Lei è consapevole di ciò, perché puntualmente, in qualche modo, glielo si fa notare. Inoltre la sua “fissa” di mettersi apposto la canotta perché copra il reggiseno è un gesto che, almeno a me, fa focalizzare maggiormente l'attenzione in quel punto. 
Comunque siamo stati al fiume, sia di mattina che di pomeriggio, ma a due fiumi diversi. 
La mattina siamo scesi in altro paesino e abbiamo visto un po' la piazza, dopo aver trovato degli strani insetti, che si usano per la pesca, che fanno un guscio con i sassi (non ricordo il nome, una roba tipo mangia sassi). Tornando a casa per pranzo ci siamo fermati ad un santuario, dove Liz ci ha fatto scrivere un bigliettino, con un nostro desiderio, da mettere in una bottiglia gigante dedicando una preghiera alla Madonna. 
Io questa cosa l'ho fatta, sicuramente non il giusto spirito, visto che non ho molta fiducia su tutta la faccenda, che mi lascia anche un po' perplesso. Inoltre non ho capito veramente fino in fondo il perché abbiamo, in particolare ho, fatto sta cosa. 
Nel pomeriggio, invece, siamo andati al fiume, del paese dove avevamo la casa, insieme anche a Giusy. Qui abbiamo giocato ad Uno (strano non ci giochiamo mai), dato fuoco a del cotone, lanciato magliettine che per miracolo non sono finite in acqua e fatto selfie e foto a random.
Ad un certo punto io e Gaia siamo rimaste sole e, sicuramente, non ricordo di cosa abbiamo parlato, so solo che mi risultava un sacco difficile tenere la mente concentrata su quello che diceva e coatringermi a guardarla negli occhi. 

Arriva l'ora della partenza, purtroppo, mi ci stavo quasi abituando. 
La serata però non è ancora finita, anzi è appena iniziata. 
Arrivati quasi a casa, ci fermiamo a mangiare cinese, cosa che Gaia adora, e poi siamo ripartiti per fare gli ultimi kilometri che ci separano dalle nostre case. 
Gaia è stata la prima ad arrivare a casa, ed il saluto che ci siamo dati è stato un po' strano, ma bello e sicuramente non sparirà tanto presto dalla mia memoria. (Nulla di che, un bacio ed un abbraccio, ma boh, l'ho trovato strano anche se probabilmente non lo è affatto).
Accompagno anche le altre a casa e poi arrivo pure io e, anche se dovrei dormire e ricarmi un po' non riesco a farlo. 
Penso a quello che è accaduto in questi 3 giorni, alle risate che ci siamo fatti, alle emozioni che ho provato e nella gran parte dei casi non saprei come descriverle. 

Devo dare una nota di merito a Gaia, che è riuscita, senza impegnarsi molto in realtà a farmi assaggiare un sacco di roba che , la mia testa bacata, mi faceva dire che non mi piaceva senza averla prima assaggiata. In realtà l'ho fatto solo perché è stata lei a chiedermelo, con chiunque altro non l'avrei mai fattofatto rimanendo nella mia convinzione, che a volte risulta sbagliata. 

Bene, non so come poter definire questo testo, probabilmente una specie di diario. Avrei voluto poter buttare giù tutto quello che ho provato nel momento stesso in cui l'ho provato, per poter trovare un modo per spiegare quello che succedeva dentro di me, ma non ne ho avuto la possibilità e, molto probabilmente, non sarei riuscito nel mio intento senza combinare casini. 
Per concludere voglio solo dire che sono stati giorni davvero intensi, avrei voluto aver avuto più tempo e non vero l'ora di rivederla. 
Per diversi motivi, quello che mi preme di più è vedere come ci comporteremo, se manterremo la scia positiva cavalcata in montagna o se sarà senza alcuna “complicitá)
   
 
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