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Autore: Yutsu Tsuki    15/08/2015    8 recensioni
Dal primo capitolo:
“Osservando il suo volto, si accorse di una cosa. Tutti quegli anni passati dietro a due spesse lenti rotonde gli avevano fatto dimenticare di quanto belli fossero i suoi occhi. Erano di un verdeacqua chiaro, ma intenso, quasi luminoso. Si avvicinò ancora allo specchio e allungò la mano, come per poter afferrare quel colore che era un misto fra il cielo azzurro senza una nuvola ed un prato fresco d'estate.
Voleva toccarli, sfiorare quella luce e immergersi in essa, ma venne bruscamente interrotto dalle urla di sua sorella: — Keeeen! Vieni a cena, è prontooo!
Si allontanò in fretta dalla sua immagine riflessa. Per un attimo restò senza parole. Era rimasto affascinato dal suo stesso volto. Poi scoppiò a ridere, rendendosi conto dell'assurdità della cosa.
Aprì la porta della stanza gridando: — Mi chiamo Kentin!! — e corse in cucina.”
Genere: Introspettivo, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Dolcetta, Kentin, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo 26


Rispetto




Per poter mantenere il rispetto di te stesso, è meglio dispiacere alle persone col fare ciò che sai essere giusto,
che compiacerli temporaneamente col fare ciò che sai essere sbagliato.
                                                                                                    (William J. H. Boetcker)




Come aprì il portone, il vento gelido e la pioggia pungente si insinuarono sotto i suoi vestiti, facendolo rabbrividire. L’ingresso della scuola era deserto a causa delle pessime condizioni atmosferiche; nemmeno coloro che erano soliti uscire a fumare, avevano osato mettere piede fuori quella notte.
Intercettò la sagoma di Candy che, sommersa dal diluvio, fuggiva scomposta in direzione del prato. Ad un tratto la vide perdere l’equilibrio a causa dell’erba bagnata e scivolare rovinosamente a terra.
— Candy! — Non ci pensò due volte. Si lanciò anch’egli nel freddo polare, correndo con tutta l’energia di cui disponeva.
Giunto davanti a lei, la trovò completamente immersa nel pantano. Le ginocchia piegate sul suolo, la faccia china nascosta dai capelli, con la coda che si era praticamente sciolta a causa della violenza del temporale, le braccia che a malapena reggevano il resto del corpo.
— NO! — Kentin si era abbassato per tirarla su, ma Candy lo aveva subito respinto. — Sarai contento, ora — gridò con disperazione.
Il ragazzo non rispose. — Avanti, dillo che avevi ragione.
— Candy, non è colpa tua. Non potevi sapere che persona fosse.
— Io non sto parlando di Dake. — Si girò a guardarlo, gli occhi forse più bagnati dal pianto che dalla pioggia. — Tutto quello che hai detto prima era vero; hai azzeccato ogni singola parola. Ho preteso di frequentare chi volevo io, impedendoti anche solo di parlare con altre ragazze. Sono stata crudele verso di te.
— Ma perché l’hai fatto?
— Perché ero gelosa — sussurrò con voce strozzata.
— Gelosa?! di cosa, se non ti piaccio nemmeno?
— Non piacermi? — emise infine guardandolo dritto negli occhi — Io ti amo, Kentin.
...
C-o-s-a?
Si sentì sfondare i timpani da due spade acuminate.
Non poteva essere vero. Non c’era un minimo senso logico in quelle parole. Che voleva dire? Perché?!
L’espressione di Kentin era un misto fra lo stupore e il panico. Non ebbe nemmeno il tempo di scioccarsi ulteriormente, perché Candy aggiunse con un’insolita fermezza: — E va bene. Se sei disposto ad ascoltarmi, ti spiegherò come stanno realmente le cose.
Nonostante non si fosse affatto ripreso dalla frase pronunciata poco prima dall’amica - e con tutta probabilità non l’avrebbe mai fatto - Kentin si sforzò di focalizzare il pensiero su quell’ultima affermazione.
“Realmente le cose”? Voleva dire che Candy nascondeva qualcosa?
Poté solo annuire, incapace com’era di formulare una qualsiasi risposta vocale.
Dopo averlo guardato a lungo, la ragazza fece un grande respiro per ricacciare dentro le lacrime, e cominciò.
— Ti amo fin da quando sei tornato a scuola, quella mattina di gennaio. Per tutta la lezione non ti ho staccato gli occhi di dosso, chiedendomi chi fossi e perché il prof. non ti avesse presentato alla classe, dato che per tutti eri un nuovo arrivato. Anche se non ti conoscevo, ti ho odiato un po’ quando hai baciato Ambra davanti ai miei occhi; ma ti ho amato ancora di più dopo che mi hai detto che eri tu. Quel ragazzino occhialuto che conoscevo fin dai primi ricordi della mia infanzia. Che non mi mollava un attimo, sia fuori che dentro la scuola. Che mi riempiva sempre di regali, che era dalla mia parte anche quando avevo palesemente torto. L’unico in grado di rendermi speciale e l’unico che si sia mai preoccupato davvero di me.
Kentin ascoltava il discorso dell’amica senza preoccuparsi del temporale che si stava abbattendo su di loro ed ignorando il fatto che si trovasse su un terreno sporco, inondato dalla pioggia. Quanto al freddo, era troppo concentrato sulle sue parole, per sentirlo sulla pelle.
— Perché non me l’hai mai detto? — biascicò guardandola con tenerezza ma lasciando trasparire tutto il suo dolore.
— Non ne avevo il coraggio. E poi ero sicura che non mi avresti mai accettata. Ho creduto che, giustamente, non ti sarebbe più importato nulla di me. Tu invece mi eri sempre vicino, eri ancora disposto a supportarmi e a perdonarmi.
— E allora perché mi hai sempre respinto, pur sapendo ciò che provavo per te?
— Perché non potevo approfittarmene! Non volevo passare per quella che tratta male uno ma poi, solo perché è cambiato fisicamente, si interessa di lui come se niente fosse.
Kentin scosse la testa. — Solo per questo sciocco motivo?!
Sciocco? — urlò quasi alzandosi in piedi — Credi che sia stato facile? Non troveresti orribile che avessi voluto stare con te, con lo stesso te che fino a qualche mese prima disprezzavo?! — Kentin ricostruì tutto quello che era successo da quando era tornato al liceo. Finché non gli venne in mente.
Quel discorso l’aveva già sentito. Avevano già parlato di quella faccenda, lui e Candy: quando era andato a trovarla in ospedale e lei gli aveva rivelato che l’innamoramento verso Castiel era stata solo una messa in scena per farlo ingelosire. In quell’occasione gli aveva riferito di essersi comportata in quel modo per mantenere intatta la sua reputazione.
— Ora dici questo, ma quella volta in ospedale dicesti che avevi agito così a causa del giudizio degli altri! — contestò Kentin.
— Ma non l’hai capito? Erano solo bugie! — esclamò Candy. — Loro non c’entrano niente: l’ho detto per rispettare me stessa e te. Ho tirato in ballo gli altri solo per trovare una scusa... L’avevo detto per cercare di allontanarti, e infatti così è stato. Ma poi ci ho subito ripensato, perché non potevo accettare l’idea di perderti. E non era colpa degli antidolorifici; era stata la mia volontà a decidere.
Quindi così erano andate veramente le cose.
Si ricordò di ciò che era accaduto nei pochi minuti successivi. Lui, deluso per la rivelazione, stava per andarsene; ma lei lo aveva fermato. Poi, proprio mentre erano stati sul punto di baciarsi, erano arrivati Alexy e Rosalya. Il tutto era stato giustificato da Candy con la storia degli antidolorifici, che a quanto pare era soltanto una scusa.
Guardando quegli occhi umidi e scuri, Kentin si rese improvvisamente conto dell’integrità e dell’onestà di quella ragazza. Aveva tenuto segretamente nascosta la realtà per così tanto tempo per lui. Perché ci teneva a lui. Aveva deciso di reprimere i propri sentimenti per il bene della persona che amava.
— Tutto ciò che è successo... Il modo in cui mi sono comportata... io l’ho fatto pensando a te, Kentin. Per rispetto nei tuoi confronti. Perché come ti ho già detto, sei l’unico di cui mi sia potuta e mi potrò mai fidare. Ma per rispettarti non ho potuto ricambiare i tuoi sentimenti. Anche se sapevo che non era quello che volevi, ti ho chiesto di rimanere amici: proprio perché non potevo accettare di perderti. Così facendo, anche se non ero la tua ragazza, sarei potuta restare comunque al tuo fianco.
Ed ecco spiegata la richiesta di amicizia di Candy.
Kentin cominciava a capire i motivi che l’avevano spinta a trattarlo in quel modo; tuttavia c’erano ancora alcuni fatti che non tornavano, come ad esempio la questione Dake. Ma preferì lasciarle finire il discorso.
— Però non avevo fatto i conti con un altro fattore — continuò, distogliendo per un attimo lo sguardo da lui. — Che non ero l’unica ad essere interessata a te. Per questo divenni gelosa. Gelosa di vederti in compagnia di un’altra. Prima con Karla, e poi con quelle due tizie inglesi. Avevo pensato che, dopo avermi vista con Dake, avessi voluto vendicarti provandoci con altre ragazze: perciò mi ero arrabbiata. E poi non dimentichiamoci di Lety. Davvero hai creduto che quel bacio servisse solo ad allontanarla? Vederti con lei mi faceva impazzire. Quando ha cominciato a farti quelle domande, non ci ho più visto: dovevo fare qualcosa.
Si morse un labbro, stringendo tra i pugni i fili d’erba del prato.
Kentin la osservava in silenzio e intanto cercava di metabolizzare le sue parole. Si accorse, nonostante tutto, di provare ammirazione per il senso di lealtà dimostrato dall’amica, ma anche lusinga per le attenzioni che in segreto aveva da sempre riposto in lui.
Ad un tratto, senza saperne la ragione, si ritrovò ad analizzare il paesaggio circostante. Il forte ticchettio della pioggia si scontrava con l’odore pungente dell’erba bagnata e attorno a lui le tonalità di verde via via sfumavano nel grigio smorto della città. Gli elementi della natura si mischiavano con l’asfalto e i lampioni e... erano fiori di ciliegio quelle macchiette rosa al limitare del prato?
— Poi mi sono resa conto di essere arrabbiata. — Dopo un po’ Candy riprese a parlare, distogliendolo gentilmente da quei pensieri. — Mi sono accorta che non riuscivo a stare senza di te; in un certo senso era come se dipendessi da te. Era questo che mi spaventava e mi tormentava più tremendamente: tu rappresentavi una minaccia per la mia autonomia! — Il tono di voce si alzò, lo sguardo sempre più annebbiato. — Perciò sono giunta ad una conclusione. L’unico modo per dimostrare la mia indipendenza era di trovare qualcun altro con cui stare che non fossi tu. Qualcuno che fosse alla tua altezza... almeno a livello fisico. Per questo ho scelto Dake, non perché mi piacesse davvero. Ho approfittato del fatto che lui fosse interessato a me e ho accettato... — E con questo, il cerchio si chiude, pensò Kentin. — Ma ovviamente sapevo che non sarebbe stato nulla di serio: era solo un modo per vedere come andava. Se fossi stata capace di dimenticarti... — aggiunse, tirando su col naso. — È logico che non siamo fatti per stare insieme. Oltre a essere arrogante, lui è un traditore, come hai potuto notare. Dentro di me sentivo benissimo che fosse quel genere di persona; però ero così concentrata ad approfittare dell’occasione, che non mi sono resa conto che sarebbe stato inutile. Ogni volta che ero con lui e ti vedevo arrivare... non sai cosa avrei dato per mollarlo e venire da te. Ma ormai era troppo tardi per tirarmi indietro. Dovevo andare fino in fondo nel mio intento a tutti i costi.
Kentin ascoltava col fiato sospeso, riunendo mentalmente i pezzi del puzzle e sentendo la stima per Candy tornare di parola in parola. Tuttavia volle assicurarsi che non fosse successo nulla di... inopportuno fra di loro. — Ti ha fatto qualcosa quando eravate da soli? — chiese, diretto, timoroso per la risposta.
— No no, assolutamente. Non l’avrei mai permesso — lo tranquillizzò lei. — Quando stavo con lui... Era una sensazione strana. Avvertivo che non era quello il mio posto. Io... mi sentivo fuori luogo, non so spiegarlo. Era come se fosse troppo per me. Come se mi facesse un piacere. — Gli occhi della ragazza si fissarono su quelli di Kentin, che stava a sentirla immobile, senza fiatare. — Invece con te è diverso! — disse poi riacquistando il sorriso e avvicinandosi a lui per prendergli le mani. — Quando mi sei accanto... riesco a tirare fuori la mia parte migliore; sento di poter fare qualsiasi cosa, perché il resto non ha più importanza se ci sei tu.
Il suo intenso sguardo arrivò dritto al cuore di Kentin. Quegli occhi intrisi di pioggia erano pieni di dispiacere e di speranza; tristi ma al tempo stesso solcati da un guizzo di felicità. Occhi sinceri, che da tanto, troppo tempo gli erano mancati.
Sentì che tutto il rancore che aveva serbato per Candy in quegli ultimi due giorni stava velocemente scomparendo e che al suo posto si stava facendo largo un sentimento più vicino alla gratitudine e all’ammirazione; perché alla fine, nonostante potesse sembrare il contrario, si rese conto che lei lo aveva messo al primo posto nelle sue decisioni: ogni sua azione, ogni sua scelta, lei l’aveva compiuta per lui o a causa di lui. Ma aveva anche deciso di nascondere quello che davvero provava e di tenersi tutto dentro. Come aveva fatto a reggere un tale peso per così tanto tempo?
— Perché solo ora? — sussurrò Kentin in un triste sorriso che velava il suo profondo dolore — Perché solo adesso hai trovato il coraggio per dirmi la verità? Avresti risparmiato mesi di sofferenze per entrambi!
Quel piccolo bagliore di gioia scomparve dal volto di Candy e con esso le sue mani lasciarono andare quelle di Kentin per tornare a tormentare l’erba umida del prato.
Già, perché proprio ora?, pensò lei.
Se prima non era stata in grado di rivelargli le sue intenzioni per mancanza di coraggio, cosa l’aveva spinta, adesso, ad aprirsi finalmente a lui? E che cosa le aveva permesso di andare avanti per la sua strada, di perseguire il suo scopo, nonostante fosse tormentoso pure per lei?
Sentì le parole uscirle in modo automatico dalla bocca.
— Perché non ce la faccio più! — Il respiro divenne affannato e le labbra sempre più doloranti a causa dei morsi. — Prima pensavo di avere la situazione sotto controllo, di fare la cosa giusta trovando una distrazione in Dake, ma... se nemmeno con lui riesco a starci, e dopo aver visto che persona è veramente... è evidente che nemmeno questa ha funzionato. E-e adesso non so più cosa fare!
Dopo aver pronunciato quelle frasi, avvertì che qualcosa dentro di lei si era rotto.
Fino a quel momento si era sforzata con tutta se stessa di trattenere le lacrime, sebbene quelle già da tempo agognassero con un’insistenza crudele alla libertà; ma, arrivati a quel punto, capì di non poterle più reprimere. Prese a singhiozzare convulsamente, coprendosi la faccia con le mani, lasciando che l’acqua piovana che batteva sulle sue guance bagnate si mischiasse all’acqua che usciva dai suoi occhi, pungente e ancora più salata della pioggia.
E nel bel mezzo di quello sfogo la risposta alle sue domande le fu chiara.
Per mesi era riuscita a mantenere un equilibrio più o meno saldo fra due sentimenti contrastanti che ogni giorno sentiva combattere con violenza all’interno del suo essere. Ma ora che anche il progetto con Dake si era rivelato un fallimento, la Consapevolezza di non avercela fatta si era intromessa fra le due forze, mandando a rotoli il difficile rapporto in cui esse convivevano, rompendo l’equilibrio in cui erano.
Fu quello sconvolgimento a farle aprire il proprio animo a Kentin. A farla scoppiare in un pianto disperato. A far emergere quei due sentimenti opposti.
Il primo era l’inflessibile Orgoglio, lo stesso che ora la costringeva a nascondere il volto sciupato dalle lacrime, non potendo permettere che il ragazzo notasse sia la condizione di debolezza in cui era, sia che non era stata capace di raggiungere il suo obiettivo. Il secondo era la Compassione, che, più clemente, gli stava facendo provare una pena immensa nei suoi confronti. E infine, il punto di unione fra questi due atteggiamenti così diversi, era il Rispetto. Per tutto quel tempo Candy si era imposta di rispettare se stessa e il compagno di classe, impedendosi di stare con lui; e invece non aveva fatto altro che farlo soffrire. Ma la cosa ancor peggiore era che non esisteva una via di uscita.
A richiamarla dai suoi pensieri per riportarla alla realtà fu la presa improvvisa di Kentin sulle sue braccia. — Guardami — dichiarò afferrandola e costringendola a togliere le mani dal viso. Candy trasalì nel ritrovarsi il volto di lui a pochi centimetri dal suo e sentì il battito accelerare velocemente in preda all’agitazione.
— Ti devono essere chiare due cose. La prima, è che non devi biasimarti per non essere riuscita a stare con Dake. Nessuna persona normale potrebbe apprezzare uno come lui. E la seconda è che l’unica cosa che devi fare ora è mettere da parte la ragione e dare retta al tuo cuore. Per una volta pensa a quello che vuoi veramente tu! Hai detto di amarmi e anche io ti amo, lo sai benissimo — scandì a denti stretti, fissandola dritto negli occhi.
Nonostante quelle parole non facessero altro che incrementare la dose di lacrime, Candy fece un lungo respiro per porre un freno al suo pianto. — Lo so, Kentin. Ma ancor prima di amarti, io ti rispetto. È per questo che non posso stare con te. Vivrei costantemente con un senso di colpa addosso. La colpa di averti trattato male quando eri diverso. Mi sveglierei ogni mattina con la consapevolezza che ti starei solo disonorando. Anche se tu mi piaci... non posso farlo. Mi farebbe sentire una persona orribile, più di quanto non lo sia già — pronunciò con voce insolitamente ferma. Che fu tradita, tuttavia, dall’arrossamento crescente nei suoi occhi.
Kentin si fermò a ragionare su ciò che aveva detto. Sì, capiva benissimo quello che provava Candy. Al posto suo che avrebbe fatto? Ma sicuramente si sarebbe comportato nello stesso identico modo, non c’era dubbio. Però non era giusto che andasse a finire così. A lui non importava come l’avesse trattato; non l’avrebbe considerato un disonore nei suoi confronti, il cambio di volontà di Candy. Doveva dirglielo.
— Candy, non me ne frega niente di quello che è successo in passato. L’unica cosa che conta, adesso, siamo noi due e il futuro che ci aspetta insieme — disse avvicinandosi inconsapevolmente a lei e stringendo più forte la presa sulle sue braccia.
Lei si sentì sul punto di scoppiare di nuovo a piangere ma strizzò con prontezza gli occhi per impedirlo. — Non posso farlo... — insisté dopo averli riaperti. — Tu sei una persona troppo buona e non meriti di stare con una come me.
— Cosa stai dicendo... Non mi merito di più! T-tu sei perfetta, non lo capisci? Sei solo troppo dura con te stessa! — cercò di convincerla, conscio del fatto che pure la sua vista si stava annebbiando.
— Non...non cambierò idea — furono le parole finali di Candy.
Nei suoi occhi Kentin poté leggere un’amara fermezza che gli fece rendere conto di trovarsi in un circolo chiuso. Finalmente aveva capito che il comportamento dell’amica era stato dettato dalla sua eccessiva lealtà, ma proprio questa le impediva di soddisfare il desiderio che entrambi provavano.
Demoralizzato, le lasciò andare le braccia con afflizione, restandola a fissare con una tristezza quasi disumana. Intanto la pioggia continuava a martellare su di loro e non aveva risparmiato né i loro vestiti, che erano completamente zuppi, né ogni singola parte del corpo.
Dopo qualche secondo arrivò un folata di vento gelido dalle spalle di Candy che la fece sussultare dal freddo e coprirsi di scatto le zone di pelle nuda con le mani. Mosso da una passione improvvisa, Kentin si sporse più avanti e la strinse con energia fra le sue braccia, così rapidamente da non darle la possibilità di opporre resistenza. Presa totalmente alla sprovvista, la ragazza entrò ancora di più nel panico e cominciò a gemere sommessamente.
Passarono diversi minuti, durante i quali Kentin tentò di trasmettere parte del suo calore corporeo a Candy e a poco a poco lei smise di tremare.
Quando la sentì completamente abbandonata a lui, spostò la testa in modo da avvicinare la bocca al suo orecchio. — Per favore, Candy — la implorò piano. — Io ti amo...
— Anche io ti amo... — emise con un filo di voce, — ma fin troppo, da poterlo sopportare.
In quell’istante tutto ciò che era compreso a meno di dieci metri da lui scomparve. Osservandoli meglio, si accorse che quelle macchiette rosa nel punto più lontano del prato erano davvero petali di ciliegio.
Avevano sicuramente faticato per diventare ciò che erano ora. Da piccoli boccioli verdi, avevano sfidato ogni possibile minaccia per sbocciare in fiori bellissimi, che pure adesso, sotto il diluvio universale, restavano lì ancorati ai loro alberi a tener testa alle intemperie.
Anche lui aveva dovuto sopportare delle avversità che qualunque altro essere umano si sarebbe rifiutato di sostenere. Eppure, come quei fiori, non si era mai arreso. Aveva continuato a combattere anche quando ogni speranza sembrava ormai perduta.
No. Non poteva dargliela vinta. Non poteva permettere che l’integrità di Candy avesse la meglio. Non ora che aveva capito i suoi sentimenti. Non ora che finalmente gli era stata rivelata la verità. Tutta la verità. Doveva farle comprendere che per lui non era un problema che lei lo desiderasse. E, arrivati a questo punto, l’avrebbe ottenuto con tutti i metodi possibili; anche a costo di usare la forza.
Senza coglierne la fonte, scoprì dentro di sé una nuova energia e, fiducioso di quello che stava per fare, allontanò bruscamente il proprio corpo da quello di Candy, lasciandola per un attimo smarrita e spaesata.
Sapeva cosa dire.
Confidava che quella sarebbe stata la volta decisiva per farle cambiare idea.
Lasciò che fosse il proprio cuore a parlare.
— Sul London Eye dicevi di odiare chi giudica gli altri dall’aspetto esteriore — dichiarò con decisione.
— Lo so — balbettò Candy, spaventata.
— Lo pensi davvero? O ERANO SOLO BUGIE? — gridò Kentin con rabbia.
— No, lo credo davvero!
— Allora dimostralo! Dimentica com’ero prima. Amami non per come appaio, ma per quello che sono! Per quello che sono qui dentro, perché quello che c’è qui non è mai cambiato. Era lo stesso anche prima! Io capisco che cosa provi. Ma tu non hai sbagliato niente! Qualsiasi altra ragazza al posto tuo se ne sarebbe infischiata del passato e avrebbe detto di sì senza pensarci due volte; tu invece hai agito pensando a me. E questo io l’ho capito e lo apprezzo. Ma ora, per piacere: non distinguere un me di adesso e uno del passato solo perché sono diversi esteticamente. Non considerare l’aspetto esteriore! Non fare come il resto della gente. Altrimenti sarai esattamente come loro!
Gli occhi di Candy si erano spalancati così tanto, che la pioggia poteva arrivare dritta dentro di loro. Aprì la bocca per parlare, ma la richiuse subito dopo, incapace di trovare una valida risposta.
Che cosa poteva dirgli? Come poteva replicare?
Il ragionamento di Kentin, per quanto fosse gravoso dirlo, sembrava sensato. Stare a tormentarsi su questi problemi avrebbe solamente dimostrato che a lei importasse dell’apparenza. E questo non era vero. Se si fosse opposta solo perché era cambiato fisicamente, non avrebbe fatto altro che evidenziare una differenza fra il lui del passato e quello del presente. Ma, come le aveva detto, quella differenza non esisteva a livello caratteriale - che era l’aspetto che contava.
Perciò l’unica soluzione... possibile che fosse di dire di sì?
Alzò la testa verso di lui e nel farlo, per la prima volta, lo guardò sotto una luce nuova.
Nelle ultime settimane le era sempre stato chiaro quanto la considerasse importante; però in quel momento era ancora lì con lei nonostante avesse continuato a respingerlo. Nonostante l’alluvione. A ben guardare se non avesse tenuto così tanto a lei, avrebbe benissimo evitato il rischio di una polmonite. Invece era lì. Ancora lì. Lui era sempre stato lì.
— Non voglio essere come il resto della gente — sospirò Candy.
— Allora di’ di sì. E non sarai come loro. — Kentin le portò una mano sulla guancia. — Dimmi di sì. E non dovrai più sopportarlo.
I loro sguardi si incontrarono con delicatezza.
Il frastuono della pioggia sembrò attenuarsi sempre di più. Gli unici suoni percettibili erano i battiti dei loro cuori che diventavano via via uno solo.
Doveva solamente pronunciare un ‘sì’ per liberarsi di quel peso. Un ‘sì’ e quegli anni di sofferenze sarebbero finalmente terminati.
Chiuse per qualche secondo gli occhi per permettere alla pioggia di cancellare ogni traccia di pianto, anche se sapeva che di lì a poco sarebbe di certo tornato.
— È... quello che tu vuoi davvero? — bofonchiò timidamente. — Stare con me?
Un sorriso si formò sul volto di Kentin. — È quello che ho sempre voluto.
— Anche dopo tutto quello che è successo? — Ecco che le lacrime tornavano a farsi largo tra le ciglia.
— Soprattutto, dopo tutto quello che è successo. — L’altra mano si posò sull’altra guancia.
— E mi perdonerai per averti fatto soffrire? — Senza accorgersene la distanza fra i loro volti si era drasticamente ridotta.
— Ti ho già perdonata, Candy. — Ora solo due gocce di pioggia si frapponevano tra gli occhi pieni di lacrime e felicità.
— Allora... — lo guardò intensamente, per l’ultima volta. — Sì.
E ciò che avvenne dopo fu la cosa più naturale che dovesse succedere.
Buio.
Il suono della pioggia.
Due corpi, minuscoli e leggeri, in balìa del temporale. Uniti, nel loro morbido abbraccio, in un bacio tanto semplice quanto perfetto.
Un momento, che entrambi avevano sognato, ma che non avrebbero mai creduto divenire realtà.
Lacrime. Di gioia, per esserci finalmente riusciti. Di dolore, per aver aspettato troppo. Un senso di liberazione soave e fulmineo, per un periodo di sofferenza durato dieci anni.
E l’odore della pioggia, che con insistenza si intrufolava fra i profumi della loro pelle, delle loro labbra.
I capelli sciolti e intrisi d’acqua, in cui affondavano le mani. I due petti che palpitavano al ritmo del temporale. Una sola cosa con la natura.
Una melodia, figlia della pioggia e del loro unico cuore. Musica che risuonava dentro di loro, attraverso ogni loro senso. Una nota diversa per ogni goccia.
E ancora lacrime, fiumi di gioia dagli occhi. Di speranza, che quel momento non sarebbe mai terminato.
Ma nessuno li avrebbe divisi. Solo loro avevano la facoltà di scegliere quanto far durare quel concerto.
Staccarsi, però, sarebbe significato infrangere quella magia così rara.
Staccarsi sarebbe stato troppo doloroso.
E così rimasero uniti in un racconto che sembrava finito, ma che doveva solo cominciare.
E così, nel loro amore, continuarono quella canzone.
E così rimasero loro tre.
Lui.
Lei.
E la pioggia.






✤✤✤




...Uhm okey non so da dove cominciare xD
Quindi penso che farò un elenco puntato °-°
  • Non so se si è notato, ma mi è tornata l’ispirazione per questo capitolo xD Il problema, chiaramente, è che quando ce l’ho tendo ad esagerare, e a sparare fuori di quei virtuosismi che mi fanno accapponare la pelle .-. Però ho detto: chissene frega, è il capitolo più importante e ve li fate andare bene, anche se sono squallidi xD
  • Spero innanzi tutto, prima ancora che il capitolo vi sia piaciuto, che:
    • si sia capito tutto. - La mia paura, dopo averlo scritto, è che ci sia qualcosa di non chiaro, sebbene abbia fatto di tutto per spiegare esattamente ogni cosa D: Se notate che ho tralasciato qualcosa, non fatevi problemi a dirmelo, che ve lo spiego meglio;
    • comprendiate e accettiate il comportamento di Candy. - Questa cosa è più difficile xD Però anche qua, ho cercato di esporre le sue ragioni nel modo più... convincente? - possiamo definirlo così? xD - possibile. Ora, non pretendo che di punto in bianco smettiate di odiarla, però magari dopo aver capito cosa ci stava dietro... D: Boh speriamo.
  • Yeeeee finalmente ho finito sto capitoloooo :0 è stato un trauma, non potete capire x°D
  • Dopo questo ce ne sarà un altro, perché diciamocelo: sarei stata un’infame a farla finire così. O almeno, io al posto vostro mi indignerei e vorrei saperne di più su come andrà avanti la faccenda xD
  • Vorrei ringraziare ognuno di voi per aver letto e supportato questa storia fino alla fine :°) Sapevo che l’avrei finita ad ogni costo, però fidatevi se vi dico che ho sofferto più io a scriverla, che Kentin a conquistare Candy xD Son passati periodi col vuoto più che totale, soprattutto questi ultimi 12 mesi, in cui non avevo un briciolo di ispirazione neanche a pagarla. Eppure ho insistito (un po’ come Kentin), perché ci tenevo davvero a terminarla.
  • No cioè, mi è pure venuta fuori un’endiadi verso la fine :°D Sono troppo saccente.
  • Tornando all’argomento della storia, mi rendo conto che potrebbe non essere molto chiara e che magari qualcosa vi sia sfuggito (dati i tempi biblici che avete dovuto sopportare tra un capitolo e l’altro ): ), quindi ho pensato di fare una cosa. Vorrei scrivervi un riassunto che mi ero fatta tempo fa per fare mente locale, per spiegare “velocemente” la trama, però dal punto di vista di Candy, così da dimostrarvi perché non sia un personaggio negativo, come praticamente a chiunque sembra, ma anzi, dovrebbe essere un modello di riferimento per tutti. (non sgozzatemi ahah)
    Soprattutto se avete capito tutto e non avete bisogno di spiegazioni, siete liberissime di non leggere questa parte, anche perché sono più che altro dei pensieri personali buttati giù perché ne avevo voglia, e per questo hanno un tono molto colloquiale... ma comunque nessuno mi vietava di riportarli qui u_u

    ...pronti?


    Dunque.
    Immaginate di avere sempre avuto, dalla prima elementare, un compagno di classe che vi sta sempre addosso. Brutto. Piccolo. Appiccicoso e che vi mette in imbarazzo di fronte a tutti per il suo modo di fare. Alcune di voi, le più gentili, se ne fregherebbero di quello che pensa la gente e lo tratterebbero bene, anche a costo di venire escluse dagli altri. Ma dato che la maggior parte della gente, diciamocelo, non ha un’indole così buona, ho pensato di scegliere come protagonista femminile una che, per non sentirsi presa in giro dagli altri, lo respinge costantemente.
    Passano così dieci anni. Cambiano i compagni e le scuole, ma la situazione rimane identica: lui insiste dicendo che la ama alla follia, ma lei lo rifiuta. Le fa mille regali, lei ne è anche contenta e lusingata, ma sempre a causa degli altri, non vuole che le stia attorno (e fin qui mi sembra un comportamento normale).
    Ad un certo punto, improvvisamente, lui subisce una trasformazione. Non è più quel piccoletto noioso e petulante, ma diventa un figo da paura (sì, questa cosa è molto improbabile nella realtà, ma è il gioco che l’ha deciso, non io ù.ù).
    Ora, voi che fareste? Ammettendo ovviamente che vi piaccia?
    La maggior parte, secondo me, lascerebbe perdere il passato, e finalmente gli direbbe di sì. Così fate felice voi, fate felice lui, e non dovete più preoccuparvi di nulla (dato che nessuno avrebbe più motivo di prendervi in giro).
    Però.
    Obbiettivamente, non credete che sarebbe una cosa un tantino da ipocriti? Ma proprio leggermente?
    Solo perché non è più imbarazzante a livello fisico, allora chissene frega, e mi va bene stare con lui? Beh, no. Io la troverei una presa in giro nei suoi confronti, e se fossi io al posto di lui, mi darebbe fastidio non poco. Se vedessi la persona che ho sempre amato e che mi ha sempre respinto cambiare improvvisamente idea, solo perché ora sono apprezzabile esteticamente, la considererei una vera infame, per non dire peggio, e non vorrei avere più nulla a che fare con lei. E in effetti il Kentin del gioco reagisce proprio in questo modo, ed è per questo che tutte lo odiano. Perché l’hanno trattato male prima e ora pretendono che lui lasci passare... Beh fatevi un esame di coscienza, bimbe mie. (ora sto divagando xD)
    Però il Kentin della mia storia è più buono di quello reale, e potrebbe anche accettare il comportamento della dolcetta, perché quella ragazza la continua ad amare. E l’amore è più forte, in questi casi. (per me non lo sarebbe, ma è un altro discorso x°)
    Quindi.
    Tornando alla protagonista. Dato che non volevo facesse parte della categoria di persone che ho appena descritto (e dato che se gli avesse detto di sì, la storia non avrebbe avuto motivo di esistere...), ho scelto di farla reagire in questo modo.
    Inizialmente guarda un po’ come stanno le cose. Lo vede che fa il suo ritorno “trionfale” a scuola, nota come tutte le ragazze gli sbavino dietro, come diventa amico di Alexy, come cominci lui stesso a piacersi, crede che di lei non gli importi giustamente più nulla. Così decide di farlo ingelosire facendo credere di essere interessata a qualcun altro (Castiel), ma il risultato non è quello sperato. Poi inaspettatamente lui le dice che è ancora innamorato di lei, ed è qui che arriva alla conclusione che farebbe troppo comodo ricambiare, ora che anche lui piace a lei. Si rende conto di essergli sempre stata grata per tutte le attenzioni che le aveva posto in passato, ma che non aveva potuto apprezzarle a causa degli altri. Capisce che un ragazzo dolce e gentile come lui non merita di venire usato da una come lei, e, proprio in segno di rispetto, fa di tutto per dissuaderlo dal continuare ad amarla. Sperando di farlo arrabbiare, dice che non può accettare di stare con lui, perché verrebbe considerata da tutti un’ipocrita (in realtà perché la considererebbe ipocrita lui, non gli altri, che non c’entrano più nulla, e anche perché si farebbe schifo da sola per essersi comportata così). Lui naturalmente se la prende, ma lei, essendo tuttavia innamorata, non può permettersi di perderlo. Gli fa credere che ciò che aveva detto fosse solo un delirio causato dai farmaci e immagina, come possibile soluzione ai problemi, che basti chiedergli di restare amici per risolvere tutto.
    Poi sappiamo come è andata. Lei non sopporta di vederlo in compagnia di altre, capisce di non poter trovare pace se non sono insieme e che cioè dipende da lui. Questa cosa non le va giù e cerca un diversivo in qualcun altro. Ci prova. Prova a dimenticarlo mettendosi con Dake, ma nemmeno questa funziona e quindi si arrende. Non sa più cosa fare, gli rivela tutta la verità e.... beh prima o poi la storia doveva finire, ragazzi, quindi l’ho fatta terminare qui, e che cavolo XD
    Ahah scherzo, ovviamente :°D Poi lui fa di tutto per farle capire che non la considererà un’ipocrita se deciderà di accettarlo. E allora gli dice di sì. Dopo mooooolto sbattimento, ma gli dice di sì.
    Ora potreste dire che poteva arrivarci prima, senza stare a combinare tutto sto casino, però sarebbe stato troppo facile per i miei gusti (come avrete capito in 26 capitoli, non sono una che approva che fili tutto liscio :°°D). Il casino è funzionale al conseguimento dell’obiettivo, ed il risultato migliore si ottiene faticando. Credo che se si fossero messi insieme subito, non si sarebbero conosciuti così bene, non avrebbero conosciuto l’animo dell’altro, come lo conoscono dopo aver passato tutta quell’odissea, e sicuramente si sarebbero amati in modo più superficiale.
    È un po’ questo il messaggio che volevo trasmettere (oltre al fatto di non giudicare gli altri per il loro aspetto, mi sembra chiaro). È semplice, non sarà certo chissà cosa, ma non mi sembra banale. E io lo trovo abbastanza più profondo per lo standard di fanfiction su DF... Spero che la storia non vi sia apparsa troppo forzata.. C’è da dire che i primi avvenimenti li avevo pensati così “a caso”, non avevo assolutamente in mente tutta la storia da quando avevo cominciato a scriverla. Forse alcune cose mi fanno storcere il naso proprio perché sembrano non c’entrare nulla con il resto e un po’ buttate lì così... Tipo il titolo, se ci pensate, si riferisce solo all’inizio della storia; sarebbe dovuto essere tutt’altro...però all’epoca ovviamente non avevo idea di dove sarei andata a parare xD
    Ma comunque dai, tutto sommato sono abbastanza soddisfatta :°
    Detto questo, spero vi siate un po’ ricredute su Candy. Cavolo, mi è spiaciuto vedere che molti la trovassero antipatica Dx Ragazzi, nessuno è perfetto: spesso con alcuni gesti isolati ha agito un po’ egoisticamente, va bene, però non si può negare che nel complesso abbia messo al primo posto Kentin. Il punto focale infatti è che lei “lo rispetta, ancor prima di amarlo”, e non è cosa da poco. Al giorno d’oggi quante persone la penserebbero realmente in questo modo?

    Con questo spero di aver chiarito un po’ di cose. Ma se avete ancora delle perplessità o se avete notato contraddizioni in questo riassunto (cosa possibile ahah), siete liberissime di farmelo sapere, così con calma ne parliamo xD


E ora credo di aver detto tutto. Vorrei finirla qua perché se vado avanti a parlare, va a finire che queste note dell’autore diventino più lunghe del capitolo stesso xD (no, è impossibile .-. questo capitolo è lunghissimo. Anzi, OBESO).
Quindi vi ringrazio come sempre per averlo letto, e... grazie per avermi seguita fin qui, nonostante la lentezza delle pubblicazioni x°
Io vi saluto, ma ricordatevi che manca ancora un capitolo alla fine ;)

Ciao ciao a tutti, e un bacio :*
   
 
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