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Autore: Stephanie86    15/08/2015    3 recensioni
[Post!4x11 | Elsanna | Incest | Crossover]
Elsa ed Anna sono tornate a casa. Le loro vite sembrano essere tornate alla normalità.
Ma c'è qualcosa, fra loro. Le sorelle lo sanno e anche se fanno di tutto per ignorare quei sentimenti, essi emergono e le spingono verso una linea di confine che due sorelle non dovrebbero mai superare.
E cosa accade quando il sovrano delle fate, Oberon, si presenta al matrimonio di Anna, accompagnato dal suo dispettoso folletto, Puck? Le cose possono solo farsi più complicate.
Nuove avventure attendono Elsa ed Anna.
_______________________________
Stavano l’una di fronte all’altra, adesso. Il fiato di Elsa le agitava leggermente una ciocca di capelli.
- Non permetterò più a nessuno di separarci. E non andrai più in nessun luogo in cui io non possa raggiungerti – continuò Elsa.
- Questo suona tanto come un 'finché morte non ci separi' – disse, quasi senza riflettere.
Genere: Avventura, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Crack Pairing | Personaggi: Anna, Elsa, Kristoff, Nuovo personaggio
Note: Cross-over, Lime | Avvertimenti: Incest
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Lost and Found'
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Epilogo

 

 

“Il tuo sorriso dolce è così trasparente
Che dopo non c’è niente.
È così semplice e così profondo
Che azzera tutto il resto e fa finire il mondo”

(Tiziano Ferro, L’ultima notte al mondo)

 

 

- Elsa, non voglio farlo mai più! Ricordami di non farlo mai più, ti prego!

Lei le scostò qualche ciocca di capelli dalla fronte. – Non preoccuparti, Anna. Presto sarà tutto finito.

- Questo l’hai detto anche un’ora fa! – le rispose Anna, a voce alta.

- No, l’ho detto dieci minuti fa.

- Beh, io credo... – Un’espressione stupita le passò sul viso. Si morse il labbro a sangue e poi si lasciò sfuggire un grido. L’ennesimo. – Io credo che morirò.

- Andrà tutto bene. Ormai non dovrebbe mancare molto.

- Anche questo l’hai già detto! Stai diventando come me. Ripeti le cose più volte! – Gli occhi di Anna erano stanchi e arrossati.

Elsa lasciò che le stringesse forte la mano. Era vero, l’aveva già detto e ormai non poteva quasi più nascondere la sua preoccupazione. La levatrice non sembrava in ansia, anche se il travaglio durava da parecchie ore. La sua aiutante andò a mettere un recipiente d’acqua sopra il fuoco e nella stanza del parto si diffuse l’odore delle erbe medicinali che vi gettò. La finestra era aperta e i tendaggi erano scossi da una leggera brezza.

- Vostra sorella ha ragione, principessa. Tra poco sarà tutto finito. Dovete prepararvi a spingere – disse la donna che si era aggirata a lungo intorno al letto.

- Non ho la forza per farlo – commentò Anna, adagiando la testa sul cuscino e respirando affannosamente.

Elsa le tirò via qualche altra ciocca dalla viso sudato. – Sì che ne hai, Anna. E se pensi davvero di non averne abbastanza allora prendi un po’ della mia, di forza.

Anna riuscì a sorridere.

Un’altra ragazza arrivata con la levatrice aveva portato con sé un’arpa e si era seduta in un angolo a strimpellare un motivo rasserenante. E che sembrava rasserenante solo per lei.

- La musica, l’incenso... sembra una festa, sapete? – ricominciò Anna. – Un divertimento per chiunque, tranne che per la diretta interessata, cioè io!

- Non è incenso, principessa. Sono erbe. Ve le daremo quando avrete dato alla luce vostro figlio. Vi aiuteranno a rilassarvi... – cercò di spiegarle la levatrice, pazientemente.

Lei non le diede retta. Seguitò a parlare a ruota libera. – Perché non chiamate anche qualche acrobata e delle danzatrici, già che ci siete? Ah, trovate anche qualcuno che esibisca una renna con due teste, un mangiatore di fuoco e un ingoiatore di spade... ma poi abbiamo ingoiatori di spade ad Arendelle? Di certo sarà difficile trovare un mangiatore di fuoco...

- Magari lo troveremo, Anna – rispose Elsa, per calmarla.

- Lo domanderò anche a Kristoff...

- Sì, sono sicura che se scendessi a domandarglielo te ne manderebbe uno.

- E chi vi dice che sarà un maschio? Potrebbe anche essere una femmina. Voglio dire, se fosse uno maschio andrebbe benissimo... andrebbe bene in ogni caso, ecco!

- Naturalmente, principessa – rispose la levatrice.

- Elsa, come ha fatto nostra madre a partorire due figlie...? – L’ultima parola finì in un grido quando l’ennesima contrazione colpì. – Questa è stata davvero forte...

Alla fine, poco dopo il tramonto, Anna diede alla luce una bambina che dimostrò subito di essere forte e sana strillando a pieni polmoni. La levatrice l’avvolse in un velo e la posò tra le braccia della madre.

- È una splendida bambina, principessa. Ed è anche grande! – osservò la donna, sorridendo. Poi invitò le due aiutanti a seguirla fuori dalla stanza. Sarebbe tornata tra poco per dare ad Anna quell’intruglio di erbe che avrebbe dovuto aiutarla a rilassarsi, come aveva detto.

- A me non sembra grande. – commentò Anna, stringendo delicatamente la creatura e sfiorandole la guancia con la punta dell’indice. – Sembra piccola e indifesa.

Elsa le avrebbe anche risposto, se non fosse stata così abbagliata dalla bambina e così emozionata per ciò che stava vedendo. La figlia di Anna singhiozzava ancora. Teneva gli occhi strizzati e il suo viso era rosso e un po’ grinzoso, ma era una meraviglia. Elsa pensava che questo fosse un altro regalo. Uno di quei regali che fino a qualche tempo prima non si sarebbe aspettata di ricevere, isolata com’era all’interno del palazzo, incapace di controllare il suo potere e di avvicinare la sorella come avrebbe voluto.

Mentre ora...

- Vuoi tenerla? – chiese Anna, rivolgendosi a lei e costringendola ad abbandonare le sue riflessioni. Ora era molto più rilassata, anche se esausta.

Elsa esitò. Anna, invece, le diede la bambina, mettendogliela tra le braccia.

La levatrice aveva ragione; era piuttosto grande per essere appena nata. Dischiuse lievemente le palpebre, per poi riabbassarle subito. Le dita minuscole si liberarono del velo che le copriva e la mano si sollevò, afferrando l’aria. Elsa si protese per posarle un bacio sulla fronte e la bambina spostò la mano quel tanto che bastava per appoggiarla sul suo naso. Emise un versetto gorgogliante.

Anna sorrise. Notò quanto gli occhi della sorella maggiore brillassero nel guardare la bambina. Entrambe parevano brillare, spandendo in quella stanza una nuova luce.

Poi Elsa si riscosse e sollevò lo sguardo. – Oh... dovrei... dovresti riposare, Anna. Vado da Kristoff, a dirgli che stai bene. Non oso immaginare quanto sia preoccupato.

- Mmm... – rispose lei. Il peso del mondo doveva esserle ricaduto sulle spalle, perché si sentiva pesante e assonnata. Non aveva bisogno di quelle orribili erbe.

Prima di andarsene Elsa si chinò e le diede un bacio leggero sull’angolo delle labbra. Anna vide il suo viso da molto vicino e si accorse che una lacrima le era scivolata sulla guancia.

- Elsa... stai piangendo? – le domandò, con la voce roca e assonnata.

- Sto bene. – Guardò ancora la nuova vita che respirava contro il suo petto, fra il suo corpo e quello di Anna. – Sono molto felice.

Ed era vero. Non avrebbe mai potuto chiedere di più.

 

***

 

 

Angolo autrice:

Ebbene sì! Anche questa storia è giunta al termine. Sono un po’ triste, come sempre quando finisco una storia, ma sono anche contenta.

Ringrazio tutti coloro che l’hanno letta. Spero amiate questo epilogo fluffoso... e probabilmente un po’ ambiguo.

Ho voluto inserire un piccolo parallelo con una scena Rumple/Baelfire (quanto Elsa prende in braccio la bambina di Anna e lei gli tocca il naso).

E niente. Grazie ancora!


   
 
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