Anime & Manga > Lady Oscar
Ricorda la storia  |       
Autore: queenjane    15/08/2015    4 recensioni
Dedicato, in ordine alfabetico, a Amantea, Lucy'71, Mgrandier, Orny'81, Pamina'71, Tixit, Veronica Franco
Gli antichi dividevano le varie età dell'uomo nella stirpe dell'oro, dell'argento,
del bronzo, degli eroi e del ferro. Tempo addietro ho scritto delle one-shot, che intendo ampliare.
Da leggere come storie a sé o seguito di Golden Age oppure come spin off della storia "The dragon and the rose"..
Genere: Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Oscar François de Jarjayes, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Nota, tempo addietro ho scritto delle one-shot, che intendo ampliare, questo primo capitolo è ripreso da “Intermezzo”.

Metà novembre 1762.

Sei andata via nel giugno 1761, è passato un sacco di tempo e mi manchi.
Anche se ho tanto da fare, e vorrei che conoscessi Andrè, è il nipote di Marie, la nostra governante, orfano è venuto ad abitare qui a palazzo ed è mio amico, un compagno di spada, come lo definisco io, non di giochi.
Spartiamo le lezioni, le risate, le marachelle.
Gli ho raccontato di te, che sei  nata dal primo matrimonio del Generale, hai sposato uno spagnolo e ora siete in viaggio, ma tornerai, spero presto.
A Natale compio sette anni, in molti dicono che sono di una intelligenza precoce e portentosa, con una ottima memoria, accompagnata dalla lingua lunga e da una testardaggine senza pari.
Gradisco meno quando mi chiamano Attila o peste per i tiri che riesco a inventare.
Oggi piove, impossibile uscire, dedichiamoci alla galleria dei ritratti, in genere mi limito a tirare a dritto, ma tanto.
Si parte dagli antenati del XIII secolo, dipinti dai pittori di cento anni fa, poi approdiamo ai giorni nostri, mah. Osservo la targa, leggo le date, non fosse per la pettinatura e il vestito antiquato, giurerei che sei tu.
Oggi mi mancava più del solito, non ricordavo bene la sua faccia, quindi eccomi qui.Già Isabel, sua nonna materna,  me ne ha raccontate di tutte, un pomeriggio ero al laghetto e me la sono ritrovata lì, mi ha invitato da lei, le tenute sono vicine tra di loro, con scorta per il ritorno. Andrè è infilato nelle  cucine, a mangiare (nuova), io a ridere in salotto, pazienza se mi chiamava solo Oscar, era vecchia, però ..
Che caos, inventate, Gabrielle aveva gli occhi scuri, vostra sorella come voi, occhi Jarjayes, però se vedete il ritratto, avete ragione, somiglia alla madre, Gabrielle, cabeza di cabra

- Mia sorella, testa di capra?

Macché sua  madre, povera ragazza, era impossibile, la chiamavo così, va bene, lasciamo correre, la vostra sorellina-
Arrossii- è più alta, sottile, i tratti più marcati, da ragazza la chiamavano rosa rosarum
Rosa delle rose-
Anche il latino, sapete, andiamo bene, va bene, fate sei anni a dicembre ci può stare, insomma era tanto graziosa.
Magari poteva sposare un principe di sangue o della corona.- Fantasticherie, lo sapevo ma perché no?
Fuentes è stato un buon affare, ma … se non resta vedova mica lo può cambiare, marito, dico, sperando poi che mai e poi mai la ripudi, non le converrebbe, inutile quella faccia, le cose per una donna… mica sono semplici. Di rado fa di testa sua … o può scegliere. Anzi, non sceglie mai.Poi lei, sarebbe stata una cattiveria, come tenere una tigre in gabbia, io ero l’ottava figlia Oscar, non mi hanno spedito in convento perché ero carina, le altre mie sorelle chissà dove sono finite e il conte de Saint-Evit era buono con me, anche se era tanto più anziano. Eravamo quattordici figli sopravissuti, lasciamo stare l’erede, ma gli altri si sono arruolati o sono diventati sacerdoti-
Un mezzo sorriso, era giunta giovane dalla Spagna, suo padre imparentato  con l’ambasciatore del tempo, aveva fatto fortuna. Allevata a  Saint-Cyr, aveva poi sposato il conte de Saint-Evit, ufficiale della Guardia Reale Francese, amico di mio nonno il vecchio Generale. Gabrielle e mio padre si erano sposati nel 1738, lei era morta nel 1749, seguita pochi giorni da Luois, loro primogenito, il Generale sposato l’anno dopo, terminato il tempo del lutto stretto con mia madre, che prima di me aveva avuto quattro bambine.
Vero, in seguito, cascasse il mondo ci ritornavo un paio di volte al mese, mi raccontava di tutto un po’, dal vecchio re Sole a quello attuale, Adelaide di Savoia, giochi e canzoni, ogni tanto ricadeva nello spagnolo e meno male che lo sapevo, imparato quando ho soggiornato a casa tua, in Spagna, sennò non ci avrei capito nulla.
Andrè era fisso nelle cucine, lei un servo nel suo salotto non ce lo voleva, ma pace, tranne che diceva che il Generale era loco. Mi aveva offeso, ma lo aveva capito, aggiungendo che non era sempre stato a quel modo, come lo conoscevo, sbagliava a dirlo a me, tranne che perdendo Gabrielle gli si era spezzato il cuore, che l’aveva amata fino al delirio.
Come no, non ci credevo, tranne mia sorella dell’argomento non parlava, LUI neanche ma mi pareva lucida.. Boh.
Dissi che di sicuro era un angelo, come dicevano i sacerdoti, volevo tagliare corto. Sì certo, un angelo irriverente, e mi raccontò di tutti i disastri e i tiri che si inventava.
Forse sbagliava a dire quelle cose, come io ad ascoltare ma capivo da dove fosse arrivata la testardaggine di Cat, l’essere contro ogni regola e buon senso, tranne quello che voleva lei, moltiplicato per venti.

Comunque, mi manchi, sbrigati a tornare, voglio la tua faccia, non un quadro, che le storie me le racconti tu, le ho fatte ripetere tante volte per non sbagliare le parole, ma non credo di azzeccarle sempre.
E gioco con le nuvole, i fiori, sono un pirata, un crociato, un esploratore.
E finalmente un giorno….
  • CAT!!-  il nomignolo con cui ti chiamavo.
  • OSCAR!
  • Sei qui!
(Due figure contro il precoce crepuscolo novembrino, essenza di arancia e rosa, la traccia di un abbraccio).

Tenendole sempre le braccia sul collo, rovescio la testa, ecco il suo viso, amato e sorridente, mi regge per le scapole.
La mia eccezione che fa la regola, Andrè è basito, io NON abbraccio mai nessuno, sono imperscrutabile, amo dire, poi mi sciolgo a malincuore, ma dopo le dico che verrò da lei, annuisce e mi sfiora le spalle, mi appoggio  per un momento e poi andiamo.
Nel giro di poco …
In fondo, è come se non te ne fossi mai andata-
 
 
  • Inutile che metta il broncio, peste, io ti tiro pizzicotti?
  • No.
  • E perché tu devi tirarli a me … comunque, visto che ti infastidisce, non ti chiamo più così, va bene?
Sbuffo e cerco di cambiare argomento, mia sorella è qui a palazzo da poco, di ritorno da un lungo viaggio, e sono felice che ci sia, di nuovo in confidenza, come se ci fosse sempre stata.
Il suo profumo, rose e arancia amara, tutte le storie che mi ha raccontato e mi racconta e..
  • Pensavo una cosa.
  • Sentiamo, avanti- Con un sorriso.
  • Hai sposato uno spagnolo, e non dire che è ovvio, ma anche tua nonna Isabel, la madre di tua madre, la prima moglie del Generale, è di origini spagnole- Socchiude le palpebre, uno spiraglio azzurro e divertito.
  •  Non pensi che sia una specie di cerchio?
  • Forse od una casualità, difficile dirlo.
  • Mmm raccontami della conquista di Granada, è storia ma la racconti come una favola…
In questi infiniti pomeriggi di maltempo, appena posso, vado a cercarla e viceversa, il generale non c’è, mia madre è quasi sempre a Versailles e non è certo una novità.
I suoi racconti sono un portento, ascolta anche Andrè e per un poco ci asteniamo dalle marachelle..

Sembra un fiore in questo salottino, tra i medaglioni con composizioni molteplici di fiori con le cornici dorati a rocaille, i pannelli bianco e oro adesso in voga, con gli stucchi.Anche questi sono dorati,  sembrano facciano sparire il confine tra soffitto e pareti.

È vestita color celeste, come un giacinto od un iris, la schiena curva, è protesa in ascolto verso di me e si riflette nello specchio sopra il camino, la cui cornice è adorna di girandole placcate di bronzo una cosa davvero curiosa e splendida, come i pavimenti ad intarsio dei più svariati legni esotici e francesi.

Al pari delle preziose cineserie, di recente moda, una passione di mia madre, che adora le tappezzerie di seta e le porcellane dell’estremo oriente, le sue stanze private, le poche volte in cui è a casa e non a Versailles, è una dama della regina e non può certo perdere il suo tempo con me, dice il Generale, sono colme di pannelli cinesi di lacca dalle varie forme.
E su questi pannelli sono dipinti uccelli, fiori e paesaggi, e scene, come la coltivazione del riso e del tè, la fabbricazione della seta e della porcellane, scene su cui fantastico, come è là la vita?

Dalle piccole consolle spuntano preziose statuine e vasi pregiati, una volta che per sbaglio ne ho rotto uno … le ho prese tante e non lo avevo fatto apposta, da allora, a ogni convocazione, tengo le mani dietro la schiena e gli occhi per terra, i piedi fermi, osservando gli sfondi azzurri, dipinti con il prezioso colorante azzurrite.
 
Tempo fa, quando ero al castello di Catherine in Spagna, me le spiegò un altro ragazzino, Felipe, il mio primo amico, prima di Andrè, abbiamo trascorso fantastici pomeriggi a giocare con la neve o nei prati, ridendo, dietro al nascondino o giocando a carte o scacchi, la diversità di linguaggi, In principio gli parlavo in francese e lui rispondeva in spagnolo e viceversa, sostituita dai gesti e.. ne rido ancora.

Sapeva tante cose, stava tanto con i grandi e ne ricavava pepite di curioso sapere, che poi condivideva con me e io facevo altrettanto con lui.
  • Guarda che non penso di averti detto io di Granada, Oscar..
  • Allora forse Felipe.
  • Ci sta..
  • Raccontamela tu, invece.
  • Non sono capace..
  • Sì. Invece- Piego le labbra in un piccolo sorrisino, poi raccolgo le idee.
  • .. allora i re di Spagna, Ferdinando e Isabella, cingevano d’assedio Granada, l’ultimo regno arabo della penisola spagnola- mi arrampico sulle sue ginocchia, mi stringe leggermente su una spalla, nessun fastidio, nessuna ingerenza a lei non importa se non sono “perfetto e marziale”- si diceva che il palazzo dell’Alhambra, il forte rosso dalle infinite e sorgive fontane, con stupendi giardini non dovesse mai cadere e invece non fu così, infatti la città si arrese il 6 gennaio 1492 e l’ultimo re arabo, Boabdil,consegnò le chiavi della città su un cuscino di seta. E.. mentre si allontanava a cavallo, si girò a osservare Granada una ultima volta da un passo di montagna sospirando, subito rimproverato dalla madre che vedendolo in quello stato disse: 'Piangi come una donna questo reame che non hai saputo difendere come un uomo' e anche oggi esiste, c'e' un passo chiamato ancora oggi 'il sospiro del moro'… Ma una ragazza, un principessa rimase là, era una esperta e conosceva i segreti su come addestrare i cavalli arabi, sapeva come farli impennare e scalciare e impennare, buttando giù un soldato, con gli zoccoli davanti.. Si convertì, che sennò non  sarebbe potuta rimanere e .. si diede da fare a allenare quei superbi destrieri, che erano come macchine da guerra..
  • La principessa non so se c’era, Catherine, magari ..
  • Va benissimo, lo sai quante volte, partendo da una storia, l’abbiamo arricchita di particolari e ci abbiamo giocato sopra, Oscar? E ora che fai, pietà, perché mi devi sempre smontare lo chignon poveri i miei capelli..e..  vedrai come ti fermo, ora- In tono di finta minaccia e mi avvolge tra le braccia, non protesto, non dico niente e la lascio fare, per una volta almeno.
  • E la regina Isabella di Castiglia si recava a cavallo a sostenere i suoi soldati, lo sai che indossava una corazza e non temeva nulla?
 
 
   
 
Leggi le 4 recensioni
Ricorda la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Lady Oscar / Vai alla pagina dell'autore: queenjane