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Autore: The Lady of His Heart 23    15/08/2015    1 recensioni
“Mi ha mentito cadetto. C’è un forte accumulo di acido lattico ovunque. Temo che non basti una sola seduta per scioglierla del tutto”disse il professore.
Nyota alzò un sopracciglio piacevolmente sorpresa e riprese con più foga a torturarsi il labbro inferiore. In quel momento, al buio e non fuori in palestra o in giro in accademia, il suo professore le sembrava una persona diversa. Si concentrò sulla sua voce. Non aveva mai fatto caso alla sua voce ma solo sulle parole. Parole insopportabili e per la maggior parte dei casi senza senso. Ma la sua voce, la sua voce, era qualcosa di meraviglioso. Era calda, piena, sensuale.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Nyota Uhura, Spock
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Per fortuna Nyota arrivò in tempo in palestra. Salutò Galia e si diresse dal suo professore.
“Cosa vuole che faccia?” domandò Nyota.
“Seguire gli altri per le nozioni base”
“Credevo che fossi stata assegnata a lei?”
“Le nozioni base le prenderà insieme a tutti gli altri. Questione di tempo”le spiegò il suo professore.
“Perfetto”disse Nyota piacevolmente sorpresa nel sapere di non averlo intorno per un po’.
Per tutta la lezione non riuscì a pensare ad altro se non al dolore che la invadeva e l’odio verso il suo professore vulcaniano. Un vulcaniano accidenti, le era capitato un vulcaniano! Niente di peggio. A lezione finita Nyota raggiunse il suo dormitorio. Si rigirò più volte tra le coperte ma non riuscì ad addormentarsi dato che aveva dormito prima.
Il dolore era insopportabile e ogni suo movimento una tortura. Si scordò persino di cenare. Quando si alzò innervosita dai suoi abiti, dalla sua coperta e da tutto qualcuno bussò alla sua porta. Galia era arrivata a consolarla o portarle la cena. Andò ad aprire. “Prof?”rispose accorgendosi che quella davanti a lei non era Galia. “Le ho portato qualcosa da mangiare” disse facendo uno stano cenno con il capo. Un ragazzo che trascinava un carrello pieno di cibo entrò e lo lasciò accanto al letto. Spock gli rivolse un saluto che ricambiò e poi se ne andò.
“Come mai tutto questo fastidio?”domandò Nyota.
“Ritengo sia necessario, per rimanere in forze assumere un equilibrato apporto calorico giornaliero. E dato che ha saltato il pranzo mi è sembrato logico che almeno cenasse per evitare che domani mi svenga a metà allenamento. ” Nyota non seppe se essere grata o infastidita da quel gesto.
“La ringrazio”disse timorosa dell’ennesima annotazione.
“Avverto una forte tensione fisica nei suoi movimenti”disse il professore.
“Forte tensione fisica?”
“Affermativo cadetto. Se lei mi concede credo che sia opportuno una serie di massaggi cardiaci per ristabilire il flusso sanguigno e la flessibilità nelle ossa”
“Flusso sanguigno? Ossa?”
“Ritengo sia molto opportuno. La tensione fisica influisce anche sulla sfera dell’umore”
“Peccato che non conosca nessuno in grado di ristabilire il mio flusso sanguigno”
“Si dia il caso che lei sia stata affidata a uno dei professori più illustri dell’accademia”
“E anche più modesti”
“Come?”
“Niente”disse Nyota distogliendo lo sguardo.
“Si dia il caso che, se me lo concede, potrei essere in grado di aiutarla”disse facendo un passo avanti. In quel preciso momento Nyota si ricordò delle parole dell’amica e del fatto che il suo professore ci aveva provato con lei. Subito si ritrasse.
“No, non glielo concedo, può andare”disse afferrando la porta. Spock si spostò indietro e lei gliela chiuse in faccia. Si voltò seccata pensando che fosse uno schifoso, un rigido schifoso.
Si, ma è un rigido schifoso che ti ha portato da mangiare pensò ma subito azzittì la sua coscienza e vocina interiore. Si fiondò sul carrello e mangiò quanto gli era stato portato. Nonostante la mangiata e i vari stiramenti i dolori iniziarono a farla innervosire parecchio. Erano quasi le undici quando sentì nuovamente bussare alla sua porta. Andò ad aprire e davanti vi trovò Spock ancora in divisa. Rimase immobile senza sapere cosa dire.
“il paragrafo sette comma due sotto paragrafo otto del regolamento internazionale scolastico afferma chiaramente che non ci devono essere rapporti di nessun tipo tra studenti e professori”
“E mi sta dicendo tutto questo perché …?”
“Per rassicurare ogni suo fraintendimento a proposito della discussione che abbiamo avuto poco fa”dice rigido lui.
“Non ho ancora capito dove vuole arrivare”
“Volevo solo assicurarla che il divieto è di tipo emotivo e non fisico”
“Non migliore le cose con questa affermazione sa?”
“Prego?”domandò Spock notevolmente sorpreso.
“Lasci stare … e sentiamo, la cosa dovrebbe preoccuparmi?”domandò Nyota.
“Affatto visto che non ho nessuna intenzione di approfittare di lei o della sua incolumità. Ci tenevo ad informarla che avevo solo intenzione di offrirle i miei servigi”
“Quale parte di non ne ho bisogno non gli era chiara?”
“Deduco dal suo tono che i suoi dolori sono aumentati.”
“Sto benissimo”
“Non si direbbe. La prego, sarei felice di aiutarla e lei dovrebbe ascoltarmi dato che sono il suo professore”
“E va bene”disse Nyota spostandosi “Entri” disse infine facendogli segno di procedere con la mano. Spock entrò. E Nyota chiuse la porta alle sue spalle.
“Cosa devo fare?”domandò incrociando le braccia la ragazza.
“Accomodarsi … e rilassare la schiena” le disse disinvolto lui.
“Come vuole”disse Nyota sedendosi e dandogli le spalle.
“Credo sia necessario aprire la cerniera dell’uniforme”
“Come dice prego?”
“E per il suo bene. Il tutto è più efficace se applicato direttamente sulla pelle nuda. Sarebbe illogico sui vestiti.”
“Può farlo lei? Non riesco proprio a muovere le braccia” Spock leggermente sorpreso da quella richiesta, scelse di non protestare e aprì la cerniera. Allargò la divisa e Nyota se la sfilò dalle braccia stringendola al petto. Senza pudore Spock le slacciò anche il gancetto del reggiseno. Nyota arrossì e si sentì grata di trovarsi di spalle a lui in modo che non potesse vederla. Al tempo stesso però si sentiva irritata. Come poteva quell’idiota, rigido, fastidioso, seccante, presuntuoso, saccente, arrogante del suo professore vulcaniano essere così naturale davanti ad una situazione del genere. Ma all’improvviso tutti i neuroni del suo cervello andarono in tilt. Le bastò infatti un suo tocco per farle resettare tutto. Si morse il labbro nervosa per reprimere un gemito.
“Mi ha mentito cadetto. C’è un forte accumulo di acido lattico ovunque. Temo che non basti una sola seduta per scioglierla del tutto”disse il professore.
Nyota alzò un sopracciglio piacevolmente sorpresa e riprese con più foga a torturarsi il labbro inferiore. In quel momento, al buio e non fuori in palestra o in giro in accademia, il suo professore le sembrava una persona diversa. Si concentrò sulla sua voce. Non aveva mai fatto caso alla sua voce ma solo sulle parole. Parole insopportabili e per la maggior parte dei casi senza senso. Ma la sua voce, la sua voce, era qualcosa di meraviglioso. Era calda, piena, sensuale. Quando Spock passò al suo collo non seppe resistere e reclinò la testa indietro. Nel gesto i suoi denti persero la prese sul suo labbro e gemette silenziosamente.
“Sente la sua massa muscolare adeguatamente rilassata”
“Non del tutto”rispose Nyota desiderosa del suo tocco. Spock continuò massaggiandole i tendini del collo con delicatezza e al tempo stesso decisione. Le sue mani scorrevano veloci ed esperte lungo tutta la sua schiena.
“Suppongo che abbiamo finito. Non avverto la presenza di noduli o accumuli di acido qui attorno”
“Mh-mh …” fu l’unica cosa che Nyota riuscì a dire.
“Avverte dolore da qualche altra parte?”le domandò.
“Eh …”disse Nyota risvegliandosi da quel piacevole e rilassante trans. “Si, alle braccia e alle gambe ma non serve …”non fece neanche in tempo a finire la frase che Spock le aveva afferrato il braccio destro e aveva incominciato a massaggiarglielo. Poi passò al sinistro. Nyota lo fissava incantata. La parte più imbarazzante furono le gambe. Spock la fece distendere sul letto e si inginocchiò davanti a lei. Le afferrò delicatamente il lembo dei suoi pantaloni e glieli sfilò lasciando scoperte le bellissime gambe nude del cadetto. Nyota diventò ancora più imbarazzata di quanto non lo fosse già. La sua maglietta e il suo reggiseno erano a terra. Le erano caduti durante i massaggi alle braccia.
Così fu costretta a mettersi un cuscino sul petto. In ginocchio davanti fece scivolare le sue mani dalle gambe alle cosce, per poi afferrargliele con decisione e allargargliele. Iniziò dal polpaccio destro per poi risalire alla coscia e passare al gamba sinistra. Era la tortura più dolce a cui Nyota era stata sottoposta fino ad ora. Spock procedeva freddo e indifferente senza guardarla ma concentrandosi solo sui punti di pressione del suo corpo.
In genere una persona normale si sarebbe sentita violata davanti ad una scena del genere ma Nyota si sentiva stranamente sicura, fin troppo sicura. Si sentiva protetta tra quelle braccia esperte che si prendevano cura del suo corpo e le alleviavano ogni sofferenza, anche se la tortura più forte stava avendo luogo dentro di lei.
Quando ebbe finito Spock si mise in piedi e Nyota fece lo stesso. Il cuscino ancora premuto contro il petto.
“Va meglio?”le domandò lui. Nyota distese la schiena e non sentì dolore.
“Molto meglio … grazie”disse infine.
“Non c’è di che. Sono felice che le mie conoscenze le siano state d’aiuto”disse infine.
“Professore?”lo chiamò Nyota mentre lui si era già avviato verso la porta. Spock si voltò. Nyota non sapeva perché lo aveva chiamato, in realtà non sapeva neanche cosa dirgli. Voleva solo averlo li con lei ancora per un altro po’. Voleva ancora sentire le sue calde e possenti mani impossessarsi del suo corpo e della sua mente. Le piaceva e voleva sentirsi sua. Il pensiero che formulò mandò subito in pappa il suo cervello. Cavolo lui era un vulcaniano, un Vulcaniano maledizione!
“Mi dica”
“O .. b-be, io ho …”iniziò a balbettare Nyora rendendosi subito conto in che situazione del cavolo si era cacciata e soprattutto della figura di merda che avrebbe fatto davanti a un suo rifiuto.
“Ogni tanto quando dormo avverto delle forti fitte di dolore. Mi chiedevo se per caso può dormire qui così se avverto dolore può farmi questa cosa che mi ha fatto poco prima ai muscoli”
“Sono nella stanza qui accanto cadetto. Se avverte dolore può chiamarmi e sarò subito qui da lei”
“E non potrebbe stare qui”
“Sono spiacente cadetto, ma sembrerebbe sospettoso dormire nella medesima stanza e nel medesimo letto. Sono pur sempre un suo superiore”
Quelle parole la trafissero più pungenti di una spada. Ecco la stava rifiutando. E lei stava morendo dentro. In tutti i punti in cui lui l’aveva toccata si sentiva bruciare. Praticamente le andava in fiamme il corpo intero.
“Capisco. Mi spiace”disse Nyota a capo chino.
“Le consiglio di riposare. Domani puntuale a lezione con gli altri cadetti.”
“E se non c’è nessuno e qualcuno mi trova li da sola ad aspettare che faccio?”
“Le dica che è il mio di cadetto. Ma suppongo che in quel caso lo abbiano già intuito da loro. Voglio che i miei cadetti siano impeccabili”
“Quindi è per questo che ha fatto tutto questo perché apparissi impeccabile domani?”
“Affermativo cadetto. Buona serata”disse infine uscendo. Nyota chiuse la porta con un tonfo secco e tornò a letto sprofondando la testa sul cuscino per reprimere un grido.
   
 
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