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Autore: Lia Joestar    16/08/2015    4 recensioni
Il passaggio tra l'età infantile e quella adolescenziale è quasi sempre un duro colpo.
Ma, anche se un peluche non invecchia come un essere umano, potrebbe provare le stesse emozioni.
Genere: Malinconico, Slice of life, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Mi presento: chiamo Bob.
"Quanta dolcezza in un nome.." Pensavo sempre quando la mia bambina umana mi chiamava. Gli altri mi chiamavano "giocattolo", "pupazzo", a volte anche "Peluche". Ma solo lei, Sheryl, mi chiamava Bob. 
Onestamente, è da parecchio che non sento più questo nome. Sì, saranno passati anni. Ricordo anche perfettamente l'ultima cosa che mi disse la mia Sheryl:"Ciao Bob, la mamma oggi mi ha detto una cosa brutta..." Piangeva, ci stringemmo in un abbraccio, poi lei continuò:"Un giorno io e te dovremo separarci! Ma io non voglio!"
Non pesavo più di tanto quelle parole, anche perché spesso non le capivo. Ma ciò che avvenne dopo mi fece capire la verità. Era vero, dovevamo separarci un giorno, e temo che quel giorno sia arrivato. Per Sheryl, l'essere bambina non è infinito. Ora è cresciuta ed è cambiata parecchio. Ogni tanto mi guarda con nostalgia, è vero, ma spesso è parecchio strafottente, non solo con me, un po' con tutti, a dire il vero. Ciò mi spezza il cuore.
Sì, gli umani non ci credono, ma anche io piango a volte; il fatto è che per loro piangere significa cacciare lacrime, per me non è così. Per me se qualcuno è triste sta già piangendo, per questo dico che spesso piangevo. Piangevo ripensando ai bei tempi in cui Sheryl mi offriva il tè o mi teneva ben nascosto nel suo zainetto della scuola. Mi portava con se ovunque. 
 
Poi, lei ha accettato la realtà dei fatti: una futura adulta non se ne poteva far nulla di un Bob (o di un peluche). Ed ecco, ora io sono qui a raccontare di come sia finita per me. Non nego certo che sto pensando ai cambiamenti di Sheryl che ho accompagnato per lunghissimi anni, anzi, mi sento parecchio malinconico; d'altronde, gli addii sono dolorosi per tutti.
O quasi.
Quando Sheryl venne per il nostro addio non sembrava così dispiaciuta, anzi. Mi rivolse la parola è vero, ma non furono certo parole carine, inoltre ormai conosco Sheryl: se fosse stata triste lo avrei letto nel suo volto. Ma era felice quel giorno, e non poco. Parlava di qualcosa circa un ragazzo e della bella figura che dovesse fare con lui. 
Sheryl si era innamorata, e mi ha rimpiazzato. Ha trovato qualcuno migliore di me, che parla, ride scherza ed è sicuramente più trasparente di me. Alle ragazze piacciono i ragazzi che vivono. 
Così quel giorno, bella più che mai, finito di riordinare la sua camera come mai aveva fatto, mi prese per un braccio e mi mise in un sacco nero. Trascinò il sacco, pieno insieme a me di tanti altri giocattoli, in un posto ancora più buio. Da allora non ho più rivisto Sheryl. 
Ammetto che all'inizio non capivo, non mi capacitavo del fatto che mi avesse abbandonato. Ma pensandoci, tutte quelle parole, quegli atteggiamenti, quegli adulti che la costringono a essere come lei... 
Sono qui ormai da anni, che mi hanno fatto capire di essere fortunato a non essere finito in una discarica. Sono vecchio, lacerato, appuzzino dall'umidità circostante e gli insetti piano piano mi divorano. Qui posso solo aspettare, aspettare di morire o di un nuovo amore. 
 
E il giorno è arrivato.
 
Sento un rumore che non sentivo da immemorabile tempo, rumore di passi, passi umani! Non è mai morta la speranza in me di vedere qualcuno che mi ami di nuovo, ancora e magari per sempre. 
Sento una voce strana, femminile, non capisco se di una giovane o di un'adulta. Questa voce e questi passi si stanno avvicinando, lo sento. 
Finalmente sento delle mani sul mio vecchio corpo di pezza, e dopo tanto rivedo un viso, faccia a faccia: è una bella ragazza, bella grande, con capelli nero d'ebano, gli occhi verdi e mille di quei gioielli che gli umani usano per decorarsi la faccia. 
Eppure io conosco quel viso, l'ho visto per troppo tempo per non riconoscerlo, nonostante il drastico cambiamento. 
Il viso dell'umana comincia a rigarsi di lacrima e ho solo il tempo di provare la stessa emozione prima che l'una a mi stringesse a sè.
"Ciao Bob" disse lei.
E piangendo le risposi:"Mi sei mancata, Sheryl."
   
 
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