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Autore: Hi Fis    16/08/2015    3 recensioni
Adattamento in raccolta del primo capitolo completo della saga di Mass Effect. Vuole essere il mio tributo alla saga fantascientifica della Bioware, il racconto del primo capitolo della saga di Mass Effect e la mia prima long-fic. Comandante Shepard di questa raccolta è un ricognitore, spaziale, eroina di Elysium.
Si basa decisamente sul lore e sulle avventure presenti nel videogioco, cercando di dare al tutto una forma il più coinvolgente possibile.
Genere: Avventura, Azione, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Comandante Shepard Donna, Un po' tutti
Note: Raccolta | Avvertimenti: Contenuti forti, Violenza
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 Non pioggia, ma tuono, ed il suono di giganti.
Hellboy
 
"... Per coloro che si sono sintonizzati solo in questo momento, riassumiamo l'annuncio fatto dal Consiglio pochi minuti fa: a seguito degli avvenimenti noti come Battaglia per la Cittadella, è stato offerto all'Umanità un posto nel Consiglio..."
 
"...E io dico che è anche colpa nostra: sono tre decadi che continuiamo a sottovalutarli. 30 anni fa, Incidente del Portale 314. Siamo stati il loro primo contatto, e nonostante possedessero mezzi tecnologicamente inferiori, hanno messo in dubbio tutto quello che credevamo di sapere dopo 15 millenni di onorevole storia militare. Sono... preoccupato dal fatto che abbiano ricevuto un seggio nel Consiglio dopo così poco tempo? Che gli Spiriti mi siano testimoni, la mia risposta è sì. Ma, e non voglio essere frainteso, la Battaglia della Cittadella dimostra senza ombra di dubbio il fatto che questo onore è meritato. Hanno salvato il Consiglio, quando noi Turian non eravamo più in grado di farlo, ribaltando un pronostico che sembrava certo e sacrificando più vite di quante chiunque avrebbe avuto il diritto di chiedere, e tutto questo per difendere il nostro sistema di governo. Quindi sì, appoggio questa candidatura: almeno gli anni futuri saranno interessanti..."
 
"...Mi trovo in sala con l'ammiraglio Kastanie Drescher e l'ambasciatore Osoba, nostri graditi ospiti quest'oggi. Ammiraglio, dopo l'ingresso dell'Umanità nel Consiglio si sentono voci sempre più insistenti che suggeriscono come la vostra Alleanza dei Sistemi sia nel bel mezzo di una corsa agli armamenti. Può dirci qualcosa al riguardo?
-Non una corsa agli armamenti, piuttosto una grande mobilitazione. L'Umanità si è sempre attenuta al trattato di Farixen, e posso assicurare ogni persona che ci sta seguendo in questo momento che continueremo a farlo, ma siamo chiamati ora ad ergerci anche a nuovi difensori dello Spazio della Cittadella, come membri del suo Consiglio. Le nostre responsabilità sono divenute molto più grandi di quanto potessimo immaginare, e desideriamo semplicemente essere all'altezza del compito, impedendo a tragedie del passato di ripetersi sulle nostre colonie, o su quelle di altri...
-Eppure, esperti del Consiglio sostengono che vi stiate preparando a raddoppiare nei prossimi tre anni il numero dei vostri vascelli e delle vostre flotte... non le pare sia esagerato?
-...Sono dell'opinione che una timida risposta dopo la Battaglia della Cittadella sia inaccettabile, sopratutto per il numero di vittime che esso ha causato fra la popolazione civile. È stata la prima volta nella storia dello Spazio del Consiglio che la Cittadella stessa si è trovata militarmente sotto attacco: come rappresentante dell'Alleanza dei Sistemi, la mia ferma intenzione è che una cosa del genere non accada mai più.
-Quindi lei supporta una rappresaglia militare contro i Geth?
-Decidere offensive militari di simile portata è una prerogativa del Consiglio... ma se mi fosse ordinato di puntare le mie navi contro i Geth domani, non avrei alcun problema ad eseguire quell'ordine..."
 
"...Secondo lei, qual è la caratteristica più importante che gli Umani porteranno al Consiglio, dalatrass?"
-La loro mancanza di specializzazione. Gli Umani non posseggono le risorse militari Turian, le capacità diplomatiche Asari o la nostra tecnologia... eppure nonostante questo, sono in grado di perfezionarsi in ognuna di esse a seconda della necessità. Se qualcuno crede che gli Umani abbiano bisogno di essere guidati, ha ragione, ma non per le ragioni che crede. A buon diritto, entrano nel Consiglio come pari, non da subordinati..."
 
"...Mr. Osoba, lei è il terzo ambasciatore della Specie Umana alla Cittadella. Come vive l'ingresso della nostra specie nel Consiglio?
-Citando Shakespeare, posso solo dire che è un prode nuovo mondo. Nella forma, l'incarico di ambasciatore presso la Cittadella può apparire piuttosto semplice, nella sostanza... direi decisamente l'opposto.
- Mi corregga se sbaglio, ma lei faceva già parte della nostra delegazione diplomatica alla Cittadella quando Anita Goyle è stata nominata nostra prima ambasciatrice...
-È corretto.
-Ma poi ha dato le dimissioni quando è stato chiamato Donnel Udina a succederle...posso chiederle perché?
-Un... incompatibilità di vedute con il mio predecessore: non posso negare i risultati che Donnel Udina ha ottenuto politicamente, ma... forse è il momento di occuparci anche dello stile della nostra diplomazia, piuttosto che inseguire risultati a tutti i costi.
-Crede che il fatto che lei risulti più gradito ai politici della Cittadella abbia causato le dimissioni del suo predecessore?
-Da quello che so, le dimissioni di Udina sono state date spontaneamente per perseguire un nuovo percorso politico..."
 
"...Con troppa curiosità: eppure siamo convinti che molti spettatori sarebbero eccitati dell'avere l'opportunità di rivolgere qualche domanda all'Eroina della Cittadella e di ascoltare il suo punto di vista...
-Sfortunatamente, il lavoro del Primo Spettro Umano non è mai finito... il comando congiunto mi ha fatto sapere che al momento il comandante Shepard è impegnata in una missione prioritaria.
-Con esitazione: sono dunque infondate le dicerie che sia rimasta ferita durante la Battaglia per la Cittadella?
-Posso garantire che il comandante Shepard è viva e sta bene.
-Con insincero entusiasmo: siamo rassicurati dalle sue parole."
 
"Il sottoscritto si chiede come sia possibile che possa essere stato permesso: rimuovere il monumento ai portali degli Illuminati dal Presidium è un sacrilegio...
-Il Monumento ai Portali è in fase di restauro: al momento è stato posto al sicuro negli archivi della Cittadella e lì rimarrà fino a quando il Consiglio deciderà altrimenti!"
 
"...E cosa può dirci sul Primo Spettro Umano, capitano Anderson? A livello personale?"
-Che cercare di arrivare a lei tramite i suoi conoscenti è una pessima idea se mai ne ho sentita una, miss Al Jilani. Il comandante Shepard è la miglior amica che si possa avere, e il nemico che non si vuole avere...
-Crede davvero che un vecchio soldato come lei possa essere la scelta giusta come Consigliere Umano...?"
 
Il clamore dell'ingresso dell'Umanità nel Consiglio non arrivò fino ad Ilos: per l'equipaggio della Normandy, la missione non aveva mai fine.
Eppure... tutti a bordo sapevano che le cose erano già cambiate: lo sentivano... istintivamente.
 
***
 
"...Credo di avere un problema, dottoressa."
Hayat e Liara erano entrambe nude nel letto dell'Umana: un gomitolo di arti disposti disordinatamente, ignare in verità del loro stesso orientamento. Erano... in balia, l'una dell'altra: per descrivere ciò che provavano in quel momento, beatitudine non sarebbe stato un termine esagerato.
"...Sì?"
La scacchiera che le aveva unite era stata abbandonata fin da quando erano risalite a bordo della Normandy: ogni momento libero che potessero spendere assieme era usato nella sua pienezza, come testimoniavano le risposte monosillabiche di Liara.
"L'idea di alzarmi da questo letto mi è insopportabile." rispose Hayat.
Se l'unione mentale già di per sé era qualcosa di sconvolgente per la psiche di coloro che ne erano coinvolti, aggiungere ad essa la gioia, la felicità carnale e semplice che si prova mischiando i propri corpi, era quasi soverchiante per le loro anime... e qualcosa di cui entrambe stavano scoprendo di non volere più fare a meno.
"...Sì." ammise Liara.
Per quanto però la Sovereign fosse stata sconfitta, per quanto volessero altrimenti, c'era ancora da fare: i Geth avevano forse perso il loro Dio e il suo Messia, ma non erano diventati meno pericolosi, né i Razziatori avevano smesso di ritornare. Anche senza questo comunque, l'esplorazione e la messa in sicurezza di Ilos non erano compiti da poco per una sola nave. Solo la disciplina militare e il senso di responsabilità permettevano alla catena di comando della Normandy di funzionare ancora, e a Shepard di districarsi da Liara ad ogni alba, per quanto a malincuore: per il resto dell'equipaggio invece, la dottoressa e il comandante erano nel bel mezzo di un'analisi serrata sia dei reperti recuperati da Ilos, sia dei dati dei dischi Prothean raccolti fino a quel momento, su cui gli algoritmi di Vigil avevano finalmente gettato un po' di luce. Quella almeno era la spiegazione ufficiale, anche se non riusciva a tenerle sempre al sicuro: Felawa per esempio si era offerto di aiutarle nel loro lavoro di analisi.
Era stato molto difficile per il comandante trovare al volo una scusa convincente quando il caporale l'aveva suggerito a cena, mentre Liara cercava ostinatamente di recuperare la posata che le era caduta sotto il tavolo:
"...Credi che riusciremo a rimettere in funzione il generatore oggi?" le chiese Shepard, sperando di fornire ad entrambe abbastanza ragioni per alzarsi.
Dopo la sconfitta della Sovereign, i Geth avevano quasi abbandonato Ilos: al contrario di quello che l'equipaggio della Normandy aveva temuto, quando erano tornati nel sistema Rifugio vi avevano trovato solo un pugno di navi ostili ad attenderli, navi che erano state subito abbattute. Restavano ancora molti Geth sulla superficie del pianeta tuttavia, ostili di cui marine della Normandy si stavano ancora occupando in operazioni giornaliere di guerriglia urbana.
"...Non lo so." rispose Liara pensierosa: "Mi accontenterei di trovarlo."
Il generatore che aveva alimentato Vigil, e il bunker dove era rimasto nascosto per 50 millenni, doveva aver ceduto durante la battaglia per la Cittadella, o forse era stato semplicemente spento dai Geth una volta esaurito il suo compito: ancora una volta, Ilos era tornato ad essere un pianeta morto, dove niente si muoveva a parte gli incendi spontanei e i Geth a terra, ormai solo forze sbandate e senza più speranza, ma non per questo disposte ad arrendersi.
Con l'importanza però dei reperti Prothean su Ilos, il bombardamento orbitale era da escludersi:
"Forse dovremmo sospendere le nostre spedizioni in coppia a terra, dottoressa, e lasciare che se ne occupino le forze del Consiglio quando arriveranno: di sicuro avranno più uomini per passare Ilos al setaccio..."
"Come dite voi Umani, sul mio cadavere!" ribatté Liara: "...E poi ti piace quando prendo il comando." aggiunse con un bacio sulla guancia.
Il sorriso di Hayat disse tutto quello che c'era da sapere sulla questione:
"...Devo ammettere che avere un affascinante archeologo Asari a dare ordini a questa marine ha i suoi pregi. Specie ora che ho un braccio solo." disse Hayat, agitando lievemente la sinistra ingessata.
"Non che ti abbia rallentato affatto... con me." rispose Liara arrossendo.
La mano dell'Umana fu sulla sua nuca in un istante, e il bacio...
"Non posso farci niente Liara: tu tiri fuori il meglio di me. Grazie."
"...Sì?" rispose l'archeologa.
"A questo proposito dottoressa...le andrebbe di dividere la doccia con me?" chiese timidamente Shepard.
"...Per quanto l'idea di avere le sue mani sulle mie creste mi sia... emh... estremamente gradita, comandante..." sospirò Liara: "...Sappiamo entrambe che non riuscirei a ritornare al laboratorio prima dell'inizio del prossimo turno. E a quel punto avremmo molte spiegazioni da dare."
"Lo sai che non m'importerebbe, vero?"
"Lo so... ma un passo alla volta. Non c'è bisogno di scuotere la barca prima del tempo. Letteralmente, in questo caso."
"...Il mio pessimo senso dell'umorismo ti sta rovinando, T'Soni."
"Au contraire, mon capitan." recitò Liara, scambiando un altro bacio con Hayat, prima di cominciare il gravoso compito che era alzarsi e cercare di dividere i suoi vestiti da quelli dell'Umana, chinandosi sulla pila.
"...Stai fissando." disse ancora la dottoressa dopo un po', senza bisogno di voltarsi: Hayat si produsse in un sospiro, e non cercò nemmeno di negare.
"Non posso farne a meno. È una sfumatura di blu così... irresistibile."
"Hayat Shepard! Una tale sfacciataggine è indegna del primo Spettro Umano." disse ridendo Liara, ma quando si voltò, fu il suo turno di sospirare: l'Umana la guardava sdraiata in mezzo al materasso, nuda e senza vergogna.
"Due possono giocare a questo gioco, T'Soni." rispose dolcemente il comandante.
"...Dea."
"Può chiamarmi Hayat, dottoressa."
Liara affondò la fronte nel polso:
"Sarai la mia morte, Hayat." disse l'Asari con un lieve sorriso, mentre l'Umana si dava lo slancio con i piedi per scendere dal materasso ed entrare nella doccia, lasciandosi dietro un letto che assomigliava ad un campo di battaglia.
"Spero proprio di no, Liara... almeno... ne vale la pena?" chiese sporgendo solo la testa oltre lo stipite del suo bagno.
"Sì. Sempre." rispose l'Asari con decisione: ne valeva la pena anche solo per il sorriso che le rivolse Hayat in quel momento.
Un sorriso pieno di vera felicità.
 
Con il loro CO inabile al comando sul campo, Wrex ancora in infermeria e Garrus occupato assieme a Gladstone in ogni sua ora di veglia a restituire a Castor funzionalità a ruote e armi, erano Williams e Tali ad occuparsi direttamente della disinfestazione dei Geth su Ilos, aiutate dai quattro marine della Normandy. Con sei uomini ed un solo Mako però, i marinai erano costretti ad agire sempre in due squadre, ma nessuno si lamentava... a parte i Geth forse, quando incappavano nella linea di tiro di Pollux o del fucile da cecchino di Williams, dopo aver inseguito l'esca di turno. Era una strategia semplice, un po' banale forse, ma di certo efficace e con Tali a disturbare le loro comunicazioni, intere squadre Geth scomparivano dal pianeta senza che potessero chiedere aiuto.
"Distruttore Geth. Elevazione, 3.35 metri. Vento da sud, sud ovest. Temperatura 35 °C, umidità 12%..."
Quel giorno era il turno di Barcalow come spotter e guardia di Williams: un uomo di poche parole, dalla faccia piena come una luna, ma dalla carnagione olivastra.
"Distanza... 2543 metri."
Williams espirò a meta, bloccò la laringe e aspettò l'intervallo tra due battiti del suo cuore per tirare dolcemente il grilletto.
Il fucile da cecchino cinguettò, scalciando lievemente sulla sua spalla: Williams aspettò che il proiettile arrivasse a destinazione, più di due secondi dopo, prima di parlare.
"...Quale Distruttore?"
"Crede che venderebbero un mostro del genere anche a noi semplici marine, capo?" chiese Barcalow, mentre da un'altra direzione, Pollux cominciava a far cantare il suo cannone.
"Non vuoi sapere quanto costa, Barcalow... sul serio. Anche adesso, è praticamente in prestito." rispose Williams, senza spostare l'occhio dal mirino: appena ebbe un'altra testa di torcia nell'ottica, fece di nuovo fuoco.
Fu un tiro avventato, ma il mirino del fucile aveva suggerito a Williams le possibili traiettorie di movimento del Geth, esprimendole con indice statistico: il capo artigliere aveva scelto la più probabile, e il suo bersaglio si trovò con solo mezza faccia. L'aveva preso di striscio: fu costretta a sparare una seconda volta al petto per finirlo:
"Però..." commentò pacifico Barcalow: "Non male ma'am."
Ad Ashley venne quasi da ridere a farsi chiamare ma'am: era la prima volta che era una ma'am per qualcuno. Shepard era sempre stata il capo... ma a quanto pareva, dopo la Battaglia della Cittadella la squadra aveva guadagnato anche per i marinai della Normandy una reputazione famigerata. Williams credeva che fosse esagerato, specie nei suoi confronti, ma di sicuro aiutava il suo complesso di inferiorità, specie con metà del team bloccato per varie ragioni sulla Normandy.
Com'è che diceva sempre il comandante in quelle situazioni? Ho fatto solo il mio dovere? Williams decise di volerci provare a sua volta:
"...Solo un altro giorno tra i marine, Barcalow."
"Crede che potrebbe... farci fare un giro anche a questo marine la prossima volta, ma'am?"
"...Perché non ora?" rispose Williams, passandogli il mostro che era il suo HMWSR-X modificato: ormai, i Geth erano in rotta. Non valeva la pena fare i preziosi con i propri giocattoli.
Barcalow poggiò il fucile contro la spalla, rimanendo in posizione per pochi istanti... poi tirò a sua volta il grilletto: a più di due chilometri di distanza, un Geth impegnato a fare fuoco sul loro IFV perse il suo braccio.
"Bel tiro." si complimentò Williams.
"Beh... ma'am, se non fossi sposato, credo che cercare di corteggiarla sarebbe d'obbligo a questo punto." commentò Barcalow restituendole il fucile.
"...Sei sposato, Zander?"
"Aye. Cinque anni a settembre. E piuttosto felicemente."
"E la tua Jane non ha problemi ad averti così lontano da lei? Specie dopo la Battaglia per la Cittadella?"
Barcalow sorrise sotto il suo casco, e si sentì nella sua voce:
"...Il mio John è un tipo comprensivo."
"...Com'è la vita da sposati?" gli chiese, prima di sparare ancora.
"Non ci rinuncerei per niente al mondo, ma'am. E lei? Ha qualcuno che l'aspetta a casa?"
"Tre sorelle. Per ora mi bastano..."
"Aye. So come si sente: a volte è meglio in trincea che in famiglia. Più tranquillo... E a casa non avrei simili giocattoli."
"Ricevo forte e chiaro, Barcalow." rispose Williams con l'occhio nel mirino, senza trovare altri bersagli. Perfettamente in battuta, arrivò nell'auricolare anche la voce di Tali:
"...Qui Pollux: griglia 98 disinfestata. Pronti a procedere per la 99."
"Ricevuto Tali, stiamo arrivando."
"Sono sempre quelli che non ti aspetti..." commentò Zander tirandosi in piedi e offrendo la mano a Williams: "...Non avrei mai pensato che una persona così garbata e gentile come Tali potesse provare così... tanto divertimento ad uccidere Geth."
"Non ne hai davvero idea, marine."
 
"Comandante, qui Normandy per il rapporto periodico."
"La ascolto Pressly."
"Situazione immutata: nessun Geth in un raggio di 50 chilometri dalla vostra posizione."
"E il resto della squadra?"
"Griglie da 90 a 109 sicure. Nessun ferito: Pollux è convinto di poter arrivare fino alla 130 prima che il sole tramonti..."
Su Ilos i giorni erano molto lunghi: il pianeta ruotava sul suo asse in 54 ore e mezza, e dopo tutto quello che avevano passato, i marinai della Normandy erano confidenti di poterle usare tutte al meglio.
"Riferisca che apprezzo l'entusiasmo, ma che non è necessario strafare: abbiamo almeno una settimana prima che le forze del Consiglio ci raggiungano. Lasciamo qualcosa anche per loro."
"Sissignora... E il CMO vuole sapere come si sente."
Shepard non poté fare a meno di ruotare gli occhi esasperata: pur di accontentare Chakwas, aveva persino dovuto indossare la sua corazza da combattimento Onyx delle forze dell'Alleanza, invece che la Colossus da Spettro, in modo da alleggerire il peso sulla sua caviglia. Con indici cinetici e ablativi di 189 e 35 però, invece dei 565 e 96 a cui si era abituata, l'armatura Onyx era diventata per il comandante come il vecchio paio di jeans smessi che si era costretti a portare dopo anni: pratici forse, ma non necessariamente confortevoli.
"...Ricordi a Chakwas, Pressly, che avete la trasmissione dei nostri parametri vitali e le riprese video del mio casco in diretta sulla Normandy. E che per quanto apprezzi la sua preoccupazione, è di diverse sfumature troppo pallida per potersi sostituire a mia madre. Ho solo un braccio rotto e una caviglia slogata: non mi hanno mai fermato prima."
"Sissignora."
"Shepard chiude." disse il comandante prima che Chakwas arrivasse a chiederle se avesse preso i suoi analgesici e fosse costretta a mentirle.
Con il braccio sinistro bloccato al petto, Shepard sarebbe stata in grado di difendere Liara solo con la pistola che aveva sulla coscia, e anche se Liara portava con sé il suo fucile d'assalto e abbastanza poteri biotici da poter affondare una nave trasporto truppe Geth se fosse stato necessario, il comandante preferiva non diminuire i suoi riflessi con cose superflue come gli analgesici. Sapeva perfettamente di comportarsi come l'archetipo del maschio sciovinista, ma ad Hayat non importava: il primo che avesse cercato di toccare Liara mentre entrambe erano immerse nel retaggio Prothean di Ilos, e quindi quanto di più simile al giardino dell'Eden ci fosse per l'archeologa, si sarebbe trovato entrambi gli scarponi del comandante in bocca. E c'era un motivo se il comandante Shepard, Leonessa di Elysium, Primo Spettro Umano ed Eroina della Cittadella non sapeva ballare: anche a causa del potenziamento genetico delle forze speciali dell'Alleanza, aveva un bel piede...
Curiosamente, in quei momenti Liara aveva pensieri simili ai suoi: il fatto che Shepard le concedesse di proteggerla con i suoi poteri biotici e le sue armi era un insperato privilegio. Per la prima volta da quando si conoscevano, Liara era meglio armata e corazzata di Shepard ed era lei ad aprire la strada ad entrambe, mentre avanzavano tra le rovine Prothean, alla ricerca di un passaggio che potesse portare al generatore della città, per ora ancora inaccessibile.
Quell'occasione era la prima volta in cui Liara poteva mostrare ad Hayat il suo mondo, fatto di studi deliberati e quieti, ma non meno importanti di battaglie all'ultimo sangue: un mondo il suo che era fatto della gioia della scoperta e del ritrovamento. E le rovine Prothean attorno a lei, l'euforia dell'esperienza di essere su Ilos come parte della prima spedizione archeologica a mettere piede sul pianeta dopo l'estinzione dei Prothean, e la compagnia di Hayat che la seguiva, contribuivano a costruire per Liara l'ideale paradiso, che sperò potesse durare per sempre: guai a coloro che avessero cercato di interromperle!
Quei giorni su Ilos sarebbero stati alcuni fra i più felici dei primi 106 anni della vita di Liara: momenti in cui lei e Hayat avrebbero avuto il tempo e l'agio di innamorarsi nuovamente l'una dell'altra, fin dall'inizio, senza il peso dell'Universo sulle loro spalle. Sarebbe stato un periodo breve, ma indimenticabile ad entrambe...
 
***
 
Diverse ore dopo, quando ormai era calata la notte su Ilos e la squadra aveva speso quasi venti ore di discontinuo combattimento sulla sua superficie, su richiesta di Shepard si ritrovarono tutti in infermeria: non c'erano nuovi feriti fra loro, ma Wrex non poteva ancora muoversi. In verità, il Krogan mal sopportava il suo forzato riposo e la necessità di restare a letto con una gamba immobilizzata, ma la Battaglia della Cittadella aveva lasciato il suo segno su ognuno di loro: Wrex era stato semplicemente il più sfortunato, e solo alcuni passatempi riuscivano a distrarlo e a tenerlo di umore... sufficientemente alto, ma l'intero equipaggio aveva dovuto contribuire a prendersi cura del suo morale. Shepard per esempio gli aveva passato la sua intera collezione delle partite dei Draghi di Edmonton nella Lega di Combattimento Urbano, mentre Williams aveva aggiunto i migliori film che avesse salvato nel mainframe della nave, in special modo Spaghetti Western e vecchi blockbuster d'azione. Tra quelli, i vassoi pieni di cibo che Prescott gli portava cinque volte al giorno, e le partite registrate degli All Blacks, Wrex riusciva a restare di umore... sopportabile, servito e riverito com'era al pari di una vecchia, brutta e grassa comare.
Per quell'occasione particolare, Shepard aveva contrabbandato nell'infermeria una bottiglia di chiaro di luna corretto e tutti loro, stanchi dalla giornata e seduti dove capitava, ne stavano consumando abbondantemente, tranne Garrus e Tali ovviamente, ma nemmeno loro erano rimasti a bocca asciutta...
"...Vi ho fatto riunire qui..." cominciò il comandante con un sospiro: "Beh, l'avrete capito ormai." finì con un'alzata di spalle.
"Eloquente come al solito, Shepard."
"Garrus, sto cercando di fare un discorso serio." ribatté la loro amica con un sorriso che però, non le arrivò fino agli occhi.
Il Turian mimò il gesto di cucirsi le labbra:
"So che per alcuni tra voi... non c'è più ragione di restare a bordo." affermò il comandante, dopo aver preso un sorso di fuoco liquido.
"Comandante..."
Ma Shepard non permise a Tali di interromperla:
"...Questo momento doveva arrivare, prima o poi, e non c'è ragione di girarci attorno più a lungo. Quando verranno a darci il cambio qui su Ilos, la Normandy tornerà alla Cittadella e... beh. Sapete il resto."
Alcuni fra loro annuirono, ma nessuno parlò, costringendo il comandante a continuare:
"La Sovereign è... morta, suppongo si possa dire così, ma i Razziatori stanno ancora arrivando. Non so se fermarli sia la mia missione, ma rispetto a quella che abbiamo appena compiuto, questa ha un obbiettivo molto più vago e forse lontano nel tempo. Potrebbe perfino non succedere durante la nostra generazione, o quella di Liara: lo spazio oscuro fra le Galassie è immenso e i Razziatori potrebbero aver bisogno di millenni o almeno secoli per varcarlo. Sappiamo solo che stanno tornando...ma niente altro. Anche se alcuni di voi lo vorrebbero, non posso chiedervi di restare sulla Normandy con un obbiettivo così vago. Non sarebbe giusto."
"E se i Razziatori dovessero tornare invece?"
"Allora Ashley, non ci sono altri compagni che vorrei al mio fianco per affrontarli..." rispose Shepard abbracciandoli con lo sguardo: "Ma fino ad allora, ammesso che succeda, voglio che abbiate la possibilità di inseguire le vostre vite, non gli incubi... ci meritiamo almeno questo." aggiunse facendo spallucce: "Non è un addio: la Galassia è troppo piccola per tenermi lontana da ognuno di voi, ma... voi dovreste andare. Se è quello che volete."
Si guardarono l'un l'altro, ripensando ai quei mesi: avevano rischiato la vita quasi ogni volta che erano scesi dalla nave... eppure, non avrebbero fatto il cambio con niente. La Normandy era diventata per tutti loro casa, ma una casa da cui ora doveva staccarsi ed andare avanti.
Il primo a parlare fu Wrex:
"...Tornerò a Tuchanka, Shepard. Ci ho messo un po' a capirlo, ma noi Krogan non meritiamo di estinguerci. Due cose però."
"Wrex?"
"Tieni la taglia di Saren. Non ho bisogno di crediti per quello che devo fare. Ma lasciami le armi, e la corazza, perché possa raccontare ai Krogan cosa ho visto, ricordarmi di questa nave... e diffondere la sua storia, un proiettile alla volta."
"Non avrei saputo dove metterle in ogni caso." rispose il comandante.
"Mhh." annuì Wrex, e per un attimo, sembrò quasi che il vecchio mercenario fosse davvero sul punto di commuoversi.
"Io... tornerò alla Flottiglia, Shepard. Devo. Ma..." e fu chiaro a tutti che Tali avrebbe dato quasi qualunque cosa per restare: "...Non voglio. Devo, ma vorrei restare: mi mancherete. Keelah... mi mancherete da morire. Siete dei bosh'tet... specialmente tu Garrus... ma siete i migliori bosh'tet che potessi avere."
E Tali iniziò a piangere, sciogliendosi con sua stessa sorpresa nell'abbraccio di Williams: ormai, a nessuna delle due sembrava strano. Tutti loro erano fratelli in armi, e cos'era per la marine una sorella in più, in fondo?
"Io resterò." disse invece Liara: "Ho molte ragioni per andare, ma ancora di più per restare. Il lavoro di tutta la mia vita sui Prothean è connesso indissolubilmente ai Razziatori ora. E per scoprire tutto ciò che i Prothean sapevano su di loro, la Normandy avrà bisogno di me."
Shepard non fu sorpresa dalle parole di Liara, ma di certo sentirle ad alta voce fu un sollievo. Le sembrò di essere pronta a ricominciare tutto dal principio, fronteggiando la Morte guardandola negli occhi. Ora con lei c'era qualcuno che l'aveva accettata per ciò che era: pur di tornare da Liara dopo ogni missione, Shepard avrebbe fatto qualunque cosa.
"Almeno qualcuno rimarrà." sussurrò Williams.
"...Pensi di lasciare la Normandy anche tu, Ashley?"
A suo modo, nemmeno quello fu sorprendente: i segni erano piuttosto evidenti. Williams aveva bisogno di lasciarsi alle spalle Eden Prime e la morte di Alenko su Virmire: non poteva farlo sulla Normandy.
"Solo col suo permesso, ma'am, e solo temporaneamente. Questa marine vorrebbe andare alla ICT e risalire sulla Normandy con un N6 di fronte al mio nome. Per smettere di doversi fermare a riprendere fiato quando la seguo, ma'am. Ha presente?"
"Non devi dimostrarmi niente Ashley. Non hai mai dovuto. Ma se questo è quello che vuoi, hai il mio permesso capo artigliere, e la mia benedizione. La tua postazione qui sulla Normandy ti aspetterà: fagli vedere chi sei, marine."
Al quello Williams poté solo battere i tacchi, esibendosi in un saluto militare perfetto:
"Aye aye, ma'am!" rispose con un sorriso.
"...Garrus?"
"Penso che ci sia bisogno di più Spettri come te, comandante. Saren è arrivato fino alla Cittadella, solo perché non c'era nessun altro a fermarlo..."
"C'eravate tutti voi..."
"...Ma non siamo Spettri. Ancora."
"Ancora?"
"Ancora." ripeté Garrus annuendo: "Questa volta, voglio fare quello che la prima volta non ho avuto il coraggio di fare. Voglio provare ad addestrarmi come Spettro. Dovrò rientrare a C-Sec prima... ma ne varrà la pena, per questa squadra."
"Non sappiamo nemmeno quando arriveranno, Garrus."
"Almeno avrai qualcuno a guardarti le spalle, Shepard."
"...Ti aspetterò Vakarian: qualcuno deve pur coprirci." e ora che Kaidan non c'era più a farlo, solo Garrus poteva.
"Dovremo dirlo all'equipaggio." disse Williams, tirando su col naso: "...Niente è mai facile, ma'am."
"Come tutte le cose importanti Ashley: come tutte le cose che vale la pena di fare." sospirò il comandante: dire arrivederci, a volte, è più difficile che dire addio.
Ma anche di quello ne sarebbe valsa la pena, se non altro per vedere Joker commuoversi di fronte alla notizia, rivelando finalmente la persona che era davvero, e Pressly stringere la mano ad ognuno di coloro che, giusto pochi mesi prima, aveva considerato solo alieni.
A coloro che se ne andavano, forse per sempre, Shepard fu generosa: Tali avrebbe tenuto il suo Savant X e la corazza, anche se il comandante avrebbe dovuto insistere per farla accettare. L'amicizia del reparto ingegneria della Normandy invece, l'avrebbe seguita in ogni caso: Tucks le diede anche il suo prezioso cappello da cowboy, perché si ricordasse di loro.
Garrus aveva ricevuto già il suo visore customizzato da Shepard, e si rifiutò di prendere altro: solo grazie all'insistenza di Shepard avrebbe portato con sé il suo HMWSR-X, uno strappo alla regola a cui non seppe davvero dire di no, mentre Gladstone lo convinse a portare con sé metà di una delle sospensioni di Castor: con le ore che avevano passato a riparare quell'IFV, disse che gli spettava di diritto. L'altra metà invece sarebbe rimasta al guardiamarina, come pegno d'amicizia tra due meccanici, uno Turian ed uno Umano.
Da sotto Castor, le loro facce che sbucavano sporche di grasso furono una delle ultime immagini che scattarono assieme...
Williams non volle niente: disse che i ricordi che aveva sarebbero bastati fino al suo ritorno... ma forse fu Liara che avrebbe ricevuto il dono più prezioso, non necessariamente perché restava sulla Normandy, ma perché Hayat sarebbe stata con lei: in quella lunga notte di Ilos, il morale fu alto e la festa durò a lungo, per quanto non mancò fra loro chi non temesse l'addio.
 
Quando fosse venuto il momento, di nuovo al sicuro alla Cittadella, si sarebbero lasciati con un sorriso, con la speranza che il legame che avevano tessuto a bordo della Normandy sarebbe durato per sempre e la certezza che si sarebbero rivisti... possibilmente presto. Ignari che non ci sarebbe stata mai più l'occasione per calcare di nuovo assieme i ponti di quella nave: quelle memorie, così preziose, si sarebbero trasformate in cenere.



E con questo, dopo 35 capitoli e 29 immagini, posso dire che ci siamo. Questo è la fine di questa storia, che spero davvero vi sia piaciuta. Ringrazio davvero molto coloro che mi hanno seguito, perché i vostri suggerimenti e incoraggiamenti spesso sono stati l'unica cosa ad avermi spronato a migliorare come potevo questa storia, o anche solo a continuare. Non penso di poter dire che sia perfetta, anzi: spesse volte mi sono dovuto costringere a tagliare alcune parti, per conservare omogeneità nella trama; ma di certo scrivere tutto questo mi ha divertito e spero di aver imparato qualcosa.
A coloro invece che arrivano qui solo ora invece, rivolgo lo stesso i miei ringraziamenti, e spero davvero che questa storia non vi abbia solo incuriosito, ma anche emozionato (rispondo sempre ad ogni recensione).  Per me, in ogni caso, è stata una vera avventura :).
Restano solo due domande da fare a questo punto: si può dire che io scriva per diletto (principalmente il mio xD), ma pubblico perché spero di darne a qualcun altro. Quindi, pensate che valga la pena che scriva una seconda raccolta per ME2? O vi ho annoiati così tanto che dovrei andare a nascondermi sotto un sasso xD? E dopo 35 capitoli, quali pensate avrebbero potuto essere i margini di miglioramento per questa storia?
Se i pareri saranno positivi, sarà anche mio piacere mettermi a scrivere di ME2... tenente conto però che come in altre cose, ci vorrà il tempo che ci vorrà S:.
Grazie ancora a voi tutti dell'attenzione.
Hi Fis.
  
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