Quando Aria uscì di casa, aveva già cominciato a nevicare ー fiocchi grigiastri e sottili, cenere che, leggiadra, piroettava nel cielo ottobrino, sfuggente, quasi come dita evanescenti.
La sua mano sinistra reggeva la cartella usurata; quella destra tentava di non far cadere l'enorme tazza di caffè bollente, dalla quale si alzavano sbuffi di vapore.
Aveva le guance arrossate e un paio di esagerate occhiaie grigie le contornavano gli occhi; Cara l'avrebbe uccisa.
Era stata sveglia tutta la notte a ripassare ー quasi tutta la notte, in realtà, perché alle cinque era crollata sulla scrivania, spossata, e sua madre l'aveva coperta con un plaid scozzese logoro e l'aveva portata a letto.
Ed ora, passeggiando angosciosamente per le vie sporche e mezze distrutte, si maledisse per la poca forza di volontà. Magari avrebbe potuto fare come Cara: studiacchiare qualcosa prima (alla carlona) e poi fingere che quello fosse un giorno normale con le amiche.
Avrebbe dato un rene per avere tutta quella calma e quel fegato.
Aria tagliò per una laterale ed imboccò finalmente il viale che avrebbe portato alla scuola. Nonostante il disastro nucleare di cent'anni prima, era uno degli edifici meglio conservati e più robusto ー tante case avevano fatto una fine ben più terribile.
Aria era una dei fortunati ad avere un posto in cui vivere. Molte famiglie avevano perso tutto e vivevano nelle condizioni di indigenza più estrema, nelle baraccopoli che sorgevano nei sobborghi della città.
Eppure, la sua condizione non era tanto migliore: il cibo scarseggiava un po' per tutti e l'inverno (come diceva qualche personaggio di uno dei libri preferiti di Cara) stava arrivando.
E durante l'inverno, la gente moriva di fame e di freddo.
Subito dopo il giorno della Luce (la data ormai storica del disastro nucleare, il 23 novembre 2021), gli abitanti della terra erano stati decimati dal fall-out e dalle radiazioni. La popolazione mondiale era crollata a tre miliardi e mezzo e i grandi centri si potevano contare sulle punte delle dita. Londra, la città in cui i nonni di Aria si erano trasferiti dopo il disastro, era una di quelli.
Ed oggi, oggi, era il giorno della verità. Se Aria fosse risultata compatibile e avesse superato le Qualificazioni, la sua vita sarebbe cambiata: avrebbe potuto accedere ai privilegi dell'Eden, la città di Arcadia, che sorgeva fluttuante sull'Atlantico, un'isola che svettava pallida ed eterea come un paradiso terrestre.
Aria non l'aveva mai vista dal vivo: solo in qualche cartolina consunta.
Era stata costruita solo settant'anni prima ed accoglieva i cittadini VIP del pianeta, che non soffrivano né la fame né il freddo.
Se Aria fosse stata fortunata, sarebbe stata una dei seimila ragazzi scelti ogni cinque anni per andarci a vivere.
Forse.
Quella mattina aveva salutato i suoi genitori, sull'orlo delle lacrime. Se fosse passata, non li avrebbe più rivisti.
Era una procedura crudele, ma necessaria.
Aria attraversò la strada e si trovò davanti all'edificio scolastico: era grande e piuttosto antico, simile ad un castello, con grandi finestre ad arco dalle estremità appuntite è un tetto color ardesia. Le pareti erano costituite da mattoni rossastri, in porfido, lo stesso colore della fontana maestosa che si ergeva al centro della piazzola antistante.
Ovviamente, non zampillava: l'acqua potabile era un bene troppo prezioso.
Le pietre erano lievemente crepate e ricoperte da nuvolette di neve, le figure dei serafini in metallo erano rosse e friabili di ruggine; davano l'impressione di un posto quasi abbandonato, gotico.
Questo, se non fosse stato per la fiumana di ragazzi nervosi ed eccitati che schiamazzavano, piangevano, ripassavano, ognuno nel proprio piccolo mondo.
Che pena, pensò Aria mentre ingobbiva le spalle e si avviava attraverso i cancelli in ferro battuto.
Si notavano alcune giornaliste attempate che parlavano concitate attraverso i microfoni, intervistando saltuariamente gli studenti agitati, cameraman annoiati che filmavano la scena, insegnati impettiti che controllavano nervosamente i registri.
In mezzo alla confusione, spuntavano i camioncini scuri degli Arcadiani, con il riconoscibilissimo logo quadrato e scintillante dipinto sulle fiancate.
Aria sospirò, dirigendosi verso la fontana. Non aveva senso stare a rimuginare su quello che stava per accadere. Le selezioni per le Qualificazioni incominciavano quel giorno. O la va o la spacca, come diceva Cara.
Cara. A proposito di Cara... La migliore amica di Aria era seduta rigidamente sulla sponda della fontana, l'enorme cappotto dal taglio raffinato drappeggiato sulle spalle che appariva come una coperta bianca. Cara Adler aveva il volto affondato nel bavero, protetto dallo sciarpone di lana spessa e la testa era protetta da due paraorecchie azzurrini e da un cappello in tono con la sciarpa. Il tutto la faceva apparire come un vecchio orso polare brontolone prima del letargo.
Quando la vide, alzò la mano per salutarla.
Aria ridacchiò: guanti di lana blu.
Il colonnello Adler (il padre di Cara) sbuffava e borbottava scherzosamente ogni volta che la vedeva uscire così.
Cara era incorreggibile.
«Buongiorno» commentò Aria svogliatamente, finendo di sorseggiare il caffè ormai tiepido.
Cara rispose con un grugnito infastidito, alzandosi in piedi.
«Buongiorno un corno» commentò con uno schiocco di lingua ー la stessa cosa che faceva la signora Adler quando era alterata «Hai idea di a che ora mi abbia svegliato mio padre? Io e mio fratello abbiamo dovuto ascoltarlo cianciare di 'patria' e 'onore' per due ore di fila.»
Aria ridacchiò: Cara era quel tipo di persona che avrebbe tranquillamente bruciato la bandiera inglese pur di avere un tè caldo. Non esattamente patriottica, obviously.
«Diciamo che io non ho dormito per tutta la notte» sbadigliò, passando nervosamente una mano trai ricci castano rossiccio.
Cara alzò un sopracciglio di un eccentrico rosso scuro e incominciò a sbottonarle la giacca con movimenti rigidi e calcolati.
«Sembra che tu ti sia vestita al buio» commentò con una risatina, aggiustandole la gonna scozzese stropicciata «Così va meglio.»
A Cara e a fratello era stato inculcato il concetto di ordine in testa sin dalla nascita e il fatto che fosse affetta da un lieve DOC non aiutava.
«Come fai ad essere così tranquilla?» domandò Aria, battendo i denti.
«C'est la vie» Cara alzò l'indice in aria con un'espressione impassibile «Dobbiamo morire comunque. Non cambia molto, no?»
«Come vuoi.» discutere con Cara non portava mai a niente. Sembrava sempre trasognata, immersa nel suo mondo «Tuo fratello?»
«Pure lui partecipa» Cara scrollò le spalle con un sorriso di circostanza «Ma nella sua scuola, visto che ha diciannove anni»
«Pensi che...?»
«Lui? Sicuramente passerà. È il genio della famiglia: voti eccellenti, prestazioni atletiche ottime, viso da copertina» sfoderò un sorriso piatto «Io non sono così ottimista. Probabilmente non passerò neppure i preliminari»
«Non dire così» le batté una mano sulla spalla «Vedrai che riusciremo a Qualificarci in un modo o nell'altro. Insieme.»
Cara sorrise, battendo le palpebre e scuotendo la testa. I suoi occhi sembravano lucidi, ma Aria lo collegò alla propria carenza di sonno.
Non aveva mai visto Cara piangere in tutta la sua vita.
«Lo spero» si strinse nelle spalle «Lo spero tanto.»
Aria Black (c) Aria_Black
Cara Adler (c) endorphin
banner (c) endorphin
angolo
delle _eerie // chiamateci adolf:
hallo Leute!
qui rie ed aria a rapporto in un nuovissimo account
condiviso; come avete notato, questa è una nuova storia ad oc. diciamo
che
questa idea è nata per caso. parlando in chat privata, abbiamo scoperto
di aver
gusti molto simili e perciò abbiamo deciso di mettere a frutto le
nostre
passioni(?) in una long che abbiamo progettato da un po'.
visto che siamo entrambe fan delle storie distopiche,
abbiamo deciso di fare una sorta di incrocio tra qualify e the testing
(se
siete fan del genere, conoscerete almeno uno dei due). cosa ne pensate?
la trama a grandi linee è proprio questa:
questa è l'idea a grandi linee, poi, se avete
suggerimenti o richieste su come volete vedere la storia svilupparsi,
potete
discuterne con noi via messaggio privato.
abbiamo concordato che scriveremo un capitolo a testa,
in alternanza, così da non stancarci troppo. il prologo è stato scritto
da moi,
ovvero rie.
quello che più o meno dovete sapere sulla storia è:
• gli aggiornamenti saranno casuali, in
modo tale che
ognuna scriva quando ha tempo, senza sentirsi obbligata o stressata (da
notare
che aria ha una long ad oc in corso ed io ho un progetto originale in
scrittura)
• abbiamo deciso che ci spartiremo gli oc in due, in
modo che compariranno a capitoli alterni.
• le iscrizioni iniziano oggi e si chiuderanno alla
mezzanotte del 20 agosto. non diamo proroghe.
• attueremo una scelta delle oc, perché gestire una
ventina di oc più relativi fidanzati è un suicidio (nota: impegnatevi,
gente,
stupiteci ;D)
• più un oc sarà originale e gradito, più è possibile
che venga scelto
• oc originali e ben descritti
• oc coerenti (hint: la pertinenza, mi
raccomando: se è giapponese non potrà avere i capelli biondi a meno che
non li
tinga. also, non accettiamo gente che si chiama tipo Kiara Moon, Alice
Star o
Jane Satoshi)
• oc di gente che nelle recensioni non ci scrive solo:
'ciao belle, mi piace la storia. partecipo e vi mando l'oc'
• oc per messaggio privato
• fidanzati di ie! (tutti a parte kidou)
non
accettiamo:
• mary
sue/gary stu (niente eccezioni)
• oc non coerenti (un'oc che si chiama Laura Mizuki,
ha quattordici anni, i capelli verdi naturali e abita in spagna viene
cestinato
a priori)
• oc che partecipano già alla long 'lo scettro della
notte' di aria (avanti, gente, non vogliamo vedere sempre le stesse
facce!
stupiteci!)
• fidanzati di ie go!
nome:
cognome:
età: (dai
17 ai 19, non accettiamo altro)
nazionalità:
(per
carità, non tutti inglesi/americani/australiani/giapponesi. più la
nazionalità è originale, meglio è! pssss, mi piacciono i portoghesi
figaccioni
(riferimenti a d.gray-man piuttosto velati))
aspetto fisico
altezza:
costituzione e pelle:
occhi:
capelli:
aspetto
caratteriale:
tic/fobie:
interesse romantico:
altro:
bene,
detto questo ci dileguiamo.
aspettiamo i vostri messaggi in privato. danke im
Voraus.
kisses and candies
aria & rie (_eerie)