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Autore: shizaya101    17/08/2015    0 recensioni
“Ti prego svegliati, ritorna da me”
“Non so cosa fare senza di te”.
Piccolo delirio uscito alle 3 di notte, è una storia ambientata dopo la good ending di Shiki (più precisamente dopo il drama cd) quindi contiene spoiler per chi non ha giocato alla visual novel. E' il mio primo esperimento nel fandom di anime/manga/visual novel, spero vi piaccia! :3
Genere: Fluff, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Akira, Shiki
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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Ringrazio tantissimo una mia amica per tutto il supporto che mi ha dato e per avermi aiutata nelle correzioni, senza di lei probabilmente questa storia sarebbe rimasta a "prendere la polvere" nel mio computer haha Grazie Mari! <3
Detto questo, buona lettura a tutti :3


 

Akira aveva perso il conto di quante persone aveva dovuto uccidere da quando Shiki era entrato in coma. Ogni giorno qualcuno si presentava a reclamare vendetta ed Akira finiva per doverlo uccidere anche se avrebbe preferito evitarlo, voleva vivere una vita tranquilla ma sapeva bene che stando con Shiki la cosa sarebbe stata impossibile.

Ad Akira mancava Shiki. Gli mancava sentirlo parlare con quel suo tono arrogante, gli mancavano i suoi occhi cremisi e il suo modo sprezzante di guardare il mondo. Erano tutte cose che aveva sempre odiato di lui ma per cui ora, vedendo Shiki ridotto come il fantasma di se stesso, provava una certa nostalgia. Avrebbe fatto di tutto per rivedere quegli occhi, avrebbe fatto di tutto per riavere indietro la persona che amava, in fondo Shiki gli aveva salvato la vita e ora Akira si trovava impotente senza poter fare nulla per ricambiare se non accudirlo nella speranza che un giorno si sarebbe risvegliato. Seduto per terra con la testa appoggiata sulle gambe di Shiki, Akira iniziò a piangere, proprio lui che non piangeva mai se non da solo. “Ti prego svegliati, ritorna da me” disse Akira più a se stesso che a Shiki, come una sorta di mantra “Non so cosa fare senza di te”.

“Aki...ra”

Un sussurro, quasi impercettibile, uscì dalla bocca di Shiki. Akira lo notò subito e sollevando la testa guardò verso di lui.

“Shiki?!”

Shiki stava sorridendo, era indubbiamente un sorriso vitale, e anche gli occhi non avevano più quello sguardo vacuo che avano in precedenza ma avevano riconquistato un certo riflesso cremisi. Akira incredulo continuò a fissare Shiki con gli occhi pieni di lacrime e, alzatosi ora in piedi, gli prese il viso tra le mani.

“Sei tornato..”

Sussurrò Akira prima di baciarlo. Un bacio leggero, casto e dal sapore salato delle lacrime, che esprimeva quanto Shiki gli fosse mancato.

Akira ancora sconvolto prese il telefono da una tasca e compose immediatamente il numero di Motomi. Si erano incontrati poco prima che Shiki finisse in coma. Anche Motomi era riuscito a scappare da Toshima ma non era riuscito mettersi in contatto con Akira a causa della guerra civile. Motomi ora faceva il reporter ma in passato aveva avuto esperienze nel campo medico, l'uomo infatti si era subito accorto del deterioramento delle condizioni di Shiki e si era offerto di visitarlo. La diagnosi era stata subito chiara: le sue condizioni sarebbero peggiorate ulteriormente, era solo questione di tempo. Non c'era molto che Akira potesse fare se non stargli accanto, e gli aveva consigliato alcuni esercizi per evitare che, quando il momento sarebbe arrivato, i muscoli di Shiki si atrofizzassero troppo.

“Pronto?”

“Motomi-san, sono Akira. Shiki... Shiki si è svegliato” La voce di Akira era rotta dalle lacrime.

“Cosa? Siete ancora nel solito posto? Vorrei visitarlo”

“Sì, ora siamo fuori, torniamo a casa subito”

“Bene, sarò lì tra un paio d'ore”

Motomi chiuse la chiamata.

“Shiki è meglio se torniamo a casa, inizia a fare freddo e non vorrei incappare in qualche altro nostro inseguitore”

“Sì.. in effetti comincio a sentire freddo..”

Per Akira sentire la voce di Shiki non aveva prezzo, dopo tutti questi mesi di silenzio era una voce roca e fievole ma era pur sempre la sua, ed era la prova che Shiki era tornato, era cosciente e non lo avrebbe più lasciato solo.

Arrivati a casa Akira aiutò Shiki a sedersi sul divano e lì rimasero abbracciati, perdendo la cognizione del tempo.

Ad un certo punto Akira parlò, una domanda gli girava per la testa da tempo.

“Shiki... cosa provavi mentre eri in coma?”

“Mmh... è difficile da spiegare, era come se fossi cosciente di ciò che mi accadeva intorno, sentivo te che mi parlavi, o quando lottavi... e non potrò mai ringraziarti abbastanza per tutto quello che hai fatto per me.”

“Sentivi tutto quello che ti dicevo?” disse Akira arrossendo leggermente.

“No, non tutto... capivo che mi stavi parlando, ma spesso non riuscivo a capire cosa mi dicessi, era come essere intrappolati in un sogno senza riuscire a svegliarsi. Prima però.. prima sono riuscito a capire chiaramente cosa mi stessi dicendo. Penso sia per questo che sono riuscito finalmente a svegliarmi.”

Akira guardò Shiki con sguardo confuso.

“Akira, mi hai dato una ragione per continuare a vivere. E' questo quello che sto cercando di dire”

Il ragazzo non riusciva ancora a crederci, era tutto troppo bello perché fosse vero. Aveva paura che fosse tutto un sogno e che si sarebbe risvegliato da un momento all'altro. Shiki lo strinse a se con più forza, quanta gliene permetteva quel corpo rimasto fermo per troppo tempo.

Sul calare della sera arrivò Motomi. Dopo aver visitato Shiki e appurato che, per essersi appena svegliato dal coma, fisicamente il suo corpo non presentava grandi problemi. Avrebbe dovuto sottoporsi ad una lunga riabilitazione ma alla fine sarebbe tornato come prima.

“Motomi-san, vuoi fermarti a cena?” disse Akira mentre Motomi si avviava alla porta.

“No, non importa, immagino vogliate restare un po' da soli.” così dicendo Motomi uscì dalla porta, lasciando i due ragazzi da soli.

Passati alcuni mesi dal risveglio di Shiki, gli inseguitori erano diminuiti drasticamente. Infatti, diffusasi la voce del suo risveglio, in molti decisero di desistere dal momento che Shiki poteva nuovamente difendersi da solo. Infatti Shiki non doveva più affidarsi ad Akira ma poteva combattere al suo fianco, i due ragazzi potevano proteggersi a vicenda. Dopo giorni di pace due coraggiosi inseguitori li avevano trovati. La battaglia non era durata che pochi minuti e ovviamente Akira e Shiki ne erano usciti vincitori. Era ormai il tramonto e i due ragazzi guardavano verso l'orizzonte, Shiki strinse a se Akira e lo baciò. Entrambi si erano ormai resi conto di come non potessero fare a meno l'uno dell'altro e il loro legame era diventato ancora più profondo.

“Torniamo a casa, Akira.” disse Shiki sorridendo e i due si incamminarono verso casa tenendosi per mano.



N.d.a.: so che Motomi non è medico ma è stato un ricercatore, ma volevo veramente tanto almeno menzionarlo, quindi mi scuso se la cosa è sembrava un po' forzata TwT 

 

   
 
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