17/08/2015
7 recensioni*****
C'era una volta un ragazzo fatto di zucchero,
Che nacque tra fiori d'arancio e cannella,
Occhi di sangue, pelle e capelli di neve caramella.
C'era una volta un ragazzo fatto di zucchero,
Un giorno sprofondò nell'Abisso,
Perdendo se stesso ed un occhio.
C'era una volta un ragazzo fatto di zucchero,
Divenne amaro e indifferente,
Lontano dalle emozioni della gente.
C'era una volta un ragazzo fatto di zucchero,
Venne addolcito da una piccola bimba,
Che lo accettava come un fratello.
C'era una volta un ragazzo fatto di zucchero,
Anche le sue labbra erano candite,
Intente ad assaggiare dolci paste assortite.
C'era una volta un ragazzo fatto di zucchero,
A cui piaceva immergersi negli occhi della sua miss,
Come in thé una zolletta.
Che rinunciò alla verità per combattere un veleno.
Danzava, cieco nell'ombra, alla ricerca della luce.
Che vagava nell'oscurità come un fantasma, memore di un tempo perduto.
C'era una volta, ma ora non c'è più un ragazzo fatto di zucchero.
Xerxes Break era il suo nome.
Non aveva la stoffa del principe azzurro,
Eppure morì da tale.
*****
C'era una volta un ragazzo fatto di zucchero,
Che nacque tra fiori d'arancio e cannella,
Occhi di sangue, pelle e capelli di neve caramella.
C'era una volta un ragazzo fatto di zucchero,
Un giorno sprofondò nell'Abisso,
Perdendo se stesso ed un occhio.
C'era una volta un ragazzo fatto di zucchero,
Divenne amaro e indifferente,
Lontano dalle emozioni della gente.
C'era una volta un ragazzo fatto di zucchero,
Venne addolcito da una piccola bimba,
Che lo accettava come un fratello.
C'era una volta un ragazzo fatto di zucchero,
Anche le sue labbra erano candite,
Intente ad assaggiare dolci paste assortite.
C'era una volta un ragazzo fatto di zucchero,
A cui piaceva immergersi negli occhi della sua miss,
Come in thé una zolletta.
Che rinunciò alla verità per combattere un veleno.
Danzava, cieco nell'ombra, alla ricerca della luce.
Che vagava nell'oscurità come un fantasma, memore di un tempo perduto.
C'era una volta, ma ora non c'è più un ragazzo fatto di zucchero.
Xerxes Break era il suo nome.
Non aveva la stoffa del principe azzurro,
Eppure morì da tale.
*****
La ragazza si inginocchiò accanto alla tomba, non curandosi dello sporco che si insinuava fra le fibre della propria veste, e con un gesto lento poggiò la lettera, ormai consumata tante erano le volte che l'aveva riletta, piegata appositamente per poter dar sfoggio della scritta sul davanti. Nell'angolo destro del foglio, si stagliava nitida la stampa di un dolcetto colorato.
Fece per rialzarsi ma, impigliatasi in qualcosa, ricadde prontamente in avanti, ferendo mani e ginocchia, lacerando la veste.
Non ci sarebbe stato più nessuno a prenderla al volo per impedirle di cadere, ad aiutarla per rialzarsi.
«Perché», sussurrò al nulla, mentre caldi e densi goccioloni le rigavano le goti arrossate, condensandosi sulla superficie sotto di lei, che poi le risucchiava senza pietà nelle sue viscere per nutrirsene.
«Perché!». Si aggrappò alla croce, quasi fosse la sua ultima ancora di salvezza. «Perché!?», ripeté gridando. La sua voce risuonò per la pianura, che disperse pian piano il suo eco.
"Avevi promesso. Avevi detto che non saresti morto. Perché? Mi hai lasciato qui da sola in ginocchio ed ora che non ci sei più tu non sono capace di rialzarmi. Perché?"
Fece leva sulle braccia, cercando di trascinare il suo corpo, da tanti anni diventato solo un peso: sapeva che la morte per lei sarebbe arrivata sempre troppo, troppo lentamente. Aveva sperato, di tanto in tanto, che lui la lasciasse andare alla deriva, così da potersela cavare facilmente e perire per prima. Ma la vita era già stata fin troppo clemente con lei.
«Non deve rammaricarsi così, signorina. Cosa direbbe sua nonna se la vedesse piangere per un giullare?», disse una voce.
L'effetto fu immediato.
La testa della ragazza scattò in su.
Il tempo e lo spazio si dilatarono al limite fino a fermarsi del tutto.
Persino le lacrime smisero il loro inesorabile corso.
Ed eccolo lì: mani sui fianchi e sul viso, proteso verso di lei, la solita espressione ironica che aveva sempre celato così bene la sua preoccupazione.
«C-cosa?», chiese Sharon in un soffio.
Lui portò alla bocca la manica destra della sua usuale veste bianca, così da nascondere una risatina.
Il tempo ricominciò a scorrere e la ragazza gli buttò le braccia al collo.
«Break», sussurrò con il viso immerso nei suoi capelli.
Dopo un attimo di sorpresa, egli la strinse dolcemente al petto, sussurrandole che andava tutto bene.
Oz si era trovato tra le braccia quel piccolo corpo dall'anima ormai martoriata e non aveva potuto far a meno di stringerlo e rincuorarlo, sotto lo sguardo serio della sua chain.
Alice, infatti, non provava nessun tipo di gelosia o irritazione nei confronti della ragazza, ma solo una sorda tristezza, causata della consapevolezza che Sharon non voleva fossero le braccia del Vesallius a stringerla, bensì altre.
Lanciò un rapido sguardo alla tomba e al biglietto appoggiatovi.
Love, your oujou-sama
"Perché nessuno può portare indietro ciò che ha perso"-Xerxes Break
Angolo dell'autrice: Ehy,ciao:) É la prima volta che scrivo in questo fandom (siate clementi please^^). Questa ff mi é venuta ieri mentre guardavo il soffitto della camera (cosa molto molto impegnativa) e bo, dopo vari ceffoni che mi sono data e qualche film mentale ho deciso di pubblicarla. É completamente a caso e non ha ne capo ne coda, lo so. Sto aggiornando dal cellulare e ho inserito l'html a mano (Dio mi aiuti). Quindi non lo so. Ditemi che ne pensate. Potete lanciarmi a dosso virtualmente qualunque oggetto abbiate sotto mano o semplicemente dirmi cosa ne pensate in una recensione. Per qualunque cosa (appunto) RECENSITE.
Salutoni,
AlnyFMillen
PS: Aspettatevi un sequel