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Autore: aleale00    18/08/2015    2 recensioni
Rilassati, prendi un respiro, chiudi gli occhi e ti assicuro che non sentirai più nessuna disarmonia...
Genere: Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Dominic Howard, Matthew Bellamy, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ciao a tutti, non aspettatevi cose altamente dense di significati stavolta. Sono in modalità vacanze/leggerezza estiva.

Non conosco i Muse, non voglio offendere nessuno e allora…buon divertimento

 

 

I motivi per cui Le Flaveur è considerato uno dei bistrot più gradevoli di Nizza sono davvero tanti, l’ottima cucina, una carta dei vini A-List, la tranquillità del posto, la cortesia del personale e la Tarte Tatin migliore del pianeta, peccato che quella Domic la poteva solo annusare per via della sua ormai arcinota allergia alle mele, ma dal profumo doveva essere davvero ultraterrena.

Purtroppo aveva scoperto il locale solo di recente, ci era stato con un amico uno degli ultimi week end che aveva passato in Costa Azzurra e proprio non riusciva a capacitarsi di come mai fino ad allora nemmeno sapeva della sua esistenza. Ad ogni modo non lo aveva più mollato ed era il motivo principale per cui tutto il suo gruppetto di ospiti, stava seduto a fare colazione sulla veranda coperta da una pergola di glicine godendosi la brezza mattutina e la vista mozzafiato sul mare, tanto per citare un altro dei motivi che fanno del Le Flaveur un posto incantevole.

 

-Allora ragazzi cosa vi porto stamane? –La solita ragazza dalla coda di cavallo bionda, blocco per le ordinazioni in mano, li aveva abbracciati in un l’occhiata circolare, cercando di essere il più professionale possibile e non era facilissimo perché un pochino le veniva da ridere. Se avesse dovuto usare un termine per definirli avrebbe usato proprio quello “Divertenti” e non è l’aggettivo che attribuiresti di solito dalle rockstar di fama internazionale.

In realtà poteva scrivere le ordinazioni ad occhi chiusi, perché al quarto giorno consecutivo che si presentavano a fare colazione aveva imparato i gusti di tutti.

Un croissant, un cappuccino, un succo d’arancia per Bellamy e anche una fetta di tarte tatin tanto per tormentare il batterista, croissant e cappuccino per Kirk, pancakes marmellata di fragole e spremuta per Dom Anderson, il tutto condito da piccoli battibecchi e frecciatine. Mancava solo uno e la biondina se ne stava ancora in piedi ad aspettare un po’ indecisa su da farsi. Aveva lanciato  un’occhiata eloquente a Matt Bellamy chiedendo implicitamente aiuto, perché il suo batterista era letteralmente spalmato sul tavolo, privo di vita, faccia schiacciata sul braccio allungato davanti a lui e lei non poteva certo permettersi di disturbarlo.

-Siete a posto così? – aveva azzardato

-Dom…Dom …svegliati dai! – una gomitata  tutt’altro che delicata sferrata dal suo compagno di bad colpì le costole del biondo,   provocando come reazione un grugnito di disappunto. Lo sforzo per stare seri stavolta era stato decisamente più impegnativo.

-Sappiamo tutti che ti piace farti desiderare, ma questa…splendida ragazza non può stare qui tutto il giorno ad aspettare te! – “Dei del cielo! Splendida Ragazza!!!”  L’ammirazione con cui gli occhi del leader dei Muse si erano posati su di lei, per sua fortuna coperti da un paio di Ray Ban, l’avevano appena messa per l’ennesima volta in imbarazzo, era quasi sicura di essere arrossita a giudicare dal calore che sentiva crescere sul viso, quegli occhi erano uno dei motivi per cui preferiva proprio evitarlo.

 Matthew del resto aveva scelto accuratamente le parole pronunciandole con un tono di cui definire i confine tra l’ironico e il cavalleresco sarebbe stato davvero difficile, si era persino abbassato, no alzato sul naso per un attimo i Ray Ban rossi che non mollava praticamente mai.

Lei, la ragazza in questione alzò gli occhi  al cielo leggermente annoiata, prima di ricomporsi in tutta la sua professionale cordialità, sorriso stampato sulle labbra compreso, dondolandosi leggermente sulle caviglie, punta della penna appoggiata al blocchetto per le ordinazioni in segno di contenuta impazienza.

Non era certo il primo maschio mediamente famoso che entrava nel modaiolo Bistrot di Nizza in cui lei lavorava ogni estate da quando aveva 16 anni, ed era sufficientemente temprata agli atteggiamenti strani o eccentrici delle celebrities, ma il gruppetto che faceva colazione li ogni mattina da inizio settimana era come dire, “diverso?!”

Intanto il biondino aveva aperto gli occhi con quello che era sembrato uno sforzo sovrumano ancora con la testa appoggiata al braccio allungato sul tavolo, e guardandola dal basso verso l’alto un po’ stranito aveva pronunciato le fatidiche parole

-Caffè! Litri e litri di caffè! – in modo a dir poco drammatico, prima di ripiombare nel suo stato  semicomatoso. Idiota! Ce ne voleva di pazienza con quelli!

-Perfetto ! – Come perdere tempo con un’ordinazione!!! La ragazza aveva girato sui tacchi scrollando leggermente il capo e un sorrisino divertito che gli spuntava all’angolo delle labbra.

Lei lo sapeva eccome chi erano i Muse e la cosa la metteva un filino in imbarazzo.

Per quel poco che ci aveva avuto a che fare trovava Matthew un filino arrogante, certo era gentile ed educato, ma non sapevi mai quando scherzava e quando faceva sul serio e lei aveva sempre la sgradevole sensazione di essere presa in giro, doveva essere un rompicoglioni da manuale!

Poi c’era…Tom Kirk ,bonaccione, con la sua aria da perfetto gentleman inglese e un umorismo irresistibile finiva sempre per farla ridere, il tizio brizolato  doveva essere il tour manager , e infine “Mr. non disturbatemi sto dormendo sul tavolo” la vera rockstar del gruppo.

 

-Matt , volevo solo ricordarti che sotto una certa età è pedofilia! –  Un coretto di risolini aveva seguito l’osservazione di Tom che non era riuscito a fare a meno di notare come gli occhi del cantante, occhiali ancora appoggiati alla punta del naso, fossero rimasti impigliati al leggero ondeggiare dei fianchi della ragazza, per scendere alle gambe snelle ed abbronzate che uscivano dalla gonna a tubino nera appena sotto il ginocchio, enfatizzate dallo spacco lungo quanto bastava a dare un tocco femminile e leggermente sexy alla divisa del locale.

Il moro fece spallucce indifferente senza togliere lo sguardo di dosso alla ragazza, ma riposizionando gli occhiali al loro posto

-E’ maggiorenne immagino… può bastare! – aveva detto con un cinismo tipicamente maschile

-Bells a volte fai schifo! – Avevano riso tutti tranne il biondo ancora addormentato.

Non che avesse torto, si era detto Tom, la ragazzina era davvero incantevole con quel faccino fresco dal trucco quasi invisibile, due splendidi occhi blu e i capelli di un castano chiarissimo striato di biondo, li portava sempre raccolti in una coda che le arrivava a metà della schiena, o arrotolati in uno stretto chignon, ma era decisamente troppo giovane…poteva avere 20 anni si e no se la vista non lo ingannava.

 

-Vicky  hai fatto colpo! I tizi stanno guardando te! –

Lei aveva sbuffato ostentando indifferenza facendo spallucce, degnando appena il collega a cui aveva consegnato la lista delle ordinazioni di uno sguardo annoiato, li aveva sentiti anche lei i risolini degli idioti, gli occhi del cantante addosso la mettevano a disagio anche sotto i Ray Ban scuri e lei non l’avrebbe mai ammesso nemmeno sotto tortura.

Matthew Bellamy non era bello, insomma non sicuramente uno di quei tipi che ti giri a guardare per strada o che noti immediatamente, e al Bistrot di ragazzi degni della copertina di un giornale ne entravano eccome, ma  a guardarlo bene però non era nemmeno poi così malaccio, e non era per le gambette secche che uscivano dai bermuda troppo larghi, l’accenno di pancetta,il viso spigoloso e il dente leggermente accavallato che rendeva il sorriso un filino disarmonico …No, c’era qualcosa nell’insieme che ti colpiva, gli occhi di sicuro, quelli si e quel modo di guardarti che ti faceva domandare “Chissà che cosa pensa sul serio questo?!” , mettevano Vicky a disagio anche solo se doveva elencare quanti tipi di torta c’erano per colazione, o magari era il modo in cui si passava le mani tra i capelli quando rideva. Maledizione!

Ad ogni modo il locale era pieno e lei doveva lavorare, non aveva tempo da sprecare con il gruppetto di perdigiorno in vacanza seduti in veranda, loro invece si che avevano tutto il tempo di godersi il mare e la splendida giornata!

-Buona fortuna! – le aveva augurato Jacques,  da dietro il bancone, facendole l’occhiolino con un sorriso ironico, quando cinque minuti più tardi le aveva consegnato un vassoio stracolmo con l’abbondante colazione dei Muse.

-Perché non vai tu al tavolo qualche volta! – Vicky era stata leggermente acida e il biondino dall’altra parte del banco non aveva fatto che ridere ribattendo un semplice

-Sei di turno tu oggi cherie! E io non ho neppure lontanamente il tuo fascino! – “Stronzo” era riuscita solo a pensare lei, un altro di quelli che non fanno altro che divertirsi delle disgrazie altrui, ma stava già posando con attenzione le ordinazioni davanti ai suoi clienti “preferiti”, accolta da una serie “grazie” e sorrisini di rito.

Sul vassoio era rimasta solo la cup di caffè extra large del batterista versione bell’addormentato, chissà come diavolo aveva passato la notte l’imbecille per ridursi ad un simile stato larvale

-Dom è arrivato il caffè, ti vuoi tirare su per favore! – Vicky guardò Matthew con gratitudine, mentre al solito il gruppetto di perdeva in battute cattivelle a carico del loro socio

-Grazie tesoro mi hai appena salvato la vita!- Che invece l’aveva ricompensata con un sorriso assonnato e incantevole. “Salvato la vita?” Non esageriamo! Dominic per come la pensava lei, era decisamente più carino e gradevole della compagnia, in tutti i sensi.

Lei si era chinata giusto quello che bastava per prendere la tazza dal vassoio, cercando di ignorare gli occhi del biondo nella scollatura “Non dormiva l’idiota due secondi fa’?” e….ooops

NO! NO E POI NO!

La tazza di caffè si era rovesciata sul vassoio e il suo contenuto colava dalla maglietta modaiola del batterista

DIO CHE DISATRO! Pochi secondi di stasi prima della tempesta! Bellamy che rideva come un indemoniato con una tonalità così acuta da richiamare gli sguardi curiosi e divertiti di tutto il locale e  gli altri  l’avevano seguivano a ruota. CHE IMBARAZZO!

-Ah Ah Dommy ti sei svegliato adesso?-

-Proprio bello il nuovo art work stampato sulla maglia! Perché non lo proponi per il merchandising del nuovo tour!!!-

-Ma quella maglia non era un regalo supermodella con cui sei uscito ieri sera??! –

E Vicky? Lei se ne stava immobile, senza respirare, con le mani sul viso un O silenzioso  stampato sulle labbra senza riuscire bene a capacitarsi di come era potuto succedere un disastro simile. Prese un respiro enorme cercando di trovare il coraggio per fronteggiare il biondino dei MUSE. Merda!

-Scusa…scusa…io non…io non so davvero com’è potuto succedere…- le mani che tremavano catapultate verso i tovaglioli di carta al centro del tavolo, per cercare di tamponare il disastro

-No…no, non è niente!…lascia perdere! – Anche Dominic aveva le mani avanti e gli occhi che intimavano chiaramente di non toccarlo, combattuto tra l’irritazione che non riusciva suo malgrado a nascondere e la necessità di essere gentile ed educato. Merda!

-Scusami io…non so davvero…- ora era in piedi anche lui e cercava di asciugare la maglia come meglio poteva. Ovviamente le disgrazie quando devono colpire colpiscono fino in fondo visto che era la maglia che gli aveva appena portato dalla sfilata di Philipp Plein Sarah Keller la modella più fotografata dell’anno, aka la ragazza che lo aveva ridotto ad una larva umana e i suoi amici potevano anche fare gli spiritosi a riguardo, ma avrebbero pagato oro per essere al suo posto!

-Lascia stare non è nulla sul serio! E’…è solo una maglietta….- “certo è solo una maglietta…” aveva pure provato a sorridere poco convinto, operando una sorta di training autogeno per auto convincersi,  prima di mormorare un confuso – Scusate… – e dileguarsi verso il bagno

Per Vicky a quel punto l’umiliazione era troppo grossa, non aveva nemmeno osato guardare in faccia nessuno dei componenti del gruppetto che ancora ridevano senza pudore, men che meno Bellamy, le guancie in fiamme e le mani che tremavano cercò di ripulire velocemente il caffè dal tavolo e dalla poltroncina e dopo essersi scusata per la milionesima volta, sparì alla svelta farsi rifare il caffè del batterista, non voleva rimanere lì un secondo di più!

Dio che figuraccia! Non le era mai successa una cosa del genere, mai, nemmeno quando aveva 16 anni e tremava al pensiero di portare due bicchieri su un vassoio, di fare una figura grossolana come quella. Cercò di calmarsi e ripercorrere la dinamica dell’azione…aveva sollevato il vassoio, preso la mug, fatto un passo avanti e poi si era sbilanciata leggermente inciampando in qualcosa che lei non aveva visto, la gamba del tavolo? No non poteva essere la gamba del tavolo, in un tavolo rotondo la gamba sta al centro e … piuttosto la gamba di … AH! IL BASTARDO!

-Vic che diavolo combini! Con quelli poi! – Jacques occhi spalancati aveva seguito preoccupato la scena da dietro il bancone

-Ora chi lo sente André!? – si era girato a dare un’occhiata all’uomo abbronzatissimo sui quaranta che stava andando verso di loro e che era chiaramente il responsabile del locale. Merda!

-Bellamy mi ha fatto lo sgambetto! – sibilò lei ancora paonazza, occhieggiando appena il collega

-COSA??? Sei impazzita? Non puoi accusarlo di…- ma la ragazza non era riuscita a rispondere

-Che succede qui?- Andrè guardava entrambi con aria interrogativa ed era lo sguardo del tribunale dell’inquisizione. Da quando c’era lui a dirigere il locale, non era più ammessa la minima distrazione da parte di nessuno del personale e lavorare sotto pressione non faceva bene a nessuno.

-Nulla Vic ha solo rovesciato il caffè ad un tavolo…- Jacques solidale, aveva cercato di minimizzare mentre la ragazza si ricomponeva, ma il loro capo proprio in quell’istante realizzò di quale tavolo si trattava  guardando prima Vicky poi i diretti interessati con aria intransigente

-Victoria con te ne parliamo dopo! – lei sospirò scuotendo il capo sconsolata, voleva solo prendere una pala e sotterrarsi, Andrè si stava già scusando con Mr. Howard per l’accaduto

-Sei sicura ? – le chiese Jacques sottovoce rifacendo il caffè

Lei annuì girata di schiena indaffarata a fare non si sa bene cosa, non voleva proprio vedere cosa stava succedendo a quel tavolo.

-Sì…sono sicura che l’ha fatto apposta il bastardo! – questa volta l’amico non replicò

-lo porto io il caffè! – disse invece con un sorrisino divertito

 

-Victoria questa è la stronzata più grossa che io abbia mai sentito per tentare di giustificarti…

-Ma…- Andrè non lasciò parlare

-Tu hai presente chi sono quelli? Non è bello che gente come “quella” vada in giro a dire che si sono trovati male nel nostro locale perché una cameriera incapace ha rovesciato loro il caffè addosso!-

-Ma ti dico che non è stata colpa mia! Bellamy ha allungato la gamba di proposito, sono sicura che voleva fare uno scherzo a quell’idiota addormentato del suo batterista e…-

-Ehrm…scusate…- Victoria e André si girarono contemporaneamente trovandosi davanti a sorpresa due occhietti azzurri e vigili.

-Posso pagare? – chiese  gentilmente, la conversazione era in francese e lui aveva capito davvero poco a parte il suo nome, ma era chiaro che la ragazza era sotto accusa. Vichy si dileguò in un secondo mettendosi a infilare i bicchieri nella lavastoviglie, qualsiasi cosa era meglio che dover fronteggiare lo stronzo che aveva davanti, l’umiliazione si era tramutata in rabbia

-No, no,no… Mr. Bellamy siete nostri ospiti ovviamente…mi scuso ancora per il disagio…e la prego dica a Mr. Howard di mandarmi il conto della lavanderia! -

“Il disagio?” Vicky alzò gli occhi al cielo. Le veniva da vomitare a pensarci, il suo capo era un bastardo arrogante e Mr. Bellamy uno sbruffone. Che schifo!

-Assolutamente no! Non è successo nulla! Che sarà mai una macchia di caffè su una maglietta!! – Matt rideva sicuro di sé

-Questi sono per….- Il dito indice e il mento del musicista avevano indicato una traettoria ben precisa

-Victoria?!-  lo aiutò Andrè un po’ stupito e vagamente contrariato seguendo la direzione del mento di Bellamy,  il cantante in mano aveva una banconota da cento euro.

L’attimo di silenzio che seguì quella che era chiaramente la tacita ammissione di colpa della Rockstar fu quasi imbarazzante.

Due secondi dopo Vicky che aveva seguito la scena con la coda dell’occhio, si stava asciugando le mani nel grembiule davanti al cantante, l’autocontrollo momentaneamente messo in archivio. Chi si credeva di essere quello lì…

Sollevò lo sguardo incenerita dagli occhi più azzurri che siano mai stati creati che ora brillavano davanti a lei senza filtri nella luce del sole del mattino, per poi riabbassarli subito quasi infastidita da tanto luccicare. Che spreco inutile due occhi così intensi su una creatura un po’ sgraziata e così arrogante. Tuttavia qualcosa nella retro della sua mente le fece pensare che bastavano quelli e il modo che aveva di usarli per far cadere le donne di tutto il mondo ai suoi piedi, senza nemmeno considerare la chitarra e la voce! Un branco di cieche e stupide…poverine!!!

-Mr. Bellamy non disturbarti, è stato un piacere, se me lo chiedevi gentilmente lo potevo fare anche gratis di tirare addosso il caffè al tuo batterista!- Chiara concisa ed essenziale, braccia incrociate, broncio e aria di sfida . Col suo capo avrebbe fatto i conti dopo era certo, ma almeno si stava prendendo la sua piccola rivincita.

Lui annuì  colto di sorpresa, scontrandosi con un enorme paio di occhi blu. Evidentemente ne aveva di carattere la ragazzina e  aveva anche un accento inglese perfetto.

-Come vuoi! – lei se ne stava lì rigida ed orgogliosa così Matt aveva diplomaticamente ritirato la banconota avvertendo il fatto che  l’aveva presa come una provocazione bella e buona, se non addirittura un’offesa, forse se non ci fosse stato il suo capo lì a guardare la scena le avrebbe chiesto scusa e avrebbe provato a farla ridere dell’accaduto si sentiva un filino in colpa dopo tutto, invece le aveva fatto l’occhiolino ridacchiando.

-Ciao Vic…a domani allora! – per poi tornare verso i suoi amici.

Lei lo aveva seguito con lo sguardo tra l’offeso e l’incredulo quel secondo in più che aveva consentito a Matt di girarsi ricatturare il suo sguardo a tradimento e mimare un

-Scusami… mi spiace! – solo con le labbra

 

-Cento euro di mancia e tu li hai rifiutati!! – Sarah era letteralmente scossa dalle risate, buttata sull’enorme letto in ferro battuto dal copriletto di cotone a fiori provenzali dalle tonalità solari che sembravano quasi un tutt’uno con la sua abbronzatura.

-Come fai a trovare la cosa divertente? Chi si crede di essere quello?!  E’ uno stronzetto presuntuoso che si è preso gioco di me e del suo batterista! Non è che essere Matt Bellamy dei Muse lo autorizzi a comportarsi come cavolo vuole!– Victoria short e canottiera se ne stava appoggiata alla cassettiera di fine 800, broncio e braccia conserte e sua cugina non riusciva proprio a smettere di ridere

-I cento euro glieli potevi anche fregare…giusto per il disturbo, non credo che per Bellamy facciano la differenza…

-Non è quello il punto! – come faceva Sarah a non capire che era una questione di dignità e di principio. Erano più legate di due sorelle, ma lei aveva sempre avuto un modo diverso di percepire la vita, molto più facile e leggero. Del resto quando a vent’anni sei già una delle modelle più pagate del Regno Unito, la prospettiva delle cose cambia leggermente

-Quando sei arrivata? – aveva chiesto cambiando discorso

-Ieri sera, ma avevo un appuntamento! – gli occhi Sarah scintillavano in modo malizioso

-Mmm… chi è stavolta? Il figlio di uno sceicco? Un magnate della finanza? No…no aspetta l’ultimo rampollo di una famiglia nobile in via di estinzione?! – Vicky gironzolava per la stanza canzonando sua cugina per l’entusiasmo con cui gli parlava di solito del suo “ultimo incontro” che veniva regolarmente rimpiazzato alla svelta da qualcuno decisamente più Cool, Vip, o semplicemente con una carta di credito più scintillante del platino o lo yacht più lussuoso che si potesse immaginare.

Come risposta invece ne ebbe solo un sorriso enigmatico e un sospiro profondo.

-Te lo farò conoscere! – promise con aria un pochino sognante a cui Vic rispose alzando gli occhi al cielo. Sua cugina non sarebbe mai cambiata.

-La nonna dov’è? – Passavano l’estate da quando erano bambine nella casa della nonna paterna a Nizza  e anche se ormai con i rispettivi impegni lavorativi non ci potevano più stare da giugno a settembre, quello era sempre il quartier generale delle loro vacanze.

-Ha detto che usciva per andare a giocare a carte… , in realtà credo avesse appuntamento con quel signore che porta tutti i giorni a passeggio il bassotto sul lungo mare!-

Avevano riso entrambe, la vitalità della nonna era sorprendente

-Sono distrutta! – Si lamentò Vicky gettandosi sul letto a pancia in su a fianco alla cugina

-Tua nonna è più brillante di te ne rendi conto?!-

-Il lavoro al Bistrot è massacrante! E oggi è stata una giornata da cancellare dal calendario! – non era da lei lamentarsi,era quasi sempre stato più un divertimento che un lavoro,  una scusa per conoscere gente e portare a casa qualche soldino in più, ma quell’estate la cosa le pesava in modo particolare e da  quando c’era Andrè a dirigere il locale era diventato tutto più difficile.

-Vic non ti obbliga nessuno…- la cugina si era seduta di colpo sul letto con un’espressione e seria mentre i capelli folti e biondissimi le ricadevano in una cascato d’oro sulle spalle

-Sai bene che i soldi mi servono…le lezioni …-

-Vic perché non vieni all’agenzia a fare un provino, sono sicura che ti prenderebbero, non lo devi mica fare di lavoro, un servizio fotografico ogni tanto, potresti evitare di sgobbare a questo modo e concentrarti sul resto.-

Sarah glielo aveva proposto 1000 volte, ma non era il tipo di lavoro a cui si sentiva portata e soprattutto non era il tipo di vita che la attirava.

Sospirò sconsolata tanto per far capire alla cugina che non aveva alcuna possibilità di convincerla.

-Ok, allora usciamo e vediamo di lasciarci alle spalle la giornataccia! – propose in risposta l’altra.

-No sono stanca! – Victoria si  stava lamentando di nuovo stiracchiandosi sul letto

-Ma non puoi essere stanca ti devo assolutamente far conoscere D… - la ragazza si bloccò con la mano sulla bocca, se avesse detto a sua cugina che aveva un mezzo intrigo con Dominic Howard non avrebbe mai accettato di uscire con lei.

-…  volevo dire la mia nuova conquista! E poi devi pur ricominciare ad avere una vita “normale”…sono passati sei mesi…- si corresse velocemente

-Gesù Sarah!!! Non ne voglio più parlare ti prego! – L’argomento tabù non andava minimamente citato, poteva solo peggiorare le cose. Cercò di spostare velocemente il discorso anche se aveva già lo stomaco stretto dall’ansia, aveva tutti addosso, tutti che le facevano pressione, per il suo bene certo, ma lei voleva solo essere lasciata in pace.

-Non dirmi che lo conosco il tuo Mr.X ? - aveva replicato colta da un dubbio improvviso

-Lo vedrai! Una sorpresa!! – Sarah improvvisamente era un uragano, si era messa a frugare freneticamente nel trolley aperto in un angolo sotto gli occhi curiosi della cugina

-E poi… - disse scaravoltandone quasi tutto il contenuto in terra con poca cura – Ti ho portato questo! – in mano aveva un vestito rosso da favola e sul viso un sorriso da far perdere i sensi ad un santo.

Vic si rianimò quasi di colpo con la stoffa morbida e preziosa dell’abito tra le mani

-Stai scherzando! Io non posso mettermi questo vestito, dove l’hai preso? – la ragazza era semisvenuta solo a guardare la firma impressa sull’etichetta, ma era già davanti allo specchio a vedere che impressione poteva fare solo drappeggiandoselo addosso.

-Naaa, ricordo dell’ultima sfilata e poi ti sta sicuramente meglio che a  me, sono troppo alta e troppo grassa per quell’abito! – il concetto di grassa di sua cugina poteva fare la differenza tra la 38 e la 40 ovvio.

-Posso almeno sapere dove andiamo? – Chiese quasi ingenuamente improvvisamente allettata dall’idea di uscire, magari poteva annegare i suoi dispiaceri in una dose di alcol terapeutico.

-Ad una festa a casa del mio strepitoso ragazzo!!! – Già, “la festa del suo strepitoso nuovo ragazzo!” per Sarah era sempre tutto dato per scontato.

 

La proprietà davanti a cui le aveva appena scaricate il taxi, non era esattamente l’immenso villone    extralusso che si aspettava Victoria, ma era pur sempre una villa di tutto rispetto e le auto parcheggiate nel piazzale antistante davano un’idea del portafoglio degli invitati.

-Wow! – esclamò dando un’occhiata alla location davvero mozzafiato a strapiombo sul mare, seminascosta da ulivi e pini marittimi.

- Si tratta bene il tuo amichetto!-

 Sarah sorrise con un alzata di spalle, lasciando la mancia all’autista, il fatto che la cugina apprezzasse la tranquillizzava un pochino.

Vicky intanto si guadava intorno leggermente a disagio, non era assolutamente il tipo di feste che era abituata a frequentare e qualcosa nella sua mente continuava a suggerirle che sarebbe stato più saggio rifiutarsi di accompagnare la cugina. Davanti all’ingresso c’erano due ragazze, bionde e perfette che  sembravano appena uscite da una rivista di moda, short di jeans e svolazzanti camicioni a fiori molto peace & love, impegnate a distribuire sorrisi  e coroncine di fiori da mettere sul capo a tutti gli ospiti. Anche sua cugina sembrava appena uscita dalle pagine di uno dei giornali per cui si faceva fotografare, l’abito color cipria armonizzava totalmente col suo incarnato, le scivolava morbido fino ai piedi con la schiena completamente nuda, i capelli sciolti  avevano un che di studiatamente selvaggio, i sandali rasoterra dai listini dorati si intravedevano appena ad ogni passo e la coroncina di fiori la faceva sembrare quasi una dea. Per non parlare del trucco perfetto e delle ciglia lunghissime.  Lei non poteva competere neanche con il Versace rosso addosso, Afrodite e il brutto anatroccolo. Si  chiese per la milionesima volta in cinque minuti perché diavolo si era lasciata convincere ad accompagnarla? Ah si doveva assolutamente conoscere Mr. X. A dir la verità ne avrebbe fatto volentieri a meno se non fosse stato per non deludere l’entusiasmo debordante di Sarah, questa volta doveva essere davvero un tipo speciale.

 

Eccole lì sullo spiazzo antistante la piscina dove il party era in pieno svolgimento, in un angolo il DJ mandava  musica lounge di tendenza del momento, così come gli outfit degli ospiti, e le candele accese si sprecavano.

-Allora dov’è il padrone di casa? – Vicky continuava a guardasi attorno tra il curioso e lo spaesato tenendo con un piede il tempo della musica ad un volume gradevolmente accettabile.

-Non lo so..ora lo chiamo.. – la biondissima modella stava ancora facendo una scansione panoramica dei dintorni per cercare di individuare il suo misterioso ragazzo, giusto il tempo di estrarre il telefono dalla borsettina, manco a dirlo,  dorata che aveva al polso e selezionare il contatto giusto.

 Victoria sperò di essersi sbagliata vivamente quando vide un ragazzo biondo che stava chiacchierando appoggiato al bar allestito in un furgoncino colorato stile vecchia Cuba, infilare la mano nella tasca posteriore dei pantaloni per rispondere.

Il panico la assalì nel preciso momento in cui lui si girò, alzo la mano in modo speculare a Sarah per farsi individuare e si incamminò nella loro direzione, maglia nera e pantaloni attillatissimi rischiarati dal sorriso più luminoso che lei avesse mai visto.

-Sei impazzita! Cosa ti è saltato in mente!– sibilò alla cugina che invece esibiva una soddisfattissima faccia da poker

-Dopo quello che è successo oggi mi porti qui! – ci doveva essere il sistema per sparire, il teletrasporto di Star Treck, il Tardis del Doctor Who, poteva trasformarsi in Susan la donna invisibile in 2 secondi, sarebbe andata bene anche la classicissima pala per fare un buco e sotterrarsi in mancanza di mezzi più tecnologici, ma no il dannato batterista dei Muse si stava avvicinando e lei non aveva scampo.

-Vic smettila e prova a fare la donna di mondo per una sera! Dom è adorabile, stai tranquilla?-

Che Dominic fosse adorabile ne aveva avuto la certezza anche lei dal primo secondo che era entrato al Bistrot fino a 10 secondi prima, perché in quel momento non era più sicura di nulla e poi volendo sottilizzare doveva fare la donna di  mondo? Non il suo di sicuro

 

-Ciao Tesoro! – il bacio che si erano scambiati i due poteva essere durato dai quattro ai cinque secondi, ma aveva completamente destabilizzato Victoria pronta a giurare che Dom si sarebbe divorato sua cugina in un solo boccone! Portarsi via così tutto il rossetto ad inizio serata era a dir poco seccante, lei si sarebbe irritata di sicuro si era detta  così… per trovare delle scuse, in realtà era rimasta a bocca aperta per lo shock, scosse il capo leggermente quasi a negare quello che aveva appena visto, perché era sicuramente illegale baciare qualcuno a quel modo!

Doveva trovare il sistema di andarsene prima che succedesse l’irreparabile che in quel momento significava incontrare Matthew Bellamy.

-Mi sei mancata! – Tze…sul serio da quanto non si vedevano quelli? Dieci ore forse. La cosa cominciava ad innervosirla, anche perché lei pareva inesistente e per un secondo si era illusa che magari tutte le  preghiere degli ultimi minuti avessero funzionato, ma no…

Proprio in quel momento Sarah si girò e senza staccare la mano da quella del batterista disse semplicemente

-Dominic lei è Victoria il mio più uno, oltre che la mia più cara amica! – E lei era irrimediabilmente fottuta!

   
 
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