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Autore: silbysilby_    19/08/2015    2 recensioni
Un temporale che tiene sveglio Kurt di tarda sera. Blaine che viene trattenuto a lavoro dal suo insopportabile capo.Una piccola Tracy che non riesce a dormire.
Klaine!Daddy
Lampi, Tuoni e Ovomaltina.
Genere: Fluff, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Blaine Anderson, Kurt Hummel | Coppie: Blaine/Kurt
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Eccomi tornata con una piccola shot klaine! Questa storia è senza pretese, scritta in un pomeriggio meravigliosamente piovoso...  Spero vi piaccia comunque e che vi faccia sorridere! 

Per Caterina e tutte le persone che, come noi due, amano la pioggia.

Un tuono più rumoroso dei precedenti, accompagnato da uno scroscio incessante di pioggia, fece singhiozzare la luce fioca della bajour sul comodino. Kurt alzò gli occhi dal libro che stava leggendo e stette in ascolto del temporale che si stava scatenando là fuori. Lanciò l'ennesima occhiata alla sveglia digitale, e quando vide l'orario che segnava non potè evitare di controllare il cellulare, preoccupato.

La sveglia era in punto.

Erano già le undici e quaranta di sera, e Blaine ancora non era tornato.

Dio, quanto avrebbe strozzato volentieri il capo di suo marito. Non bastava farlo lavorare ogni giorno come un matto, lo tratteneva pure dopo l'orario prestabilito solo perché quello da solo non era in grado di accendere un computer. Blaine doveva già essere a casa da almeno un'ora e invece non rispondeva neanche al telefono, senza contare che avrebbe dovuto guidare con quel tempaccio e Kurt stava disperatamente cercando di non immaginarsi centouno modi in cui sarebbe potuto capitare un incidente stradale.

Appoggiò il libro sul comodino, spense la bajour e affondò la testa nel cuscino, sapendo già che non sarebbe riuscito ad addormentarsi fino a quando Blaine non fosse tornato.

 

Era perso in uno stato di dormiveglia quando, tra lampi, tuoni e pioggia, gli sembrò di sentire la maniglia della porta abbassarsi e qualcuno entrare di soppiatto nella stanza.

"Blaine, sei tu?" mormorò Kurt con voce assonnata.

"Sono io, Papà." rispose una vocina di fianco a lui.

Kurt si mise seduto e si stropicciò gli occhi per mettere a fuoco la figura della piccola Tracy: la maglia del pigiamino rosa tutto storto, le treccine sfatte, il segno del cuscino sulla tempia e le guance lucide.

"Tesoro, stai piangendo?"

"I-i tuoni fanno paura" balbettò Tracy stringendosi al petto un peluche "Mi fai il latte caldo?"

Kurt accese la luce, scese dal letto e sollevò con facilità la sua bambina, pupazzo compreso, che subito strinse le gambine attorno al busto del padre, e insieme si diressero verso la cucina. Kurt strinse Tracy a sé con un solo braccio, mentre con l'altro aprì l'anta del frigorifero per prendere il cartone del latte, ne rovesciò buona parte in un pentolino che mise sui fornelli.

In pochi minuti il latte si era riscaldato e, dopo essere stato mescolato con una abbondante cucchiaio di ovomaltina e versato in una tazza delle principesse, Kurt lo portò a Tracy che intanto si era accovacciata tra i cuscini del divano. Fece per porgerglielo, ma quando la piccola sembrò volerlo afferrare subito, Kurt glielo allontanò di poco.

"Com'è che si dice?" le chiese cercando di non sorridere e di fare il padre autoritario.

"Graaazie, Papà." replicò Tracy automaticamente. Sorrise, pregustando il sapore cioccolatoso dell' ovomaltina, una volta che Kurt le lasciò prendere la tazza.

Quest'ultimo si sedette di fianco a lei e si perse a guardarla. Tracy aveva già quattro anni e ormai era evidente che fosse biologicamente figlia sua: i capelli lisci erano castani, e gli occhioni non più bagnati di lacrime erano di un azzurro limpido e cristallino. Kurt avrebbe mentito se avesse negato di aver sperato più volte che la carnagione della bambina si facesse nocciola, che le orecchie le si arrotondassero, o che magari rimanesse bassa per la sua età. Sorrise tristemente per la millesima volta a pensarci. Scientificamente impossibile, già.

In pochi sorsi il latte era finito e Tracy porse la tazza al padre,t amburellando con le unghiette sulla ceramica.

"Ancora!"

"Mi dispiace, Tracy, ma se ne bevi dell'altro poi non ce ne è più per domani mattina."

La bambina mise su il broncio.

"Dov'è Papi? Non è ancora qui?" Tracy sapeva benissimo che, se uno dei suoi genitori era più facile che le prendesse dolci o giocattoli, quello era Blaine. Poi Kurt lo avrebbe inseguito per mezza casa dicendogli che così la viziava troppo, ma a lui non importava: tutto pur di far sorridere la sua piccola.

"Vedrai che sta arrivando..." disse Kurt più per ripeterlo a sé stesso che a Tracy.

"Lui non ha paura dei tuoni forti?" chiese ancora la piccola.

"No, lui è molto...coraggioso." Kurt ridacchiò al ricordo di Blaine avvinghiato a lui sotto le coperte con la scusa di avere taaaanta paura dei temporali.

"Tracy, vuoi fare un gioco?" le chiese appoggiando la tazza vuota sul tavolino e allungandosi per prendere un pile con cui coprì le loro gambe. "Ogni volta che c'è un tuono contiamo, e al nostro 'cinque' arriva un lampo! Vuoi provare?"

La bambina annuì e si fece strada tra le gambe del padre, appoggiando la testa sul suo petto. In quel momento un tuono rimbombò forte e chiaro, e loro iniziarono a contare ad alta voce: "Uno...due...tre...quattro..." Un lampo squarciò il cielo facendo ridere Tracy che iniziò a battere le mani, incitando altri tuoni ad arrivare, entusiasta.
 Dopo interi minuti di tuoni, lampi e risate Tracy si addormentò profondamente tra le braccia del padre, sbavando leggermente sulla maglia del pigiama di quest'ultimo. Anche le palpebre di Kurt si fecero man mano più pesanti, e presto seguì la figlia cullata da Morfeo. L'ultima cosa che vide prima di chiudere gli occhi fu l'orologio a parete.

Mezzanotte e venticinque.

 

Quando Blaine aprì la porta di casa mancavano pochi minuti all'una. Dopo essere stato trattenuto dal suo capo, era stato bloccato dal temporale e aveva dovuto aspettare che la pioggia si calmasse prima di poter prendere l'auto. Era sfinito, bagnato ed affamato, ma cercò comunque di entrare senza fare rumore. Si tolse i mocassini, la giacca e lasciò la tracolla abbandonata sul pavimento dell'ingresso. Vide che la luce in cucina era ancora accesa, forse Kurt l'aveva lasciata così per lui, e si diresse verso la credenza. Sfilò il vasetto di ovomaltina e se ne infilò in bocca un paio di cucchiaioni pieni, leccandosi le labbra per rimuovere la polverina che ci si era appiccicata. Sapeva che non era nè igienico, né salutare e tanto meno toglieva la fame, ma lui e Tracy lo facevano sempre quando Kurt non poteva beccarli. I segreti sull'ovomaltina tra padre e figlia, restano tra padre e figlia.

Stava per andare in bagno per lavarsi i denti quando notò dei ciuffi castani spuntare dallo schienale del divano. Blaine fece il giro della stanza per ritrovarsi il marito e la figlia abbracciati mentre dormivano beatamente. A quella vista gli si strinse il cuore. Certi momenti avrebbe voluto memorizzarli e salvarli da una qualche parte della sua memoria per sempre.

Nonostante questo, Kurt non sarebbe riuscito neanche ad alzarsi per il mal di schiena l'indomani se Tracy gli avesse dormito addosso per tutta la notte, così, cercando di essere il più delicato possibile, sfilò la bambina dalla presa molle del marito e la portò nel suo lettino, rimboccandole le coperte e posandole un bacio sulla fronte una volta certo di non averla svegliata.

Prima di tornare in salotto si sfilò il papillon, la camicia ed i jeans, rimpiazzandoli con la canottiera e i pantaloni della tuta.

Una volta tornato davanti al divano, passò un braccio sotto le ginocchia del marito, l'altro dietro la sua schiena e lo sollevò, portandolo esattamente come aveva preso in braccio la figlia poco prima, con l'unica differenza che pesava il triplo. Quando Kurt, ridestandosi dal sonno, si rese conto che qualcuno lo aveva sollevato si dimenò un po', rischiando di far cadere entrambi per terra, ma quando si rese conto che le braccia che lo stringevano erano quelle di Blaine alzò lo sguardo per assicurarsi che fosse proprio lui.

"Ben svegliato, bello addormentato." mormorò Blaine divertito dall'espressione disorientata di Kurt prima che quest'ultimo gli buttasse le braccia al collo, stringendolo in una morsa forte, il naso tra la piega del collo e delle spalle del marito.

"Blaine, grazie al cielo. E' tardissimo, ti rendi conto di quanto mi hai fatto preoccupare? Si è anche raffreddata di nuovo tutta la cena..."

"Mi dispiace tanto, amore. Ho fatto più in fretta che ho potuto."

"Mmmmh" asserì Kurt. "Lo sai che non sei perdonato solo perché mi stai portando a letto come una principessa, vero?"

Il moro ridacchiò e, dopo aver raggiunto la loro camera da letto, adagiò Kurt sul materasso,lo coprì con la coperta leggera e ci si infilò dentro, sdraiandosi alle spalle del castano per far aderire il petto con la sua schiena. Con una mano gli accarezzò lentamente l'avambraccio da sopra il pigiama, poi la appoggiò mollemente sul suo ventre.

Quando Kurt fu su il punto di riaddormentarsi di nuovo, incrociò le gambe con quelle di Blaine, beandosi del tepore che emanava. Girò il busto di poco e gli sfiorò le labbra con le proprie, in un bacio della buonanotte.

"Blaine."

"Si?"

"Perchè le tue labbra sanno di ovomaltina?"

 

   
 
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