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Autore: startariot    19/08/2015    3 recensioni
Liam adorava questo del loro rapporto, se così poteva chiamarlo. Non c’era un attimo in cui Zayn non smetteva di provocarlo, e non c’era attimo in cui Liam non stava al gioco. Non c’era attimo in cui Liam non pendesse dalle labbra di Zayn.
Genere: Angst | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Liam Payne, Un po' tutti, Zayn Malik
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Buoooonasera a tutti!

Non mi dilungherò molto con le note pre-storia.

Si tratta di una piiiiiccola Ziam che mi è venuta in mente mentre ascoltavo una canzone di Malika Ayane e il titolo della storia è proprio una frase di questa canzone. 

 

Ora vi lascio alla lettura e ci vediamo nelle note finali, se vi va :) 


 

 

 

 

 

 

 

“I picked my poison and it's you

Nothing could kill me like you do

You're going straight to my head

And I'm heading straight for the edge”

 

 

 

 

 

 

L’odore di sigaretta appena accesa gli ricordava Zayn, era inevitabile. 

Per quanto quel profumo - perché di profumo si trattava per Liam - gli piacesse, aveva iniziato ad odiarlo, da quando lui era andato via. Non sopportava più l’abitudine - che Zayn gli aveva trasmesso - di portarne una sempre dietro l’orecchio perché ‘bisogna sempre averne una con sé’ . Non sopportava nemmeno più la vista di Louis che ne accendeva una prima di un concerto fuori dallo stadio perché ripensava a quando Zayn faceva parte di quella routine. Era silenzioso, se ne stava lì con la sua sigaretta tra le labbra e osservava Louis girare in tondo con il suo skate mentre Liam cercava di fargli qualche dispetto e finivano per discutere perché ‘mi romperai una gamba prima o poi, Payno’ diceva sempre il più basso prima di pizzicargli un capezzolo. Zayn rideva appena, assottigliava gli occhi e rilasciava il fumo con un soffio leggero. Restava spesso in silenzio, ma non era mai silenzioso. I suoi pensieri erano troppo rumorosi per Liam per non riuscire a percepirli.

 

A volte - solo a volte - Liam continuava a chiedersi perché. Nonostante continuasse  a dire a chiunque - amici, giornalisti, familiari - che capiva la sua scelta, che era tutto okay tra di loro e che augurava a Zayn tutta la felicità, non riusciva a fermare il groppo nella gola che faceva la sua bella comparsa, mozzandogli il respiro. 

 

 

Avrebbe potuto fare qualcosa in più per evitare questo disastro? Avrebbe potuto fermarlo in qualche modo? Un qualsiasi compromesso  che avrebbe potuto rendere felice Zayn abbastanza da farlo rimanere nella band. 

 

Erano passati mesi ormai, eppure quelle domande continuavano a ronzargli nella testa, togliendogli il sonno ogni notte da quel 25 Marzo. Sapevano da molto prima che c’era qualcosa che non andava, ma questo non aveva evitato quel tonfo al centro esatto del suo petto quando avevano reso ufficiale la notizia, quel pomeriggio. 

 

«C’è troppa storia tra di noi per mettere da parte l’affetto», aveva poi detto in un’intervista e nemmeno il giornalista stesso poteva immaginare quanto significasse per Liam quella frase. Peccato che nemmeno Zayn lo sapesse. 


Se solo provava anche solo a ripensare a quella giornata, riusciva a sentire i conati di vomito ripresentarsi prepotenti alla bocca del suo stomaco. Poteva prendere in giro chiunque, dicendo che tutto andava bene tranne se stesso. Niente andava bene, e continuava a sentire la mancanza di Zayn come il primo giorno da quando li aveva lasciati in quattro. Erano più forti e uniti in quattro, questo era vero, ma niente era come prima. E mai lo sarebbe stato.

 

«Io…- io ho deciso di lasciare la band, ragazzi», quelle parole riecheggiavano nella sua mente come l’eco di un esplosione. Si insinuavano come un trapano nella sua mente e Liam, a volte, sperava davvero che un trapano entrasse nel suo cervello portando via qualsiasi ricordo. Ricordava perfettamente il momento in cui Zayn aveva pronunciato quella frase, lasciando tutti immobili sul posto per lo shock. Ricordava di essere rimasto assente per alcuni minuti e di aver sentito solo degli schiamazzi che si erano trasformati in una lite furiosa tra Louis e Zayn nel momento in cui era tornato alla realtà. Ricordava perfettamente la sensazione di dolore e vuoto che aveva lasciato spazio al gelo e all’indifferenza quando tutti li avevano lasciati soli in quella piccola stanza prima del loro ultimo concerto insieme. Le parole attente e studiate di Zayn che cercavano di giustificarsi con lui, quelle urlate per l’esasperazione di Liam, ormai esausto dalle bugie che continuava a rifilargli. Più di tutto, ricordava il bacio disperato che Zayn era riuscito a rubargli in preda alla confusione e lo schiaffo che subito dopo gli aveva tirato. Da quel momento, più nulla. Solo un ragazzo che Liam pensava di conoscere e che mai l’avrebbe tradito in quel modo.  

 

Era consapevole di quanto tutto quello che aveva vissuto con Zayn fosse sbagliato. Sbagliato per tutti quelli che gli stavano intorno e che lo avevano visto soffrire. Sbagliato per Sophia che continuava a stargli accanto e che non poteva nemmeno lontanamente immaginare di quante cose Liam la tenesse all’oscuro. 

 

 

 

///

 

 

 

«Devi smetterla con questi tatuaggi», aveva sussurrato Liam sfiorando ciascuno di essi con la punta delle dita. 

 

«Perché? Non ti piacciono?», aveva sussurrato il moro con tono di voce quasi dispiaciuto mettendosi a sedere al centro del letto. 

 

«Mi piacciono troppo, è questo è il problema», era stata la risposta del castano. Continuava a seguire con lo sguardo il percorso che le sue dita disegnavano sapientemente sul corpo dell’altro e non sembrava avere alcuna intenzione di smettere. 

 

Quando la punta del suo indice si soffermò qualche secondo di più sul tatuaggio dietro la sua nuca, Zayn sospirò pesantemente e Liam non riuscì a trattenere una smorfia vittoriosa. 

 

«Cosa senti?», soffiò Liam al suo orecchio continuando a disegnare linee immaginare sulla sua schiena soffermandosi sulla linea accennata della sua spina dorsale. Vide Zayn inarcare appena la schiena e riuscì a sentire il suo respiro farsi più pesante così continuò quella lenta tortura, aspettando una risposta. 

 

«Troppo», fu l’unica cosa che il moro disse prima di girarsi verso di lui e bloccargli i polsi, «con te è sempre tutto…troppo», aveva detto per poi avvicinarlo a sé e far scontrare le loro labbra in un bacio. Liam gli aveva morso subito il labbro inferiore aggrappandosi alle sue spalle sottili per tirarselo maggiormente addosso, minimizzando ogni  spazio tra di loro. 

 

Se avesse potuto, non avrebbe mai smesso di baciare Zayn. Le labbra del moro sapevano di menta e tabacco, ogni volta che lui sospirava il suo nome sulle sue labbra, Liam pensava di morire. Il suo sapore era dappertutto, gli era entrato dentro fin dalla prima volta in cui si erano baciati per gioco. Zayn era nelle sue vene, come il peggiore dei veleni e sapeva che non c’era rimedio. Non sarebbe mai uscito. 

 

I tocchi del moro erano febbrili su di lui e il suo corpo tremava di piacere ogni volta che Zayn provava anche solo a sfiorarlo. Era sempre stato così tra loro - un eterno gioco - e Liam adorava questo del loro rapporto, se così poteva chiamarlo. Non c’era un attimo in cui Zayn non smetteva di provocarlo, e non c’era attimo in cui Liam non stava al gioco. Non c’era attimo in cui Liam non pendesse dalle labbra di Zayn. 

 

 


///

 

 


Non avrebbe mai rimpianto il tempo trascorso con lui, le coccole nel tour bus, convinti che nessuno li vedesse o sentisse, le sigarette condivise in piena notte dopo ogni concerto. Aveva un sapore agrodolce ripensare a quei momenti, ora che Zayn non era più lì con lui, con loro. Ora che aveva deciso di tagliare i ponti con tutti per ricominciare la sua nuova vita a Los Angeles. Liam aveva davvero sperato che il loro rapporto fosse diverso, che fosse qualcosa di più. Qualcosa che Zayn non avrebbe preso e gettato via, come fosse nulla. 

 

Ma a quanto pare si sbagliava. Ora Zayn sembrava non avere più tempo per rispondere ai suoi messaggi, alle sue chiamate, a qualsiasi tentativo di comunicazione che Liam tentava di instaurare con lui. 

 

Ora era la città degli angeli la sua nuova casa, Liam non c’era più posto.

 

Faceva male, terribilmente male. 

 

Zayn era stato come un sogno che si era trasformato in un incubo per Liam ma, nonostante tutto, non era stato affatto male. 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

*Giù le armi, non odiatemi* 

Se siete arrivati fin qui e volete uccidermi, lo capisco. 

Se non volete farlo, vi ringrazio. 

 

Niente, erano pensieri che avevo sempre voluto buttare giù ma non riuscivo mai a trovare le parole adatte per farlo. Oggi ce l’ho fatta e quindi mi sono detta: perché non postarle immediatamente? 

 

Solitamente non scrivo Ziam perché non mi trovo bene a scrivere di loro quanto con i Larry, ho parecchi problemi con Zayn e Liam, si. Ne sono consapevole e credo sia dovuto tutto alle mie strane teorie su di loro, ma lasciamo perdere. 

 

Spero davvero, davvero tanto che questa cosina vi sia piaciuta e che non mi stiate odiando troppo. 

Lasciatemi qualche commentino, che sia qui tramite recensione, o su Twitter o FB…ne sarei felicissima :) 

 

 

La canzone che da il titolo alla storia è Adesso e qui (nostalgico presente) di Malika Ayane e ad inizio storia trovate un pezzo di Poison di Rita Ora (che amo). 

 

Ora vi lascio, ci vediamo con la prossima storia che sarà decisamente diversa e più lunga di così. 

Chri. 

 

   
 
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