Anime & Manga > Anna dai capelli rossi
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Autore: emmy    02/03/2005    24 recensioni
Gilbert propone ad Anne di diventare sua moglie, ma.... Traduzione by Nisi Corvonero
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ciao! Questo è il primo capitolo della fanfiction di Emmy Peters che si intitola “A Little Romance” e che trovate su Fanfiction.net.

Emmy, gentilmente, mi ha permesso di tradurla e pubblicarla su questo sito. Ne vale la pena, questa sua ff è molto bella ed Emmy scrive benissimo. Spero solo di aver fatto un buon lavoro.

Postilla importante: chi di noi ha visto il cartone di Anna dai capelli rossi molto probabilmente non sa che le vicende narrate si riferiscono solo al primo libro della saga di Anne: i libri sono in totale 8 e le vicende si protraggono fino alla vecchiaia della protagonista.

Alla fine del primo libro, Anne e Gilbert fanno pace e diventano molto amici, poi frequentano l’università assieme e dopo qualche anno Gilbert si dichiara (ed Anne lo rifiuta). Questa è la versione di Emmy, spero che vi piaccia.

Vi prego, commentate, Emmy ne sarebbe felice. Potete mandare i commenti direttamente a lei, se sapete l’inglese, altrimenti postateli pure qui, io li tradurrò e glieli farò avere.

Grazie a tutti e buona lettura.

Nisi Corvonero

* * *

“Per favore, Gil, non possiamo essere solo amici”?

Le parole erano gentili, tuttavia spezzarono lo stesso il cuore di Gilbert.

Gilbert era in piedi, alla fine del sentiero, accanto ad Anna Shirley.

Il sole stava cominciando a tramontare, ma l’aria era ancora calda ed un brezza gentile soffiava attorno alla coppia.

Stavano parlando.

Una domanda, poi una risposta negativa.

“Solo amici.”

Sembravano delle parole così innocue, tuttavia erano così crudeli.

Così, Anna Shirley voleva che loro fossero “solo amici”.

Gilbert sorrise debolmente:”Solo amici, Anne? Io pensavo fossimo anime affini” le ricordò lui.

Anna Shirley ebbe almeno la buona grazia di sentirsi imbarazzata:”Gil, lo sai cosa intendevo dire” tentò di spiegare la ragazza.

“No, Anna, penso di no. Spiegamelo tu!” Si, pensò Gilbert, spiegami perché mi hai rifiutato. Perchè mi hai rifiutato e mi hai spezzato il cuore.

“Gil, io sto bene così, davvero. Non credo mi sposerò mai” dichiarò Anna con calore, volendo disperatamente che Gilbert capisse che non lo stava rifiutando. Semplicemente, non voleva sposarsi, era sicura non si sarebbe mai sposata.

In effetti, era difficile dubitare della sua sincerità quando lo guardava in quel modo, pensò Gilbert: il suo viso, alzato verso il suo, era pieno di tristezza ed i suoi grandi occhi grigi lo guardavano supplichevoli.

Stava lì, con le mani pressate nervosamente l’una contro l’altra dinnanzi a lei e voleva che lui capisse le sue parole, il suo rifiuto.

Ma anche Anna Shirley stentava a capire: Gilbert Blyte era il suo compagno, il suo migliore amico, assieme a Diana Barry.

Proprio quella sera le aveva chiesto di sposarlo e questo invece di darle la gioia che chiunque si sarebbe aspettato, le provocò angoscia.

Anna non era in grado di spiegare I suoi sentimenti neppure a sè stessa, per cui, come poteva essere in grado di spiegarli a lui?

Oh, se proprio avesse dovuto sposarsi, di certo Gilbert sarebbe stata la scelta migliore, perché non c’era nessun ragazzo che le piacesse più di Gilbert.

Non c’era un ragazzo la quale compagnia o conversazione le piacesse di più di quella di Gilbert

. Ma per qualche ragione che non riusciva a comprendere, era la parola “ragazzo” che la turbava.

Il fatto era che che Gilbert Blythe non era più un ragazzo. Ormai era un uomo.

Aveva 21 anni, 3 di più di lei, era diventato un bell’uomo dalle spalle larghe.

Un bravo studente di medicina che stava per diventare dottore.

Non era rimasto molto del “ragazzo” in lui.

“per favore, Gil” Anne lo scongiurò ancora una volta “non possiamo lasciare le cose come stanno?”

Gilbert Blythe restò in silenzio per qualche momento.

Non succedeva tutti i giorni che un uomo chiedesse ad una donna di sposarlo. E non succedeva tutti i giorni che quell’uomo venisse rifiutato.

Non sapeva dire cosa lo facesse soffrire di più: essere rifiutato oppure vedere l’angoscia dipinta sul volto della persona alla quale teneva tanto.

“Va bene, Anna” rispose piano Gilbert “lasciamo le cose come stanno”.

Anna sospirò visibilmente di sollievo:”allora… allora non sei arrabbiato con me?” chiese esitante e forse anche un po’stancamente.

Davvero, credeva che nessuno avesse diritto ad arrabbiarsi più di un corteggiatore deluso, pensò Anna.

Nei libri i corteggiatori delusi reagivano sempre male, vero? e molto probabilmente gli scrittori ne sapevano di più di lei a questo proposito, considerando che quella era la sua prima esperienza del genere.

I suoi occhi si spalancarono mentre numerose scene si sviluppavano nella sua vivida immaginazione ed i suoi occhi inconsciamente si posavano sul sentiero, quasi a cercare una via di fuga.

Nonostante tutto, la bocca di Gilbert si contrasse in un sorriso.

Era sempre stato capace di leggere le espressioni del viso di Anna ed anche nel bel mezzo di quella serata orribile, si divertì ad osservarla mentre la sua mente lavorava vorticosamente.

“Direi che sono deluso, Anna, ma non sono arrabbiato” rispose lui, alzando un sopracciglio in modo beffardo.

Cosa si aspettava da lui? Che la buttasse nel lago per averlo rifiutato?

“Ah, ehm… sono contenta, Gilbert” rispose lei un po’ dimessa, la sua immaginazione imbrigliata, almeno per un po’ “e verrai ancora a trovarmi?” potremo ancora vederci?”

Gilbert tacque. Ancora quel tono. Si sentì perso.

Anna aveva rifiutato di sposarlo, tuttavia nel suo cuore sapeva che non avrebbe mai potuto negarle niente:”Certo, Anna, se tu lo vuoi.” Rispose tranquillo.

“Ma certo, Gil!” eclamò felice Anna sorridendogli mentre arrossiva di piacere al pensiero che la loro amicizia sarebbe sopravvissuta.

Incapace di resistere al suo sorriso luminoso, Gil le sorrise a sua volta.

Gli aveva spezzato il cuore.

L’aveva preso, schiacciato sotto i piedi e l’aveva spedito a calci tra la polvere.

E tuttavia, l’aveva fatto sorridere a quel modo.

La dolce brezza aveva fatto sfuggire una ciocca di capelli dalla pettinatura di Anna.

Gilbert resistette al desiderio di risistemargliela dietro l’orecchio.

Da parte sua Anna, riconobbe di essere passata da un’estrema angoscia ad un gioioso senso dei sollievo e tutto nello spazio di pochi secondi.

Aveva rifiutato Gilbert, ma poteva ancora essere sua amica.

Non l’avrebbe perso, anche se lui avrebbe potuto liquidarla sui due piedi visto che non valeva la pena di avere ancora a che fare con una ragazza problematica quanto lei.

Da parte sua, invece, Gilbert riconobbe che la donna che amava teneramente con tutto il cuore – che aveva sempre amato, per quanto riuscisse a ricordare – non lo ricambiava. Non allo stesso modo, in ogni caso.

Lei voleva un amico e niente altro. Si sarebbe accontentato di questo: non vederla più, non poterle più parlare sarebbe stato molto peggio.

In verità, nessuno dei due ragazzi aveva ben capito quello che era successo quella notte, al limitare del sentiero immerso in una dolce brezza e nell’oscurità: un uomo credeva di aver chiesto alla donna che amava di sposarlo.

Ma era stata la ragazza a rifiutarlo e non la donna.

Era la ragazza che si era spaventata a quella prospettiva ed aveva rifiutato a causa di ragioni che lei stessa non aveva ancora capito.

Era stata la ragazza che aveva rifiutato di sposare Gilbert Blythe.

* * *

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