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Autore: DanilaCobain    19/08/2015    1 recensioni
Questa è la storia di Nicole, una liceale come tante, romantica e innamorata dell'amore; ma è anche la storia di Jonathan, giovane professore di matematica che scopre di provare un'attrazione senza eguali per la bellissima Nicole.
Genere: Erotico, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Scolastico
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Nicole
 
La sveglia suona troppo presto.
Ho fatto tardi con Paolo, stanotte. Abbiamo messaggiato fino alle due e adesso i miei occhi non vogliono saperne di aprirsi. A fatica scendo dal letto e mi vesto. Faccio colazione rapidamente e scendo in strada ad aspettare Paolo.
Milena mi manda un sms.
- Vieni con Paolo?
- Sì. Ci vediamo in classe.
- Quindi fate sul serio di nuovo! Dopo facciamo una bella chiacchierata.
Scuoto la testa sorridendo e digito un "ok". Le ho già raccontato tutto ieri sera ma so che mi tempesterà di domande su come mi sento e se ho intenzione di ritornare con lui. E in tutta onestà non saprei cosa risponderle. Sono innamorata di lui ma non sono sicura di volerlo perdonare.
Il suo scooter si ferma davanti al portone di casa mia; sorride e mi avvicino a dargli un bacio sulle labbra.
‹‹Buongiorno››, mi porge il casco che ha agganciato al braccio.
‹‹Buongiorno.›› Lo indosso e salgo sullo scooter. Lo abbraccio e mi beo della sua vicinanza.
‹‹Sono stanchissimo. Non mi hai fatto chiudere occhio.››
‹‹Non hai dormito dopo che ci siamo dati la buonanotte?››
‹‹Con il tuo odore nel mio letto mi risultava davvero difficile. Saresti dovuta venire ad alleviare le mie sofferenze.››
Lo colpisco sulla schiena con fare scherzoso. ‹‹Parti o faremo tardi.››
Obbedisce e con la mano scende ad accarezzarmi la gamba fasciata dai jeans.
Questo ritorno alla routine è confortante. Paolo è lo stesso di sempre, le attenzioni che mi da, gli sguardi, è facile lasciarsi andare e pensare che non sia mai sparito per tre mesi. Ma lo ha fatto e il ricordo è ancora troppo vivo. Voglio mantenere le distanze da lui, almeno emotivamente. Che poi, come si fa a mantenere le distanze emotive se stiamo sempre insieme e facciamo l'amore? Forse ho sbagliato ieri pomeriggio ma era quello che volevo in quel momento ed è stato bellissimo.
Arriviamo a scuola giusto cinque minuti prima del suono della campanella. Mi affretto per le scale senza aspettare Paolo e mi unisco agli altri miei compagni. Milena sta ridacchiando con le altre ragazze e guardano tutte alle mie spalle. Mi volto e vedo il professore di matematica e Paolo oltrepassare insieme il cancello e scambiarsi il buongiorno.
‹‹Guardate quanto è bello oggi!›› esclama qualcuna, ma le voci intorno cominciano ad affievolirsi quando i nostri sguardi si incontrano. Come quel primo giorno di scuola, un brivido mi percorre tutta la schiena. Penso di essermi incantata a guardarlo perché quando Paolo mi prende la mano sussulto. Il prof distoglie lo sguardo da me e lo posa sulle nostre mani intrecciate. Lo vedo abbozzare un sorriso, saluta i ragazzi ammucchiati vicino al portone ed entra.
Io mi lascio trascinare dentro da Paolo, un po' confusa da quello che ho appena provato.
Per fortuna alla prima ora ho biologia, se avessi dovuto rivedere il professore di matematica subito probabilmente avrei avuto la faccia in fiamme per tutta l’ora. Che strana sensazione è stata, mi è quasi sembrato che anche lui mi guardasse con una certa intensità. Mi ha tolto il fiato.
E il bello è che ho preso in giro le mie compagne in questi giorni perché non fanno altro che parlare di lui. Non faccio altro che pensare ai suoi occhi fissi nei miei per tutta la prima ora. Milena, accanto a me, scarabocchia sul diario frasi di canzoni. Quando suona la campanella, la mia compagna di banco si alza di scatto.
‹‹Vado a fumare. Vieni?››
‹‹No, vai pure.››
Paolo si siede al suo posto. Mi prende la mano e la stringe tra le sue.
‹‹Ascolta, tu vedi che sai fare poi passami il foglio e il resto te lo faccio io.››
‹‹Sempre se riesco a passartelo. Questo non è rincoglionito come Ranieri.››
‹‹Un modo lo troviamo. Ora dammi un bacio.››
Gli sorrido e mi sporgo verso di lui. Sfioro le sue labbra ma Francesca, una nostra compagna di classe, ci interrompe. Tira Paolo per una spalla.
‹‹Paoletto, aiuteresti anche me?›› si scansa dagli occhi la frangetta nera.
Lei e Paolo sono sempre stati amici, vivono nello stesso palazzo solo che io non l’ho mai digerita. A me sembra che sia innamorata ma ogni volta che ho provato a dirlo a Paolo mi ha riso in faccia e mi ha accusata di essere troppo gelosa. Lui mi lascia la mano e si gira a guardarla.
‹‹Certo. Posso sedermi al posto di Luigi? Così sto più vicina.››
Sentendosi interpellato, Luigi alza la testa dal cellulare. ‹‹Oh, non se ne parla proprio!››
‹‹E dai!››
‹‹Non litigate. Ognuno rimane al suo posto, ci penso io.››
Il display del mio cellulare si illumina. Milena mi ha appena scritto di aver dimenticato l’accendino nello zaino. Mi chiede se posso portarglielo. Mi alzo e Paolo mi guarda incuriosito.
‹‹Dove vai?››
‹‹A portare l’accendino a Milena.››
Mi lascia passare e infilo rapida l’uscita senza accorgermi che il professore sta entrando in quel preciso momento. Gli finisco addosso e faccio cadere i fogli che ha in mano.
 
 
 
Jonathan
 
Quest’oggi sono pieno di energie.
Mi sono svegliato presto e sono andato a fare una corsetta rigenerante. È una vecchia abitudine che ho dai tempi dell’università, mi fa sentire carico e riesco ad affrontare meglio la giornata.
Vado a scuola rasserenato, anche se ieri ho avuto una brutta discussione con Gioia. Vuole che vada da lei per il fine settimana, ma non credo che lo farò. Lo so che è arrivato il momento di parlare e di chiarire una volta per tutte la situazione, solo che… boh, non lo so nemmeno io cos’è che mi frena. Le ho detto che sono impegnato a correggere i test dei miei alunni e non è nemmeno una bugia. In questi giorni farò test in tutte le classi e nel fine settimana vorrei finire di correggerli in modo da poter organizzare il programma per le prossime settimane. E poi vorrei rimanere tranquillo. So già che se ci vedremo finiremo per litigare tutto il tempo. Sono troppe le cose che ormai non vanno, nel nostro rapporto. Ma sono solo un ragazzo, ho ventisette anni, a breve ne compirò ventotto, e non ho più voglia di angosciarmi e di passare intere serate a discutere senza mai arrivare ad un punto d’incontro, ad una soluzione. Dobbiamo separarci, solo così potremo essere di nuovo felici.
Arrivo a scuola con un po’ di ritardo. I ragazzi sono tutti davanti al portone, pronti ad entrare. Mentre salgo le scale i miei occhi incontrano quelli blu di Nicole. Brillano, e il suo volto è di una bellezza disarmante. Fresco, puro. Vorrei tornare indietro di qualche anno per poterla corteggiare, per potermi perdere in quel blu. Il ragazzo dietro di lei, Paolo, le prende la mano. Sorrido e improvvisamente mi sento vecchio. Da quanto tempo non provo più certe emozioni? Non ricordo nemmeno cosa si prova ad essere innamorati. Lui lo sembra, la guarda come se fosse tutto il suo universo. Ma lei si sente quasi a disagio sotto il mio sguardo. Affretto il passo ed entro, poggiando i libri sulla scrivania nella sala professori e salutando i miei colleghi. Sento il suono della campanella e guardo l’orario in cima alla pila dei miei libri. Alla prima ora ho lezione in una prima liceo.
Sono un po’ agitato all’idea di rivederla. Mi risulta difficile non posare gli occhi su di lei e non vorrei che qualcuno se ne accorgesse. Oltre ad essere poco professionale, non vorrei alimentare il suo interesse o quello di altre ragazze. La prima ora vola, concentrato a fare la lezione quasi mi stupisco quando sento suonare la campanella. Mi attardo qualche minuto a parlare con un ragazzo che chiede delucidazioni e in corridoio con la mia collega di biologia. È qualche anno più grande di me ed è nuova come me, per cui abbiamo legato subito.
Vado nella classe dalla quale lei è appena uscita. Ho in mano i fogli della verifica e sto per attraversare la soglia della porta quando una ragazza mi piomba addosso come una furia. I fogli si sparpagliano sul pavimento ma i miei occhi e i miei pensieri sono tutti concentrati su Nicole, rossa in volto, che esclama qualcosa sottovoce e si china a raccoglierli. Mi scapa un sorriso.
‹‹Mi scusi.››
Accidentalmente le sfioro una mano e i suoi occhi scattano subito verso i miei. ‹‹Lascia fare a me. Dove stavi andando?››
‹‹Io… in bagno.››
‹‹Ok, torna subito.››
Si alza e se ne va mentre io cerco di cancellare dalla mente l’immagine delle mie labbra premute sulle sue.
 
   
 
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