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Autore: Nousa    19/08/2015    0 recensioni
Sei amici si ritrovano a condividere l'ultima estate insieme tra avventure, feste, drammi, problemi e molto altro...
E' solo una storia come le altre, ma per noi è unica nel suo genere.
Genere: Commedia, Generale, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO IX

 

Jamal aprì la porta di casa per poi tornare indietro per prendere tutti gli avanzi di nonna Malika. Avanzi che li avrebbero sfamati per un'intera settimana, pensò felice. Non che non mangiassero bene, ma spesso se era Kismet a cucinare si ritrovavano a dover ordinare una pizza all'ultimo momento.

“ Smettila di sorridere come un ebete. Sono solo degli avanzi.” Lo riprese la sorella.

“ Sarà la miglior settimana della mia vita!”

“ Hakeem, mi prendi lo zaino?” Hakeem si voltò verso Kismet e tornò indietro verso il pick up.

“ La prima volta che non hai toccato le tue schifezze per un intero giorno” Disse Jamal riferendosi agli snack della sorella.

In realtà c'erano tante cose che non aveva fatto per un intero giorno, pensò lei.

 

Qualche ora dopo il cellulare di Kismet, che ovviamente aveva ritrovato sul comodino della sua stanza, squillò. La ragazza intenta a sistemare i diversi libri sparsi si fermò e rispose alla chiamata.

“ Lilac!”

“ Siamo tutti qui sotto casa tua.”

“ Ma è tardi! Non siete stanchi?” Rispose avviandosi verso la porta finestra della sua stanza ed uscendo sulla piccola veranda. Vide i suoi amici accanto all'auto di Ember, anche se di Dakota vedeva solo le gambe che penzolavano dal finestrino posteriore. Sorrise e fece loro segno di entrare.

Si rimise a sistemare i libri e abbassò di poco il volume dello stereo. Sentì i ragazzi avvicinarsi ed aprì la porta della stanza.

“ Ciao! Posso offrirvi qualcosa? Lasagne? Polpettine? Insalata? Muffin?” Chiese loro.

“ Per me... una bottiglietta d'acqua.” Le rispose Azure guardandola confusa. Effettivamente era strano trovare del vero cibo in quella casa.

“ JAMAL!! BOTTIGLIA D'ACQUA.” Urlò Kismet dalla porta.

Dakota si buttò sul letto lanciando via tutti i cuscini.

“ Non capisco come tu faccia a dormire con tutti questi cosi in mezzo.”

“ Mi fanno sentire coccolata e cerca di non buttarli a terra.” Le disse raccogliendo i piccoli cuscini scivolati giù e sculacciandola.

“ Non ci credo. Hai ancora questo bracciale ?” Le chiese Lilac. Kismet le si avvicinò e sorrise alla vista del bracciale col piccolo panda.

“ Non lo butterei mai. Lo metterò sul comodino della mia stanza al college.” Quell'ultima parola fece calare un imbarazzante e triste silenzio e Kismet si pentì immediatamente di aver nominato l'innominabile.

“ Smettila di trattarmi come un servo, pulce.” Jamal entrò interrompendo i pensieri tetri dei ragazzi e guardandosi intorno con preoccupazione.

“ Ho interrotto la commemorazione di qualche morto?” Disse sedendosi sul letto troppo vicino al fondo schiena di Dakota.

“ A proposito di morti, quel criceto che avevi in quarta elementare è ancora seppellito nel giardino?” S'illuminò come se nulla fosse Jacob rivolgendosi a Kismet.

“ Sì... ma non capisco cosa c'entri...” Ma s'interruppe quando vide i due ragazzi scambiarsi uno sguardo divertito. Azure si lanciò sulla porta impedendo loro di uscire ma Jamal la prese e la spostò correndo verso le scale seguito da Jacob.

“ LASCIATELO RIPOSARE IN PACE!!” Urlò Kismet e sospirando irritata.

“ Sono dei bambini. E pensare che Jamal è più grande.” Riflettè Lilac

“ Ricordate quando mi hanno riempito l'armadietto di serpenti di gomma ?” Ember rabbrividì al pensiero.

“ Che bei tempi quando Jamal era al liceo con noi! Ci si divertiva sempre.” Kismet si perse sorridente nei suoi pensieri.

“ Stai scherzando, spero. Al primo anno tutti ci facevano scherzi orribili, compreso tuo fratello, ma nessuno, ovviamente, si avvicinava a te.”

“ I benefici di avere due fratelli maggiori maschi.”

“ Bulli...” Aggiunse Dakota.

“ Non sono mai stati bulli, Dake!” Li difese Ember. Tipico.

“ Oh infatti, poveri ragazzi malcompresi. Kis, Hakeem non è quello che che ha infilato la testa al mio ex ragazzo nel water? Insomma, nemmeno ci studiava più al liceo...”

“ Dake, ci sono dettagli nascosti...” Aggiunse Azure con un tono canzonatorio.

“ Del tipo? Hakeem non mi ha mai dato una spiegazione plausibile.”

“ Azure!” La ammonì Kismet, ma il gesto non fu ignorato da Dakota che si alzò per mettersi più comoda.

“ No, adesso parlate. Tu, mi nascondi qualcosa.” Disse rivolta a Kismet.

“ Non ti nascondo nulla.”

“ Devo andare da Hakeem a dirgli che hai preso l'erba dal suo armadio e l'hai rivenduta?”

“ Dakota, stai giocando sporco.” Le disse l'amica preoccupata.

“ Ok, vado..” Dakota fece per alzarsi ma Kismet la fermò subito.

“ E' stato Jamal a convincere Hakeem.”

“ Scusa...?”

“ E' così. Non sopportava che stessi con un tale idiota.”

“ Per essere idiota lo era.” Aggiunse Lilac beccandosi un'occhiataccia da Dakota.

“ Perchè dovrebbe averlo fatto. Non ha senso.”

“ Non pensarci troppo, okay. L'ha fatto ed è finita lì.”

“ Perchè fai così? Ogni volta che io metto in ballo Jamal tu diventi irritante in modo spropositato.”

“ Perchè non dovete considerarvi a vicenda, anzi vi dovreste odiare.”

“ Ma cosa pensi che ci sia tra noi??” Chiese scioccata Dakota.

“ Non una relazione ufficiale, ma di sicuro sguardi di fuoco che non passano inosservati.”

“ Kismet...” Ember cercò di calmarla ma ormai l'amica si era innervosita troppo.

“ Non ti impressiona? E' mio fratello. E' come se fossi io. E' disgustoso.”

“ Ti stai comportando da bambina ed io non sopporto quando lo fai. Il mondo non gira intorno a te e alle tue decisioni, smettila di essere così viziata per una buona volta.”

“ Viziata? Dakota...” Kismet arrossì violentemente dalla rabbia e Dakota la interruppe.

“ Cos'è? Vuoi venirmi a fare la predica per qualcosa che nemmeno esiste davvero? Fai sesso 5 volte a settimana e per quanto una fila di ragazzi desideri compiacerti in ogni modo tu non vedi altro che te. I sentimenti altrui non contano nulla per te, sei egoista. Pensi che tutti debbano fermarsi a capirti e a sprecare tutto il loro tempo per te, ma non è così. La verità è che hai una fottuta paura di amare. Ma sai cosa, Kismet? Io no.” Dakota uscì dalla stanza spalancando la porta e mostrando Jacob e Jamal che sicuramente avevano ascoltato tutto. Kismet posò lo sguardo sul fratello che tante volte la aveva aiutata a leccarsi le ferite, che non l'aveva mai tradita e che centinaia di volte l'aveva difesa. Ma lui scosse la testa e seguì Dakota per le scale.

Sentì le lacrime scenderle lungo il viso e si lasciò cadere sul divano. Una mano si posò sulla sua spalla, ma lei si scostò.

“ Andate via.” Disse in tono freddo.

“ Kismet, chiarirete, non importa...” Ember provò a consolarla ma Azure la prese per mano e con uno sguardo la incitò ad uscire dalla stanza. Lilac si avvicinò all'amica sul divano e le mise il bracciale col panda sulla gamba nuda e bagnata di lacrime. Jacob chiuse la porta finestra e se ne andò con le altre lasciando così sola quella che era la loro migliore amica.

 

* * *

 

“ Dakota, Dakota. Fermati e sali in macchina, per piacere. Non mi va di vederti andare in giro a quest'ora.” Jamal accostò l'auto quando la ragazza finalmente si decise a fermarsi.

“ Mi fa incazzare. Soprattutto perchè mi sono pentita di ogni cosa io le abbia detto.” Disse quando salì dal lato del passeggero. Jamal mise in moto.

“ Le hai dato qualcosa su cui riflettere.”

“ Mi dispiace.”

“ Non dispiacerti, magari hai esposto le tue opinioni con rabbia ma è vero ciò che hai detto. Il mondo non gira attorno a Kismet ed è ora che se ne faccia una ragione.”

“ In terza elementare ho scoperto di avere una cotta per te. Che poi al liceo è diventata qualcosa di molto più forte. Ho tante colpe quanto ne ha lei.”

“ Amare non è una colpa, Dakota. Mai.” Per dire ciò Jamal dovette posteggiare sul ciglio della strada in modo da poter convincere la “ sua ragazzina” di quelle parole.

“ Io...”

“ Non parlare, ascolta. Siamo entrambi adulti e capaci di fare le nostre scelte senza essere influenzati da nessuno. Mi piaci Dakota e cazzo se non mi brucerei la lingua per starlo per dire, ma voglio stare con te. Mi conosci quasi quanto conosci mia sorella e sai che mai e poi mai mi sarei sognato di dirlo. Mi sveglio la mattina e sento la tua voce, la tua adorabile risata e avrei solo voglia di chiudere in bagno Kismet per rapirti, buttarti sul mio letto e scoparti come non mai. Mi faccio due docce fredde al giorno perchè sono fottutamente preso dalla migliore amica di mia sorella.”

Dakota rimase a bocca aperta, sbiancò per poi cominciare a ridacchiare.

“ Che hai da ridere adesso?”

“ E questo lo chiami dichiararsi? Sei volgare.” Disse lei continuando a ridere.

“ Non sono volgare, è che .. lo sai non ci sono abituato e poi...”

“ Oh, ma sta un po' zitto.” Dakota gli prese il volto tra le mani e lo baciò appassionatamente e venendo immediatamente ricambiata.

“ Hey, questo vuol dire che sei solo mia. Niente più ragazzi da dover bullizzare.” Ordinò lui con aria divertita facendola ridere.

 

 

* * *

 

Blaise entrò nella stanza avvolta nel buio e guardò la piccola figura accovacciata sul divano. Provò dolore per quella che per lui era una vera salvezza e l'unica vera amica, le si avvicinò e la prese tra le braccia. Lei si aggrappò alle sue spalle ed inspirò profondamente il suo inconfondibile profumo di muschio.

“ Piccola mia. Da quanto tempo sei seduta qui da sola?” le chiese portandola in braccio fino al letto.

“ Da un po'.” Si stesero vicini e lui cominciò ad accarezzarle delicatamente i capelli.

“ Hai la mia maglietta addosso.” Notò lui con un sorriso.

“ Dovresti andare a casa.” Gli disse lei aggrappandosi però maggiormente al suo braccio.

“ Perchè mai? Hakeem mi ha raccontato tutto.”

“ Una ragione in più per andare via.” Kismet sembrò tentennare un po', poi però si alzò e si avviò verso il bagno della sua stanza. Blaise la seguì.

“ Non fare così.”

“ Ha ragione Dakota, Blaise. E' il momento perfetto per crescere e smetterla di fare sempre la vittima, quindi non ho bisogno né di consolazione né di altro.”

Sarebbe sembrata anche credibile se non fosse scoppiata a piangere. Lui si avvicinò in fretta al lavandino su cui si era appoggiata e la abbracciò ancora.

“ Abbiamo tutti difetti, debolezze e lati negativi. Ma chiunque pagherebbe oro per averti accanto, riesci a tirare su di morale chiunque, sei effervescente, intelligente, bella da mozzare il fiato. Non possiamo essere perfetti, piccola. Capisco la tua paura per quanto riguarda Jam e Dakota, potrebbe succedere qualcosa tra loro che comprometta l'equilibrio della tua famiglia e della vostra amicizia.”

“ Chi sono io per giudicare?” chiese singhiozzando lei.

“ Kismet...”

“ No, Blaise. Tra tutte le persone di questo mondo sono la meno indicata per giudicare l'amore. Non so nemmeno cosa sia.”

“ Non è vero. Ami i tuo fratelli, i tuoi genitori, anche se ti hanno ferita, i tuoi amici. Ami la tua vita, piena di migliaia di difetti.”

“ Non ti voglio credere.”

“ Fallo, invece. Guardami. Tu puoi amare, e soprattutto... Tu meriti di essere amata. Lo capisci? Io. Io ti amo più di qualsiasi cosa e conosco anche tutti i tuoi difetti. Ti amo dalla prima volta che ti ho vista e adesso ti amo 1000 volte di più, piccola.” Kismet rimase in silenzio e smise di singhiozzare. Alzò lo sguardo verso la persona che l'ha ferita di più al mondo, verso l'unico che lei aveva veramente amato. E che ancora amava.

Blaise avvicinò il suo viso, le accarezzò una guancia e poi la baciò delicatamente sulla fronte.

“ Andiamo a dormire.”

 

* * *

 

Kismet si voltò verso il corpo caldo accanto al suo. Blaise si era addormentato Posò le dita su quelle labbra morbide, sfiorò la sua guancia, la sua fronte... Lo amò per essere lì e quasi svenne dalla paura pensandolo. Si alzò e scese silenziosamente le scale, sentì improvvisamente la voglia di sedersi sul divano del salone, quello su cui aveva passato meravigliose serata da bambina, circondata da amore e certezze. Accese la luce ma notò con un sorriso che non era l'unica nostalgica.

“ Vieni qui, pulce. Siediti accanto a me.” Le disse Hakeem sfiorandosi pensieroso la barba.

“ Che ci fai qui da solo?” Kismet abbracciò un cuscino e si accovacciò accanto al fratello.

“ Pensavo.” Il suo sguardo si posò su una foto sul camino. Quella della mamma.

“ Solitamente non sei il tipo da gesti impulsivi come quello di stamattina o da gesti sentimentali...” Kismet indicò il salone e la foto facendo sorridere Hakeem.

“ Quando eri piccola adoravi le feste organizzate dalla mamma, ogni volta ti mettevi i vestiti più belli e poi scendevi ad intrattenere tutti con storie inventate o canzoni infantili. E nessuno riusciva a resistere il tuo fascino, a quanto pare è ancora così anche se non vorrei.”

Kismet rimase un po' confusa da quel discorso, ma non volle interromperlo.

“ Avevo una dannata voglia di uccidere chiunque ti ferisse, poi realizzai che per me era impossibile uccidere i nostri stessi genitori e soprattutto la mamma. Lo so che ti manca.”

Il fiato le si mozzò.

“ Quando è andata a vivere dalla nonna hai cominciato a curare ogni piccolo dettaglio del tuo aspetto, come se dovessi intrattenere ancora tutti i nostri invitati. Solo che intrattenevi me, Jamal, i tuoi amici... tutti. Una grande attrice la mia sorellina. Ed io non sapevo cosa fare per scoprire cosa ti passasse per la mente, agli occhi di tutti stavi bene ma c'erano quei momenti in cui spegnevi il cellulare e scomparivi nel nulla ed io soffrivo per te. Ti prendevi delle pause dalla tua recita.”

“ Hakeem, perchè … me ne parli ora?” Chiese lei con voce tremante.

“ Perchè la mamma ha chiamato e vuole venire a... stare qui per un po'.”

“ No... Cioè... Dio. Se ne ha bisogno che venga, questa è anche casa sua. Ma non deve aspettarsi nulla da me, non so come reagirò alla sua presenza.”

“ Vuole tornare perchè nostra zia l'ha contattata e le ha detto che sarebbe venuta a proporti di andare in Francia con lei.”

“ Quale zia?” Kismet rimase ancora più confusa dal discorso del fratello.

“ La sorella di nostro padre.” Disse Hakeem guardando dritto davanti a sé.

“ Ma papà non ha una sorella.”

“ La foto che Jamal ha nascosto... Quella donna è nostra zia. La nonna ha vietato a tutti di parlare ancora di lei da quando ha deciso di andarsene via di casa per seguire la proprio strada.”

“ Hakeem, sei impazzito, tutto questo non ha senso. Io non ho una zia, me la ricorderei.” Ma nonostante tutto lei ripensò alla donna della foto, così uguale a lei, così... vicina.

“Te la ricordi.”

“ Dio. Ma perchè non possiamo vivere una vita normale come tutte le persone?”

“ Sarebbe noioso.”

“ Mi proporrà di andare in Francia.”

“ Già.”

“ Ho una fottuta paura della verità, fratello.”

“ Te ne parlerà meglio la mamma. Viene domani.”

“ Credo che domani sarò via per tutto il giorno.”

“ Credo tu debba. Torna a dormire, pulce.”

Kismet gli diede un bacio e salì confusa verso la sua stanza.

“ Ma in che cazzo di famiglia vivo?”

 

* * *

 

“ Dakota ci è andata giù pesante, non è vero?” Chiese Lilac

“ Sì, ma credo servisse ad entrambe.” Le rispose Jacob posando una bottiglia d'acqua sul tavolo con accanto tre bicchieri. Si voltò verso Ember che già dormiva stremata dalla giornata e sorrise.

“ Come puoi essere così tranquillo, staranno sicuramente entrambe malissimo.”

“ Non più di me.” Borbottò Jacob pentendosene subito.

“ Che vuoi dire?”

“ Mi dispiace, nulla.”

“ Perchè staresti male?”

“ Non mi hai mai spiegato perchè non hai lasciato Will.”

Lilac trasalì non si aspettò quella domanda, ma più di tutto sperava di non dover affrontare quell'argomento.

“ E' passato un po' di tempo e non mi va parlarne. C'è Ember, potrebbe svegliarsi.”

Jacob si voltò innervosito ma riflettè su come quella dannata ragazza riuscisse ad evitare sempre il discorso, la prese per un braccio e la trascinò in giardino, la fece sedere sulla sedia a dondolo e la guardò in quegli occhi che gli avevano fatto tremare il cuore in qualche modo.

“ Perchè?”

“ Non lo so, Jake. Lui era lì, pronto ad amarmi... a darmi certezze che tu.. non mi avresti dato.”

“ Lo sapevo. Pensavi che per me fosse solo un'avventura.”

“ Perchè invece era amore.” Disse ironicamente Lilac.

“ No, non era amore. Ma potrebbe esserlo adesso.”

La rossa tremò e si strinse impaurita.

“ L'ho tradito una volta e me ne sono pentita... Non lo farò ancora.”

“ Non lo ami. Lascialo.”

“ No.”

Jacob si passò nervosamente una mano tra i capelli.

“ Perchè?”

“ Perchè... Io ti amo. Ma amo di più me stessa e voglio permettermi la strada giusta, quella priva di delusioni e ferite inutili. Abbiamo condiviso questo segreto e per sempre sarà così, saremo legati in questo modo. Ma io non scelgo te. Scelgo Will.”

Una lacrima rigò il volto di Jacob e si vergognò di quell'ignobile debolezza, avrebbe potuto distruggere la sedia a sdraio lì accanto, oppure prendere Lilac, sbatterla a muro e baciarla appassionatamente costringendola ad amarlo come l'amava lui. Ma stava lì a piagnucolare. Aveva ragione lei, meritava più di uno come lui, meritava rispetto, venerazione ed assoluta fedeltà. Lui era fedele solo ai suoi impulsi. La sentì accanto a sé, si voltò e lei gli sorrise, si avvicinò lentamente e posò le labbra sulle sue. Jacob la trattenne il più possibile, era sicuro che non avrebbe più respirato come in quel momento, si sentì vivo e potente. Lei si staccò e lo lasciò solo con i suoi pensieri e con lo sguardo rivolto all'angolo in cui l'abitino verde di Lilac scomparve.

“ Ti lascio andare perchè ti amo più di quanto ami me stesso.”

 

 

* * *

 

 

UN MESE PIU' TARDI

 

La spiaggia stava ospitando una delle più belle feste di tutta l'estate, era la sera prima della partenza per il college ed i ragazzi della città si erano fermati lì per la serata, per salutarsi e per condividere magari qualche ultimo ricordo imbarazzante ma comunque magico.

Dakota disse qualcosa e tutti risero della sua battuta, Hakeem scosse la testa e continuò a bere la sua birra mentre Kismet abbracciò l'amica e la sbaciucchiò facendo innervosire il fidanzato nonché suo fratello. Alla fine avevano fatto pace tra qualche lacrima, tante risate ed un paio di pugni scherzosi.

“ Come sei bella questa sera.” Si complimentò Azure con Ember che le sorrise e l'abbracciò.

“ Quanto mi mancherete?”

“ Tanto. Soprattutto io. Ma quando sarò una stilista famosissima di inviterò alle mie sfilate e potrai rinfacciarmi tutti i miei dubbi esistenziali giovanili.”

“ Oh, stanne certa. Non hai paura?”

“ Ovvio. Sarò sola con tutte quelle persone di cui non so nulla e che vorrano solo distruggermi per dimostrare chi è il migliore. Ma sai? Io vado per lo stesso motivo quindi è il momento di affrontare tutte le mie paure e diventare abbastanza forte da dire qualche parola di troppo.”

“ Non vedo l'ora di sentirti insultare Valentino.” Rise Ember contagiando l'amica.

“ Azure, per piacere vieni a spiegare a Jam perchè non dovrebbe mettersi quell'orribile maglietta stracciata?” Dakota trascinò l'amica e la costrinse a giudicare col suo occhio critico l'orribile maglietta di Jamal.

“ Vorresti essere con loro?” Johnny si avvicinò ad Ember e la abbracciò da dietro distraendola dal gurppo di ragazzi che le aveva donato così tanto in quegli anni e che ora era lì davanti al ristorante a ridere anche delle scelte completamente diverse che avevano preso.

“ Credo di stare bene proprio qui.” Sorrise lei posando la testa sulla sua spalla.

“ Non sei pentita? Cioè il college è il sogno di tutti, no? Potresti conoscere gente nuova, andare alle feste delle confraternite e poi...”

Ember ridacchiò

“ Voglio stare qui, solo per un altro anno. Sento di aver bisogno di pensarci ancora e non sono pronta a rinunciare a noi.”

“ Non voglio essere la ragione di qualche futuro pentimento.”

Ember si voltò e lo baciò.

“ Non potresti mai esserlo, ti amo, Johnny. Mi hai chiesto di sposarti ed è questo che farò, perchè adesso, in questo momento della mia vita sento di essere pronta a fare questo. L'anno prossimo prenderò un'altra decisione importante, e così sarà per il resto della mia vita. E' fatta di scelte ed io comincio con questa. Scelgo l'amore, amore mio.”

Johnny sorrise guardando la donna che lo aveva incantato con i suoi occhi verdi e la sua innata dolcezza. Sperò di non rovinare tutto e di farla diventare la madre dei suoi figli e quasi si commosse per il suo stesso pensiero.

“ Quanto ti amo!” Si baciarono provocando qualche fischio e risata dai loro amici.

 

 

 

* * *

 

 

Sei anni dopo Kismet viveva in Francia con la zia che aveva ricominciato a conoscere e che per lei aveva dato tantissimo. Era diventata direttrice di una catena di alberghi di lusso ed aveva già rifiutato tre proposte di matrimonio, di cui una del proprietario stesso degli alberghi. Qualcuno però l'aveva fotografata troppo spesso in compagnia di un noto calciatore. Blaise l'aveva seguita in Francia per disperazione ma Kismet non riuscì mai ad accettare veramente il suo amore, così si trasferì in Italia dove prese in gestione l'azienda vinicola del nonno.

Ember si era laureata in Archeologia e conduceva un programma televisivo di successo sulle rovine più intriganti del mondo. Inutile dire che il suo sorriso aveva incantato l'intera popolazione americana ed anche anche quella oltreoceano. La cosa più bella della sua vita era tornare a casa dal suo amatissimo marito Johnny ed i piccoli pestiferi gemelli Ginny e Theo.

Azure era approdata nel mondo della moda sconvolgendo i critici più imperturbabili e rivoluzionando qualche canone estetico con le sue modelle assolutamente uniche nel loro genere. Recentemente avevo fatto impazzire i paparazzi con l'annuncio di un prossimo matrimonio con un celebre vlogger.

Lilac viveva da due anni a New York City dove lavorava per una famosa azienda di musica e ormai tutti scommettevano su quale dei vip follemente innamorato di lei avrebbe conquistato il cuore della “regina di ghiaccio”, dopo l'annuncio della rottura con l'amore di una vita, Will Stuart. Le attenzioni ricevute la facevano continuamente ridere.

Dakota e Jamal si erano sposati segretamente in una notte di follia a Las Vegas ma erano comunque fierissimi del loro amore e dei loro tatuaggi che sostituivano le comuni fedi nuziali. Jamal aveva aperto un locale di classe in città in società col fratello Hakeem mentre Dakota aveva cominciato a lavorare immediatamente dopo la laurea come ingegnere informatico per un'immensa azienda.

Jacob, invece, dopo la prima e l'ultima delusione amorosa della sua vita si buttò a capofitto nello studio diventando uno dei migliori avvocati della California. Aveva fatto scalpore con la sua bellezza ed il suo egocentrismo, naturalmente, e rimaneva comunque lo scapolo più ambito della zona.

Due volte all'anno quello strano gruppo pieno di difetti, differenze, delusioni e complessi si incontrava nella città natale per condividere ricordi nuovi e vecchi. I bambini avevano portato un'aria completamente nuova sconvolgendo qualcuno, ma nonostante tutto quei “ragazzi” erano comunque sempre pronti a rimandare qualsiasi impegno per quei due appuntamenti annuali.

 

Non sarebbe fantastico avere delle persone così nelle proprie vite?

Auguro a tutti la mia fortuna.

  
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