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Autore: Emiko    01/02/2009    2 recensioni
Il mare è di una limpidezza che mette suggestione, la sabbia talmente bianca da accecarmi, il sole brilla alto nel cielo, una leggera brezza mi scompiglia i capelli.
Genere: Romantico, Commedia, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro Personaggio, Kairi, Riku, Sora
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Anche Questa è Fatta




Anche il terzo anno finalmente è finito.


Guardo distrattamente l'ora sul display del cellulare: le 13:30, mia madre è in ritardo.

Questa mattina, tra la foga nel prepararmi e l'ansia per le interrogazioni, avevo completamente dimenticato che giorno fosse. Anzi, veramente sapevo che era il 10 Agosto, l'ultimo giorno di scuola, ma non ricordavo cosa sarebbe accaduto nel tardo pomeriggio di questa calda giornata.

Mentre sto li sul bordo della strada a pensare, un clacson mi riporta alla realtà. E' mia madre, vistosamente nervosa, al volante della nostra macchina, una vecchissima punto grigio chiaro. Non ho voglia di affrontare un'altra discussione, quindi con un movimento veloce, apro lo sportello e mi adagio sul sedile del passeggero. Lei, come se fossimo inseguiti da qualcuno, affonda il piede sull'acceleratore facendo stridere le ruote sull'asfalto. Come se niente fosse, prendo il lettore mp3 dalla tasca del mio zaino e, buttando la testa all'indietro, faccio scorrere velocemente le canzoni cercando qualcosa che mi aiuti a rilassarmi. Ho appena il tempo di ascoltare la mia canzone preferita che siamo già arrivate a casa. Come sempre, dopo un breve pranzo silenzioso, mia madre si dirige in camera sua per riposare un po e io, contenta di rimanere finalmente sola, svuoto lo zaino sul mio letto per riempirlo subito dopo con tutto ciò che da li a poco avrei portato da mia nonna. Mi sentivo agitatissima e non riuscivo a stare ferma. Tra sole poche ore avrei rivisto alcune delle persone a cui tenevo di più. La cosa mi rendeva felicissima ma allo stesso tempo mi sentivo morire pensando alle persone che sapevo di aver perso per sempre. Cercai di non pensarci e cominciai a canticchiare saltellando qua e la per la casa . Le ore passarono veloci e ormai era tempo di uscire. Avevo appena preso il capotto quando sentimmo squillare il telefono. Mia madre mi guardò in viso per qualche secondo, poi corse in cucina a rispondere. Mentre aspettavo che finisse di parlare aprii la porta e chiamai l'ascensore. Finalmente la chiamata terminò e mia madre mi raggiunse sul pianerottolo di casa.


-Sono già arrivati, ci stanno aspettando.-

-Come sono arrivati? Manca ancora più di un'ora!-

-La nave è stata più veloce del solito e in autostrada non hanno incontrato traffico.-


Non sapevo cosa dire, ero contenta ma spaventata allo stesso tempo. E se fosse cambiato tutto? Se tutte le promesse che custodivo con cura dentro di me fossero state infrante? Avevo paura che mi trovassero cambiata, che... non mi volessero più bene come prima... Ma non potevo continuare a torturarmi in eterno, dovevo smettere di pensarci, tutto sarebbe andato come doveva. Il viaggio durò solo 10 minuti, non saprei dire se furono troppi o troppo pochi, ma la prima cosa che vidi fu la loro macchina, posteggiata davanti al portone del palazzo. L'avevano comprata solo da pochi mesi quindi non avrei dovuto riconoscerla, ma mi avevano mandato una foto in modo che potessi essere una delle prime persone a vederla. Non mi intendo molto di macchine quindi non saprei dire che marca fosse ma il colore era stupendo: un celestino chiarissimo che a seconda della luce diventava improvvisamente bianco o blu. Mi precipitai al portone, fortunatamente già aperto, e salii di corsa le scale fino al quinto piano. Suonai alla porta e attesi silenziosamente che mi aprissero, ascoltando attraverso le pareti le loro voci familiari alle quali si aggiunse il rumore di alcuni passi pesanti, troppo veloci per essere quelli di mia nonna. Trattenni il fiato quando vidi la porta aprirsi... non gli diedi neanche il tempo di dirmi ciao che le mie braccia erano già strette intorno al suo collo. Restai in quella posizione parecchio tempo, facendomi cullare dal suo odore familiare. Quando infine mi staccai da lui mi accorsi che era cresciuto parecchio dall'ultima volta che ci eravamo visti, ormai era alto quasi quanto me.... Il mio piccolo e adorato cugino... Mi allontanai un po per osservarlo e il mio viso s'illuminò. Si avvicinò scoccandomi un sonoro bacio sulla guancia, mi prese per mano, e mi condusse in salone, dov'era riunito il resto della famiglia. A turno ripetei quasi la stessa scena con tutti: l'altro mio cugino, con lui dovetti alzarmi il più possibile in punta di piedi, e i miei zii. Il giorno passò così, tra dolci ricordi e nuovi racconti. Il tempo sembrava volare via così in fretta da non lasciarmi quasi il tempo di respirare. Era tardi e loro il giorno dopo avrebbero dovuto alzarsi presto. Decisi di restare li per la notte ma mia madre, dopo avermi aiutato a trasformare il divano in un letto improvvisato, tornò a casa. Era difficile riuscire a dormire, oltre al cando soffocante, nella mia mente si accavallavano centinaia di pensieri che non riuscivo a controllare ma alla fine vinse la stanchezza e sprofondai in un sonno profondo.



***





Quando mi svegliai la mattina seguente, mi ci volle un po di tempo per ricordare gli avvenimenti del giorno prima. Mi girai su un lato per guardare che ore fossero e un sorriso si dipinse sulle mie labbra. L'orologio segnava le 10:00, era stupendo svegliarsi senza il pensiero di dover passare cinque ore seduta a scuola in compagnia di persone che ti rivolgono la parola solo perché sono costrette a farlo. Mi alzai, mi sciacquai il viso e feci un giro per la casa per assicurarmi di essere davvero sola. Probabilmente mia nonna era andata a fare un po di spesa. Accesi la tv e scorsi i canali ma non trovai niente che attirasse la mia attenzione. Indecisa su cosa fare mi guardai in torno e fu in quel momento che notai un disco sul tavolo del salone. Un gioco, per la play station 2, i miei zii l'avevano regalato a mia cugina e lei probabilmente l'aveva dimenticato li o, forse, l'aveva lasciato di proposito considerando che avrebbe passato la maggior parte dei giorni seguenti in quella casa. Lessi la presentazione del gioco sul retro della custodia e fui attratta dai disegni dei personaggi. Completamente annoiata e ancora un po intontita, avviai la PS e inserii il disco. Il gioco cominciava con un filmato... la grafica mi piaceva molto e la canzone era molto carina. Sapendo che probabilmente quella sarebbe stata l'unica occasione, riavviai il gioco diverse volte per poter ricordare il più possibile di quella canzone. A pensarci ora mi sembra un gesto stupido, ma d'altronde sono umana anch'io e quindi ben lontana dalla perfezione.

Il gioco non era male. Il protagonista era un ragazzo di nome Sora , affiancato dagli amici Riku e Kairi. Lo scenario iniziale era l'isola dei ragazzi ma più in la c'era l'opportunità di visitare altri mondi. Cominciai a completarne uno dietro l'altro, ed ero arrivata al quarto quando mi accorsi che erano già trascorse due ore. Strano che ancora non tornasse nessuno. In quel lasso di tempo mi ero concentrata sui diversi personaggi cercando ci capirne il carattere e comprendere il motivo delle loro azioni. Era strano accorgersi come una stessa cosa poteva apparire talmente diversa a seconda da chi la guardasse. Improvvisamente cominciò a girarmi la testa, mi alzai, e mi diressi in cucina per bere un sorso d'acqua. Questa è l'ultima cosa che ricordo...







Finalmente ,dopo un'eternità di tempo, ecco il nuovo capitolo... una buona lettura a tutti... ^^''

Fatemi sapere cosa ne pensate...

Un bacione, alla prossima ^-^

  
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