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Autore: justaspark    20/08/2015    2 recensioni
"Quanto alto deve diventare il prezzo da pagare prima di poter affermare che quel che provi sia amore?"
Genere: Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Crack Pairing | Personaggi: Hayley Williams, Taylor York
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Quand'è che qualcosa può definirsi amore? Qualcuno ne ha stabilito una definizione precisa, o un momento esatto in cui si può dire di amare una persona? Esiste un segnale abbastanza forte, che ci faccia capire di aver oltrepassato proprio quel limite? Quanto alto deve diventare il prezzo da pagare prima di poter affermare che quel che provi sia amore?
Non trovo risposte, mentre la guardo passarmi accanto di sfuggita. Non si è fermata un solo istante da questa mattina, parla al telefono, appunta qualcosa su un foglio mentre cerca di reggere due scatole con l'altra mano. La vedo tormentarsi il labbro inferiore, come ogni volta che è terribilmente nervosa. 
'Di questo passo diventerai matta entro la giornata'
'Lo sono già da un pezzo!' mi risponde con una smorfia. Sorrido d'istinto e penso che matta sia un ottimo aggettivo per definirla, o forse no. Hayley non è una di quelle persone a cui si può facilmente dare una definizione. A pensarci, mi ricorda vagamente un film straniero senza sottotitoli, di quelli che nonostante all'inizio tu non capisca del tutto, ti costringe a guardare e stupirti fino all'ultimo fotogramma; un film irrimediabilmente a colori, forse troppi, colori che nessuno s'immaginerebbe di accostare, in lei coesistono e si mischiano alla perfezione. In realtà non so neanche quale preciso sentimento abbia provato per lei in tutti questi anni, so soltanto che se non l'avessi incontrata mi sarei sentito in bianco e nero ancora a lungo: accanto a lei mi è venuta voglia di brillare, di uscir fuori dal guscio e andarmi a prendere la luce che mi spettava. Una volta, scherzando, gliel'ho detto. Lei ha alzato gli occhi al cielo sorridendo 'Al massimo sono una lucina di Natale!'. E la sua bellezza è tutta lì: nell'essere una stella e credersi una lucina intermittente. Non le ho mai detto quanto l'ammiri per aver conservato sempre al sicuro la sua luce, con le unghie e i denti, contro la vita che voleva strappargliela via. È forte Hayley, e guardandola adesso neanche lo diresti, che ha un sorriso che le parte dalle labbra e finisce per farle sorridere anche lo sguardo. Non lo immagineresti adesso, che dietro di lei si nasconde ancora l'adolescente impaurita e incazzata col mondo di un po' di anni fa, coi capelli rossicci sempre arruffati, quella che poco più che bambina lasciò casa con una chitarra e un sogno nella tasca del jeans strappato. Adesso è una giovane donna, i suoi jeans non sono più strappati e i suoi capelli hanno cambiato diversi colori, il suo sogno lo vive tutti i giorni e quando prende un microfono in mano ci sono migliaia di persone che urlano il suo nome. Ma lei, lei non è cambiata di una virgola. Forse un po' cresciuta, forse più sicura, forse più felice, ma sempre ed irrimediabilmente Hayley. Ed io l'ho vista crescere di fronte ai miei occhi, e sono cresciuto anch'io al suo fianco, lei sempre pronta a scovare le parole che non riuscivo a pronunciare ed io lì a ricordarle la sua melodia ogni volta che credeva di averla dimenticata. Siamo stati una bella canzone, io ed Hayley, la perfetta intesa tra voce e chitarra, la giusta dose di lacrime asciugate e risate troppo rumorose. L'ho vista in ogni sua sfumatura, con le occhiaie e una tazza di cereali alle sette del mattino, chinata sul suo quaderno, vibrante di passione mentre rincorreva un'idea da intrappolare in un nuovo testo, persa, in un angolo, a chiedersi se tutto ciò per cui aveva lottato fino a quel momento non fosse stato vano, felice come una bambina mentre divorava per l'ennesima volta il suo film preferito e rideva di quelle battute che ormai anche le pareti del nostro tour bus conoscono a memoria, terribilmente nervosa nelle sue giornate no, incredibilmente allegra nel canticchiare un qualche ritornello sconosciuto del suo ipod, fragile e forte come non mai mentre si trasformava lentamente dalla ragazzina che era stata, nella donna che avrebbe sempre voluto diventare. Eppure, è bastato poco. E' accaduto senza che ne avessi l'opportunità di accorgermene e fermarmi un istante prima. Ho rotto il meccanismo, son diventato la nota stonata, quella che non centra nulla con la melodia, mi sono spinto un passo oltre: l'ho amata, come non avrei dovuto. L'ho amata vigliaccamente, in silenzio, mentre i suoi pensieri correvano intrecciati a quelli di qualcun'altro ed io non potevo far nulla per fermarli. Ho sempre saputo che non sarebbe cambiato nulla, che dovevo rassegnarmi a ritagliarmi un angolo lontano e lasciarla dividere la sua strada con chiunque avesse voluto. E' quello che sto facendo ora, in questa mattina caotica e soleggiata di Settembre su una poltrona di pelle rossa, mentre guardo la donna che amo prepararsi al matrimonio con l'uomo della sua vita. Che non sono io, e non sarò mai.                                        
Hayley spunta dall'altra stanza, ha indossato il vestito della cerimonia, nonostante le abbiano ripetuto cento volte di aspettare ancora per il trucco. Ma la gioia l'ha sempre resa impaziente. Vuole sapere come le sta, ed io le dico che non ho mai visto una sposa più bella. 'Sei di parte, non vale' risponde fingendosi imbronciata. Mi abbraccia e sussurra che non è mai stata così felice nella sua vita, ed i suoi occhi dicono la verità. 'Neanch'io'-mentono i miei. Si stacca leggermente e sorride ancora mentre si allontana lentamente verso la porta.

Quanto alto deve diventare il prezzo da pagare prima di poter dire che quel che provi è amore? Adesso lo so. Oggi ho pagato il prezzo più alto, oggi l'ho lasciata andare, oggi ho dato via la mia serenità in cambio della sua. Un vuoto amaro mi riempie lo stomaco, ma sorrido assieme a lei. Gioire per qualcuno anche quando il motivo della sua felicità non puoi essere tu: se questo non è amore, non ho mai provato nulla che c'andasse più vicino.

"I love you long after you're gone, 
and long after you're gone, gone, gone."
   
 
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