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Autore: ReaRyuugu    20/08/2015    1 recensioni
23 prompt. Cose dette, sussurrate, lasciate sfuggire, o mai dette del tutto. 23 situazioni differenti, applicate a coppie, amici, amanti, o singoli personaggi. 23 modi di costringermi a tornare a scrivere un po’ ogni giorno.
Coppie affrontate: ImaHana {1#, 2#, 8#, 9#, 18#}, TakaMido {3#, 17#, 20#}, AoKaga {4#}, HaiKise {5#, 12#}, AoKise {6#}, MuraAka {7#, 21#}, AoKagaKuro {11#}, SilverGold {13#}, KagaKuro & AoKuro {14#}, KiyoHyuu {#15}, HimuNiji {16#}, MitoKoga {19#}, KiyoHyuuRiko {22#}, AoMomo {23#}
Character-centric: Mibuchi Reo {#10).
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai, Crack Pairing | Personaggi: Un po' tutti
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Genere: Sentimentale

Tipo di coppia: Het (incredibile ma vero)

Personaggi: Aomine Daiki, Momoi Satsuki

Rating: Verde

Parole: 800+

Note: Ultima storia! Ma i vari fronzoli li metto alla fine-

Anche questa OS è il risultato di una sfida che mi è stata lanciata, ma a differenza dell’AoKise questa credo mi sia venuta un po’ meglio. Per i convenevoli, ci risentiamo alla fine della storia!

Scritta il: 15/07/2015

 

23# • Things you said [make your own] » under the fireworks

 

 

Sopra di loro imperversava una tempesta di fuochi d’artificio, e fu proprio in quel momento, mentre il naso di tutti era perso per aria, che Aomine si ritrovò più che mai coi piedi per terra, i pensieri che si accendevano di un’unica, sfavillante rivelazione. Lo spettacolo di luci sopra di sé aveva perso ogni significato, mentre gli occhi si fissavano forse con un’indiscreta insistenza su un viso gioioso illuminato di mille colori, su quelle labbra di pesca così lucide, così invitanti, su quei capelli sottili come fili di seta che si muovevano gentilmente, scossi dai rari soffi di vento di quella sera d’estate.

Esattamente dove aveva guardato, fino a quel momento, per non rendersi conto della meraviglia che aveva accanto?

Era come se in tanti anni che le era stata vicino, non si fosse mai accorto che Satsuki non era più l’amichetta della porta accanto, quella bambina che si spaventava continuamente davanti ai suoi scherzi e finiva in lacrime ancora più spesso. Stava diventando una donna, una magnifica donna, ed era come se solo in quell’istante la realizzazione di ciò avesse colpito la sua mente. Quando era successo? Ed era stato solo lui a non accorgersene, a non realizzare quanto il tempo li avesse cambiati? E perché era tutto accaduto in modo così improvviso, tanto che quasi provava vergogna a starle vicino mentre tutto intorno coppiette innamorate si tenevano per mano al lampeggiare gioioso dello spettacolo che solcava il cielo?

Si passò una mano sul viso, la testa che diventava pesante per tutti i pensieri che la attraversavano. Cosa diavolo era, quello, una specie di colpo di fulmine? Non succedeva solo con le persone appena incontrate, o roba del genere?

No, no, no… per quanto improvvisa quella realizzazione fosse, non si trattava di un semplice “colpo di fulmine”. Era più come se, sotto sotto, avesse sempre saputo che Satsuki non era mai stata solo un’amica - per quanto fosse solito negare ogni insinuazione a riguardo! -, ma che non avesse mai avuto idea di come catalogare ciò che provava nei suoi confronti. Si preoccupava per lei, teneva forse più di chiunque altro alla sua felicità e al suo benessere… e forse, forse, questo anche al di là di quel limite sottile che c’è tra l’amicizia e un sentimento più tenero e profondo. Non che adesso, comunque, fosse in condizioni tanto più chiare: era la prima volta che si ritrovava a pensare certe cose, ma per la prima volta si rese anche conto che, in effetti, non gli sarebbe dispiaciuto rimanere al suo fianco in modo più concreto dal solito.

… o stava correndo troppo con le idee, si stava facendo troppe seghe mentali solo per una cosa del genere? Scosse la testa, ormai così intontito dai suoi stessi pensieri che a malapena si accorse che lo spettacolo di fuochi d’artificio era appena finito, e che Momoi si era aggrappata a lui per richiamare la sua attenzione.

- Terra chiama Dai-chan? Ehi? -

Sbatté le palpebre, tornando quasi del tutto in mezzo ai comuni mortali. Satsuki lo guardava dal basso, con aria quasi preoccupata, ma sorrise subito quando vide che Aomine era uscito da quello stato pseudo-catatonico in cui sembrava immerso.

- Hai visto che belli, Dai-chan? - esclamò, contenta - Grazie di avermi accompagnato, venire da sola sarebbe stato troppo triste! -

- Sì, uh… - quasi del tutto, perché la sua testa continuava intanto a spaziare a destra e a sinistra. Che gliene fregava dei fuochi d’artificio? Non li aveva guardati nemmeno per mezzo secondo, ma non è che poteva semplicemente dirgli una cosa del genere - o peggio, tacere completamente!

- … penso che sia bellissima. -

Certo, almeno aveva detto qualcosa. Ma non sarebbe stato meglio filtrare le proprie parole ed evitare di lasciar trasparire immediatamente ciò che stava pensando?

Sentì una vampata di calore salirgli fino al viso, e anche le guance di lei si erano colorate di un rosso vivace.

- … cioè, intendo… -

- … la serata, giusto? Trovi che la serata sia bellissima… eheh, lo è davvero… -

Non ebbe nemmeno la forza di risponderle, lasciando che distogliesse lo sguardo e facendo altrettanto. Si fregava da solo e le permetteva pure di salvargli la pelle? Quanto poteva essere idioticamente inetto coi propri sentimenti?

Sospirò, passandosi una mano dietro la testa e sbirciando, quasi intimidito, verso di lei. Vedeva ancora un rossore allegro sulle sue gote, e due occhi emozionati brillare subito sopra… aveva capito già tutto, vero? E chissà da quanto, pure, conoscendolo molto più di quanto lui conoscesse se stesso. L’unico motivo per cui l’aveva corretto è perché sapeva benissimo che non si sarebbe perdonato una dichiarazione (o presunta tale) così impulsiva e traballante, ancora non del tutto certa della propria intensità. L’aveva detto - teneva a lei più di ogni altro, e l’ultima cosa che avrebbe voluto darle era, eventualmente, una simile falsa verità.

Dio, se lei non si meritava uno scemo come lui. Sorrise impercettibilmente, guardandola ora con tenerezza: era ora che anche lui ripagasse tutta quella pazienza, e con la silenziosa, impercettibile promessa di fare chiarezza nei propri pensieri richiamò la sua attenzione, prendendola per mano mentre la accompagnava nuovamente verso casa.

 

 

Insomma, eccoci qua.

Quando ho iniziato a postare questa challenge su EFP ammetto che non mi aspettavo un eccessivo riscontro, soprattutto perché so bene che le raccolte disomogenee non sono poi così tanto attraenti.

Nonostante questo, però, non posso dire di essere infelice. Perché mi sono arrivate letture, seguiti, segni piccoli e grandi d’apprezzamento, recensioni… insomma, tutti feedback di cui un po’ egoisticamente avevo bisogno per risollevare un po’ quella volontà di scrivere che ultimamente si era affievolita. So di non aver prodotto niente di così speciale o innovativo, ma alla fine sono felice, perché ho potuto dimostrarmi che se voglio arrivare alla fine di qualcosa basta un po’ di disciplina e al proprio traguardo si arriva sempre. Anche quando questo è solo una raccolta di ventitré storielle.

Insomma, grazie davvero a tutti quelli che hanno deciso di leggere, seguire e/o recensire queste storie. Alla prossima!

   
 
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