Genere: Sentimentale
Tipo di coppia: Het
(incredibile ma vero)
Personaggi: Aomine Daiki, Momoi Satsuki
Rating: Verde
Parole: 800+
Note: Ultima storia! Ma
i vari fronzoli li metto alla fine-
Anche questa OS è il risultato di una sfida che mi è stata
lanciata, ma a differenza dell’AoKise questa credo mi
sia venuta un po’ meglio. Per i convenevoli, ci risentiamo alla fine della
storia!
Scritta il: 15/07/2015
23# • Things you
said [make your own] » under the fireworks
Sopra di loro imperversava
una tempesta di fuochi d’artificio, e fu proprio in quel momento, mentre il
naso di tutti era perso per aria, che Aomine si ritrovò più che mai coi piedi per terra, i pensieri che si accendevano di
un’unica, sfavillante rivelazione. Lo spettacolo di luci sopra di sé aveva
perso ogni significato, mentre gli occhi si fissavano forse con un’indiscreta
insistenza su un viso gioioso illuminato di mille colori, su quelle labbra di
pesca così lucide, così invitanti, su quei capelli sottili come fili di seta
che si muovevano gentilmente, scossi dai rari soffi di vento di quella sera
d’estate.
Esattamente dove aveva
guardato, fino a quel momento, per non rendersi conto della meraviglia che
aveva accanto?
Era come se in tanti anni
che le era stata vicino, non si fosse mai accorto che Satsuki
non era più l’amichetta della porta accanto, quella bambina che si spaventava
continuamente davanti ai suoi scherzi e finiva in lacrime ancora più spesso.
Stava diventando una donna, una magnifica donna, ed
era come se solo in quell’istante la realizzazione di ciò avesse colpito la sua
mente. Quando era successo? Ed era stato solo lui a non accorgersene, a non
realizzare quanto il tempo li avesse cambiati? E perché era tutto accaduto in
modo così improvviso, tanto che quasi provava vergogna
a starle vicino mentre tutto intorno coppiette innamorate si tenevano per mano
al lampeggiare gioioso dello spettacolo che solcava il cielo?
Si passò una mano sul viso,
la testa che diventava pesante per tutti i pensieri che la attraversavano. Cosa
diavolo era, quello, una specie di colpo di fulmine? Non succedeva solo con le
persone appena incontrate, o roba del genere?
No, no, no… per quanto
improvvisa quella realizzazione fosse, non si trattava di un semplice “colpo di
fulmine”. Era più come se, sotto sotto, avesse sempre
saputo che Satsuki non era mai stata solo un’amica -
per quanto fosse solito negare ogni insinuazione a riguardo! -, ma che non avesse mai avuto idea di come catalogare ciò che
provava nei suoi confronti. Si preoccupava per lei, teneva forse più di
chiunque altro alla sua felicità e al suo benessere… e forse, forse, questo
anche al di là di quel limite sottile che c’è tra
l’amicizia e un sentimento più tenero e profondo. Non che adesso, comunque, fosse in condizioni tanto più chiare: era la prima volta che
si ritrovava a pensare certe cose, ma per la prima volta si rese anche conto
che, in effetti, non gli sarebbe dispiaciuto rimanere al suo fianco in modo più
concreto dal solito.
… o stava correndo troppo
con le idee, si stava facendo troppe seghe mentali solo per una cosa del
genere? Scosse la testa, ormai così intontito dai suoi stessi pensieri che a
malapena si accorse che lo spettacolo di fuochi d’artificio era appena finito,
e che Momoi si era aggrappata a lui per richiamare la
sua attenzione.
- Terra chiama Dai-chan? Ehi? -
Sbatté le palpebre,
tornando quasi del tutto in mezzo ai comuni mortali. Satsuki
lo guardava dal basso, con aria quasi preoccupata, ma sorrise subito quando
vide che Aomine era uscito da quello stato pseudo-catatonico in cui sembrava
immerso.
- Hai visto che belli, Dai-chan? - esclamò, contenta - Grazie di avermi accompagnato,
venire da sola sarebbe stato troppo triste! -
- Sì, uh… - quasi del
tutto, perché la sua testa continuava intanto a spaziare a destra e a
sinistra. Che gliene fregava dei fuochi d’artificio? Non li aveva guardati
nemmeno per mezzo secondo, ma non è che poteva
semplicemente dirgli una cosa del genere - o peggio, tacere completamente!
- … penso che sia
bellissima. -
Certo, almeno aveva detto
qualcosa. Ma non sarebbe stato meglio filtrare le
proprie parole ed evitare di lasciar trasparire immediatamente ciò che stava
pensando?
Sentì una vampata di calore
salirgli fino al viso, e anche le guance di lei si
erano colorate di un rosso vivace.
- … cioè, intendo… -
- … la serata, giusto? Trovi che la serata sia bellissima… eheh, lo è davvero… -
Non ebbe nemmeno la forza
di risponderle, lasciando che distogliesse lo sguardo e facendo altrettanto. Si
fregava da solo e le permetteva pure di salvargli la pelle? Quanto poteva
essere idioticamente inetto coi
propri sentimenti?
Sospirò, passandosi una
mano dietro la testa e sbirciando, quasi intimidito, verso di lei. Vedeva
ancora un rossore allegro sulle sue gote, e due occhi emozionati brillare
subito sopra… aveva capito già tutto, vero? E chissà da quanto, pure,
conoscendolo molto più di quanto lui conoscesse se
stesso. L’unico motivo per cui l’aveva corretto è
perché sapeva benissimo che non si sarebbe perdonato una dichiarazione (o
presunta tale) così impulsiva e traballante, ancora non del tutto certa della
propria intensità. L’aveva detto - teneva a lei più di ogni altro, e l’ultima
cosa che avrebbe voluto darle era, eventualmente, una simile falsa verità.
Dio, se lei non si meritava
uno scemo come lui. Sorrise impercettibilmente, guardandola ora con tenerezza:
era ora che anche lui ripagasse tutta quella pazienza, e con la silenziosa,
impercettibile promessa di fare chiarezza nei propri pensieri richiamò la sua
attenzione, prendendola per mano mentre la
accompagnava nuovamente verso casa.
Insomma, eccoci qua.
Quando ho iniziato a
postare questa challenge su
EFP ammetto che non mi aspettavo un eccessivo riscontro, soprattutto perché so
bene che le raccolte disomogenee non sono poi così tanto attraenti.
Nonostante questo, però,
non posso dire di essere infelice. Perché mi sono arrivate letture, seguiti,
segni piccoli e grandi d’apprezzamento, recensioni… insomma, tutti feedback di
cui un po’ egoisticamente avevo bisogno per risollevare un po’ quella volontà
di scrivere che ultimamente si era affievolita. So di non aver prodotto niente
di così speciale o innovativo, ma alla fine sono felice, perché ho potuto
dimostrarmi che se voglio arrivare alla fine di qualcosa basta un po’ di
disciplina e al proprio traguardo si arriva sempre. Anche quando questo è solo
una raccolta di ventitré storielle.
Insomma, grazie davvero a
tutti quelli che hanno deciso di leggere, seguire e/o recensire queste storie.
Alla prossima!