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Autore: blackytte    22/08/2015    0 recensioni
Ellen Malley è una piratessa, nonchè Vice Capitano dei pirati Heart. E' nata in una piccola isola chiama Stella Marina, situata nel Mare Meridionale. Lei è entrata a far parte della Peggior Generazione diventando così la dodicesima supernova. La sua storia, tuttavia inizia da un tragico passato pieno di tristezza e rancore verso colui che sterminò la sua famiglia e distrusse il suo villaggio.
Ellen partirà per un viaggio incredibile insieme a Trafalgar Law e alla ciurma dei Pirati Heart intenta ad annientare i demoni del suo passato che l'affliggono da tempo e decisa a mantenere una promessa a costo della sua stessa vita.
Genere: Avventura, Sentimentale, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Mugiwara, Nuovo personaggio, Supernova, Trafalgar Law, Un po' tutti
Note: Cross-over | Avvertimenti: Contenuti forti, Spoiler!, Tematiche delicate
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CHOISE ;; 
La piccola stellina decisa;

Ellen fu letteralmente scaraventa al suolo, fortunatamente il pesce aveva attuttito l'urto facendo da cuscinetto, tuttavia  Ellen poteva sentire che qualcosa aveva graffiato il suo braccio, probabilmente le assi di legno avevano sfregato contro la sua pelle lacerandola dato che si trovava in uno degli angoli della cassa di legno. «Hey hai finito di sistemare quelle dannate casse? Ci serve una mano sul ponte.» L'uomo che qualche minuto fa aveva trasportato la cassa fino alla stiva fece un grande sospiro mentre si incamminava verso l'uscita della stiva chiudendo la porta alle sue spalle. Mh..... Ellen emise un leggero suono con le labbra avvicinandosi alle fessure della cassa e osservando l'ambiente intorno a lei. Era decisamente buio per essere giorno ma questo non spaventò la piccola, del resto, dopo quello che aveva passato, dopo quello che aveva visto, una paura infantile come quella del buio non era nulla. Devo trovare il modo di uscire da qui. Ellen alzò la testa, pochi centimetri la distanziavano dal coperchio di legno. Questo legno non è in buone condizioni. Se do un calcio ben assestato dovrei riuscire a romperlo. Ellen si mise nella miglior posizione possibile, a fatica, date le dimensioni ristrette e il poco spazio che le rimaneva. Iniziò comunque a calciare il legno, calci sempre più assestati, sempre più forti finchè con un ultimo sforzo riuscì a sfondare il coperchio. Un enorme sorriso si dipinse sulle sue labbra prima di uscire finalmente da quella bara puzzolente e respirare un pò di aria pulita. Lei sussurrò alcune parole impercettibili stirando le braccia all'aria prima di alzarsi sulle sue gambe e guardarsi intorno curiosa di esplorare quella stiva. Per prima cosa ho bisogno di mangiare. Ovviamente essendo una stiva non ci volle molto perchè Ellen trovasse una fonte di cibo che consisteva in alcune fette di formaggio e del pane. Per un attimo sembrò addirittuara soffocarsi dalla fame che aveva accumulato durante le ultime 24 ore. «.......Mi chiedo dove mi porterà questa nave...»  Sussurrò con la sua flebile vocina prima di puntare lo sguardo contro la porta chiusa. Questo non ha importanza Ellen. Ora devo concentrarmi. Questa è pur sempre una nave pirata, se mi scoprissero non so cosa succederebbe. Devo stare attenta. Detto ciò Ellen si spostò velocemente verso la cassa del pesce togliendovi le ultime assi ormai ridotte ad un mucchio di legna da ardere trasportandole dietro ad alcuni barili. Ora mi serve un telo per coprire quella dannata cassa. Questo era l'unico modo per non destare sospetti. Del resto aveva notato che la ciurma di questa nave non era il massimo dell'intelligenza. Sicuramente non si sarebbero posti domande. 
Disteso il telo nero sopra al pesce morto Ellen potè finalmente tirare un sospiro di sollievo mettendosi seduta dietro ad alcuni barili decisamente vecchi e coperti in alcuni punti dal muschio. Sto cominciando a puzzare come un ratto di fogna. Sospirò chiudendo per qualche secondo gli occhi. Riuscirò davvero a mantere la nostra pormessa? Si raggomitolò su se stessa prendendo le gambe con le braccia e stringendole a se. Gli occhi a fissare il bracciale con la piccola stella all'interno della sfera trasparente. Sono così stanca.... Dopo quello che aveva passato, per Ellen era stato difficile anche solo immaginare di poter dormire. Anche ora lei non poteva dormire, non poteva sognare, non poteva. Lei era come una formica, una piccola formica in mezzo a tutti quei giganti. Sarebbe bastato poco, davvero poco per schiacciarla. Non poteva ridurre le sue possibilità di sopravvivenza cedendo ai suoi istinti. Almeno per per ora lei, doveva resistere. 

****
 
«Non sarebbe male trovare una sirena?» «Tu sei tutto matto! E' già tanto se abbiamo trovato quelle belle ragazze!» Ellen spalancò subito gli occhi, la visione sfocata ed il suo cervello che pulsava e batteva violentemente contro il suo craneo. Aveva ceduto al sonno, tuttavia per sua fortuna, nessuno l'aveva scoperta. «Sai credo che il nostro Capitano stia ancora cercando il pezzo forte dell'asta.» Asta? «Si lo penso anch'io, dubito però che riusciremo a trovare qualcosa in questo tratto di mare.» Ellen appoggiò il retro del suo craneo contro uno dei barili, il respiro a diminuire in modo tale che la sua presenza fosse in qualche modo celata. «Bè non è mai detta l'ultima parola.» I due pirati risero in coro mentre con le braccia piene di cibo se ne andarono lasciando la ragazzina da sola ma fortunatamente illesa. Loro stavano parlando di un asta..... La moretta aveva già capito. Questa non era una semplice nave di pirati. Se non fosse stata attenta, se si fosse fatta scoprire, per lei sarebbe stata la fine. 
****

I giorni passarono e per Ellen quella stiva era diventata come una casa, aveva imparato a memoria la posizione di ogni chiodo, ogni ragnatela, lei orami era diventata un tutt'uno con quel luogo scuro e malsano. A volte rimaneva a fissare il vuoto e troppo spesso trovava piacere nell'osservare qualche piccola goccia d'acqua cadere dalle travi del soffitto di legno. Quello era il suo unico passatempo, ascoltare e osservare, rannicchiata nel suo sudiciume. Quanto ancora sarebbe durata la sua sanità? Quanto avrebbe resistito prima di distruggere se stessa? Nemmeno lei poteva saperlo. Tutto ciò che poteva fare era aspettare, immobile e silenziosa, pregando in un miracolo. Ed esso sembrò ascoltare le preghiere della piccola infante arrivando inaspettatamente e sorprendendo la stessa Ellen. Era una giornata come tante altre e mentre Ellen era intenta a disegnare con le sue dita sporche di marcio forme immaginarie sul legno del pavimento ammuffito, le porte della stiva si spalancarono con un rumore assordante. «Vedi cosa vuol dire fare il buon samaritano?» «Oh poveretto deve far male!» «Domani probabilmente il Capitano ti ammazzerà definitivamente.» «Intanto goditi il tuo ultimo giorno di vita ahahahahah!» Si udì un suono sordo come quello di un peso morto che veniva gettato a terra brutalmente. I due pirati dalle sagome scure risero mentre chiusero la porta sbattendola e lasciando Ellen spiazzata. «......» Lei si alzò leggermente dalla sua posizione,  gambe tremanti mentre si reggeva in punta di piedi per vedere dall'altro lato del barile. «Non sono riuscito a--...» Qualla figura misteriosa tossì così forte che sembrava quasi stesse per vomitare ed Ellen allora non ebbe più alcun dubbio. Una figura umana era distesa a terra, sembrava malridotta e la sua voce profonda e vissuta pareva quella di un vecchio. «Dunque è così che finisce......Avrei voluto morire in un modo diverso.....» Ellen si appoggiò di più al barile, le mani sopra di esso fino a sporgersi in avanti, tuttavia la sua forza ebbe la meglio e cadendo in avanti con quel barile la piccola si ritrovò a terra, i suoi occhi vuoti rivolti verso lo sconosciuto. «Quindi non ero solo.» Ellen indietreggiò violemente però la voce dell'uomo la fermò. «Ferma non avere paura. Non voglio farti del male. Del resto, anche se volessi, nelle condizioni in cui mi trovo sarebbe inutile.» La moretta dai capelli corti si fermò le braccia all'indietro, a soreggere il suo corpo mentre calcolava la situazione. Era sicura di potersi fidare? Dopo tutto quello che aveva passato? «Va tutto bene. Ti prego fatti vedere, il mio nome è Geremia Huntson, sono un vecchietto indifeso, non avere paura di me signorina.» La figura femminile fece un grande respiro e lentamente si avvicinò gattonando a terra fino ad arrivare ad una distanza media tra lei e l'uomo piuttosto anziano disteso sul pavimento. Egli rimase scioccato alla vista del sangue nero sul vestito e sul corpo della piccola. Sembrava volesse dire qualcosa ma decise di non parlare rimanendo in silenzio. Ellen invece osservò il vecchio, i suoi lineamenti erano quelli di un uomo vissuto, la barba grigia folta e lunga così come i suoi capelli, anch'essi grigi e folti, mentre gli occhi verde chiaro spiccavano sul suo volto. I suoi abiti erano stracci di color marrone scuro, la sua sciarpa azzurra sbiadita dal tempo e a tratti strappata attorno al suo collo. Ellen lo fissò ancora per qualche secondo prima di puntare lo sguardo su un taglio che aveva alla tempia destra e da cui usciva del sangue, probabilmente quella ferita era fresca. «Dimmi signorina sono stati loro a ridurti così?» Lei scosse immediatamente il capo, non una sillaba fuoriuscì dalle sue labbra secche. «Puoi parlare?» Il suo tono di voce si fece sempre più morbido, ogni sua parola era un piccolo pezzo di sicurezza che trasmetteva ad Ellen. «.....S-...si..» Riuscì ad emettere qualche suono flebile. Da quanto non parlava con qualcuno? Da quanto le sue labbra erano rimaste chiuse per la paura di essere scoperta. «Vorresti parlare a questo povero vecchio signorina?» Lei si avvicinò di più sedendosi ed abbracciando le sue gambe. «Si.» Disse solo questo, prima di appoggiare il mento sulle sue ginocchia rovinate e sporche, gli occhi di Geremia sembrarono brillare a quella risposta.
 
****
 
«E' incredibile come tu sia arrivata fino a questo punto. Hai tutta la mia ammirazione piccola Ellen.» Entrambi seduti infondo alla stiva, le loro schiene contro il muro mentre la notte aveva circondato quel luogo. «Grazie signor Geremia. Ora quello che mi resta da fare è sbarcare alla prossima isola e trovare un posto dove passare il resto della mia vita.» L'uomo sorrise dolcemente alzando gli occhi al cielo. «Sai mi ricordi la mia nipotina, lei è così coraggiosa e piena di sè. Sareste ottime amiche.» «Mi piacerebbe conoscerla!» «Un giorno sicuramente la incontrerai piccolina.» Sorrise abbassando il capo e dandole una carezza sui capelli marroni, lei chiuse gli occhi per qualche secondo, sulle sue labbra si dipinse un sorriso sincero ed innocente. «Ti fa ancora male? Intendo la ferita.» Geremia si toccò la tempia destra, coperta da un panno nero. «Grazie al tuo aiuto non mi fa più male.» La moretta fece un sorriso a trentadue denti inclinando di lato la testa. Fortunatamente si era ricordata di alcuni panni che coprivano il pane dagli insetti e aveva pensato bene di usarle come garza. «Geremia non c'è un modo per aiutarti? Io non voglio che quei pirati.......» Egli fece un sospiro di rassegnazione appoggiando la testa al muro di legno. «Ellen. Io ormai sono condannato. Ho tentato di liberare gli schiavi tenuti prigionieri nelle segrete di questa nave. Ormai il mio destino è segnato.» «Ci deve essere un modo per salvarti. Io non permetterò che ti facciano del male. Vedrai troverò un modo per....» «Ellen.» La figura femminile osservò l'uomo, gli occhi pieni di ansia. «Guardami. Ormai sono vecchio, non ho rimpianti e anche se lascerò delle persone a me care, sono comunque felice. Mia moglie è morta qualche anno fa e mio figlio si è creato una bellissima famiglia. Loro mi amano ma ormai è tempo che mi faccia da parte. Ho vissuto anche troppo a lungo.» Ellen si alzò in piedi, la fronte corrugata. «Come puoi dire una cosa simile! Non pensi a quanto loro possano soffrire? Non pensi che se tu sparissi loro rimarebbero con il rimorso pensando al perchè non sono riusciti a salvarti! Non ci pensi minimamente?!» Il vecchietto chiuse gli occhi, un sorriso puro sulle sue labbra nascoste dalla folta barba grigia. «Piccola Ellen ho deciso di mia spontanea volontà di partire per un viaggio senza ritorno. Sapevo che avrei corso dei rischi. Ero pronto a questo. Loro non hanno nessuna colpa e mio figlio lo sa. Lui ha già appreso questo.» «M-ma...» «Ellen. Le persone decidono di compiere atti che potrebbero far soffrire coloro che amano, tuttavia le loro azioni non sono altro che piccoli ed innocenti desideri che per una vita hanno tenuto nel loro cuore, aspettando il giorno in cui essi si sarebbero realizzati. Io ho deciso di partire per il mare, perchè era l'unica cosa che volevo fare prima di morire. Sapevo che sarei potuto morire e anche la mia famiglia lo sapeva. Tuttavia proprio perchè era il mio ultimo desiderio, proprio perchè questa era la mia felicità, loro mi hanno assecondato, lasciandomi partire.» Geremia fece una pausa, la sua mano appoggiata ai capelli corti della piccola. «Ellen io ho scelto questa vita e loro l'hanno accettata, piangendo ma consapevoli che ciò mi avrebbe reso felice.» Ellen in quel momento ripensò alle ultime parole della madre. I suoi ultimi gesti. Quell'abbraccio negato e il suo modo di agire. Lei aveva scelto di morire per lei, questo l'aveva resa felice, proprio come sua sorella maggiore e suo padre. Loro avevano accettato quella sorte con il sorriso. Ellen strise i pugni, piccole goccie trasparenti caddero dai suoi occhi azzurri. «Non dimenticare mai ciò che hai scelto e che ha reso fiera la tua famglia. Non dimenticarlo mai Ellen.» La piccola moretta si pulì le lacrime con il dorso della mano prima di porre il suo sguardo su quello di Geremia. «Tu hai scleto di vivere.»

Angolo Autrice
Mi dispiace tantissimo di non aver più aggiornato questa storia ma ho avuto davvero troppi impegni. Fortunatamente ora ho più tempo libero per me stessa e per lavorare a questa storia. Quindi aspettatevi molti capitoli durante queste settimane. Mi scuso ancora per la lunghezza di questo capitolo ma ci tenevo a dare un piccolo spazio a Geremia dato che è un personaggio che non apparirà molto all'interno di questa storia. Inoltre so bene che molti si stanno chiedendo quando entrano in segna i personaggi di One Piece ma abbiate ancora un pò di pazienza e abbiate fede seguendo questa storia dall'inizio e vi prometto che non ve ne pentirete. Ringrazio chi ha recensito il capitolo precedente e chi ha aggiunto questa storia tra i preferiti e chi la sta seguendo! Grazie di cuore, un bacio e a presto.
Red19
  
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