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Autore: gateship    22/08/2015    4 recensioni
We believe in Sherlock Holmes, Sherlock Holmes was not a fake.
Dopo il suicidio del Detective queste parole si diffondono viralmente per tutta Londra, passano di bocca in bocca, sono scritte sui muri. Tutti ne vengono a conoscenza. Dai nemici, ai più intimi amici del consulente investigativo.
Coloro che, in fondo, hanno sempre creduto.
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Anderson, John Watson, Lestrade, Molly Hooper, Mycroft Holmes
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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The ones who believed

 

 

La prima volta che Greg Lestrade lo vede, sta indagando su un caso insieme alla sua squadra. È su un muro, una vivace vernice gialla a deturpare il verde della zona.

Ma lui sorride, passando le mani sulla scritta.

I believe in Sherlock Holmes” legge, a caratteri cubitali.

In certi momenti avrebbe voglia di afferrare tutte quelle persone per la collottola ed urlare “Che ne sapete voi di Sherlock?!” perché nessuno di qui giornalisti affamati di notizie e scandali lo ha mai visto dedurre la storia di una persona dai suoi oggetti. Capire qualcuno da uno sguardo o da un movimento.

Nessuno lo sa.

Nessuno capisce.

Eppure.

Eppure oggi, quando legge, rilegge, osserva e fissa quelle cinque parole scritte in stampatello, l'unica cosa che vuole fare è ridere.

O forse fare una visita ad Anderson, magari quel graffito che è riuscito a fargli tornare il sorriso sulle labbra è proprio suo.

 

 

Molly Hooper è fuori dal Bart's.

Come ogni giorno, le persone vanno e vengono, incuranti di ciò che le circonda.

Oggi però qualcuno si ferma, attirato da qualcosa sul marciapiede.

Si avvicina, e, facendosi spazio tra la piccola folla radunatasi, scorge la piccola frase in corsivo sullo sdrucciolato.

Penna stilografica rosso sangue. “Sherlock Holmes was not a fake”

Lo legge e sorride, aggiustandosi la coda con un causale gesto della mano.

Sherlock ne sarebbe felice.

“Molly, ho bisogno dell'autopsia del Signor Lockhart, puoi venire?” sente una voce distante.

“Sì, tra un attimo!”

Lancia un ultimo sguardo alle parole lasciate a pochi passi da dove il finto Holmes è precipitato.

Sì, lui non lo ammetterebbe mai, ma Sherlock ne sarebbe felice. Felice di sapere che non tutti lo credono un impostore.

Lei lo sa.

 

 

La Terza Guerra Mondiale è stata di nuovo scongiurata: la Corea del Nord non invaderà quella del Sud, gli americani non interverranno.

Mycroft Holmes, il Governo Inglese, legge il Times nel silenzio più assoluto del Diogenes Club.

Il silenzio auto imposto e necessario da lui tanto agognato.

Aperta l'inchiesta su Sherlock Holmes: Moriarty era reale?”

Il titolo in prima pagina gli desta uno strano cipiglio.

Un cocktail di sentimenti di cui preferirebbe ignorare l'esistenza.

Sentimenti che spaziano dal voler vedere il nome di suo fratello ristabilito, alla paura che quando Sherlock tornerà, tutto sarà destinato a cambiare.

Ma, d'altro canto, per lui farebbe di tutto, persino imparare il serbo per riportarlo alla sua Londra.

Tra due ore saprà tutto quel dizionario fin nei minimi dettagli.

Potrà partire.

 

 

John Watson ha le mani piene di sacchetti e gingilli vari.

Piccole cose provenienti da Baker Street, la sua tazza, il suo portatile.

L'ultima volta che ci era stato non era riuscito a portarsi via niente: ogni secondo in quelle stanze era agonia pura, distillata come veleno.

È stato Mycroft a fare recapitare i suoi oggetti personali alla clinica, ora che vive con Mary ne avrà sicuramente bisogno.

Alza lo sguardo e lo vede.

We believe in Sherlock Holmes

Scritto in grande, proprio di fronte a lui.

We believe in Sherlock Holmes

Stringe le borse ancora di più e sbatte le palpebre, come per assicurarsi che non sia un sogno.

We believe

Su un muro. Stringe la tracolla della borsa con la mano destra e sorride leggermente.

We believe in Sherlock Holmes

Lo legge e lo rilegge fino a quando non sente la mano di qualcuno sulla spalla, “Ehi, stai bene amico?”

John annuisce, finalmente distogliendo lo sguardo.

Il cuore un po' più caldo, gli occhi un po' più lucidi. Le labbra che sorridono: si era dimenticato come fosse quel gesto.

We believe in Sherlock Holmes

C'è riuscito.

Ha convinto qualcuno.

Forse, pensa schiarendosi la gola, tentando di sciogliere il nodo che si è formato, è il momento di fare visita alla Signora Hudson.

 

 

Philip Anderson scarica del tutto la bomboletta spray sulla parete: le parole “Sherlock Holmes is Alive” sono fresche. Se ci passasse un dito sopra, probabilmente le mani gli si sporcherebbero di una gialla vernice a base di zinco, proveniente da uno dei casi di Sherlock.

Ormai è evidente, chiaro come il Sole: Sherlock Holmes sta per tornare.






Noticine:
Anche se non credo sia necessario specificarlo, ciò che fanno Mycroft e John colloca la storia poco prima di The Empty Hearse, circa uno/ due mesi. Myc si impara il serbo, e sappiamo che ci metterà tanto per infiltrarsi all'interno della rete terrorista di quella zona; John invece va dalla Signora Hudson proprio all'inizio dell'episodio, ma ho pensato che gli sarebbe servito del tempo, anche molto più di qualche giorno.
La vernice proviene ovviamente da The Blind Banker.
Spero che vi sia piaciuta almeno un po' e... grazie per aver letto fin qui! ^^

*va da Cass e lo abbraccia senza motivo*

  
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