Libri > Il Labirinto - The Maze Runner
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Autore: Stillintoyou    22/08/2015    2 recensioni
{Sequel di Benvenuta nella radura}
Non sapevo nulla di tutto quello, e non sapevo come poteva essermi utile.. Ma erano informazioni interessanti. E, in un certo senso, non mi erano nemmeno nuove.
Che pensiero stupido... era ovvio che non potevano essermi poi del tutto nuove!
‹‹ Spero solo che nessuno dei soggetti si ammali gravemente durante la fase due ›› mormorò, riportando la sua attenzione sul fascicolo che gli avevo passato poco fa.
Prima che potessi aprire bocca per chiedere qualche informazione riguardante questa fantomatica “fase due”, entrò qualcuno in stanza. La solita dannata assistente di mio padre, quella che portava gli occhialoni ed aveva un naso più lungo di un becco d'anatra.
‹‹ Signor Richard... sono qui. Sono arrivati ››
Mio padre annuì, tornando a sedersi sulla sua sedia e schioccando la lingua ‹‹ Bene. Cominciamo, allora ››
Genere: Avventura, Fluff, Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
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Secondo quello che diceva il calendario della base della C.A.T.T.I.V.O., non era passato poi così tanto a tempo... eppure loro, i miei compagni radurai, mi mancavano come se non li vedessi da anni.

Lui mi mancava come se non lo vedessi da anni.

Le comunicazioni video nella radura erano state bruscamente interrotte per cause sconosciute... almeno, quelli da cui potevo guardare io.

Papà mi disse che da quel momento in poi non potevo più guardare ciò che accadeva in quel posto. Che forse, per il mio bene, era meglio che dimenticassi quel posto.
Ed era così dall'inizio del mese, quindi... dall'arrivo di un nuovo fagiolino nella radura.

Ammetto che ero dannatamente curiosa di vedere che faccia di caspio poteva avere e il suo nome. Volevo dannatamente sapere il suo nome.

Nessuno aprì bocca anche per darmi quella piccola ed insignificante informazione.

‹‹ Avranno i loro motivi... ›› pensai.

Eravamo fermi nel suo ufficio. Sulla scrivania c'erano diverse scartoffie compilate, tutte sparse e stropicciate, la carta ingiallita.

Da quando mi trovavo in quel posto, avevo scoperto parecchie cose sul mio passato, sull'occupazione di mio padre, su mia madre...
Mia madre, quella donna di cui non avevo nemmeno memoria, ma che sentivo il bisogno di ritrovare.
Papà mi aveva detto che, nonostante l'eruzione avesse preso possesso di lei, probabilmente era ancora viva. Gli mancava da morire.
In lui, nonostante fosse uno dei capi della C.A.T.T.I.V.O. (ed il capo principale di quella base), non vedevo il male assoluto come forse avrei dovuto vedere:
Vedevo il dolore di un uomo che aveva perso sua moglie e per poco anche sua figlia.
Avevo imparato a conoscerlo, vedendo del bene in lui: D'altronde non amava fino in fondo ciò che faceva, lui voleva solo salvare il mondo, consapevole, però, che sarebbe stato impossibile.
Nessuno poteva salvarsi ormai, e trovare una cura contro l'eruzione diventava sempre di più una cosa impossibile.
Io, poi, mi ero categoricamente rifiutata di continuare a lavorare. Non volevo fare del male ai miei compagni, non volevo più vedere morti, non volevo più vedere sofferenza.

Erano desideri che ormai capivo che erano irrealizzabili.

Tutto quello che riguardava il nostro mondo, ormai, era solo sofferenza. La gente lì fuori moriva ogni giorno, tutti impazzivano per via del calore, per via del virus...

Vivere nel terrore del chiedersi “chi sarà il prossimo?” non era per niente facile e per niente bello.

Addormentarsi col terrore di essere proprio tu il prossimo, era la cosa peggiore.
‹‹ Piccola, mi passeresti quel fascicolo, per favore? ›› chiese gentilmente mio padre, dopo aver bevuto l'ennesimo caffè di tutta una mattina.
In quei giorni sembrava non fare altro.
Lavoro, lavoro, lavoro. Solo ed esclusivamente lavoro. Era veramente indaffarato da quando avevano fatto l'ultima riunione tra capi, nel quale si parlava del termine della fase uno.
Gli passai il fascicolo dal titolo coperto. Non prometteva nulla di buono, me lo sentivo.
‹‹ Papà, non è meglio se riposi un po', invece di continuare a bere caffè in quel modo? Non penso che ti faccia bene... ››
‹‹ Devo finire questo schifo ›› sbottò lui, quasi infastidito dalla mia domanda, sollevando poco dopo gli occhi verso i miei. Aveva delle grosse occhiaie scure, come se non dormisse da settimane. Eppure lo faceva, ma probabilmente il suo sonno era disturbato dai suoi incubi notturni, dove sognava di perdere mia madre per l'ennesima volta.
I suoi sogni – incubi – ormai giravano solo attorno alle perdite delle persone che amava, quindi, me e mia madre.
Uno di questi si era già verificato.
Sapevo cosa significava avere incubi del genere... lo sapevo eccome.
‹‹ Puoi sempre riprendere una volta sveglio ›› continuai io. Ero seriamente preoccupata per lui, sapevo che non poteva reggere a lungo quel ritmo, era impossibile anche per uno come lui, che ormai reggeva lo stress meglio di chiunque altro, lì dentro.
‹‹ L'eruzione prende a livello celebrale, lo sai questo, vero, Elizabeth? ›› chiese, aprendo il fascicolo e rimuovendo la pellicola nera che copriva il titolo.
Corrugai la fronte a quella domanda ‹‹ Sì, e allora? Che c'entra adesso? ››
‹‹ Tua madre... Tua madre era una donna brillante, piccola mia... ›› riprese a parlare, soffocando alcuni singhiozzi ‹‹ e poi... Poi, anche lei, si è piegata alla malattia. La vedevo perdere lucidità giorno dopo giorno, ed era veramente una cosa orribile perché sapevo di non poter fare assolutamente niente per bloccare tutto questo. Potevamo solo nasconderlo... o comunque, cercare di nasconderlo. Finché poi non era diventata incontrollabile anche per noi, ed era stata deportata lì, come tutti... Nella zona bruciata ›› prese un respiro profondo, poggiando le mani ai lati della propria testa ‹‹ attualmente mi chiedo se fosse l'idea migliore. E se, invece, l'avessimo tenuta all'interno di una delle celle della C.A.T.T.I.V.O.? Magari per studiarla meglio, per vedere se, non so, con qualche esame più approfondito, non potessimo trovare una cura! Penso che spedirla nella zona bruciata possa aver solo peggiorato la situazione... Il calore esterno deve averla distrutta e magari il virus deve essere peggiorato entrando in contatto con altri spaccati... ››
Non mi andava di sentire questi ragionamenti, per quanto mia madre non l'avessi nemmeno presente.
La sua figura, nella mia memoria, era totalmente oscurata... Se non per qualche foto e qualche video che mio padre mi aveva mostrato per cercare di darmi qualche ricordo in più.
Era comunque mia madre e non volevo sapere certe cose su di lei.
Volevo avere anche una piccola speranza di ritrovarla piuttosto... integra, diciamo.
‹‹ Papà, andiamo... ›› poggiai una mano sulla sua spalla, vedendo che comunque, il suo sguardo, si stava trasformando in un espressione distrutta più di quanto già non fosse ‹‹ chiudiamo questo discorso e vai a cambiarti, stenditi un po' sul letto e poi riprendi, okay? ›› mormorai, cercando di essere il più delicata possibile. Allungai la mano verso il fascicolo e feci per chiuderlo, ma la sua mano bloccò il mio polso con una presa salda e forte. Strinse veramente forte. Forse anche troppo.
Si girò di scatto, fissandomi negli occhi ‹‹ le somigli molto ›› disse con un tono fermo e freddo ‹‹ non intrometterti in queste cose, però, Elizabeth. Lasciami finire qui. Ho detto che devo finire questo schifo. ›› digrignò quasi i denti.
Trasalì lievemente e, una volta che lasciò la mia mano, la ritrassi mormorando un “okay, come vuoi” e trascinai una sedia accanto a lui.
‹‹ Non abbiamo più molto tempo... ›› aggiunse, sfogliando lentamente il fascicolo.
Il polso mi faceva un po' male, ma non osai abbassare lo sguardo per vedere se mi aveva lasciato qualche segno
‹‹ Per cosa? ›› domandai, cercando di distrarmi.
‹‹ La fase due... sta per cominciare ›› Nessuna vera e propria risposta ‹‹ scusa per il polso ›› aggiunse. Sentivo una punta di amarezza nella sua voce.
Annuii, facendogli capire che l'avevo perdonato. Era solo sotto stress, non voleva farmi veramente male e non l'avrebbe mai fatto, ne ero certa.
Abbassai lo sguardo sul fascicolo, leggendo ciò che stava leggendo lui.
 

Gruppo B
Stato fase uno: Terminata.
Risultati: Le sopravvissute sono più della metà e quasi tutte in ottima salute.

Attualmente sono tutte immuni e quasi nessuna di loro sembra essere incline alla malattia.
Le poche che risultavano essere vulnerabili all'eruzione sono decedute prima del termine della fase uno. Possiamo quindi concludere col dire che il test del gruppo B è stato veramente soddisfacente.

Prestazioni: Ottime. Semplicemente ottimi risultati sotto ogni aspetto.

La loro capacità di sopravvivenza e adattamento alle situazioni è stata veramente soddisfacente.
La prova del labirinto si è conclusa in modo schematico e regolare, proprio come era stato preannunciato e come era stato stabilito. La perdita di un soggetto, Rachel, nonché uno dell'élite, è stata dolorosa, ma necessaria alla cianografia. Il gruppo B ha passato la prova in modo eccellente.

Probabilità e percentuale di sopravvivenza alla fase due:
Alta probabilità. Secondo le statistiche stabilite dall'ultima riunione, per un buon 87% di loro passeranno la seconda fase senza troppi danni a livelli celebrali;
L'8% di loro probabilmente entreranno in contatto con la malattia e saranno contagiati;
Il 5 % probabilmente non terminerà la prova.
Confidiamo in questi risultati che, tutto sommato, sono piuttosto buoni.

 

‹‹ Rachel è morta? ›› dissi mormorando, ricevendo un occhiataccia da parte di mio padre. Annuì, poi tornò a leggere.
C'erano diversi schermi sotto quelle frasi. Schermi che decisi di non guardare.
‹‹ Ti ricordi di lei? ›› domandò, continuando a leggere, poi prese una penna e cominciò a segnare alcune cose lungo i grafici.
Scossi la testa ‹‹ No, però mi ricordo di George, suo fratello... ››.
George. Come potevo dimenticarmi di lui?
Il suo corpo era stato prelevato ed analizzato proprio in quella base. Ma non sapevo dove fosse, così come non sapevo dove fosse anche quello di Justin. A dire il vero la cosa non mi toccava poi tanto... anche se dovevo ammettere che non volevo che nessuno dei due facesse una fine così tremenda come la loro.
‹‹ Rachel aveva già messo in conto che sarebbe successo. I quattro dell'élite, a dire il vero, avevano messo in conto molte cose.
Il tuo arrivo nella radura non era stato messo in conto, però. Per la prima settimana qui dentro hanno sudato freddo un po' tutto, ma poi hanno notato che hai contribuito parecchio nella realizzazione della cianografia, per cui si sono radunati e hanno seguito i tuoi movimenti. A me non importava granché, volevo solo che tornassi qui sana e salva, prima che... beh... potesse accadere l'inevitabile ›› disse l'ultima frase con un filo di voce, quasi feci fatica a sentirlo.
Prima che potessi fare qualsiasi altra domanda, riprese a parlare ‹‹ Sai che Gally era stato punto da un dolente e aveva recuperato i ricordi, sì? Ecco. All'inizio erano in due gli unici ad avere dei vaghi ricordi riguardanti l'esterno. Per l'appunto, Gally e Justin. Fortunatamente il tuo arrivo ha fatto sì che ci liberassimo prima di Justin. Dico fortunatamente perché, anche se non sembra, era a rischio di contrarre l'eruzione più di quanto lo era George.
Le punture dei dolenti hanno peggiorato la situazione ››
‹‹ Perché? ››
‹‹ Sai perché i radurai, una volta punti, a volte non passano bene la mutazione e impazziscono? ›› domandò, come se però si aspettasse che già sapessi la risposta. Il che era possibile, ma d'altronde non avevo più memoria di nulla, quindi era anche scontato che non potessi rispondere a quella domanda, se non per logica.
Aspettò in silenzio che ragionassi e, poco dopo, sospirai ‹‹ le punture dei dolenti iniettavano il virus? ›› domandai, ma non mi aspettavo che annuisse sul serio.
‹‹ più o meno ›› prese un grosso respiro, incrociando le braccia sulla scrivania ‹‹ ci piace definirla “selezione naturale”. L'idea era quella di fare come per i vaccini dell'influenza: iniettare il virus in fase “inattiva” o “morta”, e chi sopravviveva c'era una grossa probabilità che questo diventasse immune all'eruzione. ››
‹‹ Beh... come ragionamento non è sbagliato ›› mormorai, grattandomi la fronte ‹‹ di chi è stata questa idea? ››
‹‹ Visto che questo avveniva tramite la puntura dei dolenti, secondo te, di chi era stata l'idea? ››
‹‹ di Newt? ››
Mio padre annuì, rivolgendomi un sorriso, come se avesse notato qualcosa nei miei occhi
‹‹ Sì. Proprio lui.
È una teoria che, tutto sommato, non era sbagliata. Newt sotto questo aspetto era stato veramente geniale.
Ad ogni modo, la storia del possibile vaccino era la teoria esposta agli scienziati.
Ma si sa che Newt non voleva altro che vendetta, la storia delle punture in grado di mettere alla prova i soggetti per verificare la loro immunità o meno aveva così tanto colpito gli scienziati che gli permisero di fare una cosa simile, inconsapevoli, però, che in verità a lui non premeva mettere alla prova l'immunità degli altri.
O meglio, sì, lui voleva trovare una cura quasi quanto tutti, se non di più, ma voleva far ammalare i bastardi che lo costringevano a fare tutto quello. Odiava da morire tutto questo.
Quel ragazzo aveva – e dimostra di avere tutt'ora – dei grossissimi scheletri nell'armadio.
A guardare tutti i suoi progetti, le sue statistiche, i suoi risultati... mi viene da chiedermi che cosa nascondeva. Quasi erano – e sono – i motivi di così tanto odio?
Che ha visto? E mille altre cose. ››
Annuii. Tra me e me, mi facevo le stesse ed identiche domande. Sapevo il perché Newt odiasse stare nella radura, ma non sapevo il vero motivo di tutto quell'odio verso la C.A.T.T.I.V.O.
In cuor mio, sapevo bene che tutto odiavamo quel posto...
‹‹ C'è una cosa che però nessuno aveva messo in conto, con la storia delle punture. O meglio, forse sì. Newt sicuramente lo sapeva ›› disse mio padre, alzandosi dalla sedia ed avvicinandosi alla libreria per poi passare lentamente le dita tra gli scaffali.
‹‹ Cosa? ››
‹‹ L'eruzione è un virus particolarmente forte. Un vero e proprio bastardo ed è il virus più forte e duro a morire che la storia abbia mai visto ›› si fermò, tirando fuori un vecchio documento ingiallito, che portò poco dopo sulla scrivania, per mostrarmelo.
Non erano altro che grafici e un immagine del virus al microscopio ‹‹ è un virus che, a differenza di quanto crede la gente, non è in grado di sopravvivere all'esterno.
Lui vive col calore a temperature veramente elevate. Infatti, non c'è rischio di ammalarsi la notte, perché siamo riparati dal fresco notturno. La temperatura esterna, infatti, con la notte diventa molto più tollerabile. Le zone più fredde del pianeta, infatti, ci hanno messo molto più tempo a contrarre il virus.
Comunque, come dicevo prima, il virus non sopravvive all'esterno, e l'unico momento in cui puoi contrarre la malattia in modo aereo, è durante le ore più calde del giorno. Devi passare veramente molto, troppo tempo al sole. Il virus entra in contatto col tuo corpo quando è morto e si attiva quando il tuo corpo raggiunge un limite di sopportazione estremamente basso, sia a livello termico che a livello neurologico, stress alle stelle e così via.
Oh, beh, e chiaramente tramite sangue e punture. Un po' meno tramite sangue, sia chiaro. E per punture s'intende quelle dei dolenti, che iniettano il virus direttamente nel corpo, ovunque questi pungano. Il virus, sebbene morto, riesce comunque a fare il suo corso.
La dura verità, comunque, è che tutti noi abbiamo contratto il virus. Solo che alcuni di noi sono immuni a tutto questo, come ben sai. Noi siamo fortunati perché qui la temperatura è sempre ben controllata... così come lo era nella radura. Infatti, come avrai avuto modo di notare, lì non c'erano mai cambiamenti climatici, piccola Elizabeth. ›› sorrise, poi schiuse le labbra, sospirando.
Non sapevo nulla di tutto quello, e non sapevo come poteva essermi utile.. Ma erano informazioni interessanti. E, in un certo senso, non mi erano nemmeno nuove.
Che pensiero stupido... era ovvio che non potevano essermi poi del tutto nuove!
‹‹ Spero solo che nessuno dei soggetti si ammali gravemente durante la fase due ›› mormorò, riportando la sua attenzione sul fascicolo che gli avevo passato poco fa.
Prima che potessi aprire bocca per chiedere qualche informazione riguardante questa fantomatica “fase due”, entrò qualcuno in stanza. La solita dannata assistente di mio padre, quella che portava gli occhialoni ed aveva un naso più lungo di un becco d'anatra.
‹‹ Signor Richard... sono qui. Sono arrivati ››
Mio padre annuì, tornando a sedersi sulla sua sedia e schioccando la lingua ‹‹ Bene. Cominciamo, allora ››




{Angolo dell'autrice!}
Ma salve, miei adorati pive!
Sono tornata, ma non vi stresserò troppo con questo piccolo angolo d'autrice.
Volevo solo darvi qualche piccola premessa:
1) I capitoli saranno più brevi, questo per mancanza di tempo e anche per accellerare l'aggiornamento della storia.
2) L'aggiornamento avverrà ogni Sabato.
3) Mi trovo anche su Wattpad (StillintoyouEfp), quindi potete seguirmi anche lì, se volete ^^
4) Potete sempre dirmi cosa pensate della storia, teorie, consigli e cose così, esattamente come per Benvenuta nella radura.
Non ho altro da dire, se non Bentornati, pive!


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