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Autore: Zomi    22/08/2015    2 recensioni
-Che cosa fai qui Bepo-ya?-
Un brivido freddo percorse la schiena della kuja, immobilizzandola davanti alle gabbie.
-Capitano- sentì piagnucolare l'orso polare -Non mi usi per i suoi studi... la prego!!!-
Poteva quasi percepire lo sguardo indagatore e freddo di Law studiare il suo sottoposto, spostandolo poi all'interno del suo laboratorio, superare i tavoli e le ampolle fino a posarlo su...
-Margaret ya, sbaglio o ne abbiamo già parlato? -
Genere: Fluff, Generale, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Margaret, Trafalgar, Law, Trafalgar, Law/Margaret
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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OCCHI GRIGI
 

 
-Aye Margaret san, fa presto- piagnucolò Bepo, tremante sull'uscio spalancato del laboratorio.
Margaret chiuse gli occhi a mezza luna, trattenendosi dal ridere per il terrore bluastro disegnato sul musetto candido del navigatore Heart.
-Tranquillo- sussurrò, abbassando la voce per calmare l'orso -Law è da Luffy: ci impiegherà un po' a tornare -
-Se torna e ci scopre, mi userà come cavia per i suoi esperimenti... aye- abbassò il muso ombrato di bluastra paura, stringendosi nelle spalle.
Nuovamente la kuja si trattenne dal ridere, avanzando piano nel laboratorio, certa che il chirurgo della morte non fosse in grado di essere crudele con i suoi sottoposti, come l’orso temeva.
Si, ne era certa.
-Farò presto- sorrise a Bepo, avanzando nel laboratorio mal illuminato -… non se ne accorgerà...- promise con un candido sorriso, addentrandosi tra le ampolle allungate e borbottanti sui bunsen.
Aggirò il tavolo di mogano che occupava il centro della stanza, sommerso dal mille fogli scarabocchiati, avvicinandosi esperta alle gabbiette rumorose disposte sulla parete finale della stanza.
Al suo avvicinarsi, migliaia di occhietti rossi si accesero a fissarla, facendo risuonare il ferro delle gabbiette contro il metallo del sottomarino, producendo un lieve e ritmato suono di zampette, accompagnate da leggeri squittii eccitati.
-Ciao- accorse dai topini da laboratorio la kuja, accarezzando qualche impavido musetto bianco che sporgeva dai buchetti delle gabbiette.
I piccoli animaletti saltellavano e spalancavano i loro piccoli occhietti rossi nel scorgere la biondina, richiamandola con piccoli versetti acuti o grattando con le zampine le sbarre delle loro gabbiette, avidi e speranzosi di una lieve coccola, che non tardava mai di arrivare con un sorriso della kuja.
A Margaret le si stringeva il cuore a vedere tutte quelle bestiole rinchiuse in gabbia.  Per lei gli animali dovevano essere liberi di scorrazzare nella foresta, liberi e spensierati come il suo Xanadu, e non richiusi in quelle scatole di ferro, destinati a morire per chissà quale malattia.
Certo, se fossero stati selvatici e liberi di vivere nella foresta di Amazon Lily, Xanadu se li sarebbe papati in un sol boccone, e il risultato di infelice morte sarebbe stato il medesimo.
Sospirò Margaret, riflettendo che almeno quei topini, seppur in gabbia,  aiutavano Law nei suoi studi ed erano di gran lunga più utili di quelli che riempivano la pancia al suo serpente.
Ma non tutti dovevano fare un'orribile fine, aperti dai un bisturi ed esaminati dai curiosi occhi del capitano Heart.
No, per Margaret qualcuno tra quei topini andava salvato.
In fretta, si spostò a studiare con attenzione le gabbie più basse, cercando quegli occhietti furbi e vispi che l'avevano da subito conquistata.
Setacciò i musetti bianchi e frementi ad annusare l'aria, cercando il suo amico.
Stava per controllare che non fosse stato spostato su qualche ripiano più alto, quando uno "squit" la richiamò.
-Eccoti!- batté le mani, aprendo lo sportellino della gabbia e afferrando, senza paura, il piccolo roditore che la fissava ipnotizzato.
-Ora ti porto via da qui- sfregò il naso contro quello del topino- Ti porto al sicu...-
-Che cosa fai qui Bepo-ya?-
Un brivido freddo percorse la schiena della kuja, immobilizzandola davanti alle gabbie.
-Capitano- sentì piagnucolare l'orso polare -Non mi usi per i suoi studi... la prego!!!-
Poteva quasi percepire lo sguardo indagatore e freddo di Law studiare il suo sottoposto, spostandolo poi all'interno del suo laboratorio, superare i tavoli e le ampolle fino a posarlo su...
-Margaret ya, sbaglio o ne abbiamo già parlato? -
Margaret si voltò lentamente verso il chirurgo, reggendone lo sguardo senza paura e stringendo al petto il suo prezioso bottino.
-Law ti prego- lo guardò con gli occhi colmi di preghiera, continuando ad accarezzare il piccolo topino che fremeva sulla pelle del suo petto.
I glaciali e nebulosi occhi del Chirurgo della Morte si spostarono in fretta dal dolce viso della biondina al ratto che reggeva tra le mani, storcendo le labbra a quella vista e rivolgendo alla kuja un'occhiataccia severa.
Margaret chiuse le mani sul topino, attenta a non soffocarlo ma a proteggerlo al meglio dallo sguardo glaciale e inflessibile di Trafalgar, non indietreggiando di paura quando il medico iniziò ad avanzare verso di lei.
-È una cavia- decretò lapidario Law, ammonendo con gli occhi la bionda.
-Ne hai tante- ribattè seria.
Le iridi grigie della Supernova si assottigliarono severamente. Ancora quel discorso?
Ne avevano discusso spesso in quei strani giorni in cui si erano ritrovati a contatto, troppo vicini per rispettare le regole dei due Mondi a cui appartenevano, ma non abbastanza da sopraffare quel strano bisogno che sembrava aver drogato i loro corpi.
-Margaret…- la richiamò severo notando come non cedesse alle sue parole autoritarie e dure.
Non lo temeva.
Non aveva paura di lui e del suo sguardo grigio e glaciale, e Law non sapeva se essere irritato da quel suo sguardo deciso e color del caramello, o temerlo.
-… rimetti la cavia numero 785 nella sua gabbia- ordinò.
La kuja negò con un cenno deciso del capo, continuando a reggere il suo sguardo.
-Solo lui- allentò appena la presa sull'animaletto, mostrandoglielo -…è il più piccolo e gracile e... Law no!-
La room si era azionata senza rumore, rubando dalle mani della kuja il suo prezioso tesoro, trasferendolo in quelle scure e tatuate del chirurgo.
Il topino squittì acutamente ritrovandosi dondolante per la collottola nelle mani della supernova, agitandosi preso dal panico.
-Così gli fai male!- protestò Margaret, provando a recuperarlo ma ritrovandosi respinta dalla mano libera del moro.
Il suo silenzio era un muto rimprovero e il suo sguardo, diventato di un grigio simile al nero, le intimavano di non osare avvicinarsi ulteriormente o di proferir parola.
Il discorso, per l'ennesima volta, si sarebbe chiuso lì, senza una degna conclusione.
Gli enormi occhi scuri di Margaret si inumidirono e invano cercarono l'aiuto di Bepo, rannicchiato in un angolo contro la porta in castigo.
Senza proferir parola, Trafalgar la superò diretto alle gabbie delle cavie, sordo ai lamenti del topo.
Insomma, era solo un dannatissimo sorcio?
Perché Margaret si ostinava tanto a volerlo liberare?
Sospirò aprendo la gabbietta, ma le dita arcuate a reggere l'animaletto si bloccarono nel sentire le parole della bionda.
-Ha gli occhi grigi!!!!- urlò seria e dura.
Bloccò il braccio a mezz'aria, fissando atono e serio la cavia che aveva smesso di agitarsi tra le sue dita, vedendosi specchiato nelle due iridi grigie che il topo possedeva.
Un errore genetico di certo, ma che per quel breve secondo non sembrò più di tanto un'anomalia per il chirurgo.
-Ha gli occhi grigi come te...- sentì la kuja muoversi dietro di lui, portandosi a rubargli dalle mani il topino.
-Ed è mio!- se lo strinse tra i seni-Lo devo salvare: devo salvare i suoi occhi grigi! Almeno i suoi...-
Fissava la schiena dritta e inflessibile di Law, pronta alla sua sfuriata calma e dura, pronta ad affrontare quegli occhi di ghiaccio misto fumo.
Coprì gli occhi del topino con il palmo quando Trafalgar si voltò a guardarla, a proteggerlo da quello sguardo ferito dal passato.
Era pronta ad affrontarlo, per il bene di entrambi quei portatori di occhi plumbei.
Era pronta... ma non al mezzo ghigno che Law le rivolse.
-Facci quello che vuoi- la superò con una falcata, celando uno strano sorriso imbarazzato.
La sentì esultare parlando al sorcio, e uscì rapidamente dal laboratorio prima di cedere alla tentazione di voltarsi indietro e godere della sua felice visione.
Quella kuja: che diamine gli aveva fatto per riuscire a fargli rinunciare a una sua cavia?
Uscì dal laboratorio, lasciando molli le braccia lungo i fianchi e lasciandosi sfuggire uno strano sospiro che storse il sorriso che gli solcava le labbra.
Sorriso che non sfuggì al curioso navigatore del Chirurgo della Morte.
-Aye capitano...tutto bene?- lo squadrò Bepo, sollevandosi dal suo angolo.
Law lo fulminò con lo sguardo, zittendolo.
-Aye...lo sapevo- piagnucolò l'orso rannicchiandosi e dondolandosi nel suo angolino.
Sarebbe stata una sua cavia da laboratorio, se lo sentiva: chissà se Margaret sarebbe andata a salvare anche lui.

 
   
 
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