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Autore: Fiamminga    23/08/2015    4 recensioni
Cosa è successo a Thor e Loki dopo il loro ricongiungimento su Jotunheim? Come è andata avanti la loro vita?
Questa è una breve raccolta di One-shot di cinque capitoli che concluderà la loro storia.
Capitoli:
1.Viaggiare
2. Oltre il mondo
3. Per trovare il posto
4. Di re sopra i re
5. Secondo il destino.
Genere: Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Loki, Thor
Note: Raccolta | Avvertimenti: Incest, Mpreg
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'The Cure'
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Capitolo 5 Secondo il destino

 
Sigyn correva a destra e sinistra nel giardino di Asgard inseguendo i due bambini dispettosi.
La dea bionda giocava con loro attraverso gli alberi ricolmi di frutti e li sorprendeva con la magia. E i due bambini ridevano allegri.
Fandral era lì a fare la guardia alla scenetta e con un sorriso mascherava l'attenzione e la prontezza ai nemici che anni di esperienza sul campo gli avevano dato. Era attempato, ciocche grigie gli coloravano le tempie e da poco si era rasato la barba a punta che portava di solito «Mia figlia si ostina a tirarla ogni volta che la prendo in braccio» aveva detto a Thor quando si era presentato sbarbato.
«Gli piaceranno gli uomini, allora. Preparati ad avere molti pretendenti!» gli aveva detto l'amico.
«Ci provassero! Li trafiggerò uno ad uno! Nessuno tocca la mia bambina!» e così Fandral aveva messo la testa sulle spalle e aveva smesso di passare da una gentile e compiacente signora all'altra – con grande tristezza di tutto il popolo femminile di Asgard-
Hogun era all'interno del palazzo, promosso a capo delle guardie della reggia e grande generale degli eserciti. 
Vostangg, il grande leone di Asgard era in permesso per il matrimonio di una delle sue innumerevoli figlie. E così si erano ritrovati solo loro lì in giardino. Thor aveva Mjolnir al fianco e Gungnir in una mano mentre sedeva a guardare Magni e Nari ridere come solo i piccoli bambini sapevano fare. I due gemelli avevano una capacità incredibile nel leggersi nel pensiero. A volte Thor davvero dubitava che si dicessero qualcosa prima di fare qualche imbroglio: semplicemente si guardavano e se erano d'accordo tutto andava a scatafascio con grande disperazione della povera Sigyn, loro tutrice e madrina. Ma la bella donna – che non si era più sposata – amava i due piccoli come se fossero i suoi e Loki non aveva avuto nessun dubbio nell'affidarli alla sua antica promessa sposa.
Erano nati insieme a distanza di poche ore. Magni era il più grande e non somigliava a suo fratello: aveva capelli biondissimi e occhi verdi come due smeraldi come quelli di sua nonna Frigga ma era il più tranquillo ed equilibrato dei due gemelli, più incline allo studio e molte volte si era dimostrato più perspicace e attento del fratello, era la mente dietro a tutti i loro disastri, ma per quanto bravo non aveva nessuna magia nelle sue vene, cosa che Nari aveva fin troppo. Il secondo bambino aveva una zazzera nera che si ostinava a non rimanere nelle trecce che Sigyn continuava a fargli, e gli occhi di un rosso sfavillante e tempestoso, soprattutto quando era in preda alla rabbia. Venuto al mondo piangendo e gridando aveva avuto la pelle blu come gli Jotun ma come Loki riusciva a passare da una pelle all'altra come se nulla fosse.
Quando era insieme a suo padre su Jotunheim non aveva nessun problema a ritenersi uno Jotun come loro, poiché aveva le loro peculiarità e condivideva la natura di ibrido di uomo e donna. Non che lo capisse alla sua età. A Loki era venuto il sospetto che da adulto avrebbe potuto sviluppare le corna e che potesse diventare più alto di un Asir ma più basso di un gigante.
Così era stato naturale spiegare fin da piccolissimi ai due gemelli che uno sarebbe stato Re di Jotunheim e l'altro di Asgard, la loro differenza era evidente agli occhi di tutti.
Inutile dire quanta festa era stata fatta sul pianeta dei Ghiacci quando Loki aveva avuto due gemelli, qualcosa che non era mai successa tra loro. Però Thor non si era certo fermato nel tentare di avere altri figli. Anzi poteva dire che lui e il suo consorte ci avevano riprovato spesso, con decisione e con perseveranza.
Ragion per cui era saltata fuori Thuðr che ora teneva in braccio: era un piccolo scricciolo con i capelli neri come la notte e gli occhi blu grandi e luminosi come lampade. Loki non si era nemmeno accorto di portare un altro figlio. Era andato su Jotunheim per qualche tempo lasciando i suoi figli su Asgard e dopo un po' Thor era stato chiamato perché aveva avuto una figlia.
«Non pensavo che tu potessi avere delle femmine»
«È successo quella volta che mi sono cambiato in Jarnsaxa per te»
Thor era rimasto con la bambina in mano a guardarla come se fosse stata qualche sorta di miracolo impossibile. E la amava tantissimo, l'unica figlia che lui pensava non avrebbe mai potuto avere. Si era detto che non l'avrebbe fatta mai sposare a nessuno che lei non avesse voluto e che l'avrebbe protetta da tutti a qualsiasi costo.  «Non credo che ce ne sarà bisogno» gli aveva detto una sera Loki mentre la cullava per farla dormire «Penso che diventerà una valchiria, tanto è forte e determinata»
«Ma come fai a sapere così tante cose per certo sui nostri figli?»
«Ovvio» gli aveva risposto sbottando il suo compagno «Mi pare che me li sia tenuto dentro io per tutto questo tempo, no? Cosa vuoi saperne tu?»
E dopo che aveva detto una cosa del genere lo aveva amato talmente tanto da dargli un altro figlio.
«Devi smetterla di darmi dei figli» Loki gli aveva chiuso le porte in faccia quando aveva scoperto di aspettare un altro bambino «Se su Jotunheim sono la felicità del popolo e ti adorano come tu fossi il più grande stallone dell'universo su Asgard cominciano a ridere!»
Thor si era messo a ridere «Perdonami Loki, è che ti amo tanto»
Erano seguiti una lunga serie di insulti ben articolati nella lingua degli Jotun intramezzata da quelli in asgardiano.
E così finì come tutto era iniziato e Thor si era trovato nel posto giusto che l'universo aveva creato per lui: nella sua casa, re come i suoi padri prima di lui, affiancato dall'unico amore della sua vita che era stato generato da destino solo per lui, nella pace dei regni e dell'anima a guardare i suoi figli giocare protetti dai suoi amici più cari.
Si voltò nella stanza che dava sul giardino. Loki di tanto in tanto si voltava verso di lui per controllare i bambini e osservare la sua figura, ma era rimasto vicino alla culla del nuovo piccolo arrivato. Moði dormiva serenamente mentre suo padre dondolava piano la culla. La sua pelle era blu come il cielo di Jotunheim.
«Dimmi una cosa» iniziò il re biondo «Quando hai detto ad Amora che chi è più felice ha tutto da perdere, dicevi sul serio?»
Loki alzò gli occhi dal figlio e osservò il suo compagno e si corrucciò: «Perché me lo chiedi adesso?»
Thor scosse la testa e diede Thuðr a Sigyn che si era avvicinata al suo segnale ed entrò nella sala mentre i loro figli più grandi sciamavano vicino alla loro tutrice per vedere la sorella e coccolarla tutti insieme. Abbracciò Loki e poggiò la testa alla sua «Io sono felice» disse «Non voglio perdere tutto questo»
«Non lo farai» gli rispose calmo il suo compagno «Amora ha perso tutto perché voleva ciò che non era suo»
«Potrebbe succedere anche a me» commentò caustico l'altro.
Loki sorrise scosse la testa carezzandogli i capelli «No, Thor. Non succederà perché tutto questo è già tuo. I bambini sono tuoi. La casa è tua. Io sono tuo»
«Per sempre» Thor sorrise e Loki annuì «Più che per sempre»
 
FINE

 
   
 
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