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Autore: Phobos_Quake 3    23/08/2015    1 recensioni
Misteriosi obelischi neri compaiono nelle città dove vivono Shinku e le altre Rozen Maiden. Non tarderanno a scoprire che sono ordigni esplosivi dall'enorme potenza e dovranno fare di tutto per disattivarli onde evitare la distruzione totale del Giappone. Capitolo finale, stavolta sul serio, della saga!
Genere: Azione | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Prologo
 
 
 
 
Anno 2225. Sono passati tre anni dalla distruzione, o almeno così credevamo, di Alice. Chi, oltre a Jun, avrà l'occasione di leggere queste cronache che sto scrivendo avrà capito bene. Alice non era affatto andata distrutta come pensavamo. L'ultima volta, come saprete, si era impossessata, come fosse un virus, del corpo del nostro amico Laplace che si era sacrificato, pur di salvarci la vita, venendo seppellito dalle rocce della caverna sotto il monte Fuji. Avevamo perso un amico, e ancora adesso non riesco a trattenere le lacrime se penso a lui, ma almeno eravamo sicure di aver messo la parola fine sull'esistenza di quella maledetta Alice. E invece non era affatto così. A volte penso, e purtroppo lo maledico anche, per poi pentirmene amaramente, che se nostro padre Rozen non l'avesse mai creata, tutto questo non sarebbe successo. Purtroppo non siamo state dotate dell'abilità di viaggiare nel tempo, altrimenti avremmo potuto evitare il famoso incidente che la rese malvagia. Certo, in questo modo io e le mie sorelle non saremmo mai nate, né avrei conosciuto Jun e Laplace, ma lo avrei preferito piuttosto che essere perseguitata da quel dannato rottame difettoso e non starei ancora qui a scrivere su questo diario. Ma mi sto dilungando troppo. Volete sapere cos'è successo, quindi ve lo racconto. Era il tre aprile. Non era certo una data a caso. Era il giorno in cui ci scontrammo per la prima volta con la maledetta Alice nella fabbrica di nostro padre. Era una giornata tranquilla come tutte le altre. Erano stati tre anni lunghi e all'insegna della pace. Io ero sola in casa ed ero, come al solito, immersa nella lettura. Stavo leggendo un libro intitolato "Il Paradosso Del Passato" di Robert Silverberg. Dopo un po', però, chiusi il libro, sbadigliai e mi misi davanti al PC di Jun. Mi aveva insegnato ad usarlo e quindi attivai windows media player e ascoltai un po' di musica. In una cartella chiamata "Progressive", il genere preferito di Jun e ascoltandolo diventò anche il mio, ce n'erano molte altre con i nomi dei gruppi, ne scelsi uno con su scritto "(Norvegia) Magic Pie" e iniziai ad ascoltare l’album chiamato King For A Day. Mentre ero immersa nell'ascolto, chiusi gli occhi e sognai la morte di Laplace. Ormai la sua morte era un incubo ricorrente che aveva sostituito completamente quello della morte di Ginkijo, la quinta Alice Maiden, e che perseguitava non solo le mie notti. A volte lo sognavo anche quando ero completamente sveglia. Mi svegliai di soprassalto come tutte le volte. Il disco era finito da un pezzo.
"Maledizione..." pensai e lo ricominciai da capo.
Mentre ascoltavo, aprii internet, sì Jun m'insegnò ad usare anche quello, ma lo utilizzavo raramente perché l'ho sempre trovata un'invenzione stupida, e la homepage, il sito di un giornale locale, si aprì. La notizia a lettere cubitali che mi si parò davanti mi lasciò interdetta. Parlava di uno strano e misterioso obelisco nero comparso dal nulla al centro di Tokyo, esattamente ai piedi della sua famosissima torre.
-Che... che diavolo...?- dissi a voce alta.
Lessi bene la notizia e cominciai a tremare. L'obelisco non si trovava  solo a Tokyo, la mia città, ma ce n'era uno anche nel quartiere di Nerima, in quello di Shibuya e quello di Kita. Esattamente dove vivevano Suigintou, le gemelle Suiseiseki e Souseiseki, e Kanaria. Ne mancava uno, ma quello era normale. Nessuno sapeva dove vivesse Kirakishou. O meglio, io ero venuta a saperlo da lei stessa. Viveva al Polo Sud perché, a detta sua, era proprio un luogo adatto a lei, ma chi so io non sapeva dove si trovasse. Continuai a leggere e a tremare cercando di trattenere, inutilmente, le lacrime. Quando Jun tornò a casa e mi vide piangere mi mise una mano sulla spalla.
-Ancora il sogno di Laplace?- mi disse con voce dolce.
Io mi girai a guardarlo.
-N... no! Qualcosa di ancora più brutto!- gli dissi e mi gettai tra le sue braccia continuando a piangere.
Lui non seppe cosa dire e si limitò a consolarmi con dolci carezze.
-Ma cosa...?-
Molto probabilmente gli occhi andarono sullo schermo del PC perché smise di accarezzarmi e anche lui iniziò a tremare. Anche un idiota, facendo due più due, avrebbe capito al volo.
-Non... non può essere. Non può essere ancora lei. Ma allora è un vizio! L'avete... l'avete distrutta. Non posso credere che Laplace si sia sacrificato per nulla. Mi rifiuto!- disse con voce strozzata.
Aveva ripetuto a voce alta il pensiero che avevo in testa da quando lessi il giornale e la disperazione era così tanta da impedirmi di dire qualcosa e continuai ad abbracciare Jun stretto.
-Perché Jun? Perché?-
Jun non seppe cosa dire e continuò ad abbracciarmi.
-Vorrei non essere mai nata!- dissi senza pensare.
-No! Non dirlo neanche per scherzo!-
-Se non nascevo mi sarei risparmiata questa sofferenza!-
Jun mi prese il viso tra le mani e mi guardò, mi sorrise e mi diede un bacio sulla bocca che mi lasciò con gli occhi spalancati per la sorpresa.
-S... scusa... è stato un gesto istintivo!- disse arrossendo.
-Mpf. Non è la prima volta che fai cose istintive. Ricordi quando ti sei preso i coltelli sulla schiena, rischiando la morte, per difendermi?-
Lui sorrise e tornò ad abbracciarmi.
-A questo punto vorrei avere tra le mani quel fantasioso soggettista che ha deciso di tirare fuori un quarto capitolo di questa storia. Credevo che una trilogia fosse più che sufficiente, no?-
Questo mi fece sorridere. Adoravo Jun anche per questo. Era sempre stato abile a tirarmi su quando ero giù di corda. Forse era vero. Non dovevo dire che non meritavo di nascere. Non lo avrei mai conosciuto e mi sarebbe dispiaciuto molto.
-Grazie Jun. Ti voglio bene!-
Lui mi sorrise e mi accarezzò il viso. 
-Cosa sono secondo te?-
-Obelischi neri!-
-Sì, questo lo vedo anch'io. Gli occhiali servono a questo. Dico, secondo te a cosa servono?-
-Ah, questa sì che è una domanda intelligente da parte tua, ma non saprei cosa rispondere sinceramente!-
-Beh, non scervellarti troppo, altrimenti rischi di friggere e poi mi perderei tutto il divertimento di vederti soffrire, amica mia!-
Quella voce. Dopo tre anni di pace, quella odiosa voce tornò a perseguitare le mie orecchie.
-A... Alice! Dove diavolo sei maledetta bastarda? Dove sei?-
-Non alterarti, altrimenti ti escono dalla bocca parole non adatte a una signora altolocata come te! Sono qui. Non mi vedi? Alza i tuoi bei occhi blu, dai!-
Alzai lo sguardo e il dannato corvo robotico volava sopra la mia testa. Era entrato dalla finestra che era aperta.
-Il... Il corvo! Maledizione!-
-"Disse il corvo: Mai più!"-
-Edgar Allan Poe... ti permetti anche di prendermi in giro? Ma sai, su una cosa hai ragione!-
-E sarebbe?-
-Mai più!-
Lanciai il mio vortice di petali con rabbia e distrussi una volta per tutte quel dannato corvo. Una volta esploso come fosse un fuoco d'artificio, di lui restò solo la testa che cadde a terra.
-Non avresti dovuto distruggerlo. Almeno non subito!- mi disse Jun.
-E perché?-
-Ha ragione il tuo amico, Shinku. Sembra molto più intelligente di te. Ed è insolito per uno schifoso umano!-
La testa del corvo continuava a muoversi e a parlare. Dopodiché, dopo essersi messo in posizione retta, iniziò a fluttuare.
-Come diceva il bel ragazzetto, non t'interessa sapere cosa sono quegli obelischi?-
-Sinceramente no. Voglio sapere solo dove diavolo ti nascondi e perché continui a vivere. Tu dovevi essere già distrutta e sepolta quando ci siamo incontrati la prima volta!-
-La prima volta... guarda caso oggi è il tre aprile. Che curiosa coincidenza, vero?-
-Basta girare intorno al cespuglio. Dimmi quello che mi vuoi dire dato che pare ci tieni tanto!-
Alice sorrise, o almeno immaginai che lo fece dato che la testa del corvo non poteva farlo.
-All'interno di ognuno di quegli splendidi obelischi di ferro e acciaio c'è una Rosa Mystica!-
-Che... che cosa? Una Rosa Mystica?-
-Non credo tu abbia problemi di udito, quindi sì, hai capito benissimo!-
-Quindi sono robot trasformabili? Tipo dei Transformers?- chiese Jun.
-Non so di cosa stai parlando, ma comunque no. Ti sei sbagliato di grosso moccioso! Forse non sei così intelligente come pensavo. Mi rimangio quello che ho detto!-
-E allora che senso ha una Rosa Mystica al loro interno?-
Credo che Alice sorrise di nuovo perché ci fu una pausa prima che rispose.
-Sono Rose Mystiche esplosive!-
-Cosa?- gridai.
-Ancora... stai diventando sorda con il passare del tempo? Ho detto che sono Rose Mystiche esplosive. La loro potenza è tre volte superiore a una bomba atomica e, quindi, quando esploderanno tutti e quattro il Giappone non esisterà più!-
-Hai intenzione di annientare un paese solo per ucciderci?- chiesi tremando e con le lacrime agli occhi.
-Ormai questo è il mio scopo. E sono sicura che questa volta morirete senz'altro. Dopotutto non si tratta certo di una bomba normale, ma una Rosa Mystica che esplode!-
-Co... come fai a esserne così sicura? Magari sopravvivranno!- disse Jun.
-Questa volta no. Ho analizzato bene la composizione della Rosa Mystica dopo averla creata per le mie Alice Maiden, quelle sottospecie di fatine anoressiche, ricordate? Beh, le analisi hanno rivelato che se una Rosa Mystica esplode è così potente da distruggere anche la cosa più resistente al mondo. Le Rozen Maiden sono le creature più resistenti a questo mondo, quindi non sopravvivranno all'esplosione! Si sono salvate tante volte, ma ora non più!-
Io continuai a tremare non solo per la paura, ma anche per la rabbia.
-Qu... quando esploderanno?-
-Appena li attiverò esploderanno tra cinque minuti! Sarà uno spettacolo!-
-Solo cinque minuti? Sei una maledetta tr...-
-Ti ho già detto di non dire certe parole. Sei una dama, che diamine!-
-Hey! Questo posso dirglielo soltanto io!- disse Jun con fare sprezzante.
-Chi se ne frega!-
Io continuavo a tremare e le lacrime continuavano a scendere dai miei occhi. Dopodiché m'inginocchiai.
-Sh... Shinku!-
-Ti sei arresa? Oh beh, poco m'importa. L'importante è che tu muoia!-
Sentii come un bip soffocato. Questo significava solo che i dispositivi erano stati attivati.
-Ecco fatto. Goditi questi ultimi cinque minuti che ti restano!-
Alzai lo sguardo sulla testa del robot e lanciai un solo petalo che lo colpì in mezzo agli occhi ed esplose. Fatto questo, corsi alla finestra e posai i piedi sul bordo.
-Shinku!-
-Non ho tempo da perdere. Devo salvare Tokyo! Tu... averti le altre! Veloce!-
-S... sì! Però aspetta un secondo!-
-Non ho tempo per aspettare!-
Jun corse alla sua scrivania, aprì il cassetto, prese qualcosa e mi disse:
-Prendi!-
-Che cos...?-
Afferrai al volo l'oggetto e lo osservai. Era un orologio da taschino.
-Così potrai vedere quanto tempo ti resta!-
-G... grazie Jun!- gli dissi commossa.
Lui mi sorrise, dopodiché uscì velocemente dalla sua stanza. Gli sorrisi, mi voltai e volai via verso la mia meta.
 


Nota: Ringrazio l'utente Razor666 per avermi suggerito l'idea della bomba nella sua recensione del terzo capitolo della saga.
 
Nota 2: Gli obelischi neri sono chiaramente ispirati a quelli visti in Digimon 02, mentre il fatto che hanno una bomba all'interno s'ispira alle Colonne Infernali viste nel manga Dai La Grande Avventura.
 
Nota 3: La battuta sfonda quarta parete fatta da Jun sul soggettista è presa dal quarto capitolo della saga "Topolino E La Spada Di Ghiaccio - La Bella Addormentata Nel Cosmo".

Data Di Creazione: 31/07/2015
   
 
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