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Autore: Kaguya    23/08/2015    1 recensioni
“Edward Elric...Fullmetal, l'Alchimista d'Acciaio...”
Conferma, restituendomi il foglio. E' un sorriso quello che le compare sulle labbra?
“E' arrivato stamattina, appena in tempo per la prova...”

Edward ritorna dopo un anno al quartier generale, riaccendendo inconsapevolmente un fuoco che covava sotto la cenere.
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai, Yaoi | Personaggi: Un po' tutti | Coppie: Roy/Ed
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Casa è dove ci sei tu


Ma, nell'attimo stesso che t'amo, non pensare
che m'approvi e che mi veda innocente,
né che io, del folle amore che mi turba la mente,
abbia, con compiacenza vile, nutrito il tossico.
Oggetto sfortunato di celesti vendette,
m'aborro più che tu non mi detesti.
Testimoni ne siano gli Dei,
quegli Dei che hanno acceso
fuoco nelle mie viscere, fatale
a tutto il sangue mio.
[…] E' poco dire che da te fuggivo:
ti ho scacciato, crudele.
[…] Quale profitto ho tratto da tante precauzioni?
[…] Non t'amavo meno.
[…] Per persuadertene gli occhi ti bastano.

(Fedra – Jean Racine)



“Li lasci andare ora...”

Aveva detto cosi quella ragazzina. Lo ricordavo ancora chiaramente.
Avevamo organizzato una festa in onore dei traguardi finalmente raggiunti. Io ero diventato Capitano. Ma le star della serata erano senza ombra di dubbio i due fratelli Elric, ritornati nei loro corpi.
Erano stati mesi intensi di lotta e sudore e sangue. Meritavamo tutti una tregua.
Ma quella ragazzina bionda era sul piede di guerra.
Le mani strette sul grembo e gli occhi puntati nei miei nonostante un rossore che non seppi definire bene. Rabbia, mista a imbarazzo, mista a timore e non è dato sapere che altro.
La fissai con la migliore delle mie espressioni gelide, inarcando appena un sopracciglio. Ma lei insistè.

“Li lasci andare ora...per favore...”

Riprovò, prima di voltarsi e raggiungere i festeggiati, senza aspettare una risposta.
Io mi voltai verso Riza.

“Quel vestito...”

Accennai, indicando l'abito che indossava la meccanica.
Un semplice tubino rosso con una scollatura generosa sulla schiena, e una molto più casta sul seno. L'avevo regalato io al tenente, molti anni prima.
Lei fece spallucce all'accusa nascosta nella mia voce.

“Sapeva che non avrei mai potuto indossarlo...”

Mi fece notare con tono di rimprovero. Non andava in giro a schiena nuda, lei.

“Ma mi sembrava uno spreco lasciarlo nell'armadio per altri dieci anni, non trova...?”

Mi chiese quindi, sempre con quell'aria composta, ma con una luce più dolce negli occhi, mentre osservava la più giovane. Sarebbero potute sembrare sorelle.
Mi chiesi se fosse turbata, o se rimpiangesse di aver rinunciato a quella spensieratezza anni prima. Ma ovviamente tacqui.
Forse anche perchè fui subito distratto da altri pensieri.
Avevamo scelto quella serata per festeggiare perchè coincideva con il diciottesimo compleanno di Acciaio. Edward.
Chiamarlo “fagiolino” ormai aveva poco senso. Alla fine era cresciuto anche lui...Non abbastanza da raggiungermi, ma quanto bastava per essere considerato un ometto nella media. Non che questo avesse posto fine ai suoi vaneggiamenti ogni volta che la parola “piccolo” veniva adoperata in qualsivoglia discorso.
E in quel momento quell'ometto dall'aria felice, quasi tronfia, stava cingendo con il braccio destro la vita della sua ex-meccanica.
La sensazione che provai in quel momento fu soffocante. Immaginavo con fin troppa chiarezza cosa dovesse significare per lui sentire su quel braccio il calore di un altro corpo, attraverso il sottile strato di stoffa del maledetto, provocantissimo, abito rosso di lei.
E poi c'era da considerare un dettaglio non trascurabile: quel microbo biondo aveva diciotto anni. Il che significava che, senza più il peso della responsabilità verso il fratello e sé stesso, avrebbe potuto dedicarsi ad altro. Tipo capire cosa volesse dire l'espressione “ormoni impazziti”.
In quel momento comunque l'unico che stava impazzendo ero io, impalato accanto al tavolo del buffet.
Finalmente all'abbraccio si aggiunse anche Alphonse che aveva già riscosso un discreto successo con le signore del quartier generale.
Roba da non crederci che fossero cosi incredibilmente diversi. Si era aspettato una somiglianza molto più netta, considerando la simbiosi in cui vivevano qui due. E invece Al aveva i capelli di un tono appena più scuro e occhi che viravano più al verde che all'ambra. Ed era molto più spigliato di quel burbero fagiolo biondo.
Automaticamente cercai i suoi occhi e mi fu concesso di specchiarmici per un attimo, mentre lui sorrideva. Un sorriso tanto limpido da essere doloroso. Non l'avevo mai visto sorridere in quel modo prima.

“Cosa pensa di fare ora...?”

Riza mi riscosse dai miei pensieri, troppo tardi però perchè potessi abbandonare quell'espressione cupa.
Lasciarlo andare...Ne ero davvero in grado? Mi si strinse il cuore solo a pensarci. Ma non avevo scelta.
Quei miei sentimenti erano profondamente sbagliati, me ne rendevo conto perfettamente. Cosa avrei dovuto fare? Andare da quel ragazzino e dichiarargli il mio amore? E poi? Sprofondare sotto le sue risate, o peggio, il suo disgusto?
La ragazzina aveva ragione. Non c'era più motivo per cui Fullmetal continuasse a stare in centrale, lontano da casa e da quei pochi affetti che gli erano rimasti.
La mia anima era già abbastanza dannata senza che aggiungessi anche quella macchia.

“Ballare...”

Risposi quindi a Riza, tendendole una mano. I suoi occhi trasudavano rimprovero, ma non mi negò quella breve evasione.
Occhi di falco, ne ero certo, aveva capito cosa stava succedendo molto prima di me.

Il giorno dopo concessi, o meglio imposi, a un riluttante Acciaio un anno di licenza, adducendo come motivazione la preoccupazione per le sue nuove condizioni. Che forse era il caso di stare a riposo e abituarsi a riavere il proprio corpo. Gli suggerii di esercitarsi con le armi da fuoco dal momento che non avrebbe più potuto contare sulla trasmutazione del suo automail per difendersi.
Alla fine si convinse.
Chiesi a Havoc di accompagnare lui e Alphonse alla stazione. Non ebbi nemmeno la forza di salutarlo come si deve.

E oggi, a un anno di distanza, dopo aver attraversato mesi di tristezza, dolore, rassegnazione, mentre sono intrappolato in ufficio a smaltire i risultati delle prove annuali degli Alchimisti di Stato, mi ritrovo mio malgrado paralizzato davanti a un foglio.

“Riza...”

Chiamo. E lei, pronta come al solito, si alza dalla sua scrivania raggiungendomi.

“Temo di essere invecchiato...”

Ammetto, gli occhi che tradiscono più stupore di quanto vorrei.
Sono terrorizzato. E felice. Ma soprattutto terrorizzato. Se fosse solo uno scherzo della mia mente e ora Riza dovesse svelare l'inganno probabilmente non reggerò il colpo. E lei, giustamente, mi fissa senza comprendere.
Le porgo il foglio incriminato.

“Potresti leggere il nome del candidato...?”

Accenno, la voce ridotta a un sussurro. Che senso avrebbe fingere con lei? Dopo quella notte di un anno fa le ho confessato tutto. E Riza guarda il foglio, capisce, e alza lo sguardo su di me.

“Edward Elric...Fullmetal, l'Alchimista d'Acciaio...”

Conferma, restituendomi il foglio. E' un sorriso quello che le compare sulle labbra?

“E' arrivato stamattina, appena in tempo per la prova...”

Se non fossi Roy Mustang probabilmente sarei svenuto sulla poltrona. Ma io sono Roy Mustang cosi mi inebrio un istante di questa irrazionale, profonda, calda gioia, prima di realizzare.
Quel fagiolo infame è in questo stesso edificio. Da stamattina. E non si è ancora degnato di presentarsi.
Mi alzo di scatto, l'espressione dura e contrita.

“Dannato Fullmetal!!!”

Sbotto, uscendo da dietro la scrivania rapido come un fulmine, seguito a ruota da Riza. Non ho tempo di preoccuparmi del suo sorrisino ora. Quel maledetto fagiolo non può far aspettare cosi il Capitano.


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Ok...abbiate pietà XD Sono ancora a metà del manga sappiatelo e l'anime l'ho visto tipo 10 anni fa e probabilmente nemmeno tutto visto che non ricordo il finale, quindi non ho idea di come va a finire. Mi sono presa la licenza di immaginare un happy ending in cui tutto è andato liscio, senza fare troppe vittime perchè non era rilevante per la storia che avevo in mente il come e il perchè...non sarà una ff molto lunga...volevo solo giocare un po' con i sentimenti di questi due :P Per cui portate pazienza e fatemi sapere se vi va che ne pensate. Grazie a chi arriverà a leggere anche queste parole!
  
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