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Autore: LittleGinGin    24/08/2015    2 recensioni
Nessuno immaginava che dietro quella facciata di perfezione si nascondesse tanta infelicità e devastazione.
Attenzione! Fan fiction Anti SasuSaku!! vi avviso per correttezza
Genere: Angst | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Sakura Haruno
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la serie
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Le rondini volavano alte nel cielo ceruleo, segno che la primavera era ormai giunta insieme ai primi fili d'erba verde, ai boccioli che si sarebbero tramutati in magnifici fiori e al rumore leggero di una nuova vita che sta nascendo.
Quel pomeriggio di marzo inoltrato era decisamente caldo e soffocante. Sedevo all'ombra del salice piangente piantato anni e anni addietro, quando legai la mia vita ad un anello, ad ascoltare i rumori della natura, con in grembo una graziosa gabbietta in pioppo, intarsiato con pietre preziose e decorata con edera dorata. Una graziosa e magnifica gabbietta al cui interno, adagiato placido, vi era uno splendido usignolo dal petto giallo, le piume morbide e lucenti. Un dono di Sasuke, in quel poco lasso di tempo i cui rimase al villaggio, ovvero l’intervallo di tempo racchiuso tra il termine dell’ultima missione svolta e l’inizio di quella nuova. Non lo rivedevo per mesi, anni, molti anni, se non in quel momento dove, come ormai era solito fare da buon marito, mi portava qualche dono di superba bellezza: Uno splendido abito cucito con fili d'oro e d'argento e piccoli diamanti ricamati sopra, un raro fiore occidentale colto nel cuore di una pericolosa e sconosciuta foresta, gioielli di inestimabile valore.
Ogni donna di Konoha mi invidiava, mi invidiava quella vita perfetta fatta di sfarzo e eleganza, d’una diligente bambina, dotata dell'arte oculare piú pregiata al mondo, e un marito con tutte le qualità che l’Uomo deve avere: ricchezza e bellezza.
Nessuno immaginava che dietro quella facciata di perfezione si nascondesse tanta infelicità e devastazione.
Venduta come merce, donata come un regalo ad un uomo che di uomo non ha nulla, per “vivere” una vita di plastica. Costretta a sposare un’illusione giovanile, un uomo che credeva ricambiasse il suo sentimento o che col tempo, come ogni matrimonio non voluto, potesse ricambiarlo, un uomo per il quale ho distrutto il mio stesso essere.
Un buffetto sulla fronte, ecco il massimo dell'affetto tra due coniugi.
E voi direte: É impossibile! Avete una figlia insieme! L'atto sessuale c'é stato. E io vi risponderei, con tutta tranquillità, che tra una prostituta e il compratore non vi é sentimento, se non il caldo piacere di due gambe avvinghiate alla vita.
Comunque sia, neanche quello c'é stato.
Tredici anni fa Sasuke tornó con una coperta di pregiato cotone, cucito dai piú abili sarti del mondo con le più rare e pregiate stoffe, decorato con diamanti e zaffiri, smeraldi e rubini, al cui interno dormiva in tutta grazia una giovane creaturina dagl'occhi neri come la pece e la pelle profumata e delicata come il petalo di una rosa.
Marito infedele, sì signori, ma non mi fece  solo questo sgarbo: Mi costrinse a ritirarmi dalla mia professione, tanto amata, per impiegarmi in lavori piú consoli ad una donna.
Moglie, madre e donna di casa. Queste sono le parole che incideranno sulla mia lapide, parole attribuibili ad una persona, ma persona ormai non son piú; schiava, mero oggetto d'arredamento, di vanto tra conoscenti.
Una donna-bambola.
I raggi si fecero piú intensi richiamando un lontano e ancora prematuro profumo d'estate. Fissavo vana quella creaturina dal grazioso aspetto, nella sua graziosa gabbietta dorata, mentre assaporavo la tenue brezza che rompeva quel caldo pomeriggio, senza pensieri, perché solo una persona può pensare.
Le voci caotiche della vita locale suonavano lontane e assopite, annebbiate e non delineate come il sogno del primo mattino che ci risulta senza forma e confuso. Il moto della vita é lento e silenzioso, muto in quella villa perfetta, inesistente in quella vita di facciata; spesso mi immaginavo di svegliarmi, un giorno qualunque, e scoprire allo specchio i segni del tempo mai passato, rughe di chissà quale vita, di una vita non propria.
Ogni cosa che mi legava all'essere una persona, con dignità e pensiero, era stata recisa brutalmente; le persone a cui tenevo, anche quelle che consideravo come la mia famiglia, erano scomparse da un giorno a un altro, insieme a me stessa.
Nei momenti piú silenziosi, quando tutto diventa quasi atemporale e il suono del'acqua che gocciola nel lavello diventa lontano, il rumore dell'ultima folata di vento che si abbatte sulle finestre é ormai distante, il pensiero torna indietro, alla ricerca della vita perduta, alla remora degl'ultimi brandelli di coscienza, e i sentimenti riaffiorano lentamente, con crudele lentezza, e il vuoto del mio corpo si nutre di quegl’attimi, ma nessuna lacrima riga quel volto di ceramica, nessuna goccia fuoriesce dagl'occhi di smeraldo invetriato, dallo sguardo assente e spento. Nessun emozione fuoriesce dalla bambola di porcellana, nella sua statica bellezza.
Ogni persona del villaggio sapeva, e invidiava, quella bellezza immutabile, che mi caratterizza da quando la mia vita non è più mia, da quando decidi di strapparmi al caldo abbraccio del Sole nel cielo Azzurro per tremare nel freddo vortice della sua indifferenza: I capelli soffici e curati, mai disordinati, gli occhi verdi di un'unica cromatura, mai sfumati in alcune emozioni, le labbra carnose di un rosso porpora, che non si schiudevano mai in un sorriso, la pelle bianca e lisca, senza macchie. Una bellezza stantia, priva di imperfezioni, priva di ogni segno, priva di ogni vita.
E ricordo il luccichio degl'occhi quando per la prima volta riuscii a padroneggiare l'arte medica, il sorriso smagliante che subito affiorava dalle mie labbra quando vedevo lui, le linee del mio viso che ad ogni emozione mutavano e i segni dell'esperienza che man a mano mi forgiava, i capelli scompigliati dopo una missione disastrosa, il rossore delle guance alle sue parole, il sorriso tremolante per la nostra vicinanza, il verde dei miei occhi che si fondeva con l'azzurro di lui.
Tutto questo era solo il ricordo di un sogno lontano, fatto anni e anni fa, che qualche volta riaffiorava nella mente assopita, nel corpo vuoto di un pupazzo.
I raggi bollenti di quel pomeriggio di primavera si erano finalmente assopiti in un dolce arancione sbiadito, e una brezza leggera cullava gli animi accaldati concedendoli ristoro. Cosí il giorno dava spazio alla notte e io sedevo sotto la sbiadita ombra del salice piangente con in grembo una graziosa gabbietta di legno di   pioppo, intarsiato con pietre preziose e decorata con edera dorata. Una graziosa e magnifica gabbietta al cui interno, adagiato placido, vi era uno splendido usignolo dal petto giallo, le piume morbide e lucenti. Cantava placido, senza forza né coraggio, con lo sguardo sbiadito e spento e la voce spezzata da quel passato lontano che riecheggiava nelle note, nell'illusione consapevole che non sarà mai piú libero.
 
 


Note dell'autore: Era da un po' che non scrivevo una one-shot così e spero vi sia piaciuta. Ho cercato di trascrivere le emozioni dell'ex eroina del manga dopo la fine della guerra, o almeno quelle che credo abbia provato. Da subito ho cercato di far capire il suo tormento interiore, alla io Luigi Pirandello, il vuoto che si é insediato dentro di lei. Sakura non vive piú, come l'uccellino che tiene sulle gambe é rinchiusa in una prigione dorata. Ha perso tutto per un amore non corrisposto e che non verrà mai ricambiato. Ormai non prova piú nulla tanto che, appunto, si é trasformata in una bambola di porcellana e che la sua bellezza, é divenuta una bellezza statica, senza tempo, proprio perché questo non la scalfisce più, perché non vivendo il suo corpo non ne subisce i segni (avete presente "il ritratto di Dorian grey" di Oscar Wilde? Anche se lì il protagonista vive la sua vita senza subirne gli effetti). Ma proprio nei momenti piú vulnerabili si scopre ancora sofferente e ricorda il passato e ció che era stato, ricorda quella bellezza vivida che la caratterizzava, piena. Insomma, é divenuta una schiava, un mero oggetto di decoro, nulla di piú.
 
 
Annotazioni:
  • Il melograno è una pianta sacra di accezione sia positiva sia negativa: può dare la vita come la morte. ( Fonte: http://yaqui.forumfree.it/?t=66520799 )
  • Il Pioppo per i Celti rappresenta l’autunno la vecchiaia e la decrepitezza. Per i Greci è l’albero degl’inferi. ( Fonte: http://yaqui.forumfree.it/?t=66520799 )
  • Quando ho parlato di Sole e Azzurro intendevo che Sakura si è lasciata sfuggire Naruto, ha abbandonato i sentimenti che provava per lui, per un sentimento confuso e lontano rivolto a Sasuke, indifferente nei suoi confronti.

Leggete anche:
Gli amanti del destino - http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=2902069&i=1





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