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Autore: Lady_Whytwornian    24/08/2015    0 recensioni
Ritornano John Sheppard e Co. ancora in un confronto con gli amici/nemici la regina Wraith Xeyla e Todd/Guide.
Un avversario creduto morto si riaffaccia nelle vite di entrambi i mondi portando con sè domande sulla sua condizione e sulle responsabilità del suo stato.
Genere: Science-fiction | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: Movieverse | Avvertimenti: nessuno
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Il corpo di Lastlight era ancora in infermeria ad Atlantide. Il signor Woosley aveva comunicato ai Wraith che il corpo di Michael era a loro disposizione e che potevano scendere nella città per recuperarlo.
Xeyla rimase in silenzio osservando quel corpo disteso sul letto. Molti pensieri che le attraversavano la testa si accavallavano ad altrettanti  sentimenti. Specialmente rabbia e indignazione.
- Mi chiedo con che diritto avete trasformato uno di noi in un umano. Non è una malattia essere un Wraith. Noi siamo una razza dell’universo; discendiamo dagli Antichi proprio come voi, siamo un popolo con le nostre leggi, la nostra storia.
- Voi vi nutrite di noi…
Teyla aspettò che Xeyla replicasse. Dopo qualche istante di silenzio la regina Wraith si voltò:
- Voi ci volete sterminare…
- Sono la prima – poi continuò – a dire che se trovassimo un modo alternativo per nutrirci potrebbe risultare vantaggioso anche per noi… metteremo fine alla guerra civile e il massacro che stiamo portando avanti tra di noi cesserebbe. Ma questo non significherà mai che rinunceremo alla nostra identità. Che negheremo ciò che siamo. Non diventeremo degli ibridi solo per soddisfarvi. Voi lo fareste?
Li guardò uno ad uno.
- Ebbene? Nessuno vuole rispondere?
- Tra i Wraith ci sono molti che hanno piacere nel nutrirsi facendo provare dolore… - argomentò Teyla.
- Gli umani sono tutti buoni? Non è quello che mi risulta…
- No… - scosse la testa – no. Questo non lo potrò mai affermare. Tuttavia…
Xeyla non la lasciò finire – Quindi, nuovamente, non vedo la differenza. Anche tra di voi ci sono umani malvagi, quindi perché non dovrebbero essercene tra i Wraith?
- Come pensate di continuare con le vostre ricerche? – chiese Guide – la vostra prima versione ha portato a Michael e al suo odio per la nostra e per la vostra razza; l’ultima vostra versione ha ucciso il mio intero equipaggio e la cura cui mi sono dovuto sottoporre non è stata indolore…Credo che vi dobbiate impegnare di più…
- Altrimenti? – chiese Sheppard.
Il Wraith si voltò a guardarlo; la sua espressione era indecifrabile, il tono di voce immutato: - Beh…per quel che mi riguarda il problema è più vostro che nostro…noi continueremo a servirci di voi per le nostre necessità di sopravvivenza…
Xeyla prese la parola: - Condivido il pensiero del mio comandante.
La regina Wraith si voltò e se ne andò a passo deciso, ma pacato. La cosa fece infuriare John ancora di più.
Si fermò senza voltarsi: - Guide…
- Sì mia regina – disse portandosi una mano al petto e chinando la testa. La seguì senza aggiungere altro.
Sheppard raggiunse il signor Woosley nel suo ufficio. Stava finendo un bicchiere di whisky e se ne versò un altro.
- Perché sta bevendo? – gli chiese John.
Richard rimase a guardare il bicchiere.
– Non lo so…Forse ho paura – rispose – La nave alveare è ancora in orbita vero?
Gli fece cenno di accomodarsi e gli offrì un bicchiere che John rifiutò con un cenno della mano: – Anch'io ho paura però non bevo…
Il signor Woosley sorrise: - Le nostre paure sono di due generi diversi…Il tempo passa e a volte ti sembra che con l’aumentare degli anni aumentino anche le cose che non siamo in grado di aggiustare…Ma forse questa volta è possibile fare almeno un tentativo…
Sheppard annuì. Aveva capito dove voleva arrivare: aveva deciso di portare lui stesso il corpo di Michael ai Wraith.
Il signor Woosley si alzò e si passò le mani sudate sui pantaloni: - Credo che sia venuto il momento di contattare la regina.
Si recò nella sala comando e chiese di aprire un contatto con la nave alveare: - So che forse potrebbe sembrare indelicato e fuori luogo ma se lei è d’accordo vorrei scortare io il corpo di Michael…io non ero a capo della spedizione di Atlantide quando…però mi sento in ogni caso responsabile.
Xeyla lo guardò sorpresa: - Lei, da solo, disarmato, circondato da qualche centinaio di Wraith…
- Beh, ecco…- sorrise, provando a fare dello spirito - tutto sommato non credo di bastare a soddisfare tutti…
Xeyla distolse lo sguardo dallo schermo e abbassò leggermente gli occhi come stesse pensando. Richard sentì risuonare nella sua testa una voce: - Potrei entrare nella tua debole mente e portare alla luce ogni tua debolezza, ogni tua paura, ogni tuo rimpianto. Per quanto siano profondamente sepolti io li potrei trovare e potrei usarli contro di te.
Il signor Woosley alzò di colpo lo sguardo e fissando intensamente la regina le disse: - Non ho paura. Rinnovo la mia richiesta: vorrei essere io a consegnarvi il corpo di – stava per dire Michael, ma si corresse subito – di Lastlight.
Xeyla piegò la testa: - E sia.
Teyla si avvicinò: - Vorrei esserci anch’io. Michael era…
- Se vengono loro ci sarò anch’io – disse Sheppard – non mi va di sapervi da soli in mezzo a uno stuolo di Wraith…
Xeyla lo fermò subito: - Non saranno concesse armi, colonnello…nessuna eccezione.
- Nessuna eccezione… - si limitò a commentare John.
- Bene…a quanto pare Lastlight ha più amici da morto che da vivo…
Ricevettero delle coordinate. Il signor Woosley avrebbe attraversato lo Stargate per primo con il corpo del Wraith. Gli altri avrebbero dovuto attendere. Non era negoziabile: quelle erano le condizioni se volevano essere presenti.
Qualche ora dopo si ritrovarono tutti su un pianeta che si trovava ai bordi della galassia di Pegaso molto in profondità nella zona di influenza Wraith.
Davanti a loro una scena che non avrebbero mai dimenticato per il resto della loro vita.
Il corpo di Lastlight era stato messo su una pietra attorno alla quale era stata allestita una pira. Attorno ad esso in un cerchio ordinato c’erano dei Wraith in silenzio.
Xeyla si avvicinò e versò lentamente sull’intero corpo un liquido ambrato. Profumava intensamente di spezie.
Poi prese la torcia che era tenuta in mano da uno dei presenti e girando attorno appiccò il fuoco in ognuno dei quattro angoli, poi al centro.
Pronunciava delle parole in una lingua che Sheppard e gli altri non riuscivano a capire; pensarono che probabilmente era una forma di Wraith antico.
Le fiamme avvolsero l’intero corpo di Lastlight e iniziarono a salire verso il cielo in lingue di un colore azzurro pallido e le sue ceneri venivano aspirate nel vortice ascendente.
- Ora ha raggiunto la pace – disse Teyla con la voce rotta dall’emozione.
Aveva portato con sé un fiore che posò delicatamente sulla pietra ormai completamente spoglia.
Le due lune che ruotavano attorno al pianeta erano ormai entrambe sorte e illuminavano con il loro pallido chiarore quel luogo che ormai era stato abbandonato lentamente. Ogni Wraith era tornato sulla sua nave alveare e ormai quasi tutte avevano lasciato l’orbita del pianeta. Solo Xeyla era rimasta ancora.
- Era un grande scienziato. Meritava tutto il nostro rispetto: questo gli era dovuto. Quello cui avete assistito fa parte della nostra cultura e civiltà. Noi ci siamo evoluti diversamente e le nostre origini ci rendono ostili alla vostra specie. Non potete comunque negare che non siamo disponibili a cercare una soluzione alternativa. Mi auguro invece che lascerete perdere i vostri tentativi di trasformarci.
Il tono della regina lasciava trasparire la sua irritazione ed era chiaro che le parole non dette comprendevano anche una non tanto velata minaccia.
Il signor Woosley e gli altri membri di Atlantide fecero rientro in città. Erano stranamente taciturni. Nessuno di loro aveva voglia di commentare gli ultimi eventi. Quella regina Wraith era un enigma per tutti: disponibile a stringere alleanze, capace subito dopo di minacciare mantenendo lo stesso tono di voce, la stessa impassibile inflessione. Cosa sarebbe stata disposta a fare per combattere questa nuova regina che si faceva chiamare Horizon?
- La incontreremo ancora, vero? – chiese Teyla.
- Sì. Ne sono certo – le rispose John.
 
  
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