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Autore: OcchidiNiall    24/08/2015    8 recensioni
«Cosa siete voi due?» domandò la signora, senza neanche fissarci.
«Non so, credo che io sia un cane parlante e lui, il mio fedele amico gatto» rispose pronta mia sorella, facendomi ridacchiare.
«Vedo che non ti manca l'ironia, signorina...?»
«Henderson» rispose.
«Ecco a voi le camere, sfortunatamente sono gli unici posti liberi che sono riuscita a trovare, penso che dovrebbe essere vuota. Buonanotte».
«Sì, vaffanculo» sentii blaterare alla bionda al mio fianco.
Genere: Comico, Commedia, Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Luke Hemmings, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Room 158 || Luke Hemmings.

 

5.


Finita la lezione io e Ashley continuammo a parlare del più e del meno, incamminandoci verso gli armadietti per lasciare dei libri che ci ingombravano la borsa. Aprii l'anta color verde bottiglia, cominciando a metterci dentro qualche libro.
«Dovresti metterci qualcosa di tuo» esordì la rossa, spiandoci dentro.
Guardai il suo armadietto, addobbato con numerose foto sue e di Calum, mentre dentro, c'erano tutti i libri e qualche quaderno sparso qua e là.
Annuii, ritornando con lo sguardo sul mio. Effettivamente era vuoto, non c'erano foto, niente di niente.
Sbirciai nella borsa e trovai una foto mia e di Michael al concerto dei Green Day. Mi morsi un labbro e cominciai a pensare a quanto era stato difficile convincere mio padre a portarci. Tutto iniziò con un tweet da parte di Billie, il cantante del gruppo, nel quale scrisse che avrebbero fatto un'altra tappa a Sydney poiché gli sarebbe piaciuto visitare quella meravigliosa città. Appena io e Michael leggemmo quel tweet fummo subito entusiasti all'idea di poter andare dai nostri idoli. Corremmo  immediatamente da mio padre, il quale tentennò per un po' prima di dirci che non poteva accompagnarci, poiché i biglietti sarebbero costati un botto. E in parte, aveva ragione. Ogni giorno controllavamo Ticketone per vedere la disponibilità dei biglietti del concerto fin quando dal bagno uscì un Michael con l'accappatoio indosso. Cominciò a urlare che aveva trovato un lavoro in pizzeria per fare dei soldi facili e per prendere i biglietti del concerto che avevamo sempre desiderato. Fui subito felice, tant'è che contattammo la signora Wong (la proprietaria del locale) e le chiedemmo se due ragazzi senz'esperienza lavorativa potessero lavorare lì. Lei annuì e il giorno dopo ci recammo in pizzeria, pronti per cominciare il primo turno. Inutile dire che combinammo un casino in cucina, alla fine eravamo dei semplici camerieri che - sfortunatamente - sbagliarono quasi tutte le ordinazioni prese. Così, la proprietaria ci cacciò, dicendoci che eravamo praticamente banditi da quel locale. Il fascino di Michael però, riuscì a convincerla per tenerci un altro giorno e farle capire che potevamo davvero riuscire a servire delle stupide pizze. Il giorno dopo, nel pomeriggio, fummo cacciati di nuovo. Risi a questo ricordo, scuotendo il capo e continuando a ricordare. La signora Wong ci diede soltanto metà di ciò che avremmo dovuto avere, ma quello non bastava per coprire le spese dei biglietti. Avevamo ancora la metà della metà. Michael sbottava in continuazione, non riusciva ancora a credere che i suoi idoli sarebbero stati nella sua città e che non sarebbe andato a vederli. Fu lì che mi venne l'idea che ci fece sbancare. Dato che come camerieri non eravamo un granché, decidemmo di tornare a casa e di metterci a cucinare qualcosa di nuovo, che nessuno aveva mai provato. Da lì nacque l'hampizza, che in sostanza era un hamburger con dentro della carne al gusto di pizza fatta esclusivamente da noi. All'inizio non ci sembrava un'idea brillante, alla fine tutti erano capaci di fare un hamburger al gusto di pizza e di metterla in un panino con insalata, olive e altri condimenti... però, non si sapeva come, riuscimmo a fare soldi vendendolo dentro dei fast food piccoli, di media importanza. Il pomeriggio seguente, esauriti i panini, tornammo su Ticketone, comprando i biglietti per il concerto. Ci abbracciammo tanto, io e Michael. Ricordavo ancora com'eravamo felici all'idea di ascoltare dal vivo le loro canzoni e di condividere il momento con altri fan dei Green Day. Scossi il capo e attaccai quella foto proprio sull'anta interna, disegnandoci con un pennarello nero indelebile la data e un piccolo sorriso.
«Sembrate così felici...» incalzò la rossa, avvicinandosi un po' più a me per vedere meglio la foto. «Siete una bella coppia, complimenti».
Subito diventai rossa, scuotendo il capo e borbottando qualcosa simile ad un «è il mio fratellastro, non stiamo insieme».
«Oh... scusami! - ricominciò a parlare - è che... siete sempre insieme e così... pensavo... beh, sareste una bella coppia comunque».  
Sbiancai e le sorrisi, «anche tu e Calum lo siete».
«Ti ringrazio!» aggiunse «sai... fa tanto il duro ma è un cioccolatino».
Mi morsi il labbro per non ridere anche se l'espressione in viso della mia amica mi lasciò spiazzata, si vedeva che era innamorata del moro.
«Scusa... - le dissi - ma... sul serio... cioccolatino?»
Annuì, «ehi, lui insinua che io sia una carota!»
Scossi il capo e, «che ne dici se andiamo a pranzare? Tutto questo parlare di cibo mi ha fatto venire fame...»
Rise e mi assecondò, chiudendo al mio posto l'anta dell'armardietto.







Appena arrivammo in mensa, notammo subito Ashton sbracciarsi per farci capire che erano lì. Udii un «che cazzo fai, Ash» da parte di Luke che, dopo avermi guardata con uno sguardo spento, passò ad Ashley a cui sorrise. Alzai le spalle e salutai tutti, accomodandomi - come sempre - tra la rossa e mio fratello.
«Allora, com'è andata la giornata?» chiese il riccio, fissandomi «tu e Michael vi state trovando bene?»
«E' un posto di merda» parlò al mio posto, ed io d'altronde, non potei far altro che acconsentire perchè era ciò che pensavo anche io.
«Oh beh...» rispose Ashton, per poi far cadere lo sguardo su Calum e la rossa che continuavano ad imboccarsi a vicenda.
«Siete stomachevoli...» incalzò, fissando poi altrove e facendo finta di avere un conàto di vomito. Ridacchiai, seguita dal biondo e Mikey.
«Ashton, penso che siano assorti nei loro pensieri...» esordii, mordendomi il labbro inferiore e addentando un pezzo di mela rossa.
Il riccio a quel punto, mi fece un occhiolino per poi girarsi di spalle e far finta di essere Ashley, «oh sì, Caluuum» fece finta di baciarsi, mentre muoveva le sue mani lungo i suoi fianchi «di più, sì».
Il biondo cominciò a ridere, accodandosi al riccio che non intendeva fermarsi «Ashley, sei bellissima, carotina mia».
La rossa sembrò sentirli, tant'è che si allontanò di poco dal moro per sussurrare un «vi uccido se non la piantate» ai due ragazzi.
Ashton lanciò un'occhiatina complice all'amico, il quale capì subito «cosa dobbiamo piantare, Ashley?» chiese il biondo.
«UNA PIANTA!» urlò il castano, ridendo a crepapelle.
La battuta più che ridere faceva veramente piangere ma risi anch'io, seguita da Michael. La risata di Ashton era davvero coinvolgente, forse era questo il motivo per il quale ridevo senza che la battuta facesse ridere realmente.
La rossa gli accigliò, incrociando le braccia e parlando, «non capisco cosa ci sia da ridere, sinceramente».
Ashton e Luke sbottarono, roteando gli occhi al cielo. «Ashley, io e Fletcher ci rompiamo un po' le palle a spiegarti ogni volta una battuta».
«Se fossero belle non ci sarebbe il bisogno di farlo».
«La pianta... si pianta... no? - continuò il riccio - perciò, quando tu hai detto che dovevamo piantarla io e Luke ti abbiamo chiesto cosa dovessimo piantare visto che, come appunto ho detto prima, le piante si piantano».
Cercai di non ridere, anche perchè mi risultava davvero difficile. Michael mi fissò, facendomi capire che anche per lui la cosa non era affatto facile. Insomma, tutto quell'intreccio di parole non sarebbe servito proprio a nulla. Ashley non avrebbe capito comunque.
«Non capisco».
«Figuriamoci...» mugugnò il biondo, «è stato un piacere pranzare con voi ma ho una lezione fra poco, perciò vi saluto».
«Luke, vengo con te, ho inglese anch'io» disse Mike, salutando tutti.
Guardai l'ora e mi resi conto che anche per me si era fatto tardi, così corsi verso Luke e mio fratello, «aspettatemi, vengo con voi».








Dopo essere uscito di nuovo con un'asciugamano in vita, Luke mi diede le spalle per cercare i suoi boxer nei cassetti di un mobile accanto al suo letto. Cercavo in tutte le maniere di non fissarlo ma era davvero molto difficile. Presi un libro a casaccio e lo aprii, cominciando a nascondermi per fissarlo meglio: le sue gambe erano snelle, quasi le invidiavo. Salendo, notai quanto fosse bello anche solo con un'asciugamano indosso, cioè, non che normalmente non fosse affascinante, solo che... aveva qualcosa di eccitante così. Mi morsi il labbro e fissai il suo torace poco scolpito, mentre il suo ciuffo disordinato si adagiava quasi sulla fronte. Appena si girò sussultai, alzando il libro di matematica fin sopra la fronte e leggendo cose incomprensibili.
«Ho notato che ti piace ciò che vedi, non è così?» mi domandò ad un tratto, con un tono di voce divertito.
«Oh sì. Il libro di matematica è molto interessante».
Lui sembrò ridacchiare, «lo capisco infatti. Non sapevo sapessi leggere al contrario, sai?»
E fu proprio in quel momento che mi accorsi di aver fatto una colossale figura di merda. Deglutii pesantemente e mi apprestai a trovare una scusa plausibile «beh, cercavo solo di imparare a leggere al contrario».
«Sì come no, fai finta che io ci creda».
«Penso che non ti sia entrata ancora in testa l'idea che io non sia attratta minimamente da te» continuai dura, «dovresti renderti conto che il mondo non gira attorno a te, che per altro, non sei neanche il mio tipo».
Ghignò, «oh perchè tu davvero pensi che potrebbe interessarmi una come te che è perennamente mestruata? - giocò con il piercing - Se è così ti sbagli di grosso, Henderson».



 
Luke's pov


«Stavo pensando ad una cosa...»  cominciò ad un certo punto il moro, sdraiandosi sul suo letto.
«Spara» rispose il riccio, giocando a Call of Dudy.
«Fra poco arrivano le vacanze... che ne pensate di andare da qualche parte?»
Ashton sembrò acconsentire, «solo noi tre e Ashley?»
«No, mi piacerebbe invitare anche Michael e Johanna. - aggiunse, togliendosi la maglietta nera - Sarebbe una bella idea, magari per conoscerci meglio... quei due mi piacciono».
Passare tre giorni con Johanna? No, io mi rifiutavo completamente. Non ero ancora pronto. Certo, ci passavo ogni giorno in camera, ma... era diverso. Pensavo che avessimo passato questi giorni separatamente, non volevo averla tra i piedi. Anche se il lato positivo c'era: avrei potuto stuzzicarla come pochi attimi fa, quando l'avevo sorpresa a fissarmi. Era davvero imbarazzata, avrei potuto notarlo anche se fossi stato lontano da lei. E poi, tutte quelle scuse che aveva costruito non avevano retto.
«Per me va bene, io non mi oppongo» sentii dire da Ashton.
I due poi, portarono i loro sguardi su di me, tant'è che mi risvegliai «cosa c'è?»
«Che ne pensi? Sei stato zitto tutto il tempo».
Mi grattai la nuca, assumendo un sorrisetto sforzato «non mi va, sinceramente» continuai sbottando «per me Michael potrebbe anche venire, solo che... sul serio Johanna? Io non la voglio! E' già una rottura sopportarla tutto il giorno, pensavo che avremmo passato le vacanze - seppur durano solo tre giorni - da soli!»
Calum rise, fissando poi Ashton che ricambiò «non sembra, sinceramente».
«Cosa?» chiesi.
«Luke, non fare lo stupido. Appena è accanto a te o la scorgi da lontano, anche se fai finta di nulla, si vede come te la mangi con gli occhi».
Ashton prese poi parola, «non diciamo che tu debba ammetterlo perchè cazzo, sappiamo come sei, ma... diciamo soltanto che non crediamo alle tue parole».
Roteai gli occhi al cielo, «fate un po' come volete. Penso che voi stiate totalmente sbagliando».
«Certo, come no» concluse poi Hood.





Andiamo, non poteva davvero essere vero ciò che dicevano i miei migliori amici. Quando qualcuno mi piaceva ero il primo ad ammetterlo, solo che... con Henderson non trovavo tutto questo interesse, specie perchè non era certamente il mio tipo. Sbuffai e aprii il computer, mentre i due erano intenti a fare una partita a Fifa.
Andai su Twitter e, prima di aprire il profilo di quella persona guardai prima che i due non mi stessero spiando. Digitai un Johanna Henderson e attesi il profilo della ragazza.
Lessi tutti i suoi tweet, gli scleri su Adam Levine e su Niall Horan, il biondino dei One Direction. Mi morsi un labbro e diedi un'occhiata alle foto che aveva, c'erano alcune che la ritraevano ad un concerto con Michael, il suo ragazzo, sicuramente.
«E bravo al nostro Lukey!» disse Calum, lanciandomi uno schiaffo sulle spalle.
«Ragazzi smettetela, non provo interesse nei confronti di Henderson, bla bla» mi canzonò Ashton, imitandomi.
«Siete ridicoli. Stavo solo dando un'occhiata, e poi è fidanzata».
Ashton ghignò, «oh... il nostro piccolo ha avuto la sua prima delusione d'amore».
«Con chi?» chiese il moro.
«Michael».






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ECCOMI DI NUOVO Q... OH ASPETTATE... ecco, così va meglio.
Dicevo, eccomi di nuovo qui a rompervi le palle con i miei capitoliii! Yeeeeeeh.
Allora, vi ringrazio per le innumerevoli recensioni che avete lasciato allo scorso capitolo, vi ringrazio davvero tanto.
Spero di riceverne altrettante a questo! (:
Ora vi lascio, d'accordo? Un bacione.


Chiara x


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