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Autore: __Armageddon__    24/08/2015    4 recensioni
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La presidente mi osserva, mi scruta con calma e cerca di leggermi l'anima con i suoi occhi di un colore che io stesso non sarei in grado di riprodurre su nessuna mia tela.
«Voglio sapere da che parte sta!» sibila. I gomiti poggiati sul tavolo di ferro, le mani strette come se stesse pregando, ogni tanto se le sfrega, quasi sentisse freddo.
«Lei è consapevole del fatto che tutti i suoi... “compari”... sono dietro quel vetro,assistendo così al suo mutismo?» chiede,pronunciando la parola “compari” in modo tagliente,quasi le facesse ribrezzo.
«RISPONDA!» grida esasperata e furente, battendo le mani sul tavolo con impeto e sporgendosi in avanti,come se volesse spaventarmi. Poi si blocca, osserva per un nano secondo lo specchio posto al fianco del tavolo, conscia di non essere sola, realizzando di avere gli occhi di tutti i miei amici puntati sul suo profilo.
Si risiede nella seggiola e si mette alcune ciocche di capelli dietro l'orecchio.
«Voglio sapere da che parte sta,Mellark.» sospira,con finta tranquillità.
«Avevamo un patto!» affermo inquieto.
«Lo so bene.» risponde lei, flemmatica.
«E allora perché Katniss è ancora a Capitol City, da Snow?!» sibilo a denti stretti, adirato.
Genere: Malinconico, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Gale Hawthorne, Johanna Mason, Katniss Everdeen, Peeta Mellark, Un po' tutti
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: Spoiler!, Tematiche delicate, Triangolo
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 “La speranza è l'unica cosa più forte della paura.”

PROLOGO:

«PEETA..» corro senza mai fermarmi, inciampando nelle radici degli alberi, sentendo il mio nome pronunciato da lei. ed è il cannone a farmi perdere un battito e a farmi aumentare di velocità
«KATNISS!» grido con tutto il fiato che ho in gola,grido perché voglio farle sentire che sono vivo, per tranquillizzarla, anche nell'arena.
«PEETA..» e la sento ancora, ma c'è buio e il piano di Beetee è andato male. Aveva ragione lei dovevamo scappare ed è colpa mia se tutto è andato storto: perché dovevo darle retta, perché forse ci hanno traditi, forse erano tutti contro di noi fin dal principio e continuo a correre, inciampando e brandendo il mio machete per difendermi da tutti, per tornare da lei, ancora.
Sto correndo senza mai fermarmi quando Brutus mi si piazza davanti, senza pensare due volte lo trafiggo e il colpo del cannone decreta la sua morte ed è sbagliato, tutto terribilmente sbagliato perché sarebbe dovuto morire folgorato con Enobaria e gli altri, non così, ucciso da me. Guardo le mie mani sporche del suo sangue e mi sento un mostro,sento di star perdendo quello che sono,l'innocenza che mi caratterizzava sta sparendo e fa male perché non sono più io,ma va bene tutto per lei, per starle accanto, perché deve vincere e tornare dalla sua famiglia ed è per questo che continuo ad avanzare, a correre verso di lei, perché la amo.
«KATNISS»
«PEETA..» le sono quasi vicino ,vedo l'albero a distanza così aumento il passo, perché deve allontanarsi,perché è quasi la mezzanotte,ma c'è qualcosa che non va, la vedo armeggiare con il filo di Beetee e scoccare la freccia verso il cielo.
E fù un'istante, prima che il campo di forza andò in pezzi, prima che l'esplosione mi scaraventò ancora una volta lontano da lei e l'ultima cosa che riuscì a sibilare fu il suo nome mentre la bocca mi si impastava per il sangue.
Mi svegliai di scatto per il rumore fastidioso dell'hovercraft,senza pensare due volte mi tolsi la mascherina per l'ossigeno e alzandomi di scatto senza fare rumore mi avvicinai lentamente alla porta per spiare la conversazione di qualcuno fuori dalla stanza.
«Non lo farà mai,quando verrà a sapere della ragazza... Non vi aiuterà neanche se lo supplicate...» La voce del mio mentore mi confondeva, inizialmente mi guardai intorno spaesato poi presi una siringa per difendermi, perché dopo quello che era successo non mi fidavo più di nessuno,ma fù un'altra voce a destabilizzarmi.

«Haymitch, conosci gli ordini della Coin: dovevamo prendere prima lui.» sbuffava l'uomo del mio distretto che doveva seguire il mio consiglio,perché doveva scegliere lei, sempre.

«Tu non capisci quanto la ami,lui non vi darà una mano dopo che saprà della ragazza...» e le porte si aprirono, lasciando così in sospeso la sua frase.
«Haymitch...» avevo pronunciato solo il suo nome e sembrava una domanda, lo guardavo stralunato perché non capivo come facevo ad essere vivo. Perché intorno al tavolo, oltre al mio mentore, vi erano Plutarch Heavensbee,Johanna Mason e Beetee Latier .
«Dov'è Katniss..» avevo gli occhi spalancati e tutti i muscoli tesi. Avevamo un patto io e il mio mentore e quel suo sguardo carico di scuse mi faceva sprofondare ogni istante sempre di più.

«...Peeta..» fece Abernathy con le mani in avanti,quasi volesse placare la mia agitazione.

«Dove è Katniss.» il mio astio era palese,non dovevo essere lì! Al suo posto.
«A Capitol... L'hanno presa.» aveva il capo chino Haymitch, non sosteneva il mio sguardo, colui che mi aveva promesso di salvarla.

Quelle parole erano state la goccia finale che aveva fatto traboccare il vaso,mi ero scaraventato su di lui,afferrandolo per il colletto del maglione e sbattendolo ripetutamente contro la parete dell'hovercraft.
«FIGLIO DI PUTTANA... Mi hai mentito! Avevamo un patto,dovevi salvare lei e lasciare morire me...» mi aveva illuso e ora ero così arrabbiato da continuare a sbatterlo ripetutamente contro la parete, eppure era più forte di me e aveva reagito mettendomi con le spalle al muro, portando la mia mano che impugnava la siringa sopra la testa e premendo il suo braccio contro mio petto per immobilizzarmi.
«E così siete tu e una siringa contro Capitol City? Vedi, è per questo che nessuno ti lascia mai fare dei progetti.» mi guardava con il suo sorrisino sprezzante e avrei solo voluto vomitare, perché sapevo che questo sarebbe stato un piano intricato nel quale io sarei solo una pedina, esattamente come avrei dovuto esserlo negli Hunger Games. Usato senza il mio consenso, senza che nemmeno lo sapessi. Almeno negli Hunger Games sapevo che stavano giocando con me.
Per me era finita. La mia vita era finita, perché lei forse era morta, dentro una bara bianca, con lo stemma della capitale e del dodici incisi sul legno pregiato che le alte classi donavano ai caduti e già immaginavo il suo funerale, mentre tutti i presenti alzavano le tre dita verso il martire che era, Katniss Everdeen.
Abernathy si era allontanato di qualche passo,ma lo guardavo senza dire nulla,con gli occhi spenti, proprio come la mia anima lacerata.
«E' morta?» riuscii solo a chiedere.

Aveva fatto la scelta sbagliata Haymitch, glielo si leggeva in faccia, ma non gliel'avrei resa facile. Rincaravo la dose,volevo che si sentisse in colpa, che iniziasse a detestare la sua stessa decisione convivendo così a stento con le sue conseguenze.
«Non penso,Johanna aveva cercato di toglierle il chip di localizzazione,ma l'hanno recuperata subito. L'esplosione... E' stata potente... Quindi siamo nel dubbio.» aveva preso la parola il genio del distretto 3 e quelle informazioni mi fecero cedere, avevo il capo chino e lo rialzai lentamente guardando i presenti uno ad uno con un'espressione schifata.

«Dovevate salvare lei,era lei la ghiandaia, non io.» la mia voce era un mix di rabbia e tristezza,un cocktail che sorseggiavo da minuti

«Dovevamo salvarti perchè ,solitamente, tu sei meno impulsivo di Katniss,sai come convincere il popolo come spingerlo dalla nostra parte. Finchè sei vivo, vive anche la rivoluzione.» Heavensbee non capiva che non ero adatto a questa merda,lei era la voce della rivolta, non io!
«Stai scherzando?! L'uccello, la spilla, la canzone, le bacche, l'orologio, il pane tostato, il vestito consumato dal fuoco. Lei era la ghiandaia imitatrice. Quella che era sopravvissuta nonostante i piani di Capitol City. Il simbolo della ribellione! Cazzo...» non gridavo,ma ero furibondo perché non capivano che era lei quella che tutti seguivano, io non contavo niente.
«Non capisco... Cos'é,mi state chiedendo di essere la voce della ragione?» ero allibito e disgustato perché dopo tutto quello che aveva fatto, avevano scelto me,errando.
«Tu puoi alimentare la rabbia Peeta,puoi convincere il popolo a insorgere! Ci seguiranno! Lei.. lei era..»

«ANDATE A FARVI FOTTERE!» senza indugiare interruppi il primo stratega, non gli avrei permesso di sparare altre stronzate sul suo conto.

Accecato dall'ira stavo per scagliarmi contro Plutarch, finché qualcuno mi fece cadere fra le braccia di Morfeo grazie ad un'iniezione di morfamina.
L'unica cosa che riuscii ad afferrare prima del buio, fù solo la voce di Haymitch che mi bisbigliava uno 'scusami' all'orecchio.












NOTE: Ciao a tutti, mi chiamo Emily e questa la prima storia che pubblico sul sito, quindi vi prego, siate clementi xD La mia mente contorta si era sempre chiesta cosa sarebbe accaduto se Haymitch avesse dato ascolto a Katniss subito dopo l'annuncio dell'edizione della memoria,salvando così Peetuccio al suo posto :3 Accetto critiche costruttive e consigli, cosicché io possa migliorarmi con il proseguimento della storia. A presto sognatori <3
  
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