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Autore: Setsuka    24/08/2015    1 recensioni
"L'amore ho sempre creduto fosse una cosa difficile, complicata da gestire, impegnativa. Mi spaventa".
Lo confessa ora che il corpo di Eijun lo stringe, lo tiene stretto in un abbraccio, come fosse lui il suo senpai, come lui fosse un po' madre e un po' padre, generato dalla stessa carne, dallo stesso sangue.
L'amore ha molti volti ed Eijun vorrebbe indossarli tutti per Kazuya, solo per Kazuya.
"Non è la fatica né l'impegno a farmi paura, è come può ridurre, per come può riempirti".
[ MiSawa ]
Genere: Angst, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Eijun Sawamura, Kazuya Miyuki
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Danni Irreversibili

Questa fanfiction è un assemblamento organico di vari pensieri che ho avuto nei riguardi della MiSawa, parole che reputo un giorno dovranno dirsi, e da queste frasi si è formata un'idea comune che ho voluto proiettare in un futuro ancora lontano per entrambi, un futuro dove un lutto (assolutamente non spoiler, ma di pura fantasia!) può essere il punto di partenza per qualcosa di nuovo.
Spero gradirete la lettura e se vi avrà lasciato qualcosa (o vorrete fare qualche critica) spero lo farete sapere con un commento. Grazie.







Kazuya ha sempre amato suo padre, anche se l'ha ferito nel aver dato sempre la priorità al lavoro, Kazuya l'ha perdonato dal primo giorno che ha iniziato ad ignorarlo. Quello del padre non era odio, era l'amore che non c'era più a faceva male - lo giustificava -, era una moglie che non esisteva più in nessun luogo ad averlo distrutto.
Quella donna era anche la mamma di Kazuya, ma suo padre aveva deciso che contava solo il proprio dolore, che suo figlio poteva sopravvivere all'assenza di una madre, ma lui no, doveva donare se stesso alla fatica, al lavoro, al guadagno, per poter sopravvivere e questo a discapito di Kazuya... a lui avrebbe dato il suo ricavato, da usare come preferiva, per il suo futuro, per essere uno importante, uno con un lavoro da sogno, per viziarsi, vivere di piacere, vivere al di fuori di mura fredde che non avevano più nulla da donare.
Kazuya questo lo aveva capito e mai aveva smesso di amare suo padre, l'aveva amato ogni giorno, ma ora non c'era più neanche lui; il lavoro aveva richiesto più della sua fronte sudata e al giovane Miyuki non rimanevano che rimpianti e voglia di far nulla. 

"L'amore ho sempre creduto fosse una cosa difficile, complicata da gestire, impegnativa. Mi spaventa". 

Lo confessa ora che il corpo di Eijun lo stringe, lo tiene stretto in un abbraccio, come fosse lui il suo senpai, come lui fosse un po' madre e un po' padre, generato dalla stessa carne, dallo stesso sangue.
L'amore ha molti volti ed Eijun vorrebbe indossarli tutti per Kazuya, solo per Kazuya. 

"Non è la fatica né l'impegno a farmi paura, è come può ridurre, per come può riempirti".

Non guarda Eijun, non è lui ora il lanciatore, è lui a tenerlo, senza parole perché rovinerebbero tutto, perché Kazuya non ne ha bisogno, è lui che deve parlare, è lui che davanti al suo sguardo lucido e perso vede la schiena di suo padre piegato sul lavoro. Avrebbe voluto abbracciarlo, avrebbe voluto tante volte scuoterlo e dirgli di non ignorarlo, di non ignorare un buon pasto e un bagno caldo, perché non esiste solo il lavoro, solo la fatica, le fronti non sono fatte solo per esser imperlate di sudore, possono riposare su un altra fronte e guardare negli occhi chi si ama. Non avrebbe più potuto poggiare la fronte su quella di su padre... si rese conto con questo pensiero di esser rimasto orfano, ma non pianse, perché non aveva lacrime da versare, solo un buco nero in mezzo al petto ed immagini sbiadite davanti agli occhi di scene mai state felici. Era mortificato, come dell'odore di sesso che si respirava in quella camera e che faceva di lui un senpai terribile, Eijun non poteva certo essere felice di quello sporco, di quell'odore, della sua debolezza e di parole vaneggianti.

"Scusa", mormora liberandosi dall'affetto di Sawamura, lontano dai suoi occhi di miele e il corpo caldo.


"Non devi chiedere scusa se sei triste, non c'è nulla di male nell'essere vulnerabili".

Kazuya cerca gli occhiali, ne sente il bisogno, come per essere accettabile, come se l'etichetta di quel appartamento pretendesse una maschera.
Eijun lo osserva triste, vorrebbe solo donargli affetto, soffocarlo di attenzioni fino a che il suo lutto non diventi accettabile.
Eijun non lo dice, evita di pensarci, ma ha paura: Miyuki-senpai è sul punto di scappare, di nuovo, perché nonostante i suoi venti anni suonati non ha imparato molto, la soluzione più comoda per lui resta fuggire, persino da Eijun, soprattutto da Eijun, perché è colui che senza pensarci troppo gli ha detto ti amo e Kazuya si è limitato ad accettare quella dichiarazione senza rispondere se non baciandolo; lui ha troppa sfiducia nelle parole per poterle esternare.
Un movimento del letto conferma i timori di Eijun, Kazuya sta per rivestirsi e tornare alla sua vita grigia ed infelice nel proprio appartamento, in un attimo di panico così lo afferra per il polso e lo fa cadere sul letto, sovrastandolo, fermandolo, guardandolo negli occhi.
E' la prima volta che Eijun lo guarda da quella posizione, si sente un po' morire dall'imbarazzo, senza parole, con la gola secca, nervoso ed eccitato.

"Sawamura, devo andare".

Fa male quando lo chiama per nome, quando lo guarda senza vederlo, mentre lui è proprio lì e vorrebbe imprigionarlo per impedirgli la solitudine. 
Eijun non è un maestro del linguaggio, ma deve muovere quella lingua per produrre suoni, parole, mettendo da parte il desiderio che ha di usarla solo per baciarlo.

"Io voglio tutto di te, Miyuki Kazuya".

Arrossisce delle sue stesse parole, perché mai è stato così chiaro delle sue intenzioni, mai si sono parlati di quello che provano; baciarsi, toccarsi, fare sesso, abbracciarsi e dormire nello stesso letto sono stati sempre così naturali che non c'è mai stato bisogno di parole. Ma ora è diverso, ora Eijun ha paura che se non grida quello che desidera - e che un po' pretende - da lui, Miyuki potrebbe andare lontano, in un posto in cui Eijun non potrebbe raggiungerlo. Il pensiero di una tale possibilità gli fa rabbia: "sei perfido, hai il sadismo di una kitsune e sei bugiardo come un tanuki, giochi colpi bassi e fai sentire a disagio con la tua malizia, ma quando tocca a te affrontare qualcosa ridi, fai una battuta e fuggi. Hai proprio una faccia da schiaffi..." ma la rabbia muta in un tono calmo, deciso, ma caratterizzato da note di dolcezza di cui Eijun stesso si stupisce. Una sensazione piacevole come fiori al vento nel suo stomaco lo rilassa, mescola eccitazione al semplice star bene, gli colora le guance e le distende per un timido sorriso prima che pronunci quelle parole che hanno il peso della sua vita.

"...eppure sei tutto quello che voglio".

Un lieve tremore scuote Kazuya, mentre negli occhi si accende stupore che rivela non solo la sorpresa, ma anche il terrore per quello che sta accadendo. Vorrebbe scappare ancor più di prima, ma il suono della voce di Eijun lo paralizza e il calore delle mani contro i suoi palmi lo confonde. 

"Non è una questione di baseball, tutto è iniziato con quello sì, ma giocando ti ho conosciuto, ti ho scoperto un po' alla volta e ho trovato molto più di quanto io immaginassi, tu... sei molto più di quello che credi. Lo so che nonostante la tua arroganza sei insicuro e non sai darti valore, perché hai affrontato sfide difficili nella vita ed anche perché sei complicato, ma sei il tipo di complicazione che voglio nella vita!".

C'è un allegria delirante nel suo tono, in armonia con quello che prova dentro, un temporale di farfalle o qualcosa del genere. Intenso e irradiante esorcizza quei fantasmi che coprono la vista a Miyuki. Ora lo guarda, lo guarda veramente: è un essere di luce ai suoi occhi.
La miopia di Kazuya è imbarazzantemente profonda, ma gli da modo di vedere forme curiose; la luce che filtra dai fori delle serrande ha generato un bel effetto sulla parete di lato che la sua vista sfocata vede come una lastra stellata, l'ha sempre notato ogni mattina quando si svegliava in quel letto, ogni mattina che lo portava a fuggire senza una parola; quella parete stellata lo inquietava, gli provocava ansia, era bella e ne era rapito, ma proprio per questo era come una ragnatela ed Eijun era il ragno che poteva svegliarsi da un momento all'altro e divorarlo.
Il momento è arrivato, le parole sono state pronunciate e sono affondate nella sua carne, con tenerezza, ma lasceranno il segno per sempre e, se non scappa da Eijun, in futuro diventeranno cicatrici e per istinto di sopravvivenza lui si difenderà meglio, lo farà a pezzi, lo ferirà mortalmente, perché quello è capace di fare con le cose che ama. 
Si divincola con forza e si libera da Eijun che, sorpreso, cerca di fermarlo facendolo rimanere seduto sulla sponda del letto, imponendosi davanti a lui con un balzo, incorniciando con le mani il bel volto di Miyuki-senpai che non doveva sottrarsi al suo sguardo, all'unica verità di quella disperazione: "per una volta non scappare, smettila di avere paura, perché hai trovato lo stupido capace di sorride solo... solo perché esisti".

Ogni cosa si illumina, ma è un colpo d'ascia dritto al cuore peer Kazuya. Fa male, ma non è il tipo di dolore che ammette gemiti. Si perde nella dolce vitalità degli occhi di Eijun; ricordano le stelle, ricorda il sole, bruciano di quel sentimento che a lui fa solo male.
Eijun è splendente, ma è troppo per lui.

"Io... non valgo il peso delle tue parole. Davvero non..."

"Porca miseria, Miyuki Kazuya, se permetti lo decido io cosa vali per me!"

Urla talmente forte che l'adrenalina lo porta ad agitarsi, a muoversi e a cadere maldestramente sopra il suo amato senpai, ma con nessun risultato da cliché sexy, solo una dolorosa testata per entrambi che fa rotolare Eijun al fianco di Kazuya che non sa essere più confuso per la testata o le parole urlate.
Kazuya si prende del tempo, per respirare, per assicurarsi che è ancora vivo, che il mondo non sia crollato.
Se permetti... non voglio permettertelo
. Ma Eijun è così rumoroso che lo disterae da quei pensieri e lo spinge a girarsi, Kazuya lo guarda massaggiarsi la fronte mentre si lamenta come un moccioso per il dolore. Sorride, perché Eijun è sempre capace di farlo sorridere in ogni circostanza.

Perché hai trovato lo stupido capace di sorride solo... solo perché esisti


Basta un frammento di memoria che Kazuya non può che essere preoccupato per la botta presa. 
Si avvicina ad Eijun e gli bacia la fronte, rimanendo qualche secondo più del dovuto, secondi che fanno la differenza, che fanno tacere Eijun. Tocca poi con la sua fronte dolorante l'altra, lasciandola riposare. 

"Andrà tutto bene ora", sussurra Kazuya rimanendo immobile, al fianco dell'altro.

Eijun è uno stupido, ma stavolta riesce a leggere tra le righe e dimentica il suo dolore, limitandosi a  prendere la mano del suo catcher preferito che ancora una volta è lui ad afferrare.
Kazuys Miyuki è preoccupato - pensa mentre intreccia le sue dita con quelle di Eijun -, una testata simile potrebbe avergli causato un danno irriversibile, potrebbe esser diventato irrimediabilmente stupido, ma se è così, a questo punto, non vuole neanche si tenti di curarlo, Eijun si prenderà tutta la responsabilità.


   
 
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