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Autore: drunk_hotstepper    24/08/2015    1 recensioni
Makoto e Rin si evitavano tutto il tempo. Non potevano vedersi.
Si odiavano e la colpa era di Haru.
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Haruka Nanase, Makoto Tachibana, Rin Matsuoka
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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E rieccomi! Ora ricomincerò a pubblicare un bel po' di roba(spero).
Buona lettura. Hope you like it!
~Drunk



La scelta giusta
 





Haruka ricorda bene quel giorno.
Era una giornata soleggiata ma non troppo calda ad Iwatobi. Quando arrivò al parco, sudato fradicio dalla corsa per evitare un gran ritardo, che c'era stato comunque, loro erano già lì. Seduti sulla stessa panchina, ai bordi. Per evitare anche solo per sbaglio d'incrociare lo sguardo tra loro Makoto e Rin stavano guardando dalla parte opposta all'altro con finto interesse.
Nessuno dei due si era accorto dell'arrivo di Haru e di ciò lui fu grato poiché di nascosto scattò una foto alla panchina.
"Eccomi!", appena assicuratosi di avere una foto di entrambi si fece notare. I due si alzarono in contemporanea e gli si avvicinarono.
Makoto sorrise accecandolo come un raggio di sole. "Ciao Haru. Tutto bene? Hai corso?"
Rin ringhiò come suo solito, la faccia imbronciata e provocante. "Ce ne hai messo di tempo."
Haru accennò un sorriso e tutti e tre si diressero verso il porto.

Makoto e Rin si evitavano tutto il tempo. Non potevano vedersi.
Si odiavano e la colpa era di Haru.
Una settimana prima, in vista della fine delle superiori, entrambi avevano commesso l'errore di dichiarare ad Haruka i loro sentimenti nei suoi confronti.
L'errore più grande però lo aveva fatto Haruka stesso, li aveva accettati entrambi.
Prima di questa cosa i due andavano d'amore e d'accordo, ma la gelosia e possessività che provavano verso il moro era più forte di quello che avrebbero voluto e potuto sopportare.

Haruka li voleva davvero entrambi. Voleva le forti braccia di Makoto a riscaldarlo anche nel più gelido degli inverni e quelle agili di Rin elettrizzarlo più di un fulmine. 
Haru li amava davvero alla pari. 
Quanto l'acqua e il nuoto. Makoto gli aveva fatto scoprire lo splendore dell'elemento mentre Rin gli aveva dato la carica per competere nello sport.
L'acqua senza il nuoto era inutile. Il nuoto senz'acqua era impossibile.
Così Makoto senza Rin era noioso e Rin senza Makoto era insopportabile.
Ciò che Haruka però non voleva era che questi due non potessero restare in buoni rapporti nonostante la situazione.
Tantissime sere si era accovacciato sul letto stringendo i pugni, maledicendo se stesso e loro. Aveva poi sbattuto il cuscino contro il muro e si era sempre ritrovato a piangere mentre si masturbava pensando ad entrambi. Alle loro mani e bocche. Ma non su di lui.
Sognava vederli baciarsi e fare l'amore insieme. 
Sognava una realtà dove preferivano l'altro a lui.
Sognava di poter sorridere di felicità vedendo loro al suo fianco stringergli la mano e guardarsi finalmente negli occhi.

Quella sera, a casa sua, cenarono tutti e tre assieme come ormai d'abitudine. Dopo cena si spostarono in camera da letto dove due predatori avrebbero iniziato a divorare la propria preda cercando continuamente di rubarla dalle fauci dell'altro.
Quella sera però non fu così. 
Haru li fece sedere davanti a lui e guardò Rin dritto negli occhi rossi e affamati.
"Mi ami?"
Rin sembrò infuriarsi ma non si fece trasportare dalla rabbia.
"Più di ogni altra cosa."
"Cosa faresti per non perdermi?"
"Qualsiasi cosa. Ucciderei anche."
Rin non aveva mosso un singolo muscolo dell'occhio verso Makoto ma tutti e tre sapevano che era a lui che alludeva. 
Haruka si allontanò soddisfatto e si posizionò in fronte a Makoto.
"Tu mi ami?"
Se avesse potuto Makoto sarebbe scoppiato in lacrime. Di disperazione e di rabbia.
"Con tutto me stesso..."
"Mi lasceresti mai andare via?"
"Mai. Farei sparire tutto ciò che ti possa portare lontano da me."
Anche ora tutti loro sapevano a chi erano dedicate quelle parole.
Haru si sedette tra i due e sospirò.
"Se volete che resti al vostro fianco c'è una sola cosa che potete fare."
Entrambi lo stavano guardando confusi, preoccupati, ma soprattutto increduli. Sentivano come se da un secondo all'altro Haru porgesse loro una pistola a testa e gli dicesse 'che vinca il migliore'.
E in un certo senso lo fece.
"Dimostratemi il vostro amore per me. Accettatevi. Baciatevi. Amatevi."
Dopo queste parole che rimbombarono nel silenzio della stanza il corvino si alzò e andò a sedersi su una sedia che dava la sua visuale sul letto, dove i ragazzi sedevano esterrefatti.
Haru continuava a guardarli mentre questi volevano solo strozzarlo. 
Erano deboli all'amore. Erano deboli davanti a lui. Haru li manovrava come marionette.
E loro avrebbero davvero gettato l'orgoglio nel più profondo abisso dell'oceano per lui. Davvero avrebbero obbedito ciecamente ad ogni suo capriccio.
Pure a quello.

I due si guardarono decisi e arrabbiati. Dovevano perdonare e accettare l'altro. 
Impossibile.

"Haru? Cosa vuoi esattamente?"
Haru sogghignò dal fondo buio della stanza.
"Spogliatevi. Abbracciatevi. Amatevi come amate me. Accettatevi."
Rin lo avrebbe insultato in tutti i modi, ma la risposta arrivò sorprendentemente da Makoto.
"Haru... sei un sadico. Un gran stronzo sadico."
Rin in quel momento si sentì d'accordo con lui. Non lo avrebbe mai accontentato in tale richiesta.
"Se non volete farlo uscite da questa casa. E non tornateci mai più."
Ebbero un brivido lungo la schiena. Rinunciare a ciò a cui più tenevano o seppellire l'orgoglio?
Haruka sapeva già la loro risposta.
Nel giro di pochi minuti i due stavano a petto nudo  inginocchiati sul letto. Si stavano baciando, se così si poteva dire. 
Ogni volta che le labbra prendevano contatto stringevano aggressive e spingevano la lingua senza delicatezza. Si mordevano le labbra stringendo le mani sulle braccia dell'altro per sopportare il dolore dei morsi che lasciavano evidenti strappi sanguinanti.
Si separarono bruscamente per prendere fiato e strofinare via il sangue dalla bocca ansimante. 
Rin si voltò verso Haruka che guardava in silenzio.
"Contento ora?"
"No."
Un'ombra passò per gli occhi rossi che cominciarono a tremare. Aveva capito fino a che punto voleva che si spingessero. Lo aveva capito anche Makoto che spinse Rin sul materasso e gli si mise sopra carponi. Si guardavano negli occhi ora. Leggendosi reciprocamente sottomissione e disagio, ma anche la voracità che non avevano ancora sfogato.
Le bestie avevano fame.
E così si divorarono.
Si morsero e graffiarono cercando dolore e sangue in ogni gesto.

Haruka ricorda bene quel giorno. Il giorno della fine.

Dopo di ché i tre non si videro più. 
Makoto era a Tokyo e non era più tornato a cercare nessuno.
Rin era in Australia dove nessuno l'avrebbe cercato.
E Haru era chiuso nel suo io. Torturandosi la mente, chiedendosi come fosse possibile che mai avesse fatto la scelta giusta.

   
 
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