Storie originali > Horror
Ricorda la storia  |      
Autore: Temperina    24/08/2015    2 recensioni
Alla fine del traffico, di là dallo stesso pensiero, erge, in tutta la sua raccapricciante inquietudine gotica un maestoso castello. E’ da notare che quando la Luna appare in cielo, vestita di materna femminilità o quando la sera è attraversata da tuoni e fulmini, che riempiono l’aria d’angoscia e l’animo umano d’ansia; si vedono deboli luci dinanzi ad ogni finestra chiusa.
Genere: Horror | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Alla fine del traffico, di là dallo stesso pensiero, erge, in tutta la sua raccapricciante inquietudine gotica un maestoso castello. E’ da notare che quando la Luna appare in cielo, vestita di materna femminilità o quando la sera è attraversata da tuoni e fulmini, che riempiono l’aria d’angoscia e l’animo umano d’ansia; si vedono deboli luci dinanzi ad ogni finestra chiusa. Forse sono lanterne, lumi o semplici candele dietro le quali tendaggi in velluto nero proteggono l’intimità delle stanze e la pravacy degli eventuali ospiti. Chi può essere così folle da accettare o chiedere ospitalità presso un castello sinistro?
Si dice che ogni prelibatezza su piatti d’argento e ogni vino rosso portato alle labbra dentro calici d’oro donino crampi, dolori addominali, da portare l’assaggiatore a imprecare la fine di tanto tormento. L’ultimo respiro ne muterà la natura umana in un fantasma. Si rammenta di letti morbidi e fresche lenzuola di seta così invitanti per la stanchezza desiderosa solo di conciliarsi col sonno, che ne imprigionano il corpo addormentato e inerme che sarà ingoiato e spolpato per poi essere restituito, alle (non più fresche) lenzuola di seta, privo delle proprie carni.
Io non ho mai udito alcun lamento, suono, rumore provenire dal castello. Forse a causa di quel vento che si sbatte e si abbatte violento sulla pietra ruvida e tagliente. Sibila, fischia, soffia come fosse una bestia. Avvolge! Ovatta! Io ho toccato con mano le pareti ruvide e taglienti del castello, ferendomi. Ho sentito il sangue fluire da una pietra all’altra. Ho sentito il calore della carne palpitare e respirare. Mio Dio! Mio buon Dio! Quale maleficio si annida tra quest’edera velenosa che ricopre una discreta parte del castello?
Mi sento fortunato. Sono fortunato per non essermi lasciato sedurre, tentare dall’invito ad entrare per quella porta lasciata semiaperta per addentrarmi nel più fitto mistero. Il mio piede non si è posato nemico o truffaldino sul terreno arido, che cinge il castello, spoglio di una qualsiasi presenza profumata o colorata. Sulla torre principale al posto di vedetta, non si è mai mossa, minacciosa, l’arma impugnata da una figura possente e deforme, di un probabile demone, sulla mia persona.
Non capisco, non comprendo, mi sento improvvisamente confuso. La mia mente sta delirando, mi regala dei flash dove io sarei il protagonista di una terribile tortura. Disteso su un letto solo in pietra e le gambe strettamente imprigionate in una cassa di legno, sono fracassate dalle incessanti martellate inflittemi da esseri incappucciati e sicuramente nulla a che vedere con la razza umana. I miei aguzzini vogliono tenermi in vita. Vogliono tenermi per sempre prigioniero in una delle varie prigioni del castello. Non potrò mai fuggire grazie all’handicap che s’impossesserà per sempre di ciò che andrà a rimanere del mio povero corpo. Sono certo che la follia verrà a rapirmi alla vita e mi condurrà alla morte liberatoria. Sento il suo arrivo, è vicina, la mia mente sta delirando.Devo difendermi da questa minaccia. Devo abbattere questo castello. Devo uccidere questo castello. Devo convincere qualcuno ad aiutarmi a portare a termine tale impresa.
Un castello creato dalla solitudine di una giovane donna. Dove lei ne risiede padrona e prigioniera e si difende come può da chi n’offende la tavola e ne tradisce il letto, offrendo una morte atroce. Prima di abbattere, uccidere il castello, devo abbattere, uccidere quella figura inquietante che non abbandona mai il suo posto di vedetta sulla torre principale. Sono certo che mi sconfiggerà. Morirò sicuramente. Ed io non voglio morire, voglio vivere, voglio ancora parlare di questo castello.

1 maggio 2004
   
 
Leggi le 2 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Horror / Vai alla pagina dell'autore: Temperina