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Autore: ToInfinityAndBeyond_    25/08/2015    5 recensioni
Gli fu dato il mondo, ma avevano bisogno di qualcuno per mostrare quello che loro sarebbero potuti essere.
E cercarono di sopravvivere, ma avevano bisogno di credere.
Un tocco e ci hanno creduto subito con ogni bacio diventava tutto più dolce.
Avevano paura di tutto, gli furono dati dei ruoli e cercarono di sopravvivere.
Vivere una vita da sole.
Loro gli hanno dato la forza per trovare la speranza.
Gli hanno mostrato quello che loro non riuscivano a trovare.
Quando due mondi diversi si scontrano.
La gente dice che non dovrebbero stare insieme, che sono troppo giovani per sapere cosa vuol dire "per sempre".
Ma gli altri non sanno nulla dei loro “ti amo”, non sanno nulla dello stare svegli tutta la notte, non sanno nulla di loro.
TRAILER:
https://www.youtube.com/watch?v=j70Orat4VGU
Genere: Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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CHAPTER 17.

EFFY'S POV: 
 
Mi svegliai con il fastidioso rumore della sveglia che riecheggiava nelle mie orecchie. Mi alzai a fatica ed  una volta pronta uscii di casa. Quello era finalmente l’ultimo giorno prima delle vacanze di Natale, ma la mia testa era già in vacanza da un po’, anche se il mio cuore era in Virginia in quel momento.
 
Appena arrivata a scuola, mi diressi verso il mio armadietto per prendere i libri delle materie. Aprii l’anta per estrarre i libri delle materie che avrei avuto alla prima ora, ovvero biologia.
 
Mi diressi nella classe e mi andai  a sedere in uno nei banchi infondo appoggiando i testi sul banco e la cartella sotto la sedia. Speravo solamente che quella noiosa lezione che mi aspettava sarebbe terminata il prima possibile. Appena entrò la professoressa e tutti si misero al loro posto.
 
“Oggi andremo in laboratorio” disse la donna davanti a me mentre si sistemava l’abito che indossava. Tutti gli studenti esultarono e dopo alcuni istanti, uscimmo dall’aula per andare nel laboratorio di biologia.
 
***
 
Appena entrammo nell’aula di biologia, vidi accanto alla porta il vicepreside con un’aria strana dipinta sul volto. La professoressa ci fece entrare tutti in classe e dopo aver scambiato alcune parole con l’uomo dalla faccia furiosa, indossò gli occhiali guardandoci.
 
“Elizabeth Reynolds?” mi chiamò guardando tra i banchi.
 
Il cuore mi salì in gola ed il sangue mi si raggelò nelle vene per il tono che la professoressa aveva appena usato. Mordendomi il labbro inferiore alzai lentamente la mano per farmi notare. La professoressa e il vicepreside si avvicinarono a me per poi chiedermi di alzarmi e di seguirli. Non capivo minimamente cosa stesse succedendo, tant’è che mi domandai se mi stessi immaginando tutto.
 
Dopo alcuni istanti, ci ritrovammo tutti e tre davanti alla porta del preside.
 
“Entri” mi ordinò l’uomo aprendo la porta.
 
Io feci un respiro profondo ed indugiando alcuni istanti, entrai nella stanza.
 
“Elizabeth Reynolds?” mi chiamò l’uomo dietro ad una scrivania in mogano larga e spessa.
 
Avevo iniziato proprio bene l’ultimo giorno, pensai.
 
“Sì, sono io” risposi con voce tremante. Tutti gli occhi erano puntati di me con fare accusatorio ed io iniziai a non capire il perché di quell’assembramento.
 
“Lei è stata espulsa da questo collegio per uso di sostanze stupefacenti” sentenziò l’uomo davanti a me scrutandomi da sopra gli occhiali.
 
“Come scusi? Io non ho mai fatto uso di droghe!” risposi con le lacrime che minacciavano di scendere. Guardai dietro di me per vedere la professoressa ed il vicepreside continuarsi a parlare nell’orecchio per poi lanciarmi delle occhiate che lasciavano davvero poco all’immaginazione.
 
“Non è quanto mi è venuto all’orecchio. Sapevo che introdurre gente di così scarso livello come lei avrebbe portato a delle terribili conseguenze. Fortuna che una voce mi ha informato prima che potesse diffondersi la notizia” continuò l’uomo davanti a me con una smorfia.
 
“No, lei non capisce. Io non faccio uso di sostanze stupefacenti! E chi diavolo è questa voce che le è venuta a dire una carognata del genere?”
 
“Vi è l’anonimato, ragazzina” concluse lui. Mi sembrava di essere dentro ad un incubo da cui non riuscivo a svegliarmi.
 
“Non ho fatto niente!” ribattei non sapendo più cosa dire per salvare la mia non colpevolezza.
 
“Cosa sta succedendo?!”  quasi urlò Faith entrando dalla porta che quasi stava staccando dalle viti dalla foga che aveva.
 
“Ecco, signorina Reynolds, ben arrivata!” ironizzò il preside. “Sua sorella è stata scoperta a fare uso di sostanze stupefacenti in questo istituto” ripeté per l’ennesima volta il preside. Faith mi lanciò un’occhiata amara, ma io scossi la testa mordendomi il labbro inferiore.

“Non è vero, lo posso giurare” mi difesi stringendo i pugni.
 
“Signor preside, le posso garantire che mia sorella non fa uso di droghe. Non ha mai nemmeno fumato una sigaretta!” mi difese mia sorella schierandosi dalla mia parte. L’uomo scosse il capo per poi afferrare la mia cartella rovesciandola e facendo cadere da essa bustine di droga. Non capivo, la mia cartella era rimasta nell’aula di biologia dalla prima ora, almeno credevo.
 
“E queste come se le spiega, allora?” domandò il preside sbuffando. “Basta così, lei è espulsa dall’istituto!” aggiunse. Le parole sembravano aver abbandonato la mia mente non riuscendo nemmeno ad uscire dalla mia bocca.
 
“Non può espellerla!” ribatté ringhiando mia sorella.
 
“Signorina Reynolds, le conviene chiudere la bocca se non vuole che cacci anche lei” minacciò l’uomo.
 
Faith si morse il labbro inferiore e strinse i pugni,  mentre io dovetti calmarmi per non scannare vivo l’uomo davanti  a me mentre si stava sistemando la cravatta.
 
Io e Faith uscimmo da quella stanza che per me era stato l’inferno. Mi guardai attorno e vidi Harry accorrere verso di noi. Le lacrime mi stavano rigando le guance e sia io che mia sorella continuammo a percorrere il corridoio sotto gli occhi di tutti.
 
“Cosa diavolo è successo?” domandò il riccio cercando di fermarci, senza riuscirci.
 
“Hanno trovato della droga nella cartella di Effy ed è stata espulsa” risposi attonita Faith continuando a guardare davanti a sé.
 
“Droga?” ribadì Harry incredulo.
 
“Sì, qualche coglione gliel’ha infilata nella borsa ed ora l’hanno espulsa” rispose ancora una volta Faith al posto mio. Non avevo le parole per parlare in quel momento. “E’ meglio che vada o vado a spaccare il muso a quell’idiota in giacca e cravatta” aggiunse facendo scroccare le nocche. “Quel lurido figlio di put-“
 
“Faith, calmati o verrai espulsa anche te e non mi sembra il caso” cercò di calmarla Harry prendendole un polso. Lei si calmò, con solo un suo tocco.
 
“Okay..” sbuffò. Subito dopo Harry si fece da parte capendo ancora di più la gravità della situazione per poi guardarmi non sapendo bene cosa fare.  Io e Faith stavamo percorrendo il corridoio per uscire dalla scuola, quando voltandomi per l’ultima volta, vidi inaspettatamente il volto di Jack. Rimasi a fissarlo ed un sorriso compiaciuto e bastardo si fece spazio sul suo volto.
 


FAITH'S POV: 
 
Ero fuori dalla porta di casa con una mano sulla maniglia. Mia sorella guardava solo il pavimento davanti a noi, aveva pianto in macchina, silenziosamente, in un angolo, senza dire una parola, ed io l’ avevo lasciata sfogare. Mi trovavo sempre impreparata da sorella a quelle situazioni, sapevo cosa fare se mi diceva di essere fidanzata, ubriaca o incazzata, ma non quando era triste. Le misi una mano sotto il mento e lei mi guardò con gli occhioni verdi lucidi e rossi, mi si spezzava il cuore vederla in quello stato.
 
“Chi lo dirà allo zio?” mi chiese lei con un filo di voce.
 
“Lo farò io, tranquilla, tu respira, andrà tutto bene” le risposi con la voce più ferma che riuscii a fare.
 
Lei mi fece un sorriso stanco ed io le stampai un bacio in fronte. Poi aprii la porta. Appena mettemmo piede in salotto lo zio ci venne incontro e abbracciò Effy così tanto che ebbi paura per la sua salute.
 
Chiusi la porta dietro di me e rimasi a guardarli. Dopo pochi secondi lo zio la lasciò e mi stupii nel vedere mia sorella con un’ espressione forte e senza più gli occhi lucidi.
 
“Lo sai?” chiesi io allo zio.
 
Lui si girò.
 
“Sì, mi ha chiamato la scuola…” rispose.
 
Eff lo guardò alzando un sopracciglio.
 
“Non sei arrabbiato?” domandò lei incredula.
 
Lui la guardò, sorridendo, poi si sistemò gli occhiali sul naso e chiese “La droga era tua?”
 
“No, certo che no”rispose subito Effy sulla difensiva.
 
Lo zio allora sorrise accarezzandole una guancia.
 
“Questo è tutto quello che ho bisogno di sapere… vuol dire che non ti meritano”
 
Io lo guardai con un’ espressione arrabbiata per poi parlare.
 
“Come puoi lasciare che finisca così, non possono passarla liscia dopo tutto questo, quella  scuola di merda, devo fare qualcosa…” risposi io muovendo le mani convulsamente con l’intento di trasmettere loro la mia enfasi.
 
Lui mi guardò e si avvicinò mettendomi le mani sulle spalle e guardandomi da dietro le lenti.
 
“Tu non farai niente”.
 
Io non capii.
 
“Ma…”
 
Lui mi guardò e mi sorrise.
 
“No, tu andrai in quella scuola e non manderai in fumo tutti i tuoi sforzi solo per una questione di orgoglio, nemmeno tua sorella lo vuole” disse allora lui girandosi verso Effy per avere il suo appoggio.
 
Non potevo lasciare perdere non ce l’avrei fatta, non era nel mio stile.
 
“Certo”.
 
Si avvicinò a noi e continuò a parlare. “Non permetterò che tu butti via il tuo futuro per me, tu ti diplomerai e gli farai il culo per tutte e due”.
 
Io risi per la sua scelta di parole che non era da lei. Lo zio anche e ci tirò tutti e due in un abbraccio. Scoppiammo a ridere stritolandoci l’un l’altro, questa era la mia famiglia e non c’era niente a cui tenessi di più al mondo. Andammo in cucina a preparare la cena, lo zio aveva preso il giorno libero apposta per stare un po’ con noi, lavorava in una grande fabbrica non molto lontana da casa.
 
Gli avevo sempre detto di lasciare quel lavoro perché lo sfruttavano, ma lui non aveva mai voluto darmi ascolto, aveva troppa paura di perdere un posto fisso ed anche se fruttava poco era l’entrata più consistente che avevamo.
 
Mangiammo cotolette e patatine, il cibo per l’ anima Eff da quando era piccola voleva la  cotoletta se era triste e lo zio lo accontentava, dando origine a questa strana usanza.
 
***
 
Guardai il telefono e vidi lampeggiare un messaggio.
 
“Come va?” era Harry.
 
Mi tremavano le mani, il pollice fermo a mezz’aria e gli occhi sbarrati. Il mio cuore batteva ad una velocità impressionante, avevo la gola secca e non riuscivo a parlare.
 
“Cosa hai?” mi distrasse una voce, mi girai di scatto e vidi lo zio guardarmi con gli occhiali leggermente abbassati sul naso. Io vidi il suo sguardo fermo sulle mie mani, abbassai di scatto il pollice e scossi la testa rispondendo.
 
“Oh niente” mentii.
 
“Sicura?” mi chiese di nuovo lui con un’ espressione corrucciata. Io annui velocemente e lui uscii dalla camera.
 
Mi sedetti sul letto.
 
Mi sentivo così agitata, ma non riuscivo a controllare me stessa o i miei movimenti.
 
“Bene” risposi io e subito mi resi conto di essere stata troppo dura e continuai.
 
“Effy è ancora un po’ sconvolta, ma sta meglio”.
 
Aspettai la risposta e mi obbligai a bloccare il telefono ed a appoggiarlo accanto a me sul letto.  Squillò ed io mi catapultai a prenderlo, mi bloccai con il telefono tra le mani, era così assurdo, dovevo darmi una calmata.
 
“Ho chiesto come stavi tu non tua sorella, quindi ripeto come va?”.
 
Io risi vedendo il messaggio, non riuscivo a capire come riuscisse sempre e comunque a spiazzarmi.
 
“Sei strano” replicai io, mi sentivo leggermente più tranquilla.
 
Mi sdraiai con le braccia dietro la testa e guardando il soffitto con un assurdo sorrisetto sul volto.
 
“Anche tu lo sei” rispose allora lui.
 
Io sorrisi mordendomi il labbro. Mi rendeva così strana.
 
“Comunque sto bene, grazie”.
 
Poi mi venne un’ idea e continuai.
 
“Che fai?”.
 
Aspettai con ansia una sua risposta.
 
“Niente di ché,  mi annoio”
 
Allora presi la palla al balzo e risposi
 
“Ti va di uscire?”
 
Aspettai la sua risposto anzi, sapevo che non era la cosa migliore da fare in quel momento, ma era come se un parte di me sentisse il bisogno di vederlo.
 
“Sono da te tra dieci minuti” concluse.
 
Io scoppiai a ridere vedendo il messaggio e mi alzai di scatto per prendere il giubbotto e le scarpe.
 
Scesi al piano inferiore e vidi Effy e lo zio addormentati, risi e scrissi un bigliettino con scritto che ero fuori, in caso si fossero svegliati. Uscii e vidi subito la macchina di Harry accostarsi alle mie gambe e dopo pochi secondi il  finestrino fu abbassato mostrando il riccio con perfettamente sorridente.
 
Mi sedetti al posto del passeggero e mi presi qualche secondo a guardarlo. Aveva una bandana per tenere i capelli dietro la fronte, una maglietta bianca stropicciata e dei pantaloni neri, ai piedi aveva delle Convers bianche.
 
“Dove si va?” chiese lui guardandomi con uno sguardo malizioso e appoggiando le spalle al sedile.
 
“Ovunque” risposi semplicemente.


 
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SPAZIO AUTRICI :) 

Buon pomeriggio!
Eccoci con il 17' capitolo ^-^
Come avete visto le cose si stanno complicando un bel po', specialmente per Effy che viene espulsa :c
Ci vogliamo scusare per questo ritardo, ma siamo state in vacanza e non abbiamo potuto più aggiornare.
Speriamo che vi piaccia!
Ci piacerebbe se lasciaste una recensione per sapere cosa ne pensate :)
Un bacione,
-Gre & Fede.
 
 
   
 
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