Anime & Manga > Tokyo Mew Mew
Segui la storia  |       
Autore: Glaucopide_    25/08/2015    8 recensioni
Una raccolta nata quasi per caso.
Un elenco di parole.
Parole che racchiudono in sé: amore, sospiri, malinconia, il caldo abbraccio di un amico ma anche piccole perle di gioia e la bellezza della natura.
~1."Mamihlapinatapai":guardarsi reciprocamente negli occhi sperando che l'altro faccia qualcosa che entrambi desiderano ardentemente, ma che nessuno dei due vuole fare per primo. (Characters: Ryou/Zakuro)
~2."Cafuné": indica l'atto di passare delicatamente le dita tra i capelli di qualcuno. (Characters: Pai/Retasu)
Genere: Malinconico, Romantico, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Un po' tutti
Note: Missing Moments, Raccolta, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Mamihlapinatapai
 
Characters: Ryou, Zakuro.
 
 





Avevamo preso l’abitudine di andare, prima del crepuscolo, nel boschetto che costeggiava il parco.
Era una necessità, quasi un rituale.
Là, seduti, ascoltavamo i rumori della sera sempre più vicina ed assaporavamo gli ultimi raggi di sole sul viso. Aveva piovuto quel pomeriggio e, mentre gli alberi tutt’intorno si coloravano d’oro e cremisi, l’odore del terriccio bagnato e quel pungente profumo di freddo nell’aria, che stava ad indicare l’arrivo dell’autunno, si mescolavano tra loro. Era un banchetto di armoniose fragranze diverse, era quiete, era incanto.
Potevamo restare lì per ore anche senza parlare, sarebbe stato superfluo.
Noi eravamo sguardi che si incontrano, anime che si sfiorano.  Due solitudini che si proteggono, toccano e amano a vicenda.
Il nostro amore era nato così, tra quel vento, in quei giorni e su quella terra.
“Mi perdoni il cattivo umore di stasera?”
Alzai lo sguardo per incontrare i suoi occhi di zaffiro, sembravano così profondi nell’abbraccio di quel pomeriggio. Giorno dopo giorno scoprivo una luce nuova in loro, una nuova sfumatura sempre più bella.
Zakuro, che camminava al mio fianco, mi guardava, un mezzo sorriso sulle labbra e sguardo attento.
“Sono pronto a perdonartene ben altri” –le sussurrai, senza spezzare le catene che legavano i nostri occhi.
Allungai un mano a sfiorarle i capelli e scostai un ciocca corvina, che ribelle le ricadeva sul viso. “Così va meglio” dissi rivolgendole un sorriso.
Continuammo a camminare, con il rumore del terriccio ancora bagnato nelle orecchie, per quel viale costeggiato da alti pioppi, mentre l’arancio del tramonto lasciava spazio alle stelle.
Nell’aria un cocktail di fragranze inebrianti, di caldarroste appena cotte, di funghi nascosti nel sottobosco umidiccio, di pioggia che ancora impregnava tutto con il suo odore, di foglie smosse dal vento, di muschio freddo sulla corteccia umida.
E poi la vidi.
Mi ricordava lei.
“Voglio mostrarti una cosa” –Zakuro, più avanti di qualche passo, si voltò e mi guardò interrogativa. La raggiunsi e con un sorriso la presi per mano "Vieni con me” –lei strinse le sue dita affusolate tra le mie e si lasciò guidare.
A pochi metri sulla destra rispetto a dove camminavamo in precedenza, si innalzava possente un arbusto dalla corteccia liscia e grigiastra, dal fogliame verde scuro e lucido, cosparso da una miriade di fiori bianchi.
“E’ una camelia” –constatò Zakuro, mentre il suo leggero profumo ci stuzzicava le narici.
“Già, mi ricorda te” –dissi quasi in un sussurro, dando voce ai pensieri di pocanzi, mentre staccavo un fiore da uno dei rami più bassi.
“Cosa?”
“Mi hai sentito” –mi voltai, aveva la bocca socchiusa in gioiosa sorpresa –“Guardala.” –dissi, indicandole con un gesto della mano l’arbusto al nostro fianco.
“E’ un fiore bello ma che non si esibisce troppo, cresce su terreni acidi e sopporta le temperature rigide. E’ una pianta solitaria, preferisce stare all’ombra e morirebbe se posta al centro del giardino. Cresce bene da sola, ha bisogno solo di un po’ d’acqua e un po’ di sole per fiorire.”
Mi avvicinai a lei, con la mano libera le sfiorai il viso in una leggera carezza, mentre con l’altra le sistemai tra i capelli il fiore bianco.
Zakuro mi strinse la mano e incatenò i suoi occhi nei miei –“Credo che somigli anche a te, Ryou” –soffiò, guardandomi da sotto le ciglia lunghe.
E poi lo dissi, in un sussurro, quasi avendo paura di rompere l’incanto.
“I love you, Zakuro” –le sue mani ancora strette tra le mie.
Il vento si era alzato e portava lontano le foglie degli alberi ormai cadute sul terreno, il profumo della camelia al nostro fianco e, avrei giurato, anche le mie parole.
Zakuro abbandonò le mie mani e si strinse nel suo cappotto beige, si allontanò di qualche passo e sfiorò la corteccia liscia dell’albero. La fissai fermo, immobile e non potei evitare di provare un fremito nel sentire la sua voce.
“A dispetto del mio cattivo carattere?” –disse guardando i fiori bianchi della camelia.
La raggiunsi e, prendendola per le spalle esili, la costrinsi a guardarmi.
“A dispetto di tutto.”
Lei, allora, mossa da una nuova consapevolezza, si lasciò stringere in un abbraccio.
Restammo in quella posizione per secondi, minuti, ore, non avrei saputo dirlo.
Sentii Zakuro scostarsi da me e afferrare il bavero della mia giacca, stava sorridendo -mi stava rivolgendo uno dei pochi sorrisi che fiorivano sul suo viso- e alla fine sentii il caldo tocco delle sue labbra sulle mie.
“I love you too”

Sapevo che  contavamo poco di fronte all’universo, eravamo nulla; l’essere quel nulla era opprimente ma, al tempo stesso, in qualche modo rassicurante. Profondamente immersi nel nostro amore eravamo come due cetacei,  che risalgono in superficie solo per riprender fiato, per poi immergersi nuovamente nella vastità dell’oceano.
Non ero a Tokyo o a New York.
Non ero in nessun luogo.
Mi trovavo dentro un amore assoluto.
Un amore poliglotta.
Un amore che non necessitava né di un come né di un perché.
Un amore che sapeva di vento, terra e fuoco.
Un amore che sapeva solo amare.




 
 
Angolo Autrice.

Salve !
Sono tornata e con un progetto che si prospetta abbastanza lungo ed impegnativo questa volta.
La raccolta nasce quasi per caso, nasce dal mio amore per i popoli del mondo e le loro lingue.
Ho stilato un elenco di parole straniere, che possono essere definite “intraducibili” in un contesto che non sia il loro luogo d’origine. Parole che racchiudono in sé amore, sospiri, malinconia e il caldo abbraccio di un amico ma anche piccole perle di gioia e la bellezza della natura.
La prima parola di questa raccolta è:
Mamihlapinatapai, una parola della lingua Yamana, una popolazione autoctona della Terra del Fuoco prossima all’estinzione. Il termine descrive l’atto di “guardarsi reciprocamente negli occhi sperando che l’altra persona faccia qualcosa che entrambi desiderano ardentemente, ma che nessuno dei due vuole fare per primo”.
Ho voluto inaugurare la raccolta con questa coppia, la mia preferita.
Zakuro e Ryou sono simili, si capiscono con un semplice scambio di sguardi, c’è sintonia ed armonia tra loro. Hanno un triste passato alle spalle, che li rende ancora più vicini, in loro vi è la determinazione e la forza di andare avanti senza vacillare.

Ho voluto “omaggiare” Zakuro e Ryou con questo fiore, la camelia, che è anche il mio preferito.
La simbologia della Camelia è dovuta al portamento e alla disposizione dei petali che risultano essere rigidi e dotati di una certa carnosità. Queste caratteristiche ricordano le persone solide, di spessore, che non vacillano durante il loro cammino, bensì proseguono senza indugi per la propria strada.
Passiamo ora all’altro significato. Nella cultura orientale la camelia è il simbolo della devozione eterna tra gli innamorati. La particolarità di questo fiore è che petalo e calice percorrono il ciclo vitale congiuntamente, arrivando a distaccarsi insieme dalla pianta. Rappresenta, dunque, alla perfezione la persistenza dell’amore e la devozione reciproca.

Non credo di dover dire altro se non che spero mi seguiate in questa avventura.
Al prossimo aggiornamento!  :)

Glaucopide_

 
   
 
Leggi le 8 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Tokyo Mew Mew / Vai alla pagina dell'autore: Glaucopide_