Anime & Manga > Lady Oscar
Ricorda la storia  |      
Autore: lidyalinne    26/08/2015    23 recensioni
In occasione del Contest dedicato al compleanno di Andrè, ecco un missing moment della puntata "Un amore impossibile" in cui Oscar, dopo aver consegnato un messaggio a Fersen, da parte della Regina, ritorna a casa sotto un' incessante pioggia...Imprevedibile, giunge Andrè a portarle il mantello insieme al suo magnifico sorriso! E l'anime ci lascia solo questa immagine, io ho provato a rielaborare quasi l'intera puntata....!
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: André Grandier, Oscar François de Jarjayes
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Non era un sogno impossibile
 
In quel momento la mela era la sua salvezza, l’oggetto a cui si stava aggrappando, mordendolo, per non vedere, per non capire, per non tirarla addosso a Fersen.
Nel giardino, clangore di spade che sferragliavano tra loro e urli dei due duellanti:che fastidio insopportabile!
Quel suono freddo e ripetitivo scandiva lo stesso freddo martellare del suo cuore in petto, rivelandogli tutto l’odio che provava per il conte svedese per quanto fosse incolpevole, lo sapeva bene.
Oscar lo amava, Fersen amava Maria Antonietta e lui amava Oscar: il cerchio di amori difficili e delusi si chiudeva così.
Gli faceva male vedere gli occhi di Oscar brillare per Fersen sognando, invece, per sé quel luccichìo d’ azzurro.
Fersen non sapeva che Oscar fosse innamorata di lui ed egli non faceva nulla per ammaliarla eppure lei ne era innamorata.
Cosa poteva fare contro questo?
Lui forse riusciva a non amare Oscar solo perché non lo amava a sua volta?
No….era impossibile.
Eppure, odiava il conte di Fersen.
E odiava quello sguardo adorante che lei gli dedicava incessantemente.
Lui era un servo e in quella società ipocrita non poteva aspirare ad amare una nobile tranne che nella clandestinità!
Ma non gli importava: avrebbe continuato ad amare Oscar nella speranza che un giorno si accorgesse di lui, di lui uomo, e ricambiarlo.
Si diceva, ogni santo giorno, che era uno stupido e che il suo era un sogno perdente, destinato a dissolversi nel nulla ma nessun pensiero razionale fermava gli aneliti del suo cuore.
La sua mente tentava di fargli dimenticare Oscar e di allontanarsi da lei, di cedere alle lusinghe di alcune cameriere che gli sbavavano dietro o di concedersi delle uscite con gli altri servi di Palazzo Jarjayes e divertirsi un po’ ma il cuore prendeva sempre il sopravvento e faceva svanire quei pensieri.
Una dura lotta tra ragione e sentimento che, in quell’attimo, si coagulò in un altro morso su quella mela rossa e succosa.
 
Circa un’ora dopo…
 
- Il conte di Fersen avrebbe dovuto soffocare l’amore per la regina Maria Antonietta per evitare pettegolezzi su di lei – disse Andrè ad Oscar mentre sorseggiava del tè nel salottino e dopo aver discusso sulle voci che circolavano in tutta la Francia a causa del loro amore.
 
- Non c’è riuscito, Andrè – rispose Oscar, in piedi, a scrutare il cielo oltre la finestra.
 
- C’è gente che ama una persona senza che questa lo venga mai a sapere – disse Andrè quasi in un sussurro.
 
Come faccio io Oscar, come faccio io anche se è tanto difficile e ti fa stare male…
 
Oscar si voltò di scatto e vide Andrè con lo sguardo perso nel vuoto e quando sollevò la testa verso di lei, vide due occhi dolcemente afflitti e ombrosi.
Non seppe spiegarsi perché ma provò una tenerezza senza fine accompagnata da un tuffo al cuore.
In un improvviso attimo di consapevolezza, che squarciò l’ombra oscura dei suoi pensieri sempre uguali, comprese che lei e Andrè si erano allontanati un po’ negli ultimi tempi.
Chi era diventato Andrè mentre lei rincorreva un sogno d’amore impossibile e inafferrabile e dal quale non voleva o non poteva risvegliarsi?
Era sempre insieme a lei, presente in tutti i gesti quotidiani del loro lavoro ma in realtà si rese conto che non vedeva più la sua anima, i suoi pensieri più profondi, le sue emozioni, i suoi momenti  sereni e quelli meno.
Dove nascondeva il suo vero se stesso o….forse era lei che semplicemente aveva chiuso gli occhi su di lui?
Un’altra fitta al cuore e si sentì mortificata e triste.
Soprattutto per quella frase che lui aveva spedito, quasi con noncuranza, nel breve spazio aereo, teso e inquieto, che li separava.
 
- Cosa vuoi dire? – lo interrogò Oscar sedendosi al tavolino accanto a lui e guardandolo con occhi penetranti; voleva capire e voleva ritrovare il suo amico.
 
- Quello che ho detto -  rispose Andrè asettico – un’osservazione riguardante molte persone deluse da un amore…tu dovresti capire, purtroppo, no? – aggiunse a fior di labbra.
 
- Sì, lo capisco perfettamente. E credo anche tu…Non sono stupida, ho capito benissimo. Anche tu ami una donna che non lo sa?
 
Andrè si sentì morire!
Non pensava che quella frase buttata là, forse più per liberarsi di un peso che discuterne proprio con lei, avesse potuto interessarla!
 
E ora che le dico?
 
La sua fronte trasudò piccole goccioline di sudore, le gote si imporporarono lievemente e il cuore iniziò a martellargli nel petto.
 
Come faccio adesso a uscire da questo guaio che mi sono creato con le mie stesse mani?
 
Deglutì, gli occhi che sembravano voler bucare la tazza di tè che teneva tra le mani, poi si decise a rispondere.
 
- Beh, sì…anch’io amo qualcuno che non lo sa – Andrè  confessò il suo sentimento alzando lo sguardo, inerme, sincero, dolce su quello di lei, stupito.
 
- Andrè…io non lo sapevo….Perchè non me ne hai mai parlato? Perché so così poco di te?
 
- Oscar…lascia stare. Non è capitato, è così e basta…Siamo così presi dai nostri impegni, dal lavoro, che non abbiamo più il tempo per parlare di noi, di me, di diletti e inquietudini….Va bene così… -rispose Andrè con un tono di voce carezzevole ma  amareggiato.
 
- No, che non va bene così!- esclamò Oscar sentendo un doloroso groppo alla gola.
 
Lì, di fronte a lei, c’era Andrè!
L’ amico, prima di tutto, il fratello, il compagno di una vita.
L’unico vero amico che l’aveva sostenuta, difesa, protetta, consolata con il quale aveva condiviso tutto; e lei era sempre stata la sua amica che aveva raccolto tante volte le sue confidenze, i suoi malumori, le sue idee divertenti, le piacevoli digressioni su arte e letteratura…
 
Perché era diventato così tra loro? Quando?
 
Fersen…il mio innamoramento per lui mi ha allontanato da Andrè…Dio, come ho potuto essere così ingiusta e insensibile?
 
- Andrè…conosco la donna che ami? Non vuoi confidarti con me? – lo sollecitò.
 
Certo, come no. La donna che amo sei tu….Prova a consolarmi….
 
-Oscar…apprezzo il tuo interessamento, ma non mi va di parlarne. Stai tranquilla, davvero, non preoccuparti per me – Andrè voleva fuggire da quella conversazione surreale e così fece per andarsene.
 
Oscar gli prese una mano e lo bloccò.
 
- Andrè….. Mi sto rendendo conto che non parliamo più come prima e sto scoprendo che mi fa male, mi fa tanto male Andrè. Ho paura di perderci….no…non voglio… -  e una lacrima le sfuggì da un occhio.
 
Andrè rimase piacevolmente stupito dalla sua Oscar e non voleva vederla piangere, così tornò a sedersi e le prese le mani tra le sue.
 
- Oscar…sono felice delle tue parole, mi sei tanto mancata. E nulla è perduto! Ritroveremo i nostri momenti esclusivi…non potrei essere più contento – disse allontanandole le lacrime che sostavano sul bordo delle palpebre inferiori, pronte a tracimare.
 
Meraviglioso amore mio…sei qui, sei ritornata da me…io non voglio altro, davvero non voglio altro!
 
- Chi è la donna che ami? – insistette Oscar.
 
- Non importa Oscar…so che non potrò averla e ho accettato questa situazione, a fatica certo, ma l’ho accettato…- il giovane non poteva davvero rivelarle la verità…
 
- Quando e se vorrai confidarti con me, Andrè , ti prego, fallo…
 
-Lo farò…promesso .
 
Impossibile, amore mio, ma te lo faccio credere per farti stare bene, per renderti serena. Sei con me, sei con  me…questo conta….
 
- Adesso vado Oscar…la nonna mi starà cercando come una pazza, brandendo sicuramente un’arma impropria! Ci vediamo a cena…- le sue mani corsero sotto le guance di Oscar e poi si posarono gentilmente sulle spalle.
 
D’istinto Oscar afferrò le sue grandi mani e le accarezzò, gli occhi persi in quella marea  verde-giada che scintillava di bontà, affetto, abnegazione…
 
Andrè esibì un sorriso che solo lontanamente esprimeva l’immensa felicità che provava.
Si erano ritrovati.
 
***
 
Il sole stava lentamente tramontando dietro grossi nuvoloni che si addensarono nel cielo grigio.
Le nuvole coprirono rapidamente l’apparente discesa dell’astro, sciogliendo i suoi raggi dorati nel cielo infinito che prometteva adesso una furiosa pioggia.
Andrè, sulla soglia del portone d’ingresso, scrutava quel cielo nero con molta apprensione.
Oscar non ritornava ancora; alcune ore prima la Regina le aveva affidato un misterioso compito: consegnare un messaggio a una persona il cui nome Oscar non gli aveva rivelato.
Andrè si era offerto di accompagnarla ma lei aveva rifiutato, pregandolo di precederla a casa.
E così lui aveva fatto.
Ma adesso era parecchio preoccupato per lei, perché temeva che la pioggia l’avrebbe  colta in pieno e non aveva con sé il mantello…
Una prima goccia raggiunse i suoi capelli, un’altra il braccio, un’altra ancora le scarpe... venne giù, rapida, una leggera pioggerellina che sarebbe presto diventata un acquazzone e sulla strada, oltre il cancello, di Oscar neanche l’ombra.
 
Si bagnerà tutta e si prenderà un malanno! La vado a cercare!
 
Si recò immediatamente nella stanza di Oscar, prese il suo mantello e dopo aver indossato il proprio, corse nella scuderia, montò Alexander e lo spronò veloce al galoppo.
Oscar aveva appena riferito il messaggio della Regina a Fersen riguardo l’appuntamento che avevano fissato per quella sera e che lei era stata costretta a rifiutare per un importante impegno a corte.
Glielo aveva comunicato rimanendo in groppa al suo cavallo e rifiutando l’invito del conte a ripararsi dalla pioggia, che cadeva incessantemente, dentro casa sua.
Un fugace saluto e aveva preso lesta la via del ritorno già bagnata fradicia.
Non era la prima volta che correva sotto la pioggia ma quella volta la infastidì parecchio: quel freddo umido la faceva sentire indifesa e usurpata, esattamente come la messaggera d’amore che era stata costretta a interpretare.
Aveva odiato quel compito che le aveva assegnato la Regina e nello stesso tempo aveva partecipato della loro sofferenza d’amore che ben conosceva dentro di sè.
Ma un senso di ribellione scattò in lei, non voleva diventare come loro, non voleva rincorrere un amore impossibile….
Sì, anche questo era amore ma inaspettatamente si sentì rattristata, angosciata da quei due amanti infelici.
Questo suo sentire le provocò un insolito rimescolamento di sensazioni nell’anima e quella perenne afflizione che albergava nel cuore, improvvisamente,  si spense dandole un certo sollievo.
A testa bassa per cercare di non prendere direttamente in faccia la pioggia, Oscar scrutava di sottecchi la strada, gli alberi che la fiancheggiavano sferzati da quelle stille d’acqua potenti.
Ogni tanto sollevava il volto per controllare la direzione.
E fu in uno di questi momenti che dal buio liquido di fronte a lei si materializzò una figura indistinta che correva anch’essa, su un cavallo bruno.
Pochi istanti di perplessità, poi capì senza vedere ancora quella macchia scura che sembrava volare verso di lei.
 
Eccola…
 
Andrè raggiunse Oscar in pochi secondi, la superò di poco e facendo voltare Alexander, per galoppare a fianco di Cèsar, le poggiò il mantello sulle spalle, esibendole un sorriso magnifico.
Nel buio di quella notte da lupi, sotto un diluvio di enormi proporzioni, vide brillare due stelle verdi in un viso di una dolcezza ammaliante che le diceva tutto:
Sono qui per te…
Ti proteggo dal freddo e dalla pioggia…
Ti ricopro del mio grande affetto, ora e sempre….
Ricambiò il suo sorriso e si sentì felice.
Felice perché Andrè c’era sempre per lei, sapeva venirle in aiuto in ogni occasione, si teneva dentro le sue emozioni e i suoi problemi per dedicarsi completamente a lei, non si stancava di consolarla e capirla anche quando poteva sembrare impossibile.
Confermò a se stessa, dicendoselo chiaramente nei pensieri, che gli voleva un gran bene, un bene speciale, un bene unico, un bene del quale aveva bisogno…
 Si abbandonò, con la mente e con il cuore, a quell’affetto e le ombre scure che le aleggiavano dentro si diradarono.
Giunti dopo alcuni minuti a Palazzo Jarjayes, si diressero rapidi nella scuderia per lasciare i cavalli e si guardarono, l’uno di fronte all’altro, ridendo come matti.
 
- Sembriamo due spaventapasseri! -  esclamò Oscar guardandosi e guardando Andrè - Grazie per il mantello, Andrè, grazie….sei…sei unico!
 
Un forte turbamento catturò il cuore di Andrè all’udire quelle parole.
 
- Non ti avrei mai lasciata sotto quella pioggia….- disse Andrè sorridendole teneramente.
 
Una morsa nello stomaco, una commozione irrefrenabile e Oscar, seguendo l’impeto delle sue emozioni, si buttò tra le sue braccia!
 
- Grazie…grazie Andrè…..grazie…
 
-Ehi – disse lui stringendosela sempre più al suo petto – non devi dirmi grazie…io per te farei qualunque cosa…qualunque…
 
- Oh, Andrè, anch’io, anch’io e vedrai te lo dimostrerò sempre di più…- Oscar si accoccolò ancora di più sul suo petto.
 
Che sta succedendo? Tutto questo è vero? si chiedeva Andrè al colmo della felicità.
 
La ragazza starnutì e Andrè, preoccupandosi che potesse prendersi un brutto raffreddore, si riscosse dai suoi pensieri.
 
- Oscar devi toglierti questi vestiti fradici…e di corsa…
 
- Anche tu…direi…
 
- Torniamo nelle nostre stanze….
 
- Sì, hai ragione.
 
Staccandosi a fatica dall’abbraccio i due ragazzi fecero ritorno nelle proprie stanze.
Entrambi si spogliarono, si cambiarono d’abito, si riscaldarono al caminetto ma senza che la dolce trepidazione provata in scuderia svaporasse in alcun modo!
Oscar ripensò ad Andrè, al suo precipitarsi per portarle il mantello, ai suoi meravigliosi occhi verdi, colmi di dolcezza e affetto per lei…
Si sentì felice e riconoscente e doveva dirglielo, doveva saperlo.
Corse nella sua stanza.
Bussò lievemente.
Andrè le aprì stupendosi della sua inaspettata visita.
 
- Che ci fai qui? Entra….
 
- Volevo solo ringraziarti, per tutto….
 
La luce tremula di un candelabro illuminò il volto di Andrè, sereno e buono, gli occhi rilucenti, il sorriso dolce.
In quella penombra, solo in quel momento, Oscar si accorse che la sua camicia era ancora sbottonata…
Si sentì travolta da una strana sensazione, da un languore piacevole al basso ventre e arrossì violentemente in volto.
Ma non smise di guardare quella porzione di petto forte e muscoloso, letteralmente incantata da lui, dalla sua bellezza mascolina.
Andrè lesse quello stupore nei suoi occhi e non cercò e non chiese spiegazioni; l’aria intorno a loro, satura del loro profumo e dei loro respiri ansanti, parlò loro.
Andrè sollevò una mano e le accarezzò una guancia e lei piegò il volto per sentire ancora di più il contatto  della sua pelle calda.
I loro cuori battevano all’impazzata; Oscar sentiva la smania irrefrenabile di gettarsi nuovamente sul suo petto…così bello e profumato ma era imbarazzata e stranita da queste sue sensazioni forti.
L’esitazione di Oscar fu un segnale inequivocabile per Andrè: parlava di desiderio e così,  pur mettendo in conto la possibilità di un solenne equivoco, si lasciò guidare dal suo amore…
La prese tra le braccia, dolcemente, e le accarezzò la schiena; lei gli lasciò fare e le sue braccia, prima timidamente poi più decise, gli cinsero la vita.
 
- Che sta succedendo? – chiede Oscar con una vocina flebile ed emozionata.
 
- Non lo so, Oscar, ma è bellissimo. E’ bellissimo tenerti tra le mie braccia…resta ancora così…
 
Oscar ansimava dall’emozione e dal piacere di sentirsi abbracciata.
Le sue labbra, poggiate sulla clavicola destra che sapeva di lui, si schiusero in un bacio e mentre gli accarezzava i fianchi.
 
Oh, Dio, che sto facendo?
 
Andrè impazzì dal piacere e dalla felicità, le prese il volto tra le mani e la guardò intensamente: i suoi occhi erano languidi e bisognosi d’amore.
 
- Oscar….puoi sentire il mio cuore per chi batte, lo puoi sentire?
 
- Cosa? Io…- Oscar lo guardava rapita, e la mano sfiorò il petto, sotto la camicia dove il suo cuore batteva….batteva fortemente.
 
Quel ritmo le entrò dentro e diventò il suo, si sentì investita da un’emozione troppo grande per essere trattenuta dentro ma non sapeva esprimerla…
E tremava e fremeva…
 Intensi brividi le scuotevano la pancia…
 
- Piccola mia….ti amo Oscar, ti amo – e nel dichiararsi, lasciando correre ogni indugio e ritrosia, le sollevò il mento e poggiò la fronte sulla sua, i nasi si sfiorarono …gli aliti si mescolarono, i cuori fremettero e i respiri si affannarono…
 
Un attimo, solo uno, di timore, di sbagliare tutto, poi le labbra di Andrè si posarono sulle labbra di Oscar, un leggero sfioramento e le baciò…  ma si ritrasse quasi subito per scrutare la sua reazione…
Aveva gli occhi chiusi…le sembrava così indifesa e si fermò un attimo…aveva sbagliato tutto?
Ma mentre elaborava quella domanda, Oscar riaprì gli occhi e sollevandosi sulle punte, gli si strinse al collo invocandolo….
 
- Andrè….Perchè hai smesso? Mi…mi piacevano…le tue labbra…io…
 
E sospesa in quel dubbio, lasciò correre le sue sensazioni e il suo desiderio e la bocca raggiunse la sua e gli fece dono del suo primo bacio, esitante ma sincero e travolgente.
Le parole, le paure, i tentennamenti di entrambi svanirono e presero a baciarsi completamente soggiogati da questo piacere infinito.
Baci leggeri, baci sfiorati, baci umidi, baci schioccanti, baci profondi, baci infiniti….sulla  bocca e poi sulle guance, sulla fronte, sul collo…baci scambiati in un ardore crescente.
 
- Andrè…non riesco a fermarmi….cos’è tutto questo?
 
- Niente domande, Oscar, se ti va…..è tutto quello che è  e che vuoi e che voglio….
 
- Ti voglio, Andrè…..voglio questo… -  e mentre ansimava in quegli scambi reciproci di baci passionali – dove tenevo conservato tutto il desiderio per te? E mi hai detto che mi ami!
 
- Oscar…non stupirti e non obbligarti a dirlo a me…perché la passione è già un forma d’amore, lo precede, lo prepara, lo stimola, lo completa….
 
- Andrè… stringimi più forte…
 
Come poteva non accontentare la richiesta del suo amore?
La strinse a sé a lungo, poi lei si staccò e lo guardò…
I suoi occhi azzurri luccicarono….
Quel luccichìo d’azzurro che Andrè, non molto tempo prima, aveva visto dedicare a Fersen e che sognava per sé…eccolo, Oscar gliene fece dono: il suo sogno impossibile si era realizzato.
 
- Ti amo anch’io Andrè…
  
Leggi le 23 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Lady Oscar / Vai alla pagina dell'autore: lidyalinne