Anime & Manga > D.Gray Man
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Autore: Maiko    27/08/2015    1 recensioni
[Lieve spoiler capitolo 219]
Quella parte di lui che era rimasta assopita dentro Allen per tutto quel tempo aveva sofferto dolorosamente in ogni istante: un dolore sordo, martellante, come il battito di un cuore malato disperso in un’eco senza fine. Si era sentito smarrito, spezzato in due e proteso verso quella metà che gli era stata strappata[...]
[Mana+Nea]
Genere: Fluff, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Allen Walker, Mana Walker, Neah/Quattordicesimo
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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Symbionts
 
 
 
 






Nea ricordava ogni momento della sua vita da quando era stato in grado di farlo.
Ricordava Katerina, il suo sorriso caldo e pieno d’amore; ricordava il pizzo bianco della coperta che aveva intessuto per loro, quando ancora erano in grado di emettere solo flebili vagiti.
Era nato trentacinque anni prima, pur avendone vissuti molti di meno.
Ora che si era risvegliato –non del tutto, non ancora- gli sembrava quasi impossibile trovarsi di nuovo di fronte a Mana, potergli toccare il viso e le guance rese ruvide dalla barba incolta, guardarlo in quegli occhi strabuzzati dalla sorpresa.
Sorrise. Un sorriso innocente, luminoso.
Il corpo di Allen era molto giovane, appena un ragazzino, e Mana lo superava di almeno una spanna. Gli carezzò gli zigomi e sfiorò con le dita l’attaccatura dei capelli bruni, per poi scivolare agli angoli degli occhi: erano lucidi, leggermente sgranati, e lo osservavano con sguardo perso e confuso. Gli abbassò le palpebre con i pollici e si alzò sulle punte per posargli un bacio sulla fronte, aprendosi poi in un sorriso spontaneo.
Erano insieme, finalmente. Riusciva a percepire il groppo allo stomaco sciogliersi in una piacevole sensazione di calore, ora che poteva toccare Mana con le proprie mani.
Quella parte di lui che era rimasta assopita dentro Allen per tutto quel tempo aveva sofferto dolorosamente in ogni istante: un dolore sordo, martellante, come il battito di un cuore malato disperso in un’eco senza fine. Si era sentito smarrito, spezzato in due e proteso verso quella metà che gli era stata strappata, che aveva perduto. Era stato come privarsi del proprio centro di gravità e sentirsi inesorabilmente attratto verso qualcosa che non aveva potuto raggiungere, fino ad ora.
Mana era stato suo fratello per tutta la sua infanzia e gran parte della giovinezza, finché alcuni ricordi, alcuni frammenti confusi, non avevano iniziato a fare capolino e ad istillare il seme del dubbio: non era soltanto il suo gemello, era parte della sua essenza, il suo completamento.
Appoggiò la tempia alla sua guancia e si lasciò stringere dalla presa ancora un po’ incerta di Mana, avvertendo le viscere contrarsi di felicità nel realizzare che quelle braccia non lo avevano lasciato per tutto il tempo in cui erano stati vicini.
 
 

Il cielo fuori dalla finestra era nero. Il silenzio della notte era interrotto soltanto dal frinire dei grilli, lontano, e dal bubolare di un gufo che aveva fatto nido sotto le tegole del tetto.
La camera era illuminata dalla luce tenue di una candela quasi del tutto consumata.
Mana e Nea erano girati su un fianco, uno di fronte all’altro, con la pesante coperta di lana tirata su fino al mento.
Il più grande, con i capelli bruni un po’ più corti del fratello, teneva gli occhi chiusi e dormiva placidamente. Si era addormentato poco dopo che Katerina aveva lasciato la stanza, una buona mezzora prima, e Mana non aveva avuto cuore di tenerlo sveglio ancora un poco.
Erano passati due giorni da quando si era ripreso dalla lunga malattia, e Nea vegliava su di lui ogni istante. Era ovvio che, nel periodo in cui era stato colto dalla febbre alta, il fratello fosse stato scosso dai sensi di colpa e dalla paura tanto da non dormire affatto bene.
Mana lo osservò qualche istante –il viso disteso ed il respiro lieve che poteva avvertire sul proprio volto- poi si avvicinò e poggiò le labbra ruvide ed un po’ screpolate sulla sua guancia, andando a prendergli una mano per intrecciarvi le dita.
Nea si mosse un po’ e socchiuse gli occhi, giusto il tempo per riconoscere la massa di capelli scuri e ribelli che gli solleticava la tempia, poi gli si fece più vicino e si lasciò stringere.
 
 

«Adesso sai.» disse in un sussurro, mentre piegava le labbra in un piccolo sorriso.
Aveva sempre adorato stare tra le braccia di Mana.









Spazio autrice:
Sì, ehm...One-shot molto random, scritta dopo aver letto il capitolo 219 di D.Gray. Era da una vita che non scrivevo nulla in questo fandom °-°
È una storiella senza pretese, molto -tanto- fluff e nient'altro.
*Non* volevo presentare Nea e Mana con "implicazioni amorose", ma adoro l'ambiguità espressa nell'ultimo capitolo, lo ammetto. Dopotutto sono parte dello stesso essere, perciò hanno quel tipo di relazione che credo abbiano anche Debitto e Jasdero. (e poi andiamo: Mana e Allen-Nea nell'ultimo capitolo. E uno non deve farsi trip mentali strani.)
Adoro il fluff tra fratelli, mi piace scrivere cose molto dolciose *coff coff* Thor e Loki.
Ho volutamente evitato di accennare a ciò che si era sentito nei capitoli precedenti (Nea che vuole uccidere il Conte del Millennio e che forse ha ucciso Mana) perché credo che la Hoshino ci abbia mandato fuori strada di proposito, e le cose non sono molto chiare.
-Maiko-


 
  
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