Aspen Mountain
<<
Razza di idioti! Ma non hanno nient’altro da fare, che
perseguitarmi
continuamente?! >>
Lanciai
il giornale di gossip, a terra, e mi alzai dal divano, su cui ero
seduto. Ero
stufo di tutti quei paparazzi, che mi seguivano ovunque. Non ero libero
di
uscire per le strade che centinaia di Flash mi colpivano, senza
speranze.
Ormai
mi ci ero quasi abituato, ma adesso riuscivano a trovarmi anche quando
uscivo
con qualche amico, per una birra o una semplice festa . Eh no! Adesso
era troppo.
Sapevo che era inutile parlarne con il mio agente. L’avevo
già fatto, ma mi
aveva detto che non c’era modo di fermare quei maledetti
giornalisti. Ora
cominciavo a capire perché Kristen insisteva tanto per non
uscire mai con me.
Raccolsi
il giornale che avevo malamente buttato sul pavimento, pochi secondi
prima, e
osservai con un sospiro le due foto che mi ritraevano con due ragazze,
che
avevo conosciuto da poco in qualche locale. Le avevo ritrovate per
caso, nel
pub dove io e i miei amici avevamo deciso di trascorrere la serata, o
magari
erano loro che avevano trovato me. Naturalmente, dopo qualche drin ero
quasi
totalmente ubriaco, ma non era una novità per queste serate
e soprattutto per i
miei standard. All’uscita mi si erano attaccate addosso, con
la richiesta di
scattare qualche foto, che adesso erano spiattellate su quel giornale,
che
tenevo tra le mani. Sicuramente tutti immaginavano chissà
quale notte di fuoco
avessi passato, in loro compagnia, invece dopo ero stato riaccompagnato
a casa
dai miei amici, dato che non mi reggevo in piedi.
Sospirai,
posando il giornale su un piccolo tavolino in vetro, accanto al divano.
Chissà
se Kristen avrebbe visto queste foto. Cosa avrebbe pensato?
Sorrisi,
tra me e me. Probabilmente avrebbe pensato che sono il solito
ragazzino, come
spesso mi diceva. Era
davvero convinta
che non fossi affidabile. Torto non gliene potevo dare: la mia vita,
specie
sentimentale, era sempre stata piuttosto tormentata. Ero un tipo troppo
libertino e imprevedibile, per pensare all’amore. A quella
parola mi riscossi e
scossi la testa per scacciare l’immagine della ragazza che mi
invase la mente,
accostata a quel sentimento.
No,
non sarebbe mai successo. Non me ne avrebbe dato la
possibilità.
Mi
avvicinai all’alta finestra del mio appartamento e guardai le
macchine
sfrecciare, velocemente, per le strade. Era una bella giornata, ma
naturalmente
in California non poteva non essere così. Alle volte mi
mancava il tempo grigio
di Londra. Era di sicuro piacevole stare in una città viva e
solare come Los
Angeles, ma dovevo ammettere che l’atmosfera malinconica
della mia città mi
mancava. D’altronde ero sempre stato un tipo piuttosto calmo,
forse poco adatto
a uno stile di vita come quello californiano.
Sorrisi
di nuovo. Certo, dovevo ammettere che la notte mi piaceva divertirmi,
per cui
forse non ero in un posto così tanto lontano da me.
Non
volevo pensare a cosa sarebbe successo per Capodanno. Ero stato
invitato in
centinai di posti, ma erano naturalmente sotto i riflettori. Ero certo
che
qualunque cosa avessi fatto, mi avrebbero trovato dappertutto.
Improvvisamente
un idea mi balenò nella mente. Forse c’era un modo
per tenere lontani i
paparazzi. E se fossi andato nella baita in cui ero solito andare con
tutti i
miei amici d’infanzia? Infondo nessuno sapeva
dell’esistenza di quel posto,
tranne me e loro. Al massimo avrei potuto dirlo a Kellan, Ashley e
magari a
Nikki, tanto mi fidavo di loro.
Mi
complimentai con me stesso. Ma perché non ci avevo pensato
prima? Invece di
rinunciare ad uscire con i miei amici, meglio portarli in un posto dove
di sicuro
i paparazzi non ci avrebbero raggiunto.
Mi
affrettai a prendere il cellulare, nella tasca dei pantaloni, e
avvertire
tutti. Non volevo rischiare la sorte, anche se erano remote le
possibilità che
potessero controllarmi anche il cellulare, ma non ci si poteva mai
fidare abbastanza.
Chiamai
Nikki e Tom, mio vecchio amico da anni, e gli dissi di incontrarci in
un pub
della città, dove eravamo soliti vederci. Avrebbero sparso
loro la voce e ci
saremmo visti direttamente alla baita, per l’ultimo
dell’anno.
Dopo
aver terminato quelle poche chiamate, mi misi il giubbotto e presi le
chiavi
della macchina, appese all’ingresso. In poco tempo raggiunsi
il luogo stabilito
e non feci neppure caso agli sguardi increduli, che mi rivolgevano le
ragazzine
che mi notavano.
Conoscevo
già il proprietario, un uomo basso ma simpatico che, non
appena mi vide, mi
fece entrare e sedere al solito posto. In un tavolo in fondo al locale,
lontano
da occhi indiscreti, seppur limitatamente.
<< Allora ragazzo mio, che si
dice nel mondo dei
Vampiri?! >>
Rimandai
a John, così si chiamava il proprietario, un sorriso
indulgente.
<<
Va tutto bene! Noi gente immortale non potremmo stare meglio di come
stiamo!
>>
La
risata roca e pesante dell’uomo, che avevo di fronte,
distrasse qualcuno seduto
ai tavoli vicini e io rimandai a John un occhiataccia.
<<
Schhh! Non rendermi le cose più difficili!
>> gli intimai, sorridendo anche io.
<<
Oh, che esagerato che sei, Rob! D’accordo starò
buono e non dirò una parola.
>>
<< Robert, tesoro, mi prendi
in giro anche con
John, adesso? >>
La
voce allegra di Nikki fece voltare entrambi. Sorrisi, sinceramente
contento di
vederla. In realtà ci vedevamo spesso negli ultimi tempi,
infatti avevo
scoperto una persona molto dolce e disponibile in Nikki.
<<
Ma cosa si deve dire a una ragazza così bella?
>>
Nikki
fece una faccia buffamente incantata, alle parole di John.
<<
Questo è vero. >>
gli feci eco
anch’io.
Si,
Nikki era molto carina. Ma non c’era nulla, al di
là dell’amicizia, tra di noi.
<< Allora, dimmi tutto.
>>
La
vidi sedersi di fronte a me e levarsi il giubbotto, sistemandolo sulle
sue
ginocchia.
<<
Dunque, ti ricordi che avevamo parlato di una possibile festa per
Capodanno, in
qualche locale della città? >>
Lei
annuì e mi guardò curiosa. Di solito non
avanzano mai ipotesi.
<<
Beh, dato che non ne posso più di essere inseguito dai
paparazzi, almeno a
Capodanno vorrei fare qualcosa di diverso e che li tenga lontano da
noi.
>>
La
sua espressione si accese e si appoggiò con un braccio al
tavolo, invitandomi
con lo sguardo a continuare. Sorrisi della sua espressione, ogni qual
volta si
parlava di organizzare qualcosa lei era sempre pronta.
<<
Conosco una baita dove trascorrevo molte serate, con i miei amici
d’infanzia.
Quel posto non lo conosce nessuno a parte noi, quindi potremmo
organizzare
qualcosa lì >>
<<
Organizzare dove? >>
Mi
voltai e incontrai lo sguardo ammiccante di Tom. Mi ero quasi scordato
che ci
doveva essere anche lui. Mi alzai e ci salutammo e vidi Nikki fare lo
stesso.
<<
Stavo dicendo a Nikki, che per Capodanno potremmo passare una bella
serata alla
nostra baita. Ti ricordi? >>
Tom
che si era appena seduto accanto a Nikki, e si illuminò
improvvisamente.
<<
E’ vero! Cavoli Rob, è una buona idea, sono anni
che non andiamo lì. >>
<<
Sono d’accordo anch’io, Robert! Ma dove si trova
questa baita? >>
<<
A Denver, in Colorado. >>
<<
Accidenti, così lontano? >>
<<
Prendendo l’aereo non ci metteremo molto. >>
rispose Tom, per me.
<<
E’ così voi andavate lì? Ma
è molto lontano da Londra. >>
<<
Si è vero. Infatti ci organizzavamo prima e stavamo
lì per una quindicina di
giorni. Ci divertivamo un sacco, nel periodo delle feste, senza contare
che ci
sono molte piste sulle montagne, dove si può sciare.
>>
<<
Davvero? Andiamo subito allora! Io adoro sciare >>
Guardai
stupito Nikki, non sapevo che sapesse sciare.
<<
Davvero? Allora abbiamo qualcosa in comune. >>
Guardai
Tom, che aveva appena finito di parlare , con un sopracciglio alzato e
un
sorriso eloquente.
<<
Non ci provare con me Tom, non sei proprio il mio tipo.
>> rispose Nikki
, altezzosa.
Ridemmo
tutti e tre. Fummo interrotti dal suono del cellulare di Nikki, che
aveva
appoggiato sul tavolo.
<<
Pronto? Ah si, arrivo subito! >>
chiuse la telefonata e mi rivolse un sorriso spiacente.
<<
Mi dispiace ragazzi, ma devo andare. Allora spargo la voce ai nostri
amici più stretti
e poi ci organizziamo, d’accordo? >>
Annuì,
schiacciandole l’occhio. Ci salutò e rimasi con
Tom. Parlammo del modo in cui
ci saremmo potuti organizzare e dopo ci dividemmo.
<< >>
<<
Cosa? No accidenti! Non posso fare sempre e solo quello che dici tu
… no,
esatto … bene, vorrà dire che non ci vedremo,
qual’ è il problema ? Certo,
certo divertiti pure, ti saluto, Michael.
>>
Chiusi
la telefonata, con rabbia.
Ma
chi si credeva di essere? Ero stufa di fare sempre quello che voleva
lui. Ogni
anno la stessa storia. Se proponevo qualcosa di diverso, lui se ne
usciva che
si era già organizzato, con i suoi amici e che non poteva
dirgli di no. Naturalmente
ero sempre io quella che doveva accontentarsi. Ero stanca di quella
sottomissione. Non potevo farmi mettere ancora i piedi in testa, dal
mio
fidanzato. A diciotto anni e con una bella carriera davanti, non vedevo
il
motivo per cui dovessi prendere ordini da lui.
Composi
il numero di Nikki, sul cellulare, e sperai che rispondesse subito.
Dovevo
assolutamente organizzarmi con i miei amici, dato che ogni anno mi era
precluso
per colpa di Michael.
<<
Nikki dove sei? Ci vediamo al solito posto, tra dieci minuti? Bene, ci
vediamo
lì. >>
Attaccai
e ringraziai, mentalmente, la mia migliore amica. Riusciva ancora a
sopportarmi, la chiamavo ad orari insoliti e le davo margini di tempo
sempre piuttosto
ristretti. Fortuna che era sempre presente.
Indossai
il giubbotto e uscì, velocemente, dal mio appartamento. In
poco tempo arrivai
nel piccolo locale vicino al porto di Los Angeles, dove di solito io e
Nikki ci
vedevamo. Con mia
sorpresa la vidi già
lì.
<<
Nikki, come hai fatto ad
arrivare prima di me? >>
<<
Ero nei paraggi … >>
mi rispose
vaga.
Non
persi tempo a chiederle altro, che le feci segno di sederci.
<<
Ho deciso che quest’anno lascerò Michael
divertirsi, come gli pare, con suoi
amici. >>
<<
Questo
vuol dire che , finalmente, sarai libera per la notte di Capodanno?
>>
Sorrisi
del suo tono ironico. Sembrava strano anche a me che, per la prima
volta, non
trascorressi il Capodanno con il mio ragazzo. Annuì, con un
sospiro.
<<
Oh! Questa si che è una notizia! >>
Stavo
per ribattere, quando lei mi fece cenno di aspettare, per rispondere al
cellulare che aveva cominciato a suonare.
<<
Pronto? Ah sei tu! Domani mattina? Si va bene, l’avevo
già messo in conto. Non
potevi pensarci un po’ prima, eh?!
Vabbè
ti adoro anche per questo, tesoro!
>>
Non
appena chiuse la chiamata, le rimandai un sorriso curioso. Solitamente
si
riferiva a una certa persona, quando usava quelle parole e quel tono.
Tuttavia,
feci finta di nulla.
<<
Abbiamo fatto conquiste? >>
<<
Ma no, che conquiste … senti Kristen, che ne dici se ci
vediamo domani mattina,
all’aeroporto? >>
<<
All’aeroporto? A fare che? >>
<<
Lascia fare a me, questa volta. Hai detto che sei libera dalla tua
prigione,
no? >>
La
mia prigione? Ah si … naturale a chi si riferiva …
<<
Si, è vero, ma … >>
<<
Niente “ ma”, domani mattina ti devi solo far
trovare all’aeroporto. Passeremo
il Capodanno fuori da questa città, hai capito?
>>
Non
mi lasciò il tempo di rispondere, che si alzò in
piedi.
<<
Adesso scusami , ma ho tantissime cose da fare. Parleremo di tutto
domani
mattina, sull’aereo … >>
Mi
alzai anch’io e la seguì.
<<
No, Nikki! Dove vorresti andare? >>
<<
A Denver, non preoccuparti del biglietto, penso a tutto io. Portati
solo una
piccola valigia, per rimanere qualche giorno fuori. Ricordati che
farà molto
freddo. >>
Rimasi
stupita a guardarla, mentre si infilava nella sua Mercedes grigia. La
vidi
salutarmi con la mano, al di fuori del finestrino della sua auto,
mentre se ne
andava.
<<
Non fare tardi! >>
Mi
urlò dal finestrino.
Scossi
la testa, incredula. Ma che razza di amica avevo? Mi misi a ridere di
cuore, in
mezzo alla strada, attirando molti sguardi curiosi. Mi tappai la bocca,
con la
mano, e mi incamminai per tornare a casa.
Ma
che idea aveva in testa? Qualsiasi cosa avesse in mente, sapevo
benissimo di
dovermi preoccupare. Poco male, per una volta non avrei seguito le
solite
regole. Mi fidavo della mia migliore amica, anche se a volte mi
lasciava
parecchio interdetta.
A
quanto aveva capito, si era messa d’accordo con qualcuno.
Chi? … Nikki era
sempre piena di sorprese. Chissà con chi aveva parlato al
telefono. Avevo
qualche dubbio, ma se fosse stato Robert di sicuro me
l’avrebbe detto. Di
solito, quando lui la chiamava ed io ero con lei, Nikki mi lanciava
sguardi eloquenti.
Sbuffai,
pensierosa.
Non
avevo mai affrontato un discorso su Robert, con lei, anche se mi faceva
capire
che per lei nascondevo qualcosa. Non c’era nulla con Robert ,
oltre una bella
amicizia. In realtà non potevo negare l’attrazione
che provavo nei suoi
confronti, spesso mal celata, ma Robert era un ragazzo bellissimo,
ovvio che ci
fosse.
Probabilmente
anche alla mia migliore amica piaceva molto Robert. Una fitta di
gelosia mi
colpì, inaspettatamente. Anche questo era normale. Era il
mio migliore amico e
non volevo che nessun altra gli mettesse gli occhi addosso. Ovviamente
questo
era impossibile. Sicuramente questo era il motivo principale per cui le
sua fan
mi odiavano … e per cui io odiavo loro …
Sorrisi
tra me. Se non ci fosse stata qualche fan, ci sarebbe stata comunque
qualche
ragazza interessata. Su questo non avevo dubbi, ma Robert sicuramente
non si
sarebbe fatto sfuggire quelle occasioni, dato che era in cerca di una
ragazza.
Magari l’avrebbe trovata giusto per la serata di Capodanno.
Chissà cosa avrebbe
fatto. Mi sarebbe piaciuto passarlo insieme a lui, ma
d’altronde non ci
sentivamo quasi mai, al di fuori del set. Qualcosa dentro di me, mi
diceva che
la colpa era mia se lui si manteneva distante da me, ma un'altra parte
preferiva credere che era lui che non mi voleva vicina. Magari
preferiva Nikki
a me … in fondo si vedevano molto spesso, ultimamente.
Probabilmente era la mia
parte razionale a provocarmi questi pensieri, perché infondo
il mio cuore
sapeva la verità.
Cercando
di scacciare quei pensieri, entrai a casa mia e incrociai i miei in
cucina.
Prima di salire le scale, che portavano alla mia stanza, mi voltai
brevemente
verso di loro.
<<
Domani mattina vado a Denver >>
Senza
aggiungere nient’altro salì le scale. Nessuno dei
due disse niente, circa la
mia imminente partenza. Erano abituati, grazie al mio lavoro, a questi
spostamenti improvvisi.
Non
appena arrivata in camera lasciai il giubbotto, che mi ero tolta mentre
salivo
le scale, sul letto, e aprii le ante dell’armadio. A quanto pare avevo una
valigia da preparare.
<< >>
Respirai
profondamente, l’aria gelida del mattino. Guardai con un
sorriso le montagne
innevate fuori dalla finestra, della piccola casa ad Aspen Mountain,
vicino la
città di Denver. Erano da poco arrivati Jackson e Ashley e
dovevo dargli il
loro alloggio. Quei due erano davvero inseparabili, non sarebbe stato
un
problema per loro dividere una camera matrimoniale …
Speravo,
più che altro, che Nikki avesse capito il posto che il
pomeriggio prima gli
avevo consigliato per noleggiare un auto, che l’avrebbe
portata alla mia baita.
Sicuramente non avrebbe avuto problemi, quella ragazza era una vera
forza della
natura.
<<
Robert, questa stanza? >>
Mi
voltai verso Ashley, che mi osservava con le mani sui fianchi.
<<
Si, andiamo, te la faccio vedere. >>
Le
feci strada e salì le scale che portavano al piano di sopra.
Superai le prime
due stanze, una mia e di Tom e l’altra di Nikki, ed arrivai
alla terza stanza
del corridoio.
Feci
accomodare Ashley ed entrai per aprire le tende e la finestra.
<<
Scusa, ma io e gli altri siamo arrivati ieri sera tardi, quindi non ho
avuto
tempo di far prendere aria alle stanze. Sai è da molto tempo
che nessuno viene
più qui. >>
Lei
mi liquidò, con un gesto della mano.
<<
Figurati, sono abituata a cose peggiori. Non sai in che condizioni si
trova la
casa di villeggiatura di Jackson. >>
Risi
della sua faccia sdegnata.
<<
Bene, allora ti lascio per sistemarti, Nikki dovrebbe arrivare tra
qualche ora.
>>
<<
Ah Robert! Ma perché non hai invitato anche Kristen? Infondo
siamo tutti tra
amici >>
Quella
domanda mi colse impreparato. Kristen era stata la prima persona a cui
avevo
pensato, quando quell’idea mi era venuta in mente. Sapevo che
l’avrei messa in
difficoltà, perché passava tutto il suo tempo con
il fidanzato, quindi avevo
evitato. Senza contare che vedere il suo viso dispiaciuto e sentirmi
dare un “
no” come risposta, come spesso era accaduto, proprio non mi
andava.
<<
Sai anche tu che mi avrebbe risposto di no >>
Senza
aspettare risposta uscì dalla stanza e mi diressi verso la
mia. Mentre
richiudevo la porta dietro di me, sentì a mala pena la voce
di Tom e di altri
amici venuti con noi, ridere al piano di sotto.
Mi
buttai sul letto, con un braccio sopra gli occhi. Non ero molto
entusiasta di
quella vacanza, ma era l’unico modo per stare lontano dai
paparazzi e
soprattutto dalla città in cui sapevo trovarsi anche
Kristen. Ero innamorato di
lei. Non ero sicuro che lei l’avesse capito,
perché mi considerava solo il suo
migliore amico. Ero felice di essere almeno questo per lei, ma il
nostro lavoro
ci teneva sempre molto lontani, e i rapporti non erano facili da
mantenere.
Fortuna che avevo tre film per lavorare con lei, a stretto contatto, ma
ovviamente non sarebbe stata la stessa cosa. Michael la seguiva
dappertutto e
non mi lasciava molti spazi. Preferivo evitare piuttosto che crearle
dei
problemi. Mi era sempre stato insegnato che amare vuol dire anche
lasciare liberi.
Sospirai
e mi voltai poggiano la fronte sul cuscino. A quel movimento
sentì un piccolo
tonfo sul pavimento. Mi alzai per vedere cos’era caduto. Quando capì di
cosa si trattava, sbuffai
d’irritazione. Raccolsi da terra un libro e, senza guardarlo
più di tanto, lo
riposi sul comodino. Mi distesi, nuovamente, sul letto e poco dopo mi
addormentai.
Mi
sembravano che fossero passati pochi secondi, quando qualcuno
bussò nella mia
camera. Dapprima lasciai sbattere, ma quando il suono si
ripeté, mi alzai nervoso
ed andai ad aprire.
Quello
che vidi mi lasciò impressionato. Mi passai più
le volte le mani sugli occhi,
ma la ragazza davanti a me non scompariva, anzi sembrava essere
turbata, almeno
quanto me.
<<
Kristen, cosa …? >>
La
vidi indugiare, fino a quando mi sorrise sorpresa.
<<
Robert, cosa ci fai qui? >>
Sorrisi
sornione.
<<
In realtà questa casa sarebbe mia >> la
guardai ironico.
<<
Oh! Scusami, io non lo sapevo. Mi hanno detto di bussare a questa
porta, per
farmi dire la stanza dove … ehm … vabbe fa nulla.
>>
Si
voltò e la vidi dirigersi verso le scale. Mi detti
dell’idiota per averla
imbarazzata, più di quanto già lo fosse, la
raggiunsi e la presi per un
braccio, voltandola.
<<
Scusami Kris, sono soltanto sorpreso. Non immaginavo di trovarti
qui.>>
Lei
mi guardò, diffidente, e ancora un po’ imbarazzata.
<<
Davvero mi dispiace, ma la colpa è tutta di Nikki. Mi ha
trascinato lei
qui.>>
<<
Ah si, ho capito. Comunque mi fa piacere , davvero …
>>
Idiota,
stupido,
imbecille …
Ma
come diavolo mi stavo comportando? La stavo solo mettendo in
difficoltà. Ma
cosa era venuto in mente a Nikki? Ero troppo stupito dalla sua
presenza.
L’artefice
di quel macello venne ad interrompere quell’imbarazzante
situazione.
<<
Kristen, ma ci vuole così tanto per … Ah Robert!
Visto? Alla fine c’è l’ho
fatta ad arrivare. >>
<<
Già, ho notato Nikki … >>
<<
Allora la nostra
stanza? >> mi
chiese la peste, con un sorriso che la diceva lunga.
<< >>
Mi
guardai più volte allo specchio, ma l’immagine che
osservavo riflessa su di
esso, proprio non mi convinceva. Avevo indossato un vestitino nero, di
lana,
lungo al ginocchio e delle decoltè, dello stesso colore del
vestito. Faceva
molto freddo, quindi non potevo indossare abiti più leggeri,
senza contare che
avevo preparato di fretta la valigia e non avevo messo in conto una
serata del
genere.
Passai
le mani tra i capelli, che avevo lasciato liberi di cadere sulle
spalle, e
finii di truccarmi il viso, leggermente. Non avevo mai avuto bisogno di
truccarmi molto.
<<
Kristen, sei pronta? Dobbiamo scendere tra poco >>
L’immagine
di Nikki , alle mie spalle, si riflettè sullo specchio di
fronte e me. Lei era
come al solito molto elegante, nel suo abito a tubino rosso e le
eleganti scarpe
con il tacco.
<<
Non vale, tu sei più elegante di me! Già sapevi
cosa ci aspettava >> la
ripresi, con finto cipiglio.
<<
Purtroppo io ho bisogno di un immagine forte, per valorizzarmi, a te
invece
basta poco >>
Mi
strizzò l’occhio e io le sorrisi.
<<
Poi mi spiegherai, come farai a non morire di freddo. L’abito
che indossi è fin
troppo leggero >>
<<
Sarà l’atmosfera ad essere calda >>
Risi
e, scotendo il capo, la tirai verso la porta. Scendemmo le scale e
sentimmo la
musica venire dal piano di sotto. Vidi tutti i ragazzi, insieme a
Robert,
trafficare con una piccola console, nel salone.
Non
mi ero ancora ripresa dalla bella sorpresa della mia migliore amica. Mi
sentivo
in imbarazzo, perché Robert non mi aveva invitato di
persona, e dato che era
una serata tra pochi amici, mi sentivo in più. Potevo
immaginare il motivo per
cui Robert non mi avesse detto nulla, dato che sapeva che avrei passato
questa
sera con Michael, ma se invece non avesse voluto invitarmi?
Sbuffai,
non ero sicura di potere sapere la verità. Al massimo mi
sarei isolata, durante
la festa, così non mi avrebbe visto per molto.
Vidi
Ashley e Jackson seduti sul divano e parlare tra loro, Rachelle ridere,
come al
solito, con un gruppo di ragazzi che non conoscevo, probabilmente amici
di
Robert. Poi c’erano due ragazze che, con un bicchiere in
mano, ballavano a
tempo di musica, vicino alla console dove Robert e Tom, trafficavano.
Vidi
chiaramente le occhiate delle due ragazze, rivolte verso Robert,
così quando le
vidi avvicinarsi a lui, mi avvicinai anch’io. Non ci eravamo
ancora parlati da
quella disastrosa conversazione del pomeriggio.
Non
appena mi vide, mi sorrise e lasciò qualcosa in mano a Tom,
per venirmi
incontro.
<<
Kris, sei bellissima >>
Mi
stampò un bacio sulla guancia, che mi fece venire i brividi.
Provai a fare
finta di nulla e gli sorrisi anch’ io.
<<
Tu non sei da meno.>>
Era
vero. Vestito con un paio di jeans scuri e una camicia bianca, era
irresistibile.
<<
Ma a quanto pare l’unica a patire il freddo, sono io. Guarda
come sei vestito!
>>
Lui
per risposta rise, e mi allacciò un braccio intorno al
collo, stringendomi a
lui.
<<
Sono abituato a questa temperatura, e poi vedrai che qui dentro non
sentirai
freddo per molto. >>
Non
risposi, perché mi aveva accompagnato di fronte il gruppo di
ragazzi che avevo
adocchiato tempo prima.
<<
Kris questi sono: Lucas, Anthony, Danny e Matthew. Ragazzi questa
è la mia amica
Kristen. >>
Tutti
e quattro mi strinsero la mano, ma rimasi stupita quando il ragazzo
biondo e
con gli occhi chiari, che Robert aveva chiamato Danny,
avvicinò la mano alle
sue labbra e ne baciò il dorso.
<<
Il solito buffone, il nostro Danny! >> esclamò
Robert.
Restituì
uno sguardo incuriosito a quello intenso del biondino. Era un bel
ragazzo e di
sicuro era interessato, a giudicare dalla sua occhiata allusiva.
Anche
Robert, sembrò accorgersene, perché mi prese per
mano e mi allontanò da lui.
<<
Hai già fatto conquiste >>
Il
tuo era lievemente irritato e sorrisi, stringendo la sua mano. Ero
vagamente
compiaciuta, sapevo che Robert mi voleva molto bene, quindi era sempre
molto
protettivo nei miei confronti, ma non si era mai esposto
così chiaramente.
<<
Sei sempre tu il mio preferito. >>
Mi
rimandò un sorriso malizioso e io risi, arruffandogli i
capelli. Era sempre
così: con Robert riuscivo ad essere me stessa, in ogni
momento.
Passammo
il resto della serata tra risate e battute. Robert non mi aveva
lasciato da
sola, quasi mai, ma la stesso valeva per Danny, che sembrava essersi
fissato su
di me.
<<
Kristen, parlami un po’ di te >>
Danny,
che si era appena seduto sul divano, accanto a me, prendendomi una mano
tra le
sue. Rimasi un po’ stupita dal gesto.
<<
Non c’è molto da dire. Sono sempre in giro per il
mondo, grazie al mio lavoro.
>>
Mi
guardò sorridendo, per qualche attimo. Forse sperava che gli
chiedessi di lui,
ma sinceramente non mi interessava saperlo. Lui si avvicinò
a me, mettendomi un
braccio attorno alle spalle. Sentii Robert irrigidirsi, vicino a me.
<<
Allora è così che tu e Robert vi siete
conosciuti? >>
Mi
girai un attimo per incontrare lo sguardo di Robert, e lo vidi
rilassare
l’espressione corrucciata e sorridermi. Non mi
lasciò il tempo di dire nulla,
perché la sua espressione si rilassò, per poi
diventare malinconica.
Dei
brividi freddi mi corsero lungo la schiena e il fiato mi si
mozzò in gola. In
quel momento partì la nostra canzone, o per meglio dire,
quella che lui mi
aveva fatto ascoltare quella notte …
Ricordavo
benissimo quel momento. Mentre fissavo i suoi occhi fondersi con i
miei, sentì
le lacrime salirmi agli occhi.
Quella
notte ero in uno dei tanti locali con Michael. Soffrivo,
perché mi sentivo
inadeguata. Cercavo di sorridere ed essere di compagnia, ma mi ritrovai
seduta
su una sedia, con un bicchiere in mano, a guardare il mio ragazzo e i
suoi
amici, distrattamente. Non ero per nulla presente, fino a quando il
suono del
cellulare mi risvegliò da quello stato di apatia.
Risposi
distrattamente, senza neanche vedere chi mi stesse chiamando, ma la
voce scura
e roca di Robert mi fece rabbrividire. Erano le tre del mattino
passate, non
capivo il motivo della sua telefonata.
Non
mi dette modo di chiederglielo, perché mi disse poche
parole, che mai
dimenticherò.
Mi manchi
immensamente …
Poi
avevo sentito una canzone partire … quella canzone
… le cui parole adesso
risuonavano nella mia testa. Tutti quelli che erano attorno a noi non
esistevano, ero persa in quel ricordo, e nei suoi occhi profondi che
non si
staccavano un secondo dai miei. Sapevo
che aveva capito.
I
am here still waiting though i still have my doubts
I
am damaged at best, like you’ve already figured out
Sono
qui , sto ancora aspettando, ho ancora i miei dubbi
Sono
davvero a pezzi, come hai già capito
I’m
fallin apart, I’m barely breathing
With
a broken heart that’s still beating
In
the pain there is healing
[
… ]
So
I’m Holdin’ on, I’m Holdin’ on
I’m
barely Holdin’ on to you
Sto
cadendo a pezzi, sto respirando a mala pena
Con
un cuore spezzato che sta ancora battendo
Nel
dolore, non c’è cura
[
…]
Per
questo sto resistendo a te
Sto
resistendo a mala pena a te.
Ricordo
bene che mi otturai un orecchio, per poter sentire meglio. Non capivo,
ma
avvertii il volume della musica, dall’altra parte del
telefono, aumentare. Non
sentivo alcun suono, tranne quello della canzone.
[
… ]
I
tried my best to be guarded, I’m an open Book
instead
I
still see your reflection inside of my eyes
That
are looking for purpose, they’re still looking
for life
Ho
fatto del mio meglio per stare sulle mie, invece sono un libro aperto
Vedo
ancora il tuo riflesso nei miei occhi
Che
stai guardando per un motivo, stanno ancora cercando un po’
di vita
I’m
hanging on another day just to see what you will
trown my way
And
I’m hanging on to the words you say …
Sto
resistendo un giorno in più solamente per vedere cosa
porterai nella mia vita
E
sto resistendo a quello che dici …
Ritornai
bruscamente alla realtà, quando lui si alzò e mi
porse la mano, con un sorriso
spento. Mi alzai e lui mi strinse piano a sé, come se avesse
paura di rompermi.
Sorrisi leggermente e appoggiai il viso sul suo petto, mentre lui mi
trascinava
mollemente in un lento.
Non
so se eravamo gli unici a ballare, ma non me importava. Tenevo gli
occhi
chiusi, e mi ero isolata completamente da tutto il resto del mondo.
Sentivo a
mala pena il respiro di Robert, infrangersi sui miei capelli e il suo
calore
avvolgermi.
Strinsi
le mani sulla sua camicia. Era solo lui ciò che volevo, ma
la mia mente e il
mio cuore si erano sempre rifiutati di andare d’accordo.
Persi
completamente la cognizione del tempo, mi accorsi che eravamo entrati
in un
nuovo anno, quando Robert mi scostò un po’ da
sé e mi guardò con dolcezza. La
canzone era quasi finita e sentì le urla festanti dei
presenti e il tintinnare
dei bicchieri per il brindisi. Noi continuammo a guardarci fin quando,
senza
rendermene conto , le nostre labbra si incontrarono. Fu un bacio dolce,
pieno
di sentimenti contrastanti. Le sue labbra si muovevano piano sulle mie,
come
una carezza. Non avrei mai voluto staccarmi da lui, e quei pochi
secondi mi
parvero eterni.
Si
… stavo ancora resistendo a lui, ma non sapevo fino a quando
avrei retto.
Due
mesi dopo :
La
stavo osservando, ridendo tra me. Non faceva altro che guardarsi in
continuazione e parlava di cose senza senso. Si è davvero
così isterici il
giorno del proprio matrimonio? Ok, Nikki normalmente era
così, ma più la
guardavo più mi faceva ridere.
<<
Oh, smettila Kris! Non vedi che sono in crisi? >>
<<
Ma Nikki, sei stupenda. Sei troppo preoccupata per quel vestito.
>>
Indossava
un abito bellissimo, color avorio. Il corpetto, molto elegante, era
tempestato
di pietre preziose. La lunga gonna scendeva morbida a finire con uno
strascico.
Delle rose in boccio, infine, erano attaccate al retro del vestito,
all’altezza
dei reni.
<<
Non mi importa nulla del vestito >> disse lisciandosi il
lungo abito
bianco, guardandolo in ogni sua parte, contraddicendo quello che aveva
appena
detto.
Risi,
guadagnandomi un occhiataccia da parte sua.
<<
Certo, come no. Ti ho già detto che è tutto a
posto. Tom è un bravissimo
ragazzo, starete bene insieme >>
<<
La fai facile tu, mica ti stai sposando … >>
la sua suonava più come una
domanda, che come un affermazione.
Inarcai
un sopracciglio, perdendo tutto il buon umore, quando la vidi
sorridermi
maliziosamente.
<<
Oggi, pensiamo al tuo matrimonio, Nikki >>
Mi
avvicinai a lei e, contro le sue proteste, la trascinai fuori dalla
piccola
stanzetta da dove non voleva più uscire. Salimmo nella
limousine, che ci
aspettava da tempo. Povero Tom, chissà che pensava. Eravamo
molto più che in
ritardo. Non appena anche Nikki se ne rese finalmente conto
cominciò a urlare,
come una pazza, al guidatore, di far presto. Cercai di calmarla,
infondo le
spose erano sempre in ritardo, ma dovevo ammettere che due ore erano
tante.
<<
Kristen, accidenti a te!>>
<<
Cosa? Nikki ho cercato di avvertirti in tutti i modi, che eravamo in
ritardo,
ma mi facevi cenno di stare zitta!>>
Lei
mi liquidò con un gesto della mano e io risi spontaneamente.
<<
Dai, cosa vuoi che succeda. Non penserai mica che se ne sia
già andato … no?
>>
Mi
lanciò un occhiata omicida e io alzai le mani, in resa.
<<
Suscettibile, stamattina … >>
<<
Smettila … >> mi ringhiò quasi.
<<
Vogliamo dire chi
era davvero suscettibile, una certa
mattina di due
mesi fa >> continuò, con un occhiata furba.
Mi
zittì del tutto, con sua immensa felicità. Mi
voltai verso il finestrino, con
un sospiro.
Dopo
quella notte di Capodanno, le cose non erano più le stesse.
Erano molto più
difficili. Sorrisi, inconsciamente. Nei giorni successivi Robert aveva
cercato,
disperatamente, di insegnarmi a sciare. Nulla da fare, cadevo subito,
se lui
non mi sorreggeva. Infondo, sarei caduta ugualmente, se lui non fosse
rimasto
accanto a me. Magari non in mezzo alla neve, ma da qualche baratro
senza
ritorno. Era stato fin troppo imbarazzante stare accanto a lui, dopo
quello che
era successo. Non mi ci sarei mai più abituata
all’effetto che mi faceva la sua
presenza.
Avrei
sempre conservato il ricordo di quei giorni. In qualche modo avevo
capito cosa
volevo davvero, il motivo di quella sofferenza celata. Forse quei
giorni
inutili e grigi stavano volgendo al termine. Bastava solo saperne la
causa?
Chissà se questo sarebbe servito … oppure no. Era
ancora presto per dirlo. Il
futuro mi avrebbe dato risposte. Avrei capito solo vivendo se la mia
decisione
si sarebbe rivelata giusta. Ma infondo non si vive di certezze, ma di
attimi.
Meglio godersi al meglio quelli.
Una
delle note positive, furono che Danny perse ben presto interesse su di
me.
Qualcosa evidentemente l’aveva convinto a desistere
… o magari qualcuno.
Cercò
di spostare le sue attenzioni su Nikki, ma Tom si fece valere. Mi
sembrava
assurdo che dopo appena due mesi si stavano per sposare. Ero felice per
lei.
Tom era innamorato di lei, era sotto gli occhi di tutti.
Un
urletto di Nikki mi fece trasalire, interrompendo i miei pensieri.
Capii il
motivo della sua reazione: eravamo arrivati davanti la chiesa.
<<
Forza Nikki, andiamo >>
Lei
mi abbracciò e poco dopo scendemmo dalla limousine. Seguii
la scena della mia
migliore amica che si accingeva a raggiungere l’uomo che
amava sull’altare, con
le lacrime agli occhi. Tra gli applausi festanti dei presenti, osservai
Nikki
arrivare da Tom, che la guardava con occhi innamorati.
Sospirai,
rilasciando anch’io la tensione fin ad allora trattenuta e
rimasi in piedi,
nello scalino più basso rispetto agli sposi, posto dei
testimoni.
<<
Sei bellissima >>
Mi
voltai al suono di quella voce, che conoscevo bene. Sorrisi a Robert,
che mi
guardava con dolcezza e desiderio insieme. Gli schiacciai
l’occhio e mi
avvicinai a lui, che distava pochi passi da me, in quanto vicino a Tom,
essendo
suo testimone. Gli sistemai il nodo della cravatta elegante che
indossava e
lisciai appena la sua giacca. Era
come
al solito bellissimo, in quello smoking.
Io,
invece, indossavo un lungo abito verde molto chiaro, come il colore dei
miei
occhi. Il corpetto era ricamato da delicati motivi floreali e
impreziosito da
diverse pietre. La lunga gonna era formata da diversi veli, attaccati
da un
lato del vestito, da un fiore molto particolare.
Per
un attimo i nostri sguardi si incatenarono e rimasi abbagliata dai suoi
profondi occhi chiari. In un movimento ormai istintivo gli sistemai un
ciuffo
di capelli ribelli, dietro l’orecchio, gesto che lui odiava.
Tuttavia non disse
nulla, ma ricambiò il gesto, trattenendo però una
ciocca dei miei capelli, tra
le dita. Stavolta i miei capelli erano mossi, come quando avevamo fatto
il
servizio per Vanity Fair.
A
giudicare da suo sguardo, anche lui stava pensando la stessa cosa. Mi
allontanai
da lui, quando sentì che
la cerimonia
stava per iniziare. Risi quando Robert mi trattene la mano, ma poi mi
lasciò
andare dopo averne baciato il dorso.
Non
potei impedire al mio cuore di mancare qualche battito. Robert riusciva
ad
emozionarmi, con i suoi gesti improvvisi. Sospirai, cercando di
riprendere il
controllo e sorrisi a Nikki che mi guardava, con espressione fintamente
disgustata.
Tuttavia,
era troppo emozionata per prestarmi molta attenzione, e di questo ne
fui molto
felice. Già dovevo sopportarmi le continue occhiate ironiche
di Kellan, seduto
nelle prime file. Le sue battute erano all’ordine del giorno,
ormai.
Mi
concentrai definitivamente su quel momento. Osservai emozionata le
forti
emozioni di Nikki, di solito sempre così sicura di
sé e Tom incespicare sulle
parole, al momento del giuramento.
Incontrai
un paio di volte lo sguardo emozionato di Robert
e ricambiai il suo sguardo.
Quando
la cermonia finì, rimanemmo entrambi fuori, a guardare i
neosposi. Ero talmente
presa dalla scena, che trasalii quando avvertì un braccio
intorno alla vita. Mi
persi per un attimo nel suo sguardo dolce.
<<
Sei molto emozionata. >>
<< Anche tu >>
risposi, con un mezzo sorriso.
Mi
strinse la vita, ancor di più, e mi sospinse per cominciare
a camminare.
<<
Facciamo una passeggiata? Tanto Nikki e Tom ne avranno per molto. Lo
sai come
la pensava circa le foto. >>
A
quelle parole arriccia il naso, ben sapendo cosa aspettava a Tom :
Nikki
desiderava avere un serivzio fotografico degno di una modella. Robert
rise della
mia espressione, stringendomi a lui. Rilassai il viso e lo guardai
affascinata.
Era bellissimo quando rideva, amavo la sua voce. Senza rendermene
conto,
sospirai, guadagnandomi un occhiata curiosa da parte sua.
<<
Va bene, vada per la
passeggiata
>> diissi, cercando di dirottare la sua attenzione.
<<
Se non ti
và, basta dirlo >>
Mi
fermai, e lo fronteggiai con le braccia incrociate.
<<
Robert, smettila! Ho detto che per me va bene, sennò ti
avrei detto di no
>>
Lui
mi guardò scocciato e dopo avermi lanciato un occhiata
infastidita, mi superò e
cominciò a camminare. Sbuffai e lo raggiunsi, tirandolo per
una manica della
giacca elegnate, che indossava per cercare di farlo fermare. Ci riuscii
e mi
inchiodò con uno dei suoi sguardi di rimprovero. Era
arrabbiato.
Forse
avevo sbagliato a rivolgermi a lui con quel tono, ma in quel momento
ero
piuttosto tesa.
<<
Avanti, Robert, cosa c’è?
>>
<<
Sai bene cosa c’è. Alle volte diventi scontrosa
senza motivo. Mi dispiace
Kristen, ma non smetto assolutamente, se l’avessi fatto
probabilmente molte
cose sarebbero diverse. E’ forse questo ciò che
vuoi? >>
Lo
guardai a lungo e in silenzio. Sapevo a cosa si riferiva, ma mi feriva
il fatto
che lui avesse ancora quei dubbi. Ero ancora frastornata da tutto
quello che
stava succedendo, attorno a noi, ma non sopportavo che lui dubitasse.
<<
Lo sai che non
è così. Questo periodo
passerà e mi dispiace molto di darti fastidio, con questi
miei modi di fare …
scontrosi! >>
Feci
per andarmene, ma sentì un braccio di Rob attorno alla mia
vita, e mi bloccò
qualsiasi movimento.
<<
Scusami Kris
… >>
Io
chiusi gli occhi sospirando. Mi appoggiai al suo torace e strinsi le
braccia al
petto.
<<
Avevi promesso che mi avresti sopportato.
>>
Con
un sorriso, appena accennato, mi girai e lui mi avvolse con le sue
braccia.
<<
Ma se lo faccio ogni minuto che passa!
>>
Sgranai
gli occhi e gli detti un piccolo scappellotto. Lui rise, stringendomi
ancora di
più.
Riprendemmo
a camminare e mi tenni saldamente aggrappata a Robert. Lui mi
guardò con dolcezza
e ricambiò la stretta.
Camminammo
a lungo, parlando molto. Riuscii ancora una volta a rilassarmi, come
tutte le
volte che stavo con lui. Percepì il mio cambiamento
d’umore e si fermò di
botto, in mezzo al marciapiede dandomi tanti piccoli baci sul viso.
<<
Voglio che tu stia sempre tranquilla, quando sei con me
>>
Sorrisi
e l’abbracciai, tenendolo stretto a me per lunghi secondi,
minuti o forse ore.
Avevo perso completamente la cognizione del tempo e nemmeno quando il
suo
cellulare cominciò a squillare lo lascai. Lui rise piano e
profondamente, non
facendo nulla per scostarsi da me.
Il
cellulare smise di suonare, lasciandomi soddisfatta solo per qualche
secondo,
quando cominciò di nuovo a emettere quella suoneria che
ormai odiavo.
<<
No, lascialo squillare … >> dissi
lamentosa, come una bambina.
Lui
si scostò un poco da me, con mio grande disappunto , e mi
dette un piccolo
bacio sul naso, sorridendomi spiacente.
<<
Pronto? >>
Io
sbuffai, incrrciando le braccia, guardandolo immusonita. Lui mentre
parlava, mi
accarezzava il viso e i capelli, per tentare di consolarmi.
<<
Dobbiamo tornare, perché Nikki e Tom stanno
arrivando alla villa. >> mi
disse dopo aver chiuso la chiamata. Mi ero quasi scordata che dovevamo
tornare.
Mi
abbracciò la vita e tormammo indietro, per prendere la
macchina e raggiungere
il luogo del ricevimento. Era abbastanza vicino, quindi impiegammo poco
tempo
ad arrivare.
Risi
della faccia sconvolta di Robert, non appena arrivammo al luogo
stabilito. Io e
Nikki, avevamo girato l’intera città alla ricerca
di un posto bello e speciale.
Era molto bella la Villa che avevamo scelto.
Presi
la mano di Robert e lo tirai verso l’entrata, dato che era
ancora fermo a
guardare. I cancelli erano in ferro battuto, e vi era raffigurato un
antico
stemma. Un lungo sentiero, affiancato da innumerevoli aiuole, portavano
a un
antica villa che si ergeva maestosa tra alti alberi e diverse fontane.
Ci
inoltrammo tra i vari invitati e raggiungemmo un gazebo molto grande,
circondato da innumerevoli fiori. Un lungo tavolo era imbandito con
diversi
bicchieri e bottiglie. Infatti era adibito per il rinfresco.
<<
Allora, ti piace? >> gli chiesi.
<<
L’hai scelta tu? >>
<<
Si, insieme a Nikki, ovviamente >>
Lui
mi sorrise e mi schiacciò l’occhio, per poi
piegarsi leggermente su di me,
facendomi arrossire.
<<
Hai buon gusto >> mi
sussurrò all’orecchio.
<<
Kristen, vieni qui! >>
sentì gridare Nikki, vicino al gazebo, in cui ci
trovavamo. Sospirai, e entrambi la raggiungemmo.
In
un attimo capì cosa stava oer succedere, e Robert si
defilò con un ghigno
stampato sul volto.
Sbuffai
una risata e mi avvicinai, titubante, alla folla urlante di tutte le
donne
presenti.
<<
Siete pronte? >> urlò ancora la mia
migliore amica, con il bouquet bene in
vista.
Io
scossi il capo, con un sorriso. Trovavo stupita e piuttosto anctica
questa
usanza del lancio del buoquet, ma Nikki era stata irremovibile al
riguardo.
Non
mi avvicinai e non sgomitai per essere più vicina a lei. Non
mi interessava
prendere quel mazzo di fiori, anzi, in quel momento era
l’ultimo dei miei propositi,
data la tradizione.
Lanciai
un ultimo sguardo supplichevole a Robert, che con una mano in tasca,
parlava
con Tom e sorrideva al mio indirizzo, mentre con l’altra mano
stringeva un alto
bicchiere, contenente qualche aperitivo.
Mi
voltai sconsolata e per poco mi prese un colpo, quando mi vidi arrivare
un
grande mazzo di rose e orchidee. Mi finì quasi in faccia e
me lo ritrovai tra
le mani. Rimasi a bocca aperta, guardando il bouquet della mia migliore
amica.
Non avevo fatto nulla per afferrarlo ed ero dietro a tutte le ragazze,
che ora
mi guardavano con sorrisetti falsi ed eloquenti.
Mi
guardai intorno e vidi solo Nikki , con le mani alla bocca, guardarmi
esultante.
La cosa incredibile fu di vedere Robert, che cercava di respirare,
mentre Tom
gli dava energiche pacche sulle spalle. Doveva essersi affogato con
ciò che
stava benendo, dato che continuava a tossire.
Dopo
qualche secondo in cui non smettevo di guardarlo, lui fece cenno a Tom
che
stava bene e mi guardò, regalandomi un sorriso, che mi fece
tremare le gambe.
Abbassai
lo sguardo su quei fiori e respirai a fondo l’intenso
profumo, che emanavano.
Un insieme di pensieri mi affollarono la mente, ma trasalii quando
sentì un
paio di braccia circondarmi. Sorrisi e Robert mi baciò una
guancia, fissandomi
con adorazione. Ricambia il suo sorriso e gli spostai un ciuffo di
capelli
dietro l’orecchio.
<<
Questo è meglio di una proposta.
>>
<<
Quale, tra tutte quelle che mi hai posto?
>> risposi, con voce
leggermente tremante
<<
Sai cosa dice la tradizione …
>> disse a voce così bassa che
stentai a
sentirlo.
Mille
brividi mi percorsero a causa della forte emozione che sentivo crescere
dentro,
come un fiume in piena.
<<
Si … lo so >> sussurrai ,
stentatamente.
Mi
appoggiai al suo petto e lui mi strinse, con presa ferrea. Ero certa
che quel momento
non lo avrei scordato per il resto dei miei giorni.
Fine