Fanfic su attori > Orlando Bloom
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Autore: Sundance    03/02/2009    6 recensioni
Cammino lungo la strada che porta a casa tua senza rallentare, di pari passo col mio cuore.
Non riesco a credere che stia battendo per te in maniera così furiosa e prepotente.
Ma solo pensare ai tuoi occhi mi fa rabbrividire e sorridere, dandomi la voglia di correre per far prima, e magari di non trovarti pronta ancora, solo per avere l'occasione di scusarmi dell'anticipo e poterti parlare un pò di più, allungare il tempo che passeremo assieme.
Non posso credere a com'era la mia vita prima di te, non la ricordo neanche.
Genere: Generale, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio, Orlando Bloom
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Note: Salve, sono sempre la Jo XD Eh, si, a volte ritornano. E così ritorno anche io.
Con gli stessi protagonisti, oltretutto.
*entra Orlando Bloom sorridente, salutando con la manina il pubblico e inchinandosi agli applausi.*
Si, si, bravissimo, bravissimo... Dicevo: però ho una giustificazione stavolta. Questo è il mio regalo per Andy.
La mia bimba fa 21 anni, oggi 3 Febbraio 2009!
Su, forza! Alles zusammen:
"Happy Birthday to You!
Happy Birthday to You!
Happy Birthday To Andy!
Happy Birthday Tooooo... Youuuuuu!"

*acuto finale gentilmente fornito da Dominic Monaghan, ringraziamo per la partecipazione*
Ora, questa fic a differenza delle altre da compleanno è un pò più seria e malinconica.
So che magari avreste voluto un pò di risate, ma la mia bimba non ha bisogno di fantasia quanto di speranza. Per questo l'ho scritta così, questa fic.
Ed il protagonista, per quanto sia Orlando, non è di fatto Orlando.
Orlando deve esserci perchè se non ci fosse stato lui non ci saremmo state noi. Tagliarlo fuori dopo un regalo così grande sarebbe da bastardacci inside XD Porello.
Ma in questa storia, nonostante sia lui a narrarla, Orlando è solo l'uomo schermo, i suoi pensieri non sono i suoi.
Sono quelli dell'uomo che ti auguro di trovare, tesoro, quello che rappresenti la fine del periodo cupo e snervante che da un pò ti assilla. Quello che non ti permetterà un solo secondo di essere seria o pensierosa, perchè sarà costantemente occupato a farti sorridere e sognare, e a realizzare i sogni che farai.
Ed esiste, sai? E' là, da qualche parte. E poverino, anche lui sta chiedendosi quanto tempo ancora ci metterai ad arrivare.
Ti voglio bene bimba. Tantissimo.
Mille affettuosissimi auguroni.
Jo




Cammino lungo la strada che porta a casa tua senza rallentare, di pari passo col mio cuore.
Non riesco a credere che stia battendo per te in maniera così furiosa e prepotente.
Ma solo pensare ai tuoi occhi mi fa rabbrividire e sorridere, dandomi la voglia di correre per far prima, e magari di non trovarti pronta ancora, solo per avere l'occasione di scusarmi dell'anticipo e poterti parlare un pò di più, allungare il tempo che passeremo assieme.
Non posso credere a com'era la mia vita prima di te, non la ricordo neanche.
Se ci provo, rammento solo flash di luci confuse ed immagini varie e sorrisi ipocriti e visi truccati, tutti di seguito, in una spirale sfocata che scivola nel buio dell'oblìo.

E poi sei arrivata tu.
Con quel tuo sorriso allegro senza essere forzato e la voglia di scherzare, le risate serene che nascondevano i singhiozzi alla gente, gli occhi lucidi di lacrime mai versate e nascoste, perchè testarda come sei volevi lottare da sola. E quando ti chiedevano: "Stai piangendo?", tu scuotevi il capo sorridendo e dicevi: "No, è la polvere, no, è il sonno, no, sono stanca, no, sbadigliavo, no, sto bene."
Solo a me lo hai detto.
Un giorno, per caso, senza criterio nè ragione, senza ch'io per primo capissi quale impulso irrazionale mi avesse spinto a chiedertelo, a porti la stessa domanda che altri ti avevan già fatto, mi hai risposto senza frenare ancora i tuoi sentimenti.
"Sì, sto male."
E hai chinato lo sguardo a terra come se dovessi vergognarti, come se io dovessi sgridarti per avermi mostrato il fianco e quelle gocce salate che scivolavano lungo la tua guancia.
"Hai freddo?" ti ho chiesto, perchè era dicembre e stavi congelando. Ma tu hai scosso il capo mordendoti le labbra e hai sussurrato:
"No. Sto male sul serio."
E sei scoppiata a piangere nascondendoti il viso con le mani, immobile, mentre ascoltavo il tuo cuore infrangersi, tanto soffriva.
Ed io ho fatto un passo in avanti e tu mi hai sentito, hai abbassato le mani e mi hai fissato per un istante. E hai letto tutto quello che non sapevo dire, tutto quello che volevo pensare in quel momento.
Ti ho stretta forte a me o forse sei stata tu a farlo per prima, ma siamo rimasti fermi come statue sotto la neve, davanti a quel grande albero del parco, e mi sentivo sciogliere il petto nel trattenerti contro di me, ancora, non andare, resta qui, ti proteggo io.
"Ti proteggo io, bimba, non aver paura, ti proteggo io."
E te lo ripetevo così, senza conoscere il tuo vero dolore, senza aver mai afferrato prima una parte così grande di te, senza essere certo di quel che provavo, ma sapevo solo che ero li e che sarei rimasto così per giorni, perchè volevo che tu continuassi a farti stringere da me, a fidarti di me, e lasciarmi il piacere di essere io a difenderti dalla neve e dal freddo e dal tuo male. Quando i singhiozzi si sono calmati hai tenuto il capo chino e lo sguardo a terra, confusa e svuotata.
"Ci sono io per te adesso. Non sei sola."
Mi hai guardato con sorpresa e tristezza assieme, e gli occhi ti brillavano di ingenua dolcezza e speranza, accennando un sorriso.
Ho capito che ti bastava così e che non mi avresti chiesto altro. Ma ho sentito anche che ero io a volere qualcosa di più, che in quell'attimo le tue lacrime eran tutto ciò che volevo sentire sulle mie labbra, e che il tuo sorriso avrebbe dovuto restare intatto per sempre.
Ti ho alzato piano il viso e mi sono avvicinato lentamente per darti il tempo di arretrare se volevi, ma non l'hai fatto. Mi hai atteso con la mia stessa paura.
Avevi negli occhi il timore del nulla e non mi è più importato di quel che era stato fino ad allora, io volevo salvarti, volevo rassicurarti, prometterti che ci sarei sempre stato in un modo speciale, lo stesso che meritavi davvero.
Quando ho sfiorato le tue labbra hai tremato perchè temevi che sarebbe stato un attimo ed il tuo cuore già sofferente non lo avrebbe retto.
Poi hai capito che no, non ti avrei lasciata, non ti avrei mai fatto del male. E hai ricabiato con tutto l'amore che ho sempre cercato disperatamente in tanti vani tentativi, e che tu serbavi per me, chissà dove, chissà per che motivo, ma adesso eravamo noi due, e persino la neve sembrava calda e leggera.

Ed ora sono qui, con un sorriso che mi tende le labbra, tanto da chiedermi se non sembro stupido a chi passa per la strada e non ci conosce.
Non conosce me, come potrebbe mai farlo davvero? Non conosce te, perchè nessuno si cura dei tesori vicini, vanno tutti alla ricerca di quelli impossibili e lontani.
Ma tu sei lì per me.
Suono al campanello di casa tua col cuore in gola ed aspetto; sento i tuoi passi e la serratura, mi apri la porta con uno sguardo festoso e lucido di sogni realizzati, un timido sorriso che non aspetto si schiuda prima di baciarlo con slancio, e ti stringo forte, perchè tu non ci credi, ch'io sia lì, mentre io non riesco a capire perchè tu sei qui.
Ma ci siamo entrambi, e dopo tante domande sul perchè dei dolori, non voglio porne altre per questo estremo piacere.
"Buon compleanno, amor mio."
  
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