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Autore: Frerakey    27/08/2015    4 recensioni
Sam, non piangere.
Sam, smettila!
Sam, non lasciargli vedere le tue lacrime.
Sam, non rovinare tutto.
“Sam, va tutto bene? Percepisco della tristezza nei tuoi occhi”
Ecco, stupido! Sei contento ora?
“Sto bene Cas”
“Tu e Dean avete litigato prima che lui uscisse?”
“No, davvero, sto bene”
“Se vuoi posso parlargli io quando torna”
“Ti ho detto che sto bene!” gli urlai.
Me ne pentii subito.
Genere: Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Castiel, Dean Winchester, Sam Winchester
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessuna stagione
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Si alzò alle 5.30 dal letto che i ragazzi gli avevano assegnato.
Non aveva dormito, non lo faceva mai.
Ma ormai si era abituato a passare la notte sdraiato su quel materasso a vegliare sui due fratelli addormentati.
Quella mattina fu una normale mattinata d’inverno.
Si diresse verso la cucina e preparò la colazione a Dean.
 
Oh, quanto gli piaceva farlo.
 
La maggior parte delle volte non riceveva neanche un grazie ma solo un occhiata interrogativa.
Adorava quello sguardo. Adorava quegli occhi e adorava far sentire l’altro amato.
Gli preparò una crostata alle mele e un caffè. Vennero perfetti. Rise al pensiero di quante torte aveva bruciato e quanti caffè aveva versato nel tentativo di preparare una degna colazione ai Winchester.
Si avviò verso la stanza del maggiore dei due e bussò alla porta. Nessuno rispose.
Allora la aprì lentamente cercando di non fare rumore, si avvicinò al letto e lo vide. Stava dormendo di un sonno profondo. Decise di non svegliarlo e di poggiare il vassoio con la colazione sul comodino.
Si immaginava già la scena: Dean che si sveglia cullato dal profumo di una crostata e che se la trova accanto, con un caffè caldo, ignaro di chi abbia fatto tale gentilezza. Poi si sarebbe alzato e avrebbe chiesto a Sam se fosse opera sua e ad una risposta negativa avrebbe finalmente compreso l’artefice di tutto. E gli avrebbe sorriso. Forse lo avrebbe anche ringraziato.
Rimase a guardarlo per quanto? Secondi? Minuti? Ore? Chi può dirlo.
 
Le ore che passava con quell’uomo sembravano sempre finire troppo presto.
 
Ora si sarebbe preso il tempo necessario per contemplarlo.
Quanto era bello. Sì, lo era. E emanava un tale amore che avvolgeva l’angelo facendolo sentire a casa.
Cos’aveva lui di tanto speciale che gli altri non avevano?
Era solo uno scarto del signore, una creatura inferiore e difettosa.
Allora perché?
Perché provava quei sentimenti per lui?
 
Si accorse improvvisamente che la tazza che teneva in mano si stava raffreddando e che avrebbe dovuto portarla a Sam prima che si fosse svegliato.
Così si avvicinò alla porta senza mai distogliere lo sguardo dalla  creatura nel letto.
Andò in camera di Sam e gli posò il caffè sul tavolino all’interno della stanza, giusto di fianco alla porta.
Anche lui dormiva.
 
 
 
Caro diario,
questa mattina non mi è suonata la sveglia. Dannazione! Avrei potuto mandare tutto all’aria.
Mi sono svegliato che erano già le 6. Le 6 ti rendi conto? Cas era sicuramente già in piedi.
Con uno scatto mi alzai, tirai fuori alcuni cuscini dall’armadio e li misi sotto le coperte del mio letto formando un immagine che sarebbe sembrata un corpo dormiente. Scivolai silenziosamente in cucina. Ecco l’angelo che con un sorriso stampato sul viso preparava lo stesso menù di tutti i giorni: una crostata e due caffè.
 
Quanto avrei voluto avere io quel sorriso. A volte lo invidiavo, lo compativo per la sua situazione ma spesso mi chiedevo “e se fosse successo a me?” forse quel sorriso si sarebbe posato sulle mie labbra e le lacrime non sarebbero più scorse dai miei occhi.
Ma non era così e io dovevo sbrigarmi.
 
Anche questa mattina corsi in camera di Dean e mi nascosi nel suo armadio. Feci appena in tempo a chiudere l’anta che entrò Cas con un vassoio. Lo appoggiò di fianco al letto e iniziò a fissare le lenzuola vuote ormai da troppo tempo.
 
Come avrei voluto vedere quello che vedeva lui.
 
Dopo mezz’ora l’angelo uscì dalla stanza e io mi fiondai sulla colazione.
Non ce la facevo più a mangiare crostate tutte le mattine. Le odiavo.
Mi nascosi di nuovo nell’armadio e aspettai l’arrivo dell’altro che sorrise nel vedere che la sua colazione era stata apprezzata, poi uscì dalla stanza.
Io feci lo stesso ma mi diressi in camera mia a consumare la mia colazione. Mi sentivo vomitare ma non mi importava. Lo avrei fatto un milione di volte pur di salvare quel sorriso.
Uscii dalla mia stanza con la tazza vuota in mano.
“Hai visto Dean? Non riesco a trovarlo” mi chiese.
“E’ uscito, ma mi ha detto di ringraziarti per la colazione”
All’udire queste parole mostrò un sorriso senza eguali e arrosì un poco.
“Oh...grazie”
 
Sam, non piangere.
Sam, smettila!
Sam, non lasciargli vedere le tue lacrime.
Sam, non rovinare tutto.
 
“Sam, va tutto bene? Percepisco della tristezza nei tuoi occhi”
 
Ecco, stupido! Sei contento ora?
 
“Sto bene Cas”
“Tu e Dean avete litigato prima che lui uscisse?”
“No, davvero, sto bene”
“Se vuoi posso parlargli io quando torna”
“Ti ho detto che sto bene!” gli urlai.
 
Me ne pentii subito.
Cas rimase sbalordito dalla mia risposta e per un attimo anche quell’unico sorriso rimasto nel bunker scomparve.
Mi ricordò i primi mesi dopo l’accaduto.
Se ne stava tutto il giorno seduto sul letto di mio fratello fissando quella foto.
Ogni tanto entravo per chiedergli come stava ma lui non rispondeva.
“Non ho saputo proteggerlo, non ho saputo proteggerlo” sono le uniche parole che bisbigliava.
 
Poi un giorno ero seduto a fare alcune ricerche e qualcuno mi posò un caffè sulla scrivania.
Alzai lo sguardo e lui era lì, in piedi davanti a me. Era diverso. La sua espressione era diversa.
“Sai, sono preoccupato per Dean...non ha mangiato la crostata”
Io esterrefatto corsi in camera di mio fratello. Per un momento mi era nata l’infondata speranza che fosse tornato, ma non era così. Lui non c’era.
Mi girai infuriato verso l’angelo ma vidi che continuava a fissare il letto, sorridendo, con un sorriso che non vedevo da tanto tempo.
“Non è dolcissimo?” disse.
 
Gli occhi mi si gonfiarono alla vista di quella scena.
Avrei tanto voluto che Dean fosse stato li con me, ma non c’era ed io ero costretto a fare da babysitter ad un povero angelo caduto.
“Cas, lui è morto! Dean è morto, non è più qui!” avrei voluto gridargli.
Ma come avrei potuto?
Avrei sprecato ogni mia giornata e mi sarei ingoiato ognuna di quelle parole pur di vedere almeno uno di noi due sorridere come quando eravamo in tre.
 
Per un’ultima volta mi girai verso quel dannato letto ma sotto le lenzuola non c’era nulla.
E in quel momento capii.
 
Capii che avrei mentito.
Che avrei mangiato la colazione di Dean tutte le mattine.
Che avrei chiesto a Gabriel di seguire Cas ovunque.
Che avrei impedito a chiunque di metterlo a conoscenza della tragica morte.
Che mi sarei finto felice.
 
Ti mentirò Cas. Ma lo farò per il tuo sorriso.
 
 
 
 
“Puoi iniziare a preparare il pranzo se vuoi. Dean ne sarà felice quando tornerà” dissi con tono più calmo.
 
“Si” un accenno di sorriso ricomparve sul suo volto “penso che lo farò”


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PER FAVORE COMMENTATE!!

Per prima cosa voglio riuscire a migliorare per questo vi chiedo di commentare facendomi sapere come vi è sembrata la storia, le vostre impressioni e consigli.
Apprezzo qualsiasi commento,critica o suggerimento.
Grazie

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Frerakey


 
 
   
 
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