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Autore: Crepuscolina13    27/08/2015    9 recensioni
Una storia SwanQueen ambientata nell'orribile tragedia delle torri gemelle.
Dal capitolo 1:Quando i miei occhi ritornarono sulla strada mi trovai davanti una donna, frenai subito facendo così stridere i freni sull'asfalto, ma non fu sufficiente perché anche se pur con minore velocità colpì la donna che sbalzò a pochi metri di distanza.
Genere: Drammatico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash, FemSlash | Personaggi: Emma Swan, Kathryn Nolan/Abigail, Regina Mills, Ruby/Cappuccetto Rosso
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 15: Epilogo

11 ottobre 2001, 9.00 A.M

Pov.Regina

Oggi era passato un mese, un mese da quella tragedia che aveva sconvolto il mondo intero e la mia vita.

Oggi ci sarebbe stato il lutto cittadino, e una grande cerimonia era stata allestita sul sito in cui una volta si ergeva il World Trade Center per commemorare tutte le vittime, ma io avevo un altro piano.

Avevo in serbo una sorpresa per Emma.

-Sveglia tesoro- mormorai accarezzandole una guancia.

-Mhh, ancora un altro minuto- brontolò girandosi dall'altra parte.

Io ovviamente non mi arresi, le circondai un fianco con un braccio per poi posare delicati baci lungo tutto il suo collo.

-Regina ho sonno!- esclamò arrabbiata e ciò mi fece ridere, ormai ero abituata ai suoi capricci mattutini.

-Tesoro tu non hai sonno, sei solo una pigrona- commentai divertita.

-Ehi, forse se qualcuno ieri sera avesse voluto dormire invece di fare altre cose..- commentò brontolando.

-Guarda che non mi sembravi molto contraria a fare queste altre cose- risposi ridacchiando.

-Mh dettagli- ribatté portandosi il lenzuolo a coprirsi la faccia.

-Va bene, dormi pure, ma non impedirò ad Henry di finirsi tutti i pancake- mormorai arrendendomi con un sorriso furbo.

-Quel delinquente!- esclamò frustata.

-Ehi è mio figlio quello che hai chiamato delinquente- la rimproverai fingendomi arrabbiata.

Emma emise uno sbadiglio e finalmente si alzò dal letto, stiracchiandosi un po'.

-Comunque allora se ti crea così tanta fatica alzarti dal letto la mattina, stanotte andremo a letto, per dormire, presto- commentai sottolineando con un tono di voce più alto la parola dormire.

-Non oseresti- esclamò per controbattere la mia minaccia.

-Vedremo- risposi ridacchiando avviandomi verso la porta.

Ma prima che potessi arrivare alla maniglia delle braccia forti mi circondarono e girandomi mi trovai davanti gli splendidi occhi di Emma.

-Dove credi di andare senza prima avermi dato il buongiorno?- chiese avvicinandomi di più a lei.

-Pensavo di aver capito che la mia presenza non fosse gradita- risposi io.

-Phf, sciocchezze- e detto questo unì le nostre bocche, mi mordicchiò le labbra inferiori facendomi ridacchiare.

-Dai vestiti che oggi vi porto in un posto- le dissi staccandomi dolorosamente dal suo corpo.

-Pensavo che oggi saremmo andati alla cerimonia- chiese confusa.

-Beh i piani sono cambiati- risposi autoritaria.

-Come desidera, sua maestà- rispose prendendomi in giro.

-Gne, gne- dissi facendole scherzosamente il verso come una bambina.

Come ogni mattina dovetti assistere alla guerra dei pancake, in cui Henry ed Emma, si sfidavano a chi ne mangiava di più, ma la cosa non mi dispiaceva affatto, era qualcosa di così bello e allegro che riusciva a conferire il buon'umore anche a chi si svegliava con la luna storta.

-E' proprio necessario?- brontolò Emma, riferendosi al pezzo di stoffa che circondava i suoi occhi e le impediva di vedere.

-Si Emma, fidati e allaccia le cinture-

-Anche tu Henry- aggiunsi mettendo in moto la mia nuova automobile.

Dopo venti minuti di viaggio in cui Henry ci aveva deliziato con i suoi fantasiosi racconti arrivammo a destinazione.

-Henry mi raccomando non suggerire niente- esclamai fulminando mio figlio con gli occhi.

-Ragazzino se mi dai qualche indizio domattina i pancake sono tuoi- propose Emma cercando di corromperlo.

-Non osare- controbattei severa.

-Mi dispiace Emma, ma la mamma è pur sempre la mamma- rispose dispiaciuto e io vittoriosa presi per mano la bionda e la guidai verso il molo.

La vidi aguzzare gli orecchi e annusare l'aria intorno in cerca di indizi.

-Siamo al mare?- chiese tentando di indovinare.

-Non esattamente- risposi gentile.

Intorno a noi si poteva annusare quella tipica aria piena di salsedine che era presente vicino alla costa, si potevano sentire i rumori delle onde infrangersi contro i pontili di cemento e i gabbiani cantare allegri sopra di noi.

-Siamo al porto!- esclamo sicura di se.

-Indovinato- risposi orgogliosa di lei.

-Bene, adesso puoi sciogliermi la benda?- domandò con la sua vocina da cucciolo, ma questa volta non ci cascai.

-Non ancora- risposi placando per un po' la sua sete di conoscenza.

Camminammo per altri cinque minuti finché non arrivammo davanti a un piccolo yacht di nome Jolly Roger, e solo allora liberai gli occhi di Emma.

-Wow è nostro?- chiese incredula.

-Non esattamente, è in affitto per oggi-

-Che figo, mamma!! Ma chi lo guiderà?- chiese Henry eccitato.

-Io ragazzino- rispose una voce maschile proveniente dalla barca.

Subito dopo sulla prua comparve un uomo coi capelli neri e occhi blu.

-Kilian Jones?- chiesi insicura.

-In persona, e lei dovrebbe essere Regina Mills?- domando incerto.

-Esatto-

-Perfetto, questo gioiellino è pronto per partire- ci informò sorridente.

-Chi è mamma?- mi chiese bisbigliando Henry.

-Guiderà lui la barca, tesoro- risposi tranquilla.

-Prego potete salire- ci incitò l'uomo.

Henry subito corse verso la barca e aiutato dall'uomo salì subito all'interno.

Anche io ed Emma ci avvicinammo e l'uomo porgendoci una mano aiutò anche noi a salire.

-Salve anche a lei bellezza, posso sapere il suo nome?- chiese ad Emma con voce lasciva, una volta che entrambe fummo a bordo.

-Emma Swan- rispose lei a disagio.

-Emma..un bellissimo nome, degno di lei oserei dire- continuò lui, provandoci visibilmente con la mia bionda.

-Capitano lei è stato pagato per guidare e non per intrattenerci, quindi sarebbe pregato di prestar fede ai suoi obblighi e di andare a mettere in modo questa bagnarola- mi intromisi severa.

L'uomo non rispose ma si diresse verso il timone, non prima di aver fatto l'occhiolino ad Emma, a quella vista sbuffai e incrociai le braccia sotto il seno.

-Dovresti vedere la tua faccia- mi disse Emma ridacchiando, ma io non le risposi spostando il mio sguardo sulle limpide onde del mare.

-Come sei tenera quando sei gelosa.- commentò dolcemente.

-Io non sono gelosa- ribattei subito.

-Oh si che lo sei, ma tanto non c'è competizione- rispose prendendo le mie braccia per riportarle stese lungo i miei fianchi.

-Ah davvero, e perché?- chiesi sarcastica.

-Perché lui non ha un sedere stupendo come il tuo- rispose semplicemente ridacchiando.

Anche io mi lasciai scappare qualche risata, ma quando sentì delle mani palparmi il fondo schiena, smisi subito.

-Emma, c'è Henry!- esclamai sgridandola, ma non potei fare a meno di arrossire.

-Lo sto tenendo d'occhio e in questo momento non ci sta guardando- rispose furbamente.

-Piuttosto che ci facciamo su questo yacht?- chiese cambiando discorso e lasciandosi sopraffare di nuovo dalla sua curiosità.

-Te l'ho dirò quando saremo in mare aperto- risposi misteriosa.

-Mamma posso fare il bagno?- chiese con occhi da cucciolo Henry, comparendomi davanti all'improvviso.

-Certo tesoro, ti ho fatto portare il costume a posta, ma non ora, quando fermeremo la barca potrai andare a conquistare l'oceano- risposi amorosamente accarezzandogli i capelli.

-Ehi io non ho portato un costume- esclamò Emma contrariata.

-Per questo l'ho portato io per te- risposi ridacchiando di fronte alla sua faccia imbronciata.

-Ti adoro- disse felice.

Insieme ci avviammo verso la postazione del guidatore ed io andai a dare istruzioni.

-Bene capitano, guidi finché i grattacieli e la terraferma non saranno scomparsi, poi getti l'ancora e si fermi -

-Ricevuto- rispose aumentando la velocità con qualche strana leva.

Poi tornai da Emma e gli porsi una borsa.

-Tieni, vai pure a cambiarti- le suggerì dolcemente.

-Potrei aver bisogno di una mano- sussurrò maliziosamente al mio orecchio per non farsi sentire da Henry, purtroppo per noi però, Kilian sentì tutto.

-Proposta allettante ma devo badare a Henry- risposi, in fondo eravamo pur sempre su una barca ed era facile cadere in acqua.

-Okay- rispose comprensiva.

-Se vuole mademoiselle posso aiutarla io- propose il capitano con uno sguardo che non mi piaceva per niente.

-No grazie, credo che riuscirò a farcela da sola- rispose Emma per poi dileguarsi sotto coperta, io lanciai uno sguardo al capitano di quelli “ se gli sguardi potessero uccidere” e poi gli volsi le spalle per tornarmene da mio figlio.

Dopo che Emma si fu messa il costume sotto un leggero vestito estivo, Henry propose di giocare a un gioco ed entrambe accettammo.

Era una sfida molto semplice, il primo che avvistava una qualsiasi creatura marina vinceva, ed ovviamente vinse Henry che per primo vide in lontananza un delfino che ha detta di Emma era uno squalo.

D'un tratto la barca si fermò.

-Regina può andare come posto?- mi chiese Kilian Jones.

-Per lei sono Miss Mills, ma si può andare- risposi severamente, notando come intorno a noi ci fosse solo acqua.

-Adesso puoi dirmi qual'è la sorpresa?- chiese eccitata Emma.

-Si mamma,anche io sono curioso- concordò Henry.

Sorridendo annui, e mi diressi vicino ad un borsone che avevo portato, ma prima..

-Signor Jones, potrebbe lasciarci soli?- chiesi sforzandomi di essere gentile.

-Certamente- rispose lui accondiscente recandosi sotto coperta, e solo dopo che fummo rimasti solo noi tre presi in mano la preziosa urna.

-Ma quella....cosa ci fa qui?- chiese Emma a bocca aperta, con il fiato spezzato.

-Oggi è passato un mese da quel giorno e ricordo bene quella telefonata- spiegai incerta.

Emma rimase in silenzio e guardandosi intorno cominciò a capire il motivo per il quale eravamo lì.

-Mi sembra di ricordare che volesse che le sue ceneri fossero sparse in mare, quindi se te la senti, potremo tener fede a la sua ultima volontà, insieme- spiegai con gli occhi lucidi, ritornando col pensiero a quell'ultima straziante telefonata.

Emma aprì la bocca, dalla quale però non uscì fiato, ripresa poi dallo shock mi corse incontro abbracciandomi.

-Regina..tu..- balbetto e incapace di dire qualcosa mi prese il viso tra le mani, donandomi un piccolo e fugace bacio a fior di labbra.

-Ti amo- rispose commossa dal mio gesto.

-Mamma puoi spiegarmi anche a me?- chiese timidamente Henry, che non voleva spezzare questo piccolo momento romantico.

-Vedi Henry, qua dentro ci sono le ceneri di una persona che non c'è più, questa persona era molto importante per Emma, ed oggi siamo qui per spargere queste ceneri in acqua- spiegai dolcemente avvicinando anche lui all'abbraccio che si era creato tra me e la bionda.

Emma si riscosse da quel momento, prese delicatamente l'urna dalle mie mani e l'aprì avvicinandosi al bordo dello yacht.

Anche noi la seguimmo, Henry si posizionò alla sua sinistra e io alla sua destra.

-Aprite le mani- ci chiese dolcemente.

-Emma no, questa è una cosa ..intima, devi farlo tu- esclamai terrorizzata da quel gesto.

-Ruby amava chiunque mi rendesse felice, e voi lo fate, quindi sarebbe felice se anche voi le diceste addio- spiegò con gli occhi lucidi, ma sorridendo comunque.

Così riempì le nostre e le sue mani di un po' di cenere e insieme, come se fossimo in qualche modo sincronizzati la lasciammo andare.

Il vento si infilò tra le nostre dita portando via quel che rimaneva di quella polvere speciale.

Dopò ciò Emma rovesciò quello che rimaneva del contenuto in mare.

-Questo non è un addio, è un arrivederci Ruby- mormorò sicura.

Io incapace di dire altro l'abbracciai ed Henry seguì il mio esempio.

-Ti voglio bene Emma- dichiarò all'improvviso mio figlio, era la prima volta che lo diceva, ed Emma non poté più trattenere le lacrime.

-Oh anche io ti voglio bene ragazzino- mormorò cominciando a spupazzarlo.

-Okay ora basta- mormorò imbarazzandosi, come facevano tutti i ragazzini della sua età a dichiarazioni d'affetto in pubblico, ed io sorrisi come una scema a quella scena.

-Mamma adesso è arrivata l'ora del bagno?- chiese speranzoso Henry, per cambiare discorso.

-Direi di si- risposi felice.

-Che bello, almeno potrò umiliare Emma in una gara di tuffi- esclamò ridacchiando, sapendo bene quanto la bionda si facesse prendere dalle sfide.

-Ehi ragazzino, ha chi hai dato della perdente?- chiese infatti quella.

-A te lumaca- rispose a tono mio figlio prendendo la rincorsa per poi buttarsi in acqua.

Emma cominciò a spogliarsi ma prima che avesse il tempo di andarsene la bloccai.

-Emma ti amo- non sapevo perché glielo avevo voluto dire, ma a volte mi capitavano dei momenti in cui non potevo fare a meno di manifestare ad alta voce le potenti emozioni che stavo provando.

-Regina ti amo anche io e non sai quanto e grazie infinitamente per tutto questo- rispose con una voce che sapevo bene arrivasse dal profondo del suo cuore.

-Poi stasera ti ringrazierò a dovere- mormorò maliziosa, e dopo avermi fatto arrossire si tuffò in acqua provocando schizzi che praticamente bagnarono anche me, e ciò fece ridere a crepapelle Henry.

-Mamma buttati anche tu- propose il mio bambino gioiosamente.

-Si regina buttati- incitò la bionda.

Velocemente mi spogliai anche io rimanendo così in costume.

Prima di buttarmi mi osservai un po intorno, eravamo nel bel mezzo del nulla, eppure io ero felice, perché tutto ciò di cui avevo bisogno era lì davanti a me, e facendo un bel balzo raggiunsi Emma ed Henry, la mia famiglia.

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Ed eccoci arrivati al finale, spero sia stato un finale soddisfacente, e inoltre spero di avervi intrattenuto piacevolmente in questo mese di agosto con il mio racconto.

Questa è una storia a cui tengo, mi sono divertita a scriverla, in più non mi era mai capitato di pubblicare mediamente un capitolo al giorno e questo la dice lunga.

Che dire, spero in qualche recensione e mi raccomando SHIPPATE SWAN QUEEN SEMPRE!!<3.

  
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