Quando Zayn aveva abbandonato i One Direction era partito senza voltarsi indietro. Non aveva visto il volto consunto di Liam o le emozioni soffocate degli occhi né l’invecchiamento precoce che lo aveva investito nei pochi succinti attimi dopo la sua partenza. Non aveva visto nulla. Era scappato lontano con la speranza che quella vita cucitagli addosso non lo raggiungesse più. Era stato bene con i One Direction poi qualcosa si era incrinato e il successo aveva cominciato a pesare come un macigno, consumando quel briciolo di amor proprio che ancora riesumava e plasmando un altro Zayn costituito di apparire e non di essere. Non era stato solo il successo, era stato tutto quello che aveva comportato, una vita sommessa, non incline ai sentimenti, un’esistenza marcia che si gratificava solo con i soldi. Era un circolo vizioso di cui non voleva più fare parte eppure c’era un prezzo altissimo da pagare. Liam.


UN ANNO PRIMA
Bogotà era una città enorme, di strade d’asfalto di matrice colombiana e di grattacieli che svettavano cosi imponenti da beffare il sole. Le viuzze del centro rimbombavano di vita, un’esplosione di suoni e odori di spezie che si impregnavano nelle mura della città. Lo stadio si apriva al termine di una strada maestra scottata dal sole. Un colosso di cemento che si ergeva in una macchia di verde. Videro il palco ancora prima di entrare, oltre gli spalti e l’erbetta sintetica. Il loro palco. Il trampolino per conquistare Bogotà, per dare sfoggio alle loro qualità canore, per incorniciare l’ennesimo successo. -Diamo inizio al Where We Are Tour, spacchiamo! - Niall esordì con una frase che sapeva di premeditato, elaborata in aereo o una manciata di secondi prima per evidenziare la sua frenesia.
Zayn aveva pensato tante volte a come sarebbe stata la sua vita se non fosse entrato nei One Direction ma la sua immaginazione inevitabilmente incappava nella realtà e si spegneva nella sua tangibilità. Quando vide Bogotà e quello stadio e quel palco Zayn ebbe l’impressione che non avrebbe barattato la sua esistenza con niente al mondo perché era lì ad avallare le sue certezze e i suoi desideri.
-Ehi Zayn vedi di non far innamorare le fan con troppi acuti-
-Lascerò un po’ di spazio anche a te Liam-
Zayn voleva bene a Liam perché nella sua spontaneità aveva trovato un fratello prima ancora che un amico. Da quando lo aveva conosciuto a XFactor non era mai cambiato, come se lo scorrere del tempo avesse perso di importanza, di contenuto e non gli toccasse più. E non si trattava solo di clessidre e orologi, anche quel successo mediatico che gli era caduto addosso non lo intaccava, se lo scrollava di dosso. Liam voleva bene a Zayn ma era un bene che sconfinava nell’assurdo, da vergognarsi, che nessuno dei due poteva permettersi.
-Sai che ho paura, Liam, sono spaventatissimo di cantare in uno stadio, dinanzi a milioni di persone, a delle aspettative, a dei biglietti magari comprati con dei soldi messi da parte. Mi sento un po’ in ansia-
Liam lo afferrò di botto col sorriso che ancora gli spuntava sul volto. Si ritrovarono all’ultimo gradino degli spalti che contornavano lo stadio, da lì sbucavano il palco e tutti gli impianti di luce e suono.
-Non l’hai ancora capito? Da qui si vede tutto e stasera ci vedremo noi. Ecco fingi di essere uno spettatore e sei venuto qui per vedere il tuo cantante preferito e non importa come andrà a finire, se stonerà o non avrà più voce. Tu sei qui e sei già felice di esserlo. Speri che sarà una serata indimenticabile ma sei sicuro che non ti deluderà, qualsiasi cosa accada. Stasera pensa a quanti spettatori ci sono e quanti di loro sono già felici di esserci, di vedere te e basta-
Zayn non aveva colto l’essenza del discorso, forse perché gli sembrava di aver già rivisto la scena altre mille volte con lui accanto, con quel sorriso che quasi lo esasperava, lo proiettava nell’inconscio tra i suoi desideri più fittizi, nel caos e per la prima volta, a Bogotà all’inizio del Where We Are Tour, tra i suoi desideri ci fu Liam.


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-Tra pochissimo saliremo sul palco, conquistiamo Bogotà, 3..2..1 Cominciamo-
Zayn riavvolse nella mente le parole affusolate di Liam, gli avvenimenti successivi al discorso e salì sul palco con una grinta che non gli si addiceva. Ancora una volta Liam gli sorrise ma era un sorriso di occhi e non di denti, che nelle iridi stipava una speranza, una contentezza celata e Zayn insolitamente ebbe l’impressione che quella contentezza lo riguardasse. Le urla delle fan riempivano l’aria, urtavano la musica ovattata e si espandevano, solcavano il palco e piombavano su di loro con una forza poderosa. Era felice Zayn perché era lì, a casa sua, a cantare su un palcoscenico così forte che quasi si laceravano le corde vocali ma non gli importava. Quelle canzoni, quella musica di batteria che tanto gli consumava i timpani erano l’unica cosa che lo facessero sentire vivo, non uno zombie, ma una persona, viva, capace di commuoversi ed emozionarsi. Non si sentiva da tanto tempo cosi. Si voltò. Ancora quel sorriso durante il suo assolo in Right Now. Era in uno vacuo spazio bianco, scevro da qualsiasi flebile voce, lontano dalla calca che lo acclamava, lontano dalla musica appiccicata sulla pelle,c’era Liam e il suo dannatissimo sorriso.


 

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Salve carissime/i fan dei One Direction, questa è la mia prima fan fiction sui 1D quindi siate clementi. E' stata scritta in fretta perchè non vedevo l'ora di cominciare quindi ci sarà forse qualche errore. Niente si basa sull'uscita di Zayn dai One Direction e sulla rottura con Perrie. E mi sono chiesta perchè non Liam? Ovviamente chiedo venia a Zayn e a Liam per questa storia. E' solo frutto della mia immaginazione quindi se vi piace recensite. Nel prossimo capitolo ci metterò più cura :)
Un abbraccio da una fan sfegatata dei One Direction.